lunedì 28 settembre 2020

Moby Dick - Herman Melville

 "Non è segnata su nessuna carta:
i luoghi veri non lo sono mai."


Era un freddo lunedì, quel ventotto settembre del 1891. Sentirono il mare mugghiare parole di morte e il cielo farsi triste e versare ogni sua lacrima.
All'età di settantadue anni si spegneva povero e solo, Herman Melville.

D'accordo non è andata proprio così.
Ma immagino la Terra e tutti i suoi fratelli vestirsi a lutto quando muoiono persone ispirate. E Melville era tra questi.
Il capolavoro a cui oggi si associa il suo nome, non fu accolto con favore dai contemporanei. Pubblicato nel 1851 fu un fiasco editoriale. In Italia dobbiamo aspettare il 1930 per la sua prima traduzione, ad opera di Cesare Pavese, il 1932 per le prime pubblicazioni.
Lavoro complicatissimo quello della traduzione. Infatti esistevano due versioni differenti dell'opera.
Una inglese, La Balena, purificata delle parti blasfeme, irriverenti e colpevoli di lesa Maestà nei confronti della Corona Britannica.
L'altra americana, Moby Dick, ossia la balena, conseguenza di numerose revisioni e soggetta a non pochi errori di copiatura.

La bellezza ha trionfato alla fine ed il mondo ha conosciuto la tragica storia della Pequod e del suo sventurato equipaggio.
Questa è una di quelle storie che non ti abbandoneranno mai.

Chiamatemi Ismaele. Alcuni anni fa, - non importa esattamente quanti, - avendo poco o punto denaro nella mia borsa e nulla di particolare che mi trattenesse a terra, pensai di andarmene navigando un poco in giro a vedere la parte del mondo coperta dalle acque.

Non farti ingannare.
Le prima pagine del libro sono citazioni. Un libro con dentro altri libri!
Un capolavoro!
Immagina il mio disappunto quando, girovagando tra gli scaffali del mercatino dell'usato, scorsi questo capolavoro per la irrilevante cifra di € 1.80.
Roba da rimpiangere un'Inquisizione al contrario, in cui si mette all'indice non i libri, bensì coloro che non ne apprezzano il valore.

Melville fu marinaio. E in questo romanzo vive e racconta il dramma dell'uomo Achab, dell'uomo in senso universale.
Avrei voluto conoscere, dare la mia vita per lui, il mio capitano!

Spesso ho sentito accostare la parola "pesante" a questo romanzo.
Be' si parla di una gigantesca balena bianca, cosa ci potevamo aspettare!!!
Lo so, la mia ironia è pessima.
Ma quello che voglio dire è che non eliminerei nulla, non una parola, non una nota, non un elenco.
Moby Dick è tutto, è niente!
Puoi ascoltare i racconti, le confidenze di vecchi marinai accoccolati sotto un cielo stellato.
Puoi acquisire una conoscenza enciclopedici del capodoglio.
Puoi sorbirti un sermone biblico.
Puoi imparare tutto lo scibile sull'olio di balena!
Ma non puoi annoiarti.
Trattieni il fiato. Vuoi imbarcarti anche tu!

Per me la Balena Bianca è questo muro,
che mi è stato spinto accanto.
Talvolta penso che di là non ci sia nulla, ma mi basta.
Essa mi occupa, mi sovraccarica:
io vedo in lei una forza atroce innerbata da una malizia imperscrutabile.

È un sogno, un saggio, un dialogo, un romanzo, un poema, un'enciclopedia, una citazione, un delirio: Moby Dick è la vita.
Le diamo la caccia, lasciamo che ci tormenti, che ci porti alla follia. 
La temiamo, la amiamo.
La sfidiamo, la desideriamo.

Calma. Ci vuole calma per leggere questo libro. Non bisogna avere fretta. Respira. Lascia che la spuma del mare penetri la tua gola, il suo profumo ti invada l'anima.
Senti lo sciabordio delle onde?





Una parola al giorno

m. mare

Sei lontano, ma ti sento mio.
Non so spiegarmelo e non so spiegartelo. 
La tua presenza mi dà serenità, la tua assenza mi getta in uno stato di follia.
Non sono degna di viverti.
Sei di un mondo a me lontano.
Ma quando stendo la mano e incontro la tua, sento che posso volare.
Non chiedo altro. Non voglio disturbare.
Sei il mio mare. Io sono solo uno scoglio.
Circondami, smussami, infrangiti su di me.
Sei bellissimo e indispensabile.
Profondo e inspiegabile.
Nessuno ti può confinare, arginare. 
Sei la bellezza che toglie il fiato.
Io semplicemente ti amo.






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