mercoledì 30 settembre 2020

Il Cavaliere Inesistente - Italo Calvino

 Scrivi, scrivi, e già la tua anima è persa.


E così si conclude la mia lettura della trilogia I nostri Antenati. Sono stata capace di leggerli al contrario: ho iniziato con quello pubblicato per ultimo, ho finito col primo.

Forse, se avessi rispettato l'ordine di pubblicazione non sarei arrivata ad appassionarmi a tutti e tre i romanzi.
Ho letto alcuni commenti, scritti da chi a differenza mia ha capacità critica colta e preparata. In parole povere, questo romanzo non convince. Non c'è una spiegazione. E la storia non sembra decollare intorno a quello che dovrebbe essere il protagonista. Calvino precisò che era solo una storia. E credo che per uno scrittore sia veramente snervante spiegare la propria opera.
Dal mio punto di vista, di persona che semplicemente ama leggere, leggere per purificarsi, leggere per perdersi in vite diverse dalla propria, ho trovato piacevole trascorrere qualche ora in un tempo lontano lontano, in compagnia dei cavalieri di Carlomagno.

La prosa è bellissima.
La storia è scritta da tale Suor Teodora. Ci sono degli spunti di una meraviglia commovente. Leggevo e sorridevo. 

L'arte di scrivere storie sta nel saper tirar fuori da quel nulla che si è capito della vita
tutto il resto; ma finita la pagina si riprende la vita e ci si accorge che quel che si sapeva
è proprio un nulla.

Tutto questo che ora contrassegno con righine ondulate è il mare. E riuscivo a vedere nella mia mente la mappa che a mano a mano prendeva forma, si riempiva, si colorava.

Persona è il mio cavaliere inesistente.
Con l'armatura bianca e lucida; impeccabile in ogni azione, in ogni pensiero. Nessun movimento è lasciato al caso, superfluo, volgare.
Lui è diventato il cuore della mia vita.
Regola il mio umore.

Non resto qui un minuto di più,
lui se n'è andato,
l'unico che poteva dare un senso alla mia vita e alla mia guerra.

Scrivere è sicuramente un lavoro, come diceva la mia professoressa di italiano, che non si improvvisa. Ci vuole esercizio e preparazione. Ma alcune parole sembrano provenire da un'altra dimensione, sembrano scritte da creature elevate:

E a un certo punto l'innamoramento di lei è pure innamoramento di sé,
di sé innamorato di lei,
è innamoramento di quel che potrebbero essere loro due insieme, e non sono.

Sono ancora in punizione. Sto cercando di imparare. 
Ma non è facile cambiare se stessi.

Anche ad essere si impara...

Oggi non mi addormenterò facilmente; troppi pensieri che non riesco a riordinare.



Una parola al giorno

o. orgoglio

Quando si tratta di te non mi importa niente.
Ho paura di offenderti, di urtare la tua sensibilità.
E sì...non mi trattengo e torno sempre indietro sui miei passi.
Forse sono penosa. 
Ma ci tengo.
E quando qualcuno ci tiene non c'è orgoglio, non c'è sé che regga.
Devo ancora imparare a essere.


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