"Chi insegna una certa cosa non la conosce a fondo
perché a chi la studia realmente a fondo non rimane il tempo per insegnare."
Sabato 22 Febbraio è stato lunghissimo.
Non mi importa se dopo la mezzanotte siamo già nel ventitré!
Nel 1788 nasceva il filosofo tedesco Arthur Schopenhauer. E anche se era misantropo voglio dedicargli un pensiero, per sottolineare a modo mio la distanza tra amare e odiare.
Capisco che sia difficile simpatizzare per l'umanità, ma l'odio è un sentimento che non mi spiego e non condivido.
A differenza mia, era uno che ci capiva di pensieri e parole. E in questo trattato si evince tutta l'importanza del saper usare le parole. Se lo rileggessi venti volte, per venti volte mi ritroverei a pensare che non potrei mai avere ragione in un dibattito, pur applicandomi tenacemente.
Schopenhauer trova invece 38 modi per avere ragione. Li ho amati tutti. Dal confondere al dissimulare, c'è da perdere i sensi su come si possa rimbambire qualcuno a suon di parole.
Ma la mia preferita, resta la proposta n. 36: Sproloquiare!
In altre parole: stendere l'avversario a colpi di sproloqui privi di senso.
Anche la 38 non è da sottovalutare:Argumentum ad personam!
Cioè: come risultare vincenti, diventando offensivi e gretti nei confronti dell'altro.
Credo sia nota a tutti la visione pessimistica che aveva del mondo, l'amico Schopenhauer.
Secondo Arturo i desideri umani, siano questi di carattere fisico o spirituale, una volta assecondati perdono piacere.
Non ci portano alla felicità. E la felicità non sarà mai veramente raggiunta da nessuno. Siamo nati per soffrire. Quindi tanto vale risparmiare energie e restare sereni senza desiderare niente e nessuno.
Stando così le cose, sono fortunata a provare un sentimento non ricambiato.
perché a chi la studia realmente a fondo non rimane il tempo per insegnare."
Sabato 22 Febbraio è stato lunghissimo.
Non mi importa se dopo la mezzanotte siamo già nel ventitré!
Nel 1788 nasceva il filosofo tedesco Arthur Schopenhauer. E anche se era misantropo voglio dedicargli un pensiero, per sottolineare a modo mio la distanza tra amare e odiare.
Capisco che sia difficile simpatizzare per l'umanità, ma l'odio è un sentimento che non mi spiego e non condivido.
A differenza mia, era uno che ci capiva di pensieri e parole. E in questo trattato si evince tutta l'importanza del saper usare le parole. Se lo rileggessi venti volte, per venti volte mi ritroverei a pensare che non potrei mai avere ragione in un dibattito, pur applicandomi tenacemente.
Schopenhauer trova invece 38 modi per avere ragione. Li ho amati tutti. Dal confondere al dissimulare, c'è da perdere i sensi su come si possa rimbambire qualcuno a suon di parole.
Ma la mia preferita, resta la proposta n. 36: Sproloquiare!
In altre parole: stendere l'avversario a colpi di sproloqui privi di senso.
Anche la 38 non è da sottovalutare:Argumentum ad personam!
Cioè: come risultare vincenti, diventando offensivi e gretti nei confronti dell'altro.
Credo sia nota a tutti la visione pessimistica che aveva del mondo, l'amico Schopenhauer.
Secondo Arturo i desideri umani, siano questi di carattere fisico o spirituale, una volta assecondati perdono piacere.
Non ci portano alla felicità. E la felicità non sarà mai veramente raggiunta da nessuno. Siamo nati per soffrire. Quindi tanto vale risparmiare energie e restare sereni senza desiderare niente e nessuno.
Stando così le cose, sono fortunata a provare un sentimento non ricambiato.
Perché se fosse ricambiato smetterebbe di portarmi gioia, quindi non sarei felice.
Allo stato attuale invece, resto infelice, ma almeno posso cullare l'idea di come potrei essere felice se lui mi amasse.
...
Il pensatore era Schopy ma...a me sembra una idiozia!
Caro il mio Schopenhauer,
se ti fossi lasciato andare all'amore vero avresti compreso quanta pienezza e soddisfazione fisica e mentale si possa trarre dal sentirsi parte del pensiero di un altro.
Quanto meravigliosa sia la vita se la si affronta con la consapevolezza che qualcuno tenga a noi.
Tante cose si possono dire dell'amore, tranne che non esista e che sia inutile.
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(Esopo)