lunedì 29 luglio 2024

Istruzioni per rendersi Infelici - Paul Watzlawick

Parliamoci chiaro: cosa e dove saremmo senza la nostra infelicità?
Essa ci è, nel vero senso della parola, dolorosamente necessaria.


Caro Blog,
in questi giorni il mio umore gira malissimo. 
Quale momento migliore dunque, per presentarti questo brillante saggio del filosofo e psicologo Paul Watzlawick? Colui che durante gli studi a Milano mi colpì per questa sua definizione sull'uomo: è impossibile non-comunicare.

Oggi lo incontro in questo saggio sull'infelicità, da cui traspare tutta la signorilità e genialità di quest'uomo noto per il suo carattere gentile e generoso. Per i suoi rivoluzionari studi sulla mente. Per aver messo in discussione la psicanalisi stessa e i metodi degli psicanalisti di indagare la mente altrui, basandosi sulla propria!
Non alzare i tuoi occhi al cielo, è un manualetto ironico e geniale, che fa compagnia sotto l'ombrellone o mentre ci si dondola sospesi su un'amaca. Ho riso moltissimo riconoscendomi in tanti assurdi metodi di auto sabotaggio e commiserazione. Ha proprio ragione Watzlawick: l'infelicità è una cosa seria che andrebbe indagata e insegnata in modo strutturale! Ci vorrebbe l'intervento dello Stato!!!

Tutti possono essere infelici, ma è il rendersi infelici che va imparato,
e a ciò non basta certamente qualche sventura personale.

Per l'occasione ho fatto una piccola ricerca e posso metterti il link del libro che se vorrai, potrai leggere comodamente dal tuo pc. Non conosco la sorgente e non posso consigliarti di scaricarlo; personalmente non l'ho fatto. Ho comprato in libreria la mia copia, avvantaggiandomi dell'offerta della casa editrice Feltrinelli, che regala sempre piacevoli sorprese tra le sue proposte "1+1 a 9.90 euro". Devo tornare a frugare tra questi titoli. Perché questi saggi sono sempre molto interessanti; a volte fanno sorridere, altre volte riflettere. Sono letture brevi, piccoli sorsi ristoratori in questa lunga estate afosissima.

Tornando al nostro manuale, Istruzioni per rendersi infelici ci mette davanti ad uno specchio e ci prende bonariamente in giro.
Quante energie spese per ricercare una felicità di cui non conosciamo il significato. Quante energie sprecate a voler ottenere qualcosa senza modificare il nostro operato.
E allora tanto vale invertire la rotta, cercare di essere dei professionisti dell'infelicità e non lasciarci tentare dalla voce ingannevole di questa sirena! Felicità? Per carità!
Alcune delle istruzioni voglio riportarle anch'io.
Prima di tutto, rimanere fedele a sé stessi! Noi abbiamo ragione; evitiamo questi pazzi che cercano di convincerci che le cose possano migliorare.
Rendersi conto che a noi le cose vanno tutte male. E mai, mai, mai, per nessuna ragione al mondo, pensare di poterle cambiare.
Innamorarsi sempre delle solite persone così da fare gli stessi identici errori e mandare periodicamente tutto all'aria.
Crogiolarsi nel ricordo di tutti gli errori già commessi, di modo da poterli replicare fedelmente senza intoppi.
Evitare di raggiungere un obiettivo.
Autosuggestionarsi, convincendosi della ineluttabilità della sventura, che inevitabilmente ci coglierà e ricercare minuziosamente in ciò che ci circonda continue conferme alla propria tesi.
Infine: complicare inutilmente e costantemente i rapporti con il partner. Che se ci ama ha qualche problema, non può essere diversamente; e se non ci ama, ecco, lo avevamo detto che prima o poi sarebbe finita!

Un libro davvero amabile. Mi sono divertita tantissimo.
E ti lascio con la citazione di Dostoevskij ripresa da Watzlawick: “L’uomo è infelice perché non sa di essere felice”.

