domenica 31 agosto 2025

Pavese è morto

È il 27 agosto del 1950.
L'Italia si sveglia apprendendo una terribile notizia: Pavese è morto.

Nella stanza n. 346 dell'Hotel Roma, a Torino, viene rinvenuto il corpo senza vita del geniale scrittore Cesare Pavese.
Sul comodino, accanto al letto dove giace nel suo ultimo sonno, una copia di un suo romanzo Dialoghi con Leucò, raccoglie le ultime parole:

Perdono tutti e a tutti chiedo perdono. Va bene? Non fate troppi pettegolezzi.

Sono passati settantacinque anni da quel giorno. Non l'avevo dimenticato. E mai come in questa strana estate 2025, ho pensato a Cesare Pavese.
L'anno scorso ho avuto una brutta discussione con Persona a causa di una cosa che dissi a proposito di questo tragico evento. Una discussione che portò ad una rottura drastica, dalla quale sembrava non ci sarebbe stato ritorno.
Eppure, in quell'occasione, ho fatto una cosa che non faccio quasi mai davvero: ho aperto il mio cuore. Ho lasciato che le parole fluissero direttamente da lì, senza pensare alle conseguenze. Sono stata fortunata. E ho cambiato quello che pareva un finale già scritto e archiviato.

Cesare Pavese non ha avuto la mia stessa fortuna.
Di lui sono stati scritti cieli di parole (permettimi di cambiare metafora: i "fiumi" si sono inariditi.)
Ad esempio, si è detto che fosse un uomo depresso, troppo romantico per il mondo, incline quindi al delirio. Sempre alla ricerca di un amore ideale, irraggiungibile, così da sublimare la sua sofferenza e realizzare la propria ricerca di solitudine e autoflagellazione.
Nelle sue opere il turbamento ha spesso una sola conclusione; come se i suoi protagonisti non avessero altra scelta oltre al suicidio.
Un tipo difficile, questo Pavese. Dotato di fine intelletto e ironia pungente. Non era semplice gestire la sua amicizia, la sua presenza.

...
Mah! Sono un po' dubbiosa. 
Quando conosciamo una persona, sappiamo bene che c'è sempre una "zona d'ombra" inaccessibile e a noi reclusa.
Come dunque possiamo pensare di aver capito chi fosse davvero un genio come Cesare Pavese?

Rimaniamo sui fatti: ha ingoiato dei sonniferi, tanti sonniferi, e non si è più risvegliato.
Chi fossero i demoni che gli facevano compagnia, non possiamo saperlo.
Penso che essere felice, per lui, dovesse essere molto difficile.
Penso che fosse una persona timida e riservata.
Penso che avesse un gran desiderio di amare e di essere amato, anche se non sapesse bene come.
Penso che avrà per sempre quasi 42 anni.


Caro Cesare,
affrontare Agosto sta diventando un'impresa dispendiosa in termini di energia mentale.
In passato ho indegnamente guardato con avidità al tuo ultimo gesto.
Ma in quest'ultimo anno, in cui ho sommariamente rosicchiato ancora 4 alla Vita, sono cambiata profondamente.

Ho sempre paura, sono sempre brutalmente malinconica, ma voglio vivere.
Ho fame di vita... tanta fame!
È come se avessi fame anche per te.

Nel mio cuore sono raddoppiate le nostalgie, le paure, ma anche i desideri, i palpiti, l'amore.
Non posso prometterti che farò cose grandi.
Ma ti prometto che vivrai ancora per tanto tempo - a Dio piacendo.

Dove si poseranno i miei occhi, ci sarai anche tu.
E le mie esperienze saranno le tue.
Ovviamente non posso assicurarti che la mia felicità sarà anche la tua - gusti diversi.
Ma porterò dentro di me lo spirito delle tue parole.

E se anche l'Amore mi spaventa, mi tormenta, mi ferisce, farò in modo che accarezzi anche te, conforti anche il tuo spirito.

Dove sei ora, non posso raggiungerti. Non è ancora il mio tempo.
E non ho fretta di raggiungerti.
Ma se un posto esiste per il grande "Dopo", spero di incontrati, per poterti raccontare tutto l'amore che ho dato anche senza riceverne.
Perché nel mio caso, questo basta.

