Un’eclissi totale di luna non è mai soltanto un fenomeno astronomico. È un invito segreto che il cielo ci manda per ricordarci quanto siamo capaci di stupore, quanto possiamo sentirci parte di un sogno più grande. Quando la Terra si interpone tra Sole e Luna, qualcosa accade anche dentro di noi: il bianco familiare della Luna si tinge di rosso, si fa ombra, si fa mistero. E sembra quasi che, per un istante, il mondo intero si trasferisca lassù, a vivere insieme quel silenzio sospeso.
Mi piace pensare che durante l’eclissi diventiamo tutti un po’ come l’ombra di Peter Pan. Leggeri, dimentichi della gravità, capaci di muoverci insieme sulla superficie lunare, come una piccola tribù di sogni. Non importa dove siamo: affacciati a un balcone, distesi sull’erba o nascosti dietro una finestra. In quell’ora siamo tutti lì, a cavalcare lo stesso disco rosso che brilla timido nel cielo, come un cuore che pulsa tra le stelle.
E allora ci accorgiamo che non servono navicelle o astronavi per toccare la Luna. Basta lasciarsi portare dall’immaginazione, dall’incanto che ci attraversa quando la luce cambia e l’ombra della Terra diventa un velo che ci avvolge tutti. È come se, almeno per un po’, sparisse la distanza fra noi e l’universo, fra i nostri sogni quotidiani e l’infinito.
Quando l’eclissi finisce e la Luna torna al suo splendore argentato, resta dentro di noi una traccia: la sensazione di aver viaggiato insieme, di aver camminato mano nella mano come ombre danzanti sul cielo. Ed è un ricordo che ci accompagna, come una promessa: il cosmo non smetterà mai di sorprenderci, se avremo ancora occhi per guardarlo e cuore per crederci.