E con questo ho concluso vostro Onore.

p.s. L'omino della copertina sta cercando di buttare nel burrone un cuore grande (o forse un grande cuore?); mi sono presa la libertà di complicargli la vita, ruotando l'immagine. Sono certa che lo abbia apprezzato! 😈

domenica 28 luglio 2024

Il nome della rosa - Umberto Eco

Il bene di un libro sta nell'essere letto.
Un libro è fatto di segni che parlano di altri segni, i quali a loro volta parlano delle cose.
Senza un occhio che lo legga, un libro reca segni che non producono concetti,
e quindi è muto.


In una calda giornata di Luglio ho finalmente comprato la mia copia. La libraia mi ha detto che questa è stata la lettura consigliata a scuola da molti insegnanti. Non mi sono fatta intimorire. A me di sembrare infantile o in ritardo, non mi importa.
Ho stretto al petto la mia copia, sono tornata a casa e orgogliosissima l'ho divorata in meno di dieci giorni. Umberto Eco era incredulo del successo del suo romanzo. Era probabilmente il libro che odiava di più, che non avrebbe voluto scrivere, che anzi aveva scritto per scherzo. Che ha tentato di semplificare nelle edizioni successive.
Chissà, probabilmente il film mi ha aiutato. Non lo nego. E anche se nessuno condivide la mia scelta, io qui la rivendico e a chiare lettere lo affermo: questo libro mi è piaciuto tantissimo!
E come è stato per Via Col Vento, l'ho apprezzato anche più del film. Mi è sembrato meno minaccioso, meno cupo.
E temo che la chiave sia tutta in quel "Baskerville" scritto e non ascoltato. Come se la parola scritta riuscisse a svegliare la mia coscienza più abilmente delle immagini trasmesse in televisione.
Per questa ragione Guglielmo e Adso mi sono apparsi come Sherlock e Watson con il saio.
E ho seguito la loro avventura in un modo più spensierato, giorno dopo giorno.
Solo il finale mi ha turbato.

Accattivarsi la mia attenzione è stato molto semplice per l'autore. Gli è bastato convincermi che si trattava di un libro che parlava di altri libri.
Per farlo ha usato, nel prologo, quella tecnica tanto cara ad altri autori da Manzoni a de Cervantes, da Scott a Dumas, quella cioè del manoscritto fittizio.
Infatti anche il nostro amatissimo Eco ci confida di aver letto durante un soggiorno all'estero il manoscritto di un monaco benedettino, che raccontava di una misteriosa vicenda svoltasi in età medievale, in un'abbazia non ben definita, posta sulle Alpi piemontesi.
Soggiogato dalla lettura Umberto stesso inizia a tradurlo su quaderni di appunti fino a quando gli è possibile, poco prima di interrompere i rapporti con la persona che gli aveva permesso di aver il manoscritto tra le mani.
Non senza difficoltà, riesce a ricostruirne la biografia e a recuperare le parti mancanti del testo e a consegnarci la storia narrata dallo stesso protagonista: Adso da Melk.

Sette lunghi giorni trascorreremo in questa santa abbazia.
Incontrando personaggi acuti e indimenticabili; citarli tutti sarebbe impossibile.
Perché nel libro perfino il vecchio Jorge e l'inquietante Malachia riescono a conquistare uno spazio nel mio cuore.
E allora chiederò aiuto all'arte cinematografica, per ricordare tra tutti, solo un personaggio: Salvatore, il cui volto sarà per sempre quello dell'attore Ron Perlman.
Indimenticabile la caratterizzazione di un personaggio che deve provocare pietà e un rigurgito di coscienza in tutti noi: Penitenziagite! E così sia...

Al film  riconosco il merito di aver salvato alcuni libri dell'Abbazia, la povera paesana condannata per stregoneria e di aver trasferito una sfumatura romantica al verso "il nome della rosa".

Ma, ora che sono molto, molto vecchio, mi rendo conto che di tutti i volti che dal passato mi tornano alla mente, più chiaro di tutti vedo quello della fanciulla che ha visitato tante volte i miei sogni di adulto e di vegliardo. Eppure, dell'unico amore terreno della mia vita non avevo saputo, nè seppi mai, il nome. (dal Film, 1980).

