domenica 17 luglio 2022

Andrea Camilleri

Fin quando un personaggio non è in grado di alzarsi dalla pagina e cominciare a camminarmi per la stanza, quel personaggio, secondo me, ancora non è risolto.

Sono passati tre anni da quando Camilleri, il maestro Camilleri, ci ha lasciato.
Se dico Porto Empedocle, in provincia di Agrigento, vedo Pirandello e il mare.
E naturalmente vedo un giovane Andrea che cammina per quei borghi meravigliosi, respira quell'aria, ascolta quel dialetto e chissà come, quando, inizia a creare il Commissario Montalbano.
In origine era solo un piccolo borgo di marinai conosciuto come Marina di Girgenti. Nel corso dei secoli ha di molto cambiato il suo aspetto. Ma una vista mozzafiato e una natura rigogliosa continuano ad essere il suo tratto distintivo.
Mi riesce difficile scriverlo, eppure iscritto alla facoltà di Lettere, il mio amato Camilleri non consegue la laurea.
Come mi ha insegnato Navarro: cambiare idea, non portare a termine un progetto non è un fallimento, anzi! Può determinare un risparmio di idee e risorse.
E per il nostro Andrea deve essere andata proprio così.
Inizia comunque a scrivere racconti e poesie e passa ad un altro genere di studi, sulla regia. Ed è proprio lui che farà conoscere all'Italia il teatro dell'assurdo di Samuel Beckett.
Il 1978 è l'anno che segnerà la sua vita: l'esordio come scrittore. E da quel momento non lascerà mai più le sue amate carte.

La vera differenza tra un uomo e un altro uomo risiede nelle loro teste, nei loro pensieri, e non nelle insegne, nelle bandiere, nelle divise, nelle rotelle di panno.

Manca. In questa calda estate politica e ambientale, non posso fare a meno di chiedermi cosa avrebbe detto.
Lui seduto in poltrona, alle spalle la sua bellissima libreria, la sua coppola, le sue sigarette, con la sua voce calma e roca, avrebbe sicuramente inquadrato la situazione con ironia e intelligenza.
Manca. E nessuno è sorto dopo di lui, per illuminare le nostre vite buie.

L’onestà dovrebbe essere la conditio sine qua non dell’uomo politico.


Una delle cose belle che mi piace dell'estate è la possibilità di trovare tante offerte nei supermercati.
Da Feltrinelli ad Einaudi è un fiorire di occasioni, a cui non so resistere.
E questa volta ho pensato di aggiudicarmi dei romanzi sulle "famiglie".
Casa Editrice: Newton Compton Editori
Collana: I MiniMammut
Mi piacciono tanto! Le copertine colorate sono accattivanti e queste illustrazioni non mi hanno fatto esitare nemmeno un secondo. Hanno guidato la mia mano. Bip! Bip! Scansionati con la pistola del supermercato, ed eccoli che mi sorridono dal fondo del carrello!

Pillola rossa (arancione in realtà!): Israel Joshua Singer - La famiglia Karnowski
David, Georg, Jegor: tre uomini, tre generazioni, tre vite lungo le quali si sviluppa la storia della famiglia Karnowski. Un grande classico del Novecento.

Pillola blu (sì dai, è blu-azzurro): Thomas Mann - I Buddenbrook decadenza di una famiglia
In un periodo che va dal 1835 al 1877 attraverso quattro generazioni Buddenbrook, vediamo il cambiamento radicale che la famiglia subirà.
Dal modello luterano originale, forgiato sul lavoro e il dovere, la famiglia lentamente e inesorabilmente si scioglierà, decadrà in una progressiva inquietudine e indolenza che in Hanno, l'ultimo rampollo, vedrà il suo apice.

Sono due grandi classici. Due letture nelle quali mi immergerò presto.
Per ora sono con me, nella babele che è la mia vita e la mia scrivania!
Al momento sto finendo un libro di Manfredi acquistato in aeroporto, per la spiaggia. Per fortuna, la presenza di cugine mi ha distratto e non sono riuscita a finirlo. "Per fortuna" perché significa che sono stata bene con loro, che siamo state sempre insieme, in acqua, a ridere e rilassarci.
Dopo Manfredi passerò a Lolita. Sono settimane ormai che ritardo il nostro incontro.
Procedo lentamente, lo so, molto lentamente. In estate è veramente difficile abbandonarsi alla lettura.
Ma come avrai notato anche tu, sto raggiungendo un equilibrio interiore.
In cui finalmente, ho capito che Persona non mi vuole e non mi vorrà mai. In cui ho capito che quel poco di affetto che ricevo deve bastarmi, e che ciò che voglio dagli altri è impossibile da ottenere.
E un equilibrio in cui ho accettato anche la mia fine.

Un abbraccio amico Bloggy.
Portogallo non lo vedo più da tempo. Spero stia bene.

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