Non tutti i giorni, certo! Ci sono nuvole anche nel mio cielo.
Ma quando la notte è senza luna...dovresti vedere che firmamento riluce nel mio spirito!

domenica 17 agosto 2025

Considerazioni

L’estate sta finendo…
anche se la stagione ha ancora più di un mese da vivere…

Per me è stato un laboratorio…
un luogo dove imparare facendo — learn by doing
per scoprire davvero le mie emozioni…
i pensieri più nascosti…

Ferragosto è stato l’esame generale…
Ho deciso di non mandare messaggi
di non fare telefonate…

E cosa ho scoperto?
Che, nella maggior parte dei casi non occupo la mente di nessuno…
A eccezione della mia famiglia…
e del Piccolo Principe…
Con lui ho scambiato video pensieri piccoli frammenti della giornata
pur essendo in città diverse…

A me stessa dico:
non significa che le persone siano giuste o sbagliate…
significa solo che ognuno ha il suo modo di trattare gli altri…
di trattarti…

Non ti piace?
Non ti fa stare bene?
Allora erano “persone ponte”…
entrate nella tua vita per aiutarti a crescere…
ma non destinate a restare…

Ora…
cerca di darti il rispetto e l’amore che desideri…
di cui hai bisogno…
Non aspettare più…

Viaggia…
divertiti…
vai al cinema…
pranza o cena fuori…
anche da sola…
Essere sola non è un limite…

Supera la paura…
Il mondo…
nel bene e nel male…
non sa che esisti…
e non osserva le tue azioni…

Non sono sicura di riuscire a seguire questa Voce interiore…
Ma so che
se ci riuscissi…
potrebbero perfino spuntarmi le ali…

Buona domenica, caro Blog…
porto sicuro per la mia stanchissima anima…
rifugio per i miei naufraghi pensieri.

giovedì 14 agosto 2025

Vigilia di Ferragosto



Spero che, in questi giorni, le persone siano in vacanza…
che stiano vivendo momenti sereni, stretti ai loro cari.
E chi invece è rimasto in città, ha un piccolo, dolce compito da assolvere,
in questa notte magica:
accompagnare Maria nel suo viaggio verso il cielo.


Nella mia città d’origine,
la notte del 14 agosto, si accendevano i lumini sui balconi.
Piccole luci, fiammelle tremolanti,
che — per tradizione — illuminavano il percorso della Madonna Assunta in cielo.
Un gesto antico, radicato nella memoria,
nato dalla storia e dalla fede.

"Accendevano"... Ma oggi?
Oggi, nelle nostre città, questi riti si sono quasi persi.
Chi crede viene deriso — basta guardare i social.
Eppure questa è una tradizione così semplice, così genuina,
così bella…che ogni anno mi rapisce il cuore.
Quando, nel buio,
vedo apparire sui balconi uno… due… tre lumini,
ora lì, su quel palazzo,
ora là, al primo piano…
è come se il Bene stesse vincendo la sua silenziosa, solitaria lotta contro il Male.
Come se la luce di quella piccola fiamma potesse ancora sconfiggere
le tenebre del nostro secolo.

La Vita vince.
La Morte non avrà mai l’ultima parola.

È un segno di pace.
Un soffio di speranza.
Il cuore si acquieta.

Vedo la Madre tornare ad abbracciare il Figlio.
E, con Lei,
vedo l’Umanità tornare bambina,
pura, ingenua…
correre verso una Vita nuova,
senza dolore,
senza paura.

p.s. L'immagine è stata modificata con l'uso di ChatGPT e devo dire che mi piace molto.

giovedì 7 agosto 2025

Le delizie della signorina Ashikawa - Takase Junko

 Ashikawa guardò Nitani decisa.
Nitani pensò che il suo viso felice fosse inesorabilmente grazioso.


Caro Blog,
dopo averti raccontato del romanzo di Sanaka Hiiragi, è il momento di presentare un nuovo amico proveniente dal paese del Sol Levante.
La storia dei nuovi protagonisti si svolge nell'area metropolitana di Tokyo.
È una storia particolare, che ci accompagna a spasso nella società moderna, nutrendoci continuamente con manicaretti e cibi pronti.
Non ho mai letto così tanto di cibo come tra queste pagine!
E la cosa mi ha divertito e incantato.

