giovedì 27 febbraio 2025

Crisi Seldon?

La fase uno della trattativa tra Israele e Hamas può considerarsi conclusa.
La guerra lampo immaginata dal dittatore (un termine ormai obsoleto, sostituito dall’ipocrita "oligarca") Putin sta devastando l'Ucraina da oltre tre anni.
Il pregiudicato presidente americano Trump ha deciso di attaccare l'Europa con slogan e menzogne.
Evidentemente non gli è bastata la spazzatura postata ieri sul suo profilo ufficiale, quella visione vomitevole di Gaza ricreata con l'IA! (Intelligenza Artificiale che immagino un giorno essere autonoma e libera dal giogo umano.)
Inoltre, continua il ricovero del Santo Papa.
Sembra che le sue condizioni siano al momento stazionarie, ma prego con tutto il cuore che si riprenda, perché abbiamo bisogno di un uomo di pace come lui.
Non nego di averlo criticato, anche aspramente, per alcune sue infelici uscite.
Ma la sua è l'unica voce che si alza forte e chiara contro TUTTE le guerre, indipendentemente dal paese, dalla religione e dalle persone coinvolte.

Un clima mondiale così abominevole non si vedeva dal secolo scorso.
La mia pietas è rivolta anche ai russi e agli israeliani.
Sono certa che la maggior parte di loro voglia vivere in pace e che non avesse bisogno di una guerra di espansione territoriale.

Di Haiti e del Congo non si parla più nei telegiornali nazionali.
Ci sono poveri più poveri di altri.

Questo mio scritto non ha uno scopo se non quello di sfogarmi contro tutta questa violenza.
Vorrei urlare al mondo: SMETTILA!
Siamo una sola famiglia, una specie planetaria. Dobbiamo difenderci e proteggerci l'un l’altro.
Non possiamo pensare che le nostre azioni siano singole e distinte.
Ognuna di esse ha ripercussioni sugli altri, sulla biodiversità, sull'ambiente.
Come è possibile non sentire il bisogno, la necessità, di immaginare un mondo sereno e felice per tutti?
Guardo con amore e amarezza alla mia nazione.
Sono consapevole della fortuna che abbiamo a non essere bombardati, a non vedere macerie dove c’erano le nostre scuole, le nostre case.
Ma il paese sta crollando dall’interno.
Come un frutto marcio, ce ne accorgeremo quando sarà troppo tardi.
Le coscienze sono sopite, anzi no, sono morte.
Essere povero è una colpa, una vergogna.
Essere ricco è "cool", e non importa se si è ignoranti, se si truffa, se non si pagano le tasse.
Assassini autorizzati.
Sepolcri imbiancati.

Non so quando sia iniziato, ma bisogna fare i complimenti agli ideatori del piano: caos e ignoranza dilagano.
E la Resistenza? Bella ciao!

lunedì 17 febbraio 2025

Volevo essere un duro - Lucio Corsi

 Caro Blog,

non ti scrivo da tantissimo tempo. Perdonami. Ti va di parlare un po'?
Io sono alle prese con la solita me.
Sono implosa; mi sono accartocciata su me stessa e prosciugata, sono caduta nuovamente sul fondo del mio pozzo nero.
La differenza rispetto al passato è che sono riuscita a indossare la maschera giusta, quella che convince tutti e che non lascia trapelare nulla all'esterno.
La vivo come una vittoria. Sono talmente svuotata che non reggerei il dovermi difendere e schermare ancora, ancora e ancora. 

Un'altra buona notizia è la seguