sabato 26 settembre 2020

Aspettando "Un Giorno In Pretura"

 Sei l'Addio che non so pronunciare.


Sta andando tutto secondo i piani: male.
La scelta di restarmene a casa è stata calzante. Più che nell'autunno sembra di essere entrati nella stagione invernale. Un cielo cupo e nuvoloso, carico di pioggia, sta stazionando sulla città da giovedì scorso. Non mi cambia nulla.
Se stanotte continuo a rimanere sveglia mi metto a leggere.
Ho sbagliato un bel po' di considerazioni in questi giorni.
Innanzitutto ho erroneamente pensato che qualcuno potesse volermi bene, anche senza che ci fossero legami di sangue tra noi.
Poi ho pensato di poter cambiare il mio modo di fare, di poter aprire la mia anima ad una persona di cui sapevo potermi fidare. Ho sbagliato ancora.
Seguo il processo.

ore. 01.10 del 27 sett.
"Un Giorno in Pretura" è terminato. Questo processo però non mi ha convinto. E l'ho seguito con concentrazione. Ho seguito ogni singola parola.

Sabato prossimo processo per la morte del povero Marco Vannini. Appuntamento imperdibile.

Credo di dovermi costruire questi appuntamenti per passare le giornate.

Scriveva Moravia: "Tutta questa gente sa dove va e cosa vuole, ha uno scopo, e per questo s’affretta, si tormenta, è triste, allegra, vive, io… 
Io invece nulla… Nessuno scopo… Se non cammino sto seduto: fa lo stesso."
Con una sola eccezione: mi torturo. Non sono indifferente. La mia povera testa scoppia di pensieri.

p.s. Mi ha scritto ColuiCheNonPuòEssereNominato... e improvvisamente mi sento serena.
Un solo breve commento per guarire le mie ferite, calmare il mio dolore.
Devo forse accettare che sarà sempre così con lui?
Una cosa è chiara: non sono capace di lasciarlo andare. 
Se riuscissi a mantenere la lucidità e la serenità di questo momento, potrei smetterla di soffrire e lamentarmi.

Capiva che per cambiare bisognava prima distruggere senza pietà.

Se riuscissi a distruggere la vecchia me e accettare questa nuova versione triste e solitaria non sarebbe male.

Cricetini attivissimi, giocano con la ruota. Dormirò benissimo, come quasi tutte le notti di questi ultimi mesi...
Ho deciso: finisco il libro e domani ne parlo.


Una parola al giorno

i. imbuto

Mi sento un imbuto. Mi gettano dentro di tutto, ma lo assimilo lentamente.
A volte si creano ingorghi.
Tutto si blocca.
Nulla passa.



Nessun commento:

Posta un commento