Questo mondo assurdo e senza Dio si popola di uomini
che pensano chiaramente
e non sperano più.
oggi voglio parlare con te di un libro molto particolare che ho letto recentemente. Scritto da un giovanissimo Alber Camus e pubblicato per la prima volta nel 1942, attraverso il titolo evocativo del mito di Sisifo, affronta un tema unico e originale: l'assurdo.
Per capirci qualcosa mi sono studiata la prefazione di Corrado Rosso, altrimenti avrei vagato con sguardo vacuo, tra le parole e le pagine di questo saggio.
Non ho riconosciuto lo stile che tanto mi era piaciuto di Camus. Probabilmente la colpa è mia.
Ma se riesci a dedicargli ore e concentrazione opportune, quello che ottieni è un assurdo senso di felicità...
Alla fine della lettura cerchi di immaginare Sisifo libero e contemporaneamente felice di trasportare all'infinito, il suo macigno lungo il pendio della montagna. Come ci riesce? Liberandosi dell'idea che sia stato Ade a dargli quella punizione. Liberandosi, cioè, di dio.
La vita non ha senso. È assurda di suo. Non serve inventarsi un "trascendente", un "metafisico".
La ribellione nei confronti dell'assurdità dell'esistenza, quindi contro il "destino", è l'eroina che restituisce alla vita il suo valore effettivo.
La grande letteratura è la vera filosofia.
Camus giunge alla conclusione che: Non c’è amore del vivere senza disperazione di vivere.
Gli uomini inventano Dio perché non riescono a reggere il masso, ne sono schiacciati. Questo è assurdo.
Sisifo si ribella: accetta il masso e lo trascina all'infinito, accetta il non-senso della vita e non cerca il suicidio, è libero ed è felice.
Ha vinto!
Camus aveva trent'anni quando ha scritto questo saggio.
L'esistenzialismo era un argomento caro al Novecento e suppongo che fosse quasi un passaggio dovuto, per uno scrittore come Camus.
Davanti a queste opere mi vien sempre voglia di tornare a scuola e studiare con passione e dedizione la Filosofia.
Non si può fare. E soprattutto, devo accettarlo, non posso sapere tutto. Posso leggere dei saggi scientifici con una certa scioltezza. Posso leggere qualcosa di letteratura. Ma non posso sapere tutto di ogni argomento.
Forse è questo il macigno che devo imparare a sollevare e accettare che franerà rovinosamente, una volta in cima.