Con la scrittura di Takase Junko torniamo a uno stile che mi affascina e disorienta: quello della letteratura giapponese contemporanea.
Non ci sono eroine né antagonisti. 
Siamo spettatori silenziosi di uno squarcio di vita quotidiana, familiare a tanti posti di lavoro.
I protagonisti di questo breve romanzo sono persone comuni, che potremmo incontrare o aver incontrato nella vita di tutti i giorni.
Non aspettarti quindi che accada qualcosa di sconvolgente, di eclatante.
E quando chiuderai il libro, forse ti accorgerai di sapere poco o niente dei suoi personaggi.
Non proverai grandi sentimenti.
Non potrai dire: "mi piaceva lei" oppure "preferivo lui".
E credo sia proprio questo che mi piace della scrittura giapponese.
A volte è bello attraversare "un vuoto".
Un vuoto inquieto, in cui possono rimbombare le nostre fantasie, le nostre emozioni, le nostre domande.

E credo sia questo il focus di un libro breve e ben scritto, come questo.
Ti ritrovi a fare delle considerazioni che altrimenti non faresti.
Ad esempio:
La nostra esistenza deve essere sempre votata ad una causa?
Non possiamo svolgere i nostri compiti in modo onesto, senza bisogno di strafare?

Ashikawa, il personaggio che dà il titolo al romanzo, ci accompagna dolcemente in queste riflessioni.
È una ragazza dalla fragilità emotiva visibile e dalla forza nascosta.
Sul posto di lavoro, una collega la definisce "smidollata"; un altro è combattuto tra il provare antipatia e un sentimento di protezione.
Ai miei occhi, Ashikawa è solo qualcuno che ha capito - e ha coraggiosamente scelto - che il suo tempo è prezioso e deve essere lei a decidere come usarlo.
Il lavoro è importante, certo, ma non deve prosciugare tutte le sue energie, non deve sottrarle i suoi spazi e le sue passioni.

E come usa il suo tempo Ashikawa?
Cucinando.
Prendendosi cura degli altri attraverso il cibo.

Forse sì, c'è una certa ipocrisia nel dire "è tutto buono - sei stata bravissima" quando assaggiamo qualcosa preparato da altri, solo per gentilezza.
Ma se riusciamo a vedere oltre il giusto:
se cogliamo il tempo che qualcuno ha dedicato a scegliere, acquistare, preparare, impiattare,
allora, forse, non c'è ipocrisia, ma gratitudine.
E se una parola gentile rende felice l'altro, anche il gesto più piccolo diventa nutrimento.
E il cerchio di amore si chiude.
E siamo pronti così ad iniziarne un altro.

Un libro delizioso, che ti consiglio di leggere a piccoli morsi.
Con calma e il cuore aperto.

domenica 3 agosto 2025

Il magico studio fotografico di Hirasaka - Sanaka Hiiragi

 Anche quando mi sembra di essere schiacciata dalla tristezza e dall'ansia.
Grida!
Me l'ha insegnato quel signore.
La speranza.
Rialzati ancora, e ancora.
Fai sentire la tua voce quando il mondo ti sembra ingiusto.
grida, Mitsuru-
chan, grida...
[pag. 153 - Feltrinelli, 2025]


Ciao Agosto, ben arrivato.
Per me significa che l'estate è finita.
Iniziano i cattivi pensieri e le solite preoccupazioni.
Aggiungiamo i cambiamenti naturali di un corpo che non ha più vent'anni, e il quadro definitivo è sotto i miei stanchi occhi.
La novità è che non voglio abbandonarmi a queste considerazioni che mi intristiscono.

E allora, a chi ha voglia di rimanere in mia compagnia, vorrei far conoscere questo libro.

Premessa: non conoscevo la sua autrice. L'avevo acquistato insieme con un altro, approfittando all'offerta Feltrinelli "prendi due libri alla modica cifra di circa 11 euro" (è aumentata anche l'offerta).
L'ho portato con me al mare, anche se avevo tutte le intenzioni di non leggere.
Esatto! Al mare volevo parlare con Mare; ascoltare la sua profondità; perdermi in fantasticherie romantiche e cavalleresche.
Ma quando sei sotto l'ombrellone e non riesci a tenere gli occhi chiusi nemmeno tre secondi, hai bisogno di un amico che stia con te a godere del tempo insieme.
I miei migliori amici sono i libri...e così...

Pagina 11:
Le lancette e il pendolo del vecchio orologio a colonna erano ferme. Hirasaka tese l'orecchio. Lo studio fotografico era così silenzioso che gli sembrò di sentire un ronzio.

