Era ancora a bocca aperta, perfettamente lucido e smarrito,
stupefatto.
[pag.772]
Caro Blog,
ho finalmente il tempo per concludere questo lungo viaggio attraverso le pagine del ciclo della Fondazione di Isaac Asimov.
Da tempo abbiamo abbandonato i corridori di Trantor, ma non possiamo ancora fermarci.
Ora dobbiamo prepararci per il salto iperspaziale e...già fatto: siamo sulla
Stella Lontana.
L'elevato livello tecnologico di questa astronave ci consente di fare viaggi lunghi, precisi e senza grossi squilibri per il nostro organismo. Infatti monta motori gravitici!
Siamo nel
Volume III edito da Mondadori nella collana Oscar Fantascienza, e la sensazione è quella di aver già percorso secoli di storia, ma Asimov non ha ancora finito di sorprenderci.
Siamo ai due capitoli conclusivi del ciclo della Fondazione di Isaac Asimov:
- L’Orlo della Fondazione
- Fondazione e Terra.
Quello che ci appare subito chiaro è che la
Seconda Fondazione ancora esiste.
Dunque la psicostoria è monitorata, è ancora valida. Dovrebbe essere un pensiero confortante. Ancora qualche secolo di lotte dagli esiti controllabili e l'Umanità può ritenersi salva!
Ma come recita un vecchio adagio:
"non è oro tutto ciò che luccica".
Infatti, entrando a contatto con la Seconda Fondazione, ascoltandone i pensieri, vediamo le sue emozioni e... scopriamo che è simile agli abitanti della Prima!
Potere, arroganza, controllo: sono le stesse cose che agitano il suo cuore.
E non è tutto! Come in una specie di gioco sinistro del Destino, iniziamo a comprendere che esiste un potente avversario più forte mentalmente della stessa Seconda Fondazione.
Viene da chiedersi:
chi controlla chi?
L'ultimo e definitivo capitolo del ciclo è
Fondazione e Terra.
Ho letto queste pagine con estrema lentezza perché non volevo finissero, non volevo vedere la fine del viaggio.
Abbiamo incontrato nuovi personaggi e conosciuto nuovi mondi.
Golan Trevize, lo storico Janov Pelorat e la gaiana Bliss (- per essere brevi -), sono diventati nostri amici.
Per la prima volta ci sono presentati dei personaggi con particolarità uniche, con difetti e pregi che ci fanno apprezzare la loro compagnia e altre volte, ci fanno desiderare di essere soli.
Se avessero potuto, loro stessi probabilmente non si sarebbero scelti.
Ma è proprio questo ciò che rende vere le amicizie: la sopportazione, non la negazione, dei difetti altrui!
Golan, Janov, Bliss ci spingono a viaggiare alla ricerca della verità più semplice e più immensa:
da dove veniamo?
La psicostoria ci ha aiutato a capire
dove andiamo, a pianificare il nostro futuro. Con tutte le implicazioni del caso.
Ma non è sufficiente.
La domanda delle domande, quella che porta da sempre, e direi per sempre, l'Umanità a studiare, a viaggiare, a superare i propri confini, i limiti fisici e metafisici, sarà sempre:
chi siamo?Senza radici, non si spicca il volo.
Se non conosci il punto di partenza, non puoi lasciarti andare a una nuova meta.
La tua mente sarà sempre ancorata, ostacolata dal passato, dalla necessità inespressa di sciogliere quel nodo che caratterizza l'intera esistenza:
chi sono?Il viaggio di Golan Trevize e Janov Pelorat — a cui si aggiunge la compagna Bliss — assume sfumature sempre più interiori.
Non stiamo più solo attraversando pianeti e costellazioni, ma stiamo cercando l’origine: la Terra, da cui la Vita è partita.
Il concetto di "viaggio" mi riporta alla mente personaggi della letteratura come Ulisse, Don Chisciotte e il viaggiatore per antonomasia Dante!
Attraversano mondi perduti, luoghi che sembrano dimenticati perfino dalle stelle: Comporellon, Aurora, Solaria...
si svela davanti ai nostri occhi, la storia dell'Umanità.
Ci sono pianeti dove gli umani sono scomparsi, altri dove si sono chiusi in sé stessi.
Eppure, l’eco della Terra continua a chiamarli.
Trevize, ha un compito importante da assolvere.
Gli hanno chiesto di scegliere il futuro per l'Umanità.
Ha scelto Gaia: una coscienza collettiva, un super-organismo in cui ogni singolo essere vivente condivide pensieri ed emozioni. Rinunciando al pensiero e alla libertà personale. Rinunciando all'unicità, irrepetibilità, identità di ogni singolo individuo-creatura.
Sente il bisogno di sapere perché ha scelto così. Deve scendere nel suo Inferno personale per capire cosa lo ha portato in quella direzione.
Deve scoprire dove tutto è cominciato.
Dopo aver attraversato il tempo e le galassie, il nostro viaggio, come un immenso cerchio, si conclude laddove tutto è iniziato; davanti al mistero più grande, quello che fonde il passato e il futuro, l’umano e l’inumano, il pensiero e la volontà.
Daneel Olivaw, il robot eterno, è l’anello di congiunzione.
È lui che ha tessuto i fili, plasmato psicostorie, vegliato sui sogni e sugli errori dell’Umanità.
Ora, anche lui... è
umanamente stanco.
Ha bisogno di qualcosa – o di qualcuno – per continuare.
E quel qualcuno non può più essere solo macchina, né solo uomo.
Deve essere qualcosa di nuovo. Di diverso.
Fallom, una bambina – o forse no – nata su Solaria, cresciuta in una cultura diversa e distorta, priva di affetti, ma dotata di una sensibilità straordinaria.
Non possiamo inserirla in una definizione nota. Questa sua eccezione la rende simbolo di speranza per Daneel.
Dunque: non un robot, non un essere umano come lo conosciamo. Ma qualcosa di altro.
Un ponte. Una nuova possibilità.
Forse anche un nuovo inizio.
Così si chiude il ciclo della Fondazione.
Non sono sicura che Trevize abbia trovato le risposte che desiderava.
E vale per tutti noi.
Il nostro viaggio all'Inferno non ha una via d'uscita, perché non riconosciamo il Paradiso nemmeno quando lo viviamo!
Dobbiamo imparare a guardarci dentro la nostra personale galassia!
Perché la vera domanda non è
"dove andiamo?"ma
chi vogliamo diventare.