martedì 12 luglio 2022

Pablo e l'amore

Morirei per un tuo solo sguardo, un tuo sospiro che profumi d'amore ed una carezza che riscaldi il mio cuore.
Non assomigli più a nessuna da quando ti amo.

Caro Bloggy,
 giornata finita; una nuova si prepara a nascere. Sento che si agita. Tra un po' inizieranno le contrazioni e il miracolo del sole che sorge si ripresenterà sulla terra.
Il lunedì che si è concluso è stato pesante.
Ho compreso una cosa antipatica: per la gente è tutto dovuto.
Tu devi pagare un servizio, ma non puoi chiedere/pretendere che sia fatto a norma.
Mi sono successe tante piccole cose stupide che mi hanno portato a sentirmi piccola e indifesa.
Cosa ne sarà di me? Penso proprio che farò una brutta fine.
Ne sono sinceramente convinta.
Un anno fa ero qui che ti raccontavo della emozionante finale dell'Europeo di calcio.
A ripensarci mi sento proprio stupida.
Non so se fu follia o stupidità, ma dissi a Palo quello che provavo per lui.
Ne uscì fuori una conversazione indimenticabile.
Da quel giorno sono cambiate alcune cose.
Mi sono resa conto che ciò che il mio cuore provava, trova oggi appoggio anche in ragione.
Mente e cuore hanno concluso all'unisono che siamo pazzi ma siamo innamorati.
E non abbiamo voglia di disinnamorarci.
Sono un po' come Penelope: voglio il mio intelligentissimo Ulisse. E lo dichiaro pensando a Pablo Neruda, nato oggi nel 1904.
Lo scrittore cileno dal nome per me impossibile da ricordare, divenne Pablo Neruda nel 1920. Fu poeta e scrittore precoce; io lo identifico con l'amore.
Se dovessi leggere l'amore, sfoglierei le sue poesie.

E da allora sono perché tu sei,
e da allora sei, sono e siamo,
e per amore sarò, sarai, saremo.

Lo so che non sembra una cosa sensata da dirsi: ma da quando ho guardato in faccia il mio sentimento, l'amore che porto dentro, è come se avessi compreso cosa sono.
Ultimamente l'ho nascosto e soffocato sotto una coltre di rabbia e odio.
Ma non posso comportarmi diversamente.
Il mondo che conosco ridicolizza l'amore, lo insulta e lo distrugge.

Buon compleanno Pablo Neruda, e grazie.
Questo verso lo hai scritto pensandomi vero?

Solo chi ama senza speranza conosce il vero amore.

Sai, dopo tanto struggermi, odiarmi, schifarmi, sono in fase di totale rassegnazione.
Cosa posso chiedere alla vita? Niente.
E allora mi tengo il mio amore, anche se non ha speranza di essere ricambiato.
Rimarrà una pianticella solitaria sull'asteroide che è il mio cuore.
Non cerco nuova linfa. Nuove terre. Non mi interessano.
Cerco solo di non disturbare più nessuno.
Sono tornata a scrivere messaggi per poi cancellarli prima di averli inviati.
Non immagino più nulla.
Non mi costruisco nemmeno un mondo di fantasia. Di sogno.
Nulla.

A volte mi sento come quella linea asciutta, proprio sopra la battigia, che anela con pazienza e desiderio che il mare la lambisca. (Tecnicamente si può indicare con il termine "berma".)
Forse il mio mare non è Palino, ma è la vita stessa.
Questo mio isolarmi e sentirmi sempre sola anche tra le persone care, è dovuto non "alla mancanza di qualcosa/qualcuno", ma al non essere capace di riconoscere una realtà devastante e semplice: per la vita non siamo niente.
Una volta che ci ha generato, si disinteressa di noi.
Per quanto doloroso, possiamo solo decidere se andare avanti. O no.
Tutto qui.

La timidezza è una condizione strana dell'anima, una categoria, una dimensione che si apre alla solitudine. È anche una sofferenza inseparabile, come se si avessero due epidermidi, e la seconda pelle interiore s'irritasse e contraesse di fronte alla vita. 

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