... in questi tempi di decadenza sembra assurdo occuparsi degli studi.
[Barr, pag. 163 ]
mi sento un po' triste in queste giornate calde e senza pioggia. Dormo male. E l'emicrania non mi lascia in pace. Non riesco a concludere, ma nemmeno iniziare, qualcosa!
Mentre ti scrivo si è alzato un vento forte, con raffiche che sfiorano il 40 km/h.
Vento e Mare sembrano essere molto contrariati; capto stralci di quello che sembra un dialogo lungo e intenso.
Mare è stanco; ha pianto così tanto che è molto più salato del solito.
Vento vorrebbe scuoterlo, animarlo dal fondo della sua anima, per far riemergere quelle profondità, quella bellezza che caratterizza il suo amico preferito: Mare.
Forse sono un po' tristi anche loro due? Cielo guarda entrambi dall'alto, ma resta muto.
Sento essere arrivato il momento di continuare a parlare di Asimov e del suo capolavoro.
Con Fondazione I abbiamo conosciuto le origini della leggenda, dunque è il momento di entrare nel cuore vivo del mito.
Apriamo insieme Fondazione II.
In questo volume sono contenuti tre romanzi:
- Fondazione
- Fondazione e Impero
- Seconda Fondazione.
Questi rappresentano la celebre trilogia classica, scritta da un giovanissimo Isaac Asimov tra il 1942 e il 1953.
Il mondo era oppresso, schiacciato dalla Seconda Grande Guerra. E alla fine del conflitto ha dovuto fare i conti con i suoi orrori: i campi di concentramento, lo sterminio degli ebrei, la fame, la distruzione, gli orfani, le violenze.
Chissà, forse non è un caso che un'idea tanto rivoluzionaria sia nata in un simile contesto: usare la scienza per prevedere, e forse guidare, il corso della Storia.
Purtroppo Hari Seldon non c'è più.
Resta la sua idea, il suo Piano.
Non è più un sogno, è reale. Il probabile è diventato possibile.
Il Piano Seldon sta sbocciando, cresce, vacilla.
Le conseguenze si diffondono come le onde di un sasso lanciato in uno stagno, per tutto l'Universo, lambendo anche la vita di popoli che non conoscono il Piano Seldon.
Mi è piaciuto tanto il primo romanzo di questo Volume: Fondazione.
Tempo scrive numerose pagine, le generazioni degli umani si alternano e non abbiamo la possibilità di affezionarci ad alcun personaggio.
Ma una cosa è chiara: la conoscenza serve a sopravvivere.
Le guerre si combattono con le idee, non con le armi.
La Fondazione è allo stato embrionale e deve affrontare la prima grande crisi Seldon.
I protagonisti si muovono in un mondo in declino, cercando soluzioni che richiedono logica, astuzia, e a volte… un pizzico di speranza nella scienza e nel futuro.
Poi il tono cambia.
Approdiamo a Fondazione e Impero, dove Asimov introduce una nuova sfida: l’imprevisto.
La psicostoria, con tutta la sua eleganza matematica, aveva previsto il comportamento delle masse, ma non quello dei singoli.
E se un singolo diventasse troppo potente?
Paradosso: il Mulo, il nemico, colui che rischia di far saltare il banco è il personaggio che mi ha preso il cuore per l'ultima volta.
Ho vissuto una mia personalissima crisi Seldon perché ho pensato che la psicostoria forse, non è così infallibile. E ho accolto l'idea che il futuro non potesse essere controllato così razionalmente; che la Vita non può essere inanellata in aride e bellissime equazioni matematiche.
Ho avuto ragione?
La risposta forse è nascosta nell'ultimo romanzo: Seconda Fondazione.
(Anticipazione: no!)
Ma poi questa Seconda Fondazione esiste veramente?
Possiamo immaginarla nascosta da qualche parte nella galassia?
Ma è amica o nemica, ammesso che queste parole abbiano ancora un significato?
E mentre i nostri nuovi compagni di viaggio sono presi da questo dilemma e dedicano le loro vite alla ricerca e svelamento della Seconda Fondazione, noi vediamo chiaro come si stia combattendo una vera guerra evolutiva:
da un lato la Fondazione ufficiale che è tecnologica, razionale, concreta dall'altra la Seconda Fondazione mentale, psicologica, invisibile.
Non possiamo fare a meno di chiederci: l'Umanità è un gregge da guidare senza che ne sia consapevole? Il cosiddetto "bene superiore" deve prevalere sul singolo "libero arbitrio"?
Come vedi caro Blog, questa seconda tappa del nostro viaggio nel mondo di Asimov, mi ha portato ad un viaggio interiore molto profondo.
Ha riportato in superficie domande antiche, sepolte da apatia e quotidianità.
Quanto è importante l'unicità, la libertà di ogni singolo individuo!
Quanto poco importante è diventata, la vita di ogni singolo individuo!
Il mio Paese, in passato, ha rinunciato alla libertà, alla singolarità, pensando che un governo autoritario potesse far rispettare le leggi, e "il bene comune".
La realtà è stata un'altra.
Forse Asimov ci ha voluto ricordare di non rinunciare mai alla nostra Libertà personale, qualunque sia il motivo: sicurezza, povertà, ecc.
Asimov ha creato un universo, galassie intere e non abbiamo alcuna difficoltà ad immaginare questo futuro fantascientifico.
Eppure il suo lavoro più grande lo compie nel lettore: ci chiede attenzione, ci chiede riflessione.
Non si accontenta dell’intrattenimento.
Il suo è un esercizio intellettuale, anche etico.
Se lo stile dei primi racconti è più diretto, agile, quasi ingenuo a tratti.
I romanzi successivi diventano più profondi, più ambigui.
E ogni storia è come una lente che ci mostra una civiltà in evoluzione...o forse in involuzione, dove le soluzioni non sono mai semplici e il futuro è sempre qualcosa da costruire, passo dopo passo.
Riassumere in una sola frase l’emozioni provate leggendo questo volume, è difficile.
Pagina dopo pagina, ho sentito affiorare la fragilità dei grandi progetti e la potenza silenziosa della conoscenza.
Ma anche la caducità dei sogni.
I tempi che viviamo sono difficili, bui e disonesti.
I nostri governanti sembrano ignoranti e arraffoni. Potremmo definirli "uomini d'affari", ma privi di empatia e sprezzanti della vita dei propri popoli e di quelli del mondo intero.
La Psicostoria in questo contesto aiuterebbe? Non credo. A nessuno interessa evitare guerre e carestie. E nelle mani sbagliate, l'Umanità verrebbe danneggiata dal suo utilizzo.
Un potere così grande non ha mani adatte che possano accoglierlo.
Forse non sarebbe male una Seconda Fondazione che operi per il bene dell'Umanità e dell'Ambiente e di tutti gli esseri viventi; ma non segreta.
La protezione e la cura del Pianeta non deve essere fatta da una società segreta, ma da ognuno di noi.
Mi fermo qui.
L'ora è tarda...forse Gandalf il Grigio sta galoppando verso Isengard in cerca di un consiglio di Saruman, grazie ad un bambino che guarda ancora con occhi sognanti la TV.
Fuori il vento continua a soffiare.
Mare tace.
Cielo osserva.
Ma dentro di me, le domande restano accese.
E questa lettura è talmente avvincente… che emoziona anche solo narrarla.