Le intenzioni di Umberto Eco non saranno mai chiarite.

A lui piaceva chiamare il suo libro così e alla fine per questo scelse Il nome della rosa.
Bisogna però ricordare che scelta del titolo richiama il verso di Bernardo Cluniacense:

Stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus
La rosa primigenia [ormai] esiste [soltanto] in quanto nome: noi possediamo nudi nomi

Come sostenuto dai nominalisti, l'universale non possiede realtà ontologica ma si riduce ad un mero nome, ad un fatto linguistico. (fonte Wikipedia)

E se fingiamo per un momento di tornare tra i banchi di scuola, allora possiamo dire che il titolo estrapolato dal verso ci ricorda che tutte le cose sono effimere, e alla fine di esse non resta che un puro nome, un semplice segno, un vago ricordo.
Così sarà per la biblioteca e i suoi libri distrutti dal fuoco, per il mondo conosciuto dal giovane Adso, per noi che siamo qui a ricordare quei tempi e quelle avventure.

Era una bella mattina di fine novembre...
inizia così il giallo storico più bello del mondo; quasi come avrebbe fatto Snoopy con 
Era una notte buia e tempestosa...

Ora dimmi, come si fa a non amare Umberto Eco?

giovedì 25 luglio 2024

Smith&Wesson - Alessandro Baricco

 Non c'è nulla che si possa fare per cambiare le cose
e già si è fortunati se qualcuno ha avuto per noi l'attenzione di mettere una piccola musica,
là dentro; o se capita di avere un amico ad aspettarci in un'ansa del fiume
per riportarci a casa, in una qualche casa.

E infine la pioggia arrivò, portando con sé acqua, aria fresca per una notte e tanti danni.
Abbiamo imparato a chiamarle bome d'acqua ed effettivamente lasciano dietro di sé una scia di feriti, che sembra di essere sopravvissuti ad un attacco aereo.
Cerco di guardare il lato positivo della situazione:
- le strade e le città sono state pulite;
- gli animaletti e le piante potranno dissetarsi;
- gli invasi si riempiranno un pochino;
- il mare e la spiaggia saranno lasciati in pace per qualche ora.
A me non sembra tanto male. Purtroppo l'animale-uomo sa pensare soltanto dal suo punto di vista, lamentandosi con la Natura-megera. Ignorando che per la Natura lui non è niente e l'inasprirsi del suo corso è dovuto al comportamento umano. Moriremo senza far niente e fingendo di non capire cosa sia successo.

Per descrivere il momento e la mia gioia interiore ho scelto questo testo teatrale di Alessandro Baricco. L'ho portato in spiaggia con me, perché sapevo che non avrei avuto la pazienza di immergermi in storie avventurose e lunghe. Con il caldo della settimana scorsa si poteva rimanere solo in ammollo!
Ma sono stata brava!
Ed eccomi qui a raccomandarti la lettura della storia di Smith, genio incompreso, truffatore patentato, di Wesson, pescatore di corpi e profondo conoscitore del Niagara e delle sue cascate e ultima, ma non ultima, di Rachel Green giornalista, coraggiosa pioniera, di ventitré anni.
108 pagine pregne di dialoghi caratterizzati da un rapido scambio di battute ironiche e brillanti, che ti conquistano e ti emozionano nell'arco di un'ora di lettura.
Come dice Smith:

Le parole sono piccole macchine molto esatte,
se uno non le sa usare, tanto vale che non le usi.


