domenica 2 febbraio 2020

Diario di una Ragazza che di Barocco ha sempre meno

Questa settimana si sta concludendo e non ho altro modo di parlare che scrivendo qui.
Ho gettato all'aria tutte le mie convinzioni e ho mandato un messaggio a Persona.
Mi ha risposto.
È stato gentile.
Poi si è concluso con le solite pagliacciate nostre.

Sono letteralmente disperata.
Mi sono innamorata. Non è infatuazione. Non è noia. Non è mancanza di alternative.
I sintomi: tachicardia, farfalle nello stomaco, mani sudate, sorriso idiota.
Direi che ci sono tutti.
Ah sì, dimenticavo: voglia di saltare e urlare di gioia.

Poi si torna alla dura realtà: è solo un messaggio.
Però quanto è stato bello.
Mi sono sentita viva. Dieci minuti di vita.
Folle vero?

L'unico che non mente e mi riporta coi piedi per terra è lo specchio.
Lui tacitamente e imperturbabilmente mi ricorda le tre problematiche che mi terranno sempre a distanza da tutto e da tutti i sogni del mondo, compreso Persona.
B-SP-V
Brutta
Senza Prospettive
...
La terza non la posso nemmeno scrivere. Non ci riesco.
L'unica cosa certa è che la mia vita per quanto triste, è questa.

Come scrisse Joyce:

"La vita è come un'eco: se non ti piace quello che ti rimanda, devi cambiare il messaggio che invii.”

Il messaggio che ti mando cara Vita è questo: non mi fa paura la solitudine, posso accettarla serenamente. Ma ti prego riprenditi questa cosa che sento.
Non la voglio più. Dammi un po' di serenità. 
Ho avuto coraggio a demolire ciò che era pericolante.
Ho guardato in faccia la verità e l'ho accettata.
Ho affrontato la malattia e i problemi di lavoro.
Mi sono rimboccata le maniche tante volte.
Affronto le porte sbattute in faccia. 
Cerco di rimettermi in gioco, di essere ottimista, di non lasciarmi andare.
Ma ti prego, Vita aiutami.
Riprenditi questo sentimento che provo.
Non riesco a sopportarlo.
Per questo ci si innamora in due: in due l'Amore si sopporta e supporta.
Si alimenta, si coltiva.
Ma così è troppo doloroso. Uno spreco.
Sono stanca di provare tutto questo da sola.
Non è giusto.

Mi sento nuda. Ho perso la mia armatura. Le mie tende, gli artifici, la bizzarria. 
Di Barocco ho solo il nome.
Mi sento ancora una perla imperfetta. Una cosa nata dalla sofferenza. 
Ma lontana dalla perfezione della sfericità.
Vita aiutami.

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