lunedì 21 settembre 2020

Lo Hobbit - J.R.R.TOLKIEN

In una caverna sotto terra viveva uno Hobbit.
Non era una caverna brutta, sporca, umida, piena di resti di vermi e di trasudo fetido,
e neanche una caverna arida, spoglia, sabbiosa,
con dentro niente per sedersi o da mangiare: era una caverna hobbit, cioè comodissima.


Oggi, nel 1937, veniva pubblicato per la prima volta e in poche copie, quella che nasceva come una storia per bambini e che invece è diventata la porta di ingresso per un mondo meraviglioso e fantastico: la Terra di Mezzo. Se ci penso non posso non commuovermi. Sono passati 83 anni. Immagino generazioni di bambini divorare le pagine di questo bellissimo romanzo, che a me fa pensare ad una carezza, alle coperte rimboccate dal papà prima di andare a letto.

Tutto quello che l’ignaro Bilbo vide quel mattino fu un vecchio con un bastone.

Quante avventure saranno iniziate così, senza che ne fossimo consapevoli?
Incontriamo persone ogni giorno e non sappiamo di vivere già una speciale avventura. Alcuni incontri lasciano tracce indelebili nella nostra vita e nessuno può spiegarne la ragione. L'unica cosa che comprendo è che non posso immaginare la mia vita senza la presenza di alcune persone. Fanno parte di me.
In questo periodo sto cercando di non essere la solita me.
Sto cercando di riconquistare la sua fiducia e considerato che la mia personale è inesistente, devo ammettere che lo sforzo e il dispendio di energie sono notevoli.
Ma non desisto. Se lui non c'è la mia giornata non è completa. Mi sento persa. 
Vorrei tanto raccontargli cosa mi è accaduto.
Ma starei meglio?
Io cosa sono? Un'ombra.
In modo del tutto fortuito ho ascoltato dei discorsi sul mio conto.
Per farla breve: sono una delusione.

Non nascondo che in questo momento darei qualsiasi cosa pur di sentire Gandalf bussare alla mia porta, chiedermi di partecipare ad una spedizione in compagnia di dodici nani e perire per salvare un amico.



Una parola al giorno: 

d. disperata

Immagino di non meritare né comprensione né un po' di affetto.
Sono una fortunata che pertanto, merita biasimo e insulti.

L'occasione arriverà ed io mi librerò in volo.
Mi allontanerò lontano, lontano, fino a diventare un puntino e a scomparire per sempre nel buio della notte.

Il mio alfabeto dei sentimenti è misero.

p.s. Grazie Gibran

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