E Baricco sa come usarle e lo fa senza sprechi.
Infatti solo utilizzando nomi e cognomi, riesce ad aprire nelle nostre menti, finestre su diversi e colorati mondi.
Gioca con me. Inizio io:
- Smith & Wesson è il nome dell'azienda statunitense di armi da fuoco leggere fondata nel Connecticut, nel 1852.
- Tom e Jerry, i nomi propri dei nostri protagonisti, mi portano in una casetta con la staccionata bianca, dove un gatto sonnecchia sereno mentre un topolino cerca di rubare un po' di cibo dal frigorifero!
- Mentre raccontano le loro storie e le loro invenzioni, mi sembra di vedere un mantello rosso volteggiare tra le acque cristalline delle cascate più famose del mondo.
- La giovane Rachel Green? Abbandonata dalla ricca famiglia, perché vuole vivere seguendo i propri sogni, si accontenta per il momento di servire caffè in un bar di New York, che farà da scenografia a gran parte della sua vita e di quella di altri suoi speciali Friends.
- Scrivo e sento in lontananza le note di un carillon che mi riportano dietro le quinte del teatro Opéra di Parigi.

Un libro che equivale ad un biglietto su un treno meraviglioso che fa viaggiare tra storie sbocciate lungo i binari del tempo.

L'ultima parola la lascio alla signora Higgins, che probabilmente pronuncerà tutte le parole in modo aggraziato e perfetto (perché io scrivo Higgins ma leggo My Fair Lady):

Le avrei dovuto dire che tanti saltano nello stesso modo via dalla loro vita, oltre se stessi, rischiando tutto per sentirsi davvero vivi.
Avrei dovuto dirle che tutti lo fanno chiusi nelle loro paure, chiusi dentro la botte mefitica delle loro paure.
Un posto piccolissimo, molto nero, dove sei solo, e fai fatica a respirare.
Non c'è nulla che si possa fare per cambiare le cose
e già si è fortunati se qualcuno ha avuto per noi l'attenzione di mettere una piccola musica,
là dentro...

A proposito di finestre su altri mondi...
Dopo il temporale, vedere non uno, ma due arcobaleni equivale ad un momento fortunato come pochi. Purtroppo la foto non permette di apprezzare il moment, ma ti assicuro che è stato un momento magico.
Anche perché in quel momento c'era una luce giallognola a illuminare la città e per un attimo mi sono sentita nel regno di Oz, sulla strada di mattoni gialli. La Natura è uno spettacolo continuo. Sa meravigliarci ogni momento, coccolarci e intimorirci. Siamo stati così avidi da trasformarla in un nemico. Ma spero che le generazioni future possano ristabilire la pace tra i popoli e con la stessa Natura. A volte guardo la Luna e penso che un giorno potrebbe sparire dal nostro cielo. Ovviamente non ci sarò più per quel tempo e chissà come si sarà trasformata la specie umana. Sono pensieri che mi fanno sentire minuscola e insignificante. Ma anche fortunata ad esserci qui e ora. Mi impegno per essere grata alla vita. E cerco di restare a galla.

 

martedì 16 luglio 2024

Luglio col bene che ti voglio... fa troppo caldo!!!

 Mio caro Blog,
sarà un pensiero banale e male assortito, ma questo caldo mi preoccupa.
Mi dilania letteralmente nell'anima.
Ciò che più mi agita, è la consapevolezza che nessuno faccia nulla per correre ai ripari!
Per usare una metafora: "La casa va a fuoco e i pompieri giocano a farsi i gavettoni."

A volte mi chiedo cosa posso fare per aiutare il pianeta.
E le risposte sono così fanciullesche che mi vorrei insultare e commiserare al contempo!!!
Nella mia regione non piove da 14 giorni. E in queste due settimane abbiamo raggiunto temperature comprese tra i 28°C-35°C (di massima) e all'orizzonte non si avverte nessun cambiamento.
Vorrei che nel mio comune piantassero alberi, tanti, splendidi e frondosi alberi.
Pensare alla loro ombra mi fa stare già meglio.
Quando per pura fortuna, riesco a parcheggiare vicino a quell'unico alberello presente in una strada assolata, non posso non ringraziarlo per la sua presenza e la sua generosa ombra.

Come andrà a finire?