Lentamente, molto lentamente, ho iniziato questo romanzo di un centinaio di pagine.
L'ho sorseggiato.
Fino a quando non mi sono più mossa dal lettino, pur di finirlo.
Mi sono commossa fino alle lacrime.

La letteratura giapponese mi aveva abituato a romanzi curiosi, con finali per me "insoliti".
Romanzi in cui si racconta una storia, senza morale, senza aspettative.
Storie che a volte possono somigliare a un giorno qualunque in cui vai a fare la spesa e... non succede proprio niente da raccontare.

Ma questa volta...
Questa volta nel romanzo c'è tutto: un tema importante, personaggi indimenticabili, colpi di scena e finale commovente.
Impossibile non anticipare qualcosa, quindi:


*** ATTENZIONE: POSSIBILE, INEVITABILE ANTICIPAZIONE ***

La storia che ci troviamo a leggere sembra essere una semplice narrazione lineare, che presenta la vita di tre personaggi indipendenti, senza legami tra loro, fatta eccezione per il signor Hirasaka.
In realtà, scopriremo alla fine, è una storia con andamento circolare, che torna esattamente al punto di partenza.
Consegnandoci la storia di quattro personaggi, e non tre.

*** FINE ANTICIPAZIONE ***


Torniamo alla storia.
Il signor Hirasaka ha uno studio fotografico magico e unico.
Qui accoglie, uno per volta, un'ex insegnante di 92 anni di nome Hatsue, un membro della yakuza, Waniguchi, e una ragazzina.
A ognuno di loro consegna delle scatole piene di fotografie: una per ogni giorno vissuto.
Il compito è selezionarne una per ogni anno di vita. Così da poter comporre il film, la lanterna girevole, della propria esistenza.
In alcune situazioni, una sola volta, è concesso di tornare indietro nel tempo e scattare di nuovo la foto preferita.
Si può cioè tornare a "vedere" quel momento per scattare l'ultima foto ricordo.
Non si può interagire con quel passato.
Non si può modificare nulla.

Una storia bellissima. Un'atmosfera incantata e avvolgente.
Un modo di vedere, o immaginare, la Morte che quasi non fa paura.
La scrittura di Sanaka Hiiragi è delicata, e riesce a farti vivere tutto ciò che i personaggi affrontano.
Senti il vento sul tuo volto, i profumi inebrianti di quei momenti passati.
Un libro che mi è piaciuto molto.
Che mi fa pensare a quanto sia importante ogni singolo giorno della nostra vita.
Anche quelli che sembrano inutili o infiniti. Anche quelli hanno una fotografia ricordo.
Bisogna imparare a cogliere la bellezza dell'attimo.
Perché ogni vita non è mai sprecata.

Alla fine a me sembra di comprendere che sia l'Amore il vero motore di ogni cosa.
L'Amore ci unisce alle persone, ad un libro, a un paesaggio.
Il tempo trascorso con amore non è mai perso.
Non possiamo ricordare ogni giorno della nostra vita.
Ma immaginare che qualcuno se ne stia occupando per noi... è una sensazione che mi fa stare bene.
Che mi fa sentire avvolta dalla luce.

Ora lo so: proviene dallo studio fotografico del signor Hirasaka, che dona un'ultima luce ai ricordi, prima di permetterci di "passare oltre".
Il film della mia vita mi spaventa molto meno, ora.
Non so dire quale macchina fotografica sceglierei ma, ripeto: leggere questo libro è stato bellissimo, confortante, poetico. 
 
Per quelle giornate "no", in cui sembra che sia tutto inutile e che la vita non abbia senso...
non ci rendiamo conto di quanto le nostre vite possano influire sul destino delle vite altrui.
Non pensiamo mai a quanto possa essere importante un gesto coraggioso, gentile, educato.
Consapevolmente e no, dovremmo sforzarci di essere migliori nei confronti del mondo.
Non parlo di "prestazioni", di "mangiar sano", o "sorridere".
Penso ad atteggiamenti più semplici: parcheggiare in modo corretto, rispettare i divieti, ringraziare il/la barista che ci ha servito, cedere il posto ad un bambino sui mezzi pubblici.
Piccoli atti di vera libertà sociale.

Invece siamo più imbarazzati quando riceviamo/facciamo un complimento, che di fronte ad un'offesa.
Perché?