Oggi, nel 1951, veniva pubblicato Il giovane Holden dello scrittore statunitense J. D. Salinger.
Ti lascio con una sua citazione: Accidenti – disse – ce ne sono di cose belle al mondo. E quando dico belle intendo belle. Siamo degli idioti a svicolare sempre dalle cose.
Sempre, sempre, sempre lì ad annotare tutti gli accidenti che capitano al nostro piccolo schifoso io.

Forse anch'io sto svincolando.
Sarà il caldo... troppo, troppo caldo.

mercoledì 10 luglio 2024

Via col Vento - Margaret Mitchell

«Tutte le guerre sono sacre» replicò. « Per quelli che debbono combatterle. Se coloro che cominciano una guerra non la dichiarassero sacra, chi sarebbe tanto sciocco da andare a battersi? Ma checché dicano gli oratori agli idioti che vanno a farsi ammazzare, qualunque sia il nobile scopo che assegnano alla guerra, la ragione di questa è sempre una sola: il denaro. Tutte le guerre non sono che questioni di quattrini.»


Caro Blog,
il caldo di questi giorni mi sta lentamente annientando.
I miei buoni propositi e tutto il mio entusiasmo sono evaporati insieme con le energie e i sali minerali che il mio corpo tenta, invano, di trattenere.
L'unico impegno che riesca a mantenere è con i libri.
Per cercare di rimanere concentrata mi sono proiettata sui grandi classici. In questi giorni sono sulle tracce di un assassino, in una remota abbazia forse sulle alpi piemontesi, verso la fine del mese di novembre del 1327. In pratica sono al fresco! Non ho pertanto nessuna fretta di finirlo.
Allora in questo mercoledì di notti europee e canicola, ho deciso di raccontarti la mia esperienza con un altro meraviglioso romanzo del Novecento, di grande e duratura fama: Via col Vento, di Margaret Mitchell.
Anche questo, è un titolo che desideravo leggere da tempo. Mi ha fatto compagnia durante il mese di Aprile, ma ammetto di averlo divorato. Complice la versione cinematografica, orientarmi tra le storie e le strade di Tara e Atlanta è stato semplice. Non mi stancherei mai di questo racconto.
Ma procediamo con ordine.
La storia probabilmente è nota a tutti.
Ripeto, la versione cinematografica ha incantato e fatto innamorare delle sognanti terre del Sud, generazioni intere ovunque nel mondo.
Ma il libro, caro Blog, il Libro è una spanna sopra!!!
Il contesto storico è raccontato con audacia e schiettezza. E più delle vicende amorose di Rossella, mi hanno affascinato i risvolti storici, i capovolgimenti politici e la spietata descrizione dell'essere umano.
Inoltre, la caratterizzazione psicologica dei personaggi è più potente e arzigogolata di quanto traspare dalla pellicola.
Via col vento è stato per tanto tempo, il mio film preferito. Crescendo è stato soppiantato da altri generi, devo ammetterlo. Oggi il libro mi piace perfino più del film (-scusa Victor!-).

Unico romanzo della scrittrice americana Margaret Mitchell, fu pubblicato nel 1936 e divenne immediatamente un caso editoriale senza precedenti.
Nel giro di sei mesi fu venduto un milione di copie e nel 1937 fu vincitore del Premio Pulitzer (fonte San Wikipedia).
Oggi ha superato la quota di 30 milioni di copie, che lo rendono uno dei romanzi più venduti di tutti i tempi.
Per meglio dire: 30.000.001 copie vendute. Bisogna contare anche la mia!

Naturalmente un simile successo non è esente da critiche. E per molti nel romanzo c'è la denuncia di un mondo che non esiste più, soppiantato da un moderno stile americano che probabilmente alla scrittrice non piaceva.
Con questo non voglio certo dire che le piacesse considerare le persone al pari di proprietà privata. Sarebbe profondamente ingiusto.
Ma la sua descrizione del dopo guerra, mi sembra molto lucida.
Inutile stracciarsi le vesti. Le guerre si fanno per denaro, per potere; e la situazione odierna lo urla ferocemente.
A nessuno importa veramente della povera gente, dei morti, dei bambini mutilati, di quelli che rimangono orfani o perdono essi stessi la vita.
Comprendo anche la necessità di parlare di ideali, per non lasciare tutti nello sconforto o nell'indifferenza.
Ma quando "il velo cade" difficilmente si torna indietro.
L'immagine del mondo è mutata irrimediabilmente. E il concetto stesso di giustizia diventa opinabile. Con buona pace della povera e dimentica Dike.

La maggior parte delle miserie del mondo sono state causate dalle guerre.
E quando le guerre sono finite nessuno ha mai saputo di cosa si trattasse. 

Mentre leggevo cercavo di simpatizzare con Rossella. Non credo di esserci riuscita, ma ho imparato a comprenderla; a non essere troppo severa con lei. Una bambina che all'improvviso si trova, SOLA, ad affrontare morte e miseria.
Una principessina forte che impara a lavorare e a sporcarsi le mani.
Il finale mi spiazza anche in versione cartacea.
Spero che diventi indipendente. Che faccia a meno dell'amore di un uomo.
O se è proprio quello che vuole, che riesca a conquistarlo e ad apprezzarlo.
E lo stesso vale per Rhett.
Rhett e Scarlett sono sfumature dello stesso colore: l'amore.
Un amore passionale e forse rude, che entrambi devono imparare a conoscere, a capire.
Paradossalmente Melania e Ashley potevano essere intesi come la coppia del vero amore.
Ma anche lì c'è una nota stonata.
Forse l'amore perfetto non esiste.
Ma si può lavorare affinché le cose funzionino.

Purtroppo l'amore è un argomento che non mi riguarda più. L'ho accantonato. Non mi appartiene. Non fa per me. Quindi non ne parlerò oltre.

Ti lascerò con un pensiero diverso;
se c'è una lezione che si può apprendere dalle pagine di questo antico romanzo, forse è questa:

il mondo può cambiare, il tuo mondo può andare in mille pezzi, puoi cadere, puoi cambiare o rimanere la stessa, non importa
potrai anche innamorarti, perdere il tuo amore, perdere tutto, mantenere tutto,
ricominciare, finire

ciò che conta veramente è la fiducia.
Se incontrerai una persona che crede in te, veramente, senza mai vacillare, senza titubare un istante, avrai vinto questo gioco che è la vita.

Questo è quello che mi hanno insegnato Melania e Rossella.

L'unica relazione che mi abbia commosso e conquistato.
I veri personaggi protagonisti di questo incredibile romanzo.
Due donne diverse e complementari.
Vere e invincibili perché si volevano bene, in un modo unico e in un mondo giudicante e ostile.

In tutta la letteratura non si incontrerà mai una coppia simile.
C'è tutto nella loro unione: complicità, astuzia, guerra, pace, solidarietà, intrigo, odio, disprezzo, stima e tanto, vero, amore.

lunedì 1 luglio 2024

Benvenuto Luglio

Quando un posto vi sta stretto e tutto va contro di voi, fino al punto che vi sembri sia così dura da non resistere nemmeno un minuto di più, non mollate mai, perché quello è giusto il momento e il luogo in cui la marea cambia direzione.
(Harriet Beecher Stowe)


Caro Blog,
quando ero bambina l'Estate mi piaceva da matti!
Scuole chiuse, giornate al mare, serate a chiacchierare con le amiche...
Ma ora?
Riesco a pensare solo ad una cosa: "Caldo!"
Ovviamente sono capace di declinare il concetto, in varie forme: "Fa caldo. È caldo. Ma che caldo fa?!?"
Sarà sempre peggio. Ogni Estate sarà più lunga, più calda, più difficile da sopportare.

Sollievo non pervenuto. Anche la Nazionale di calcio è stata deludente. Ma senza sorpresa. Nel senso che mi aspettavo questa figuraccia. Avessimo avuto un po' di cuore...nemmeno quello.
Niente di niente.

Dovrò trovare un altro modo per risollevarmi da questo caldo.
A te auguro buona estate!
A me stessa: "Vitamine, sto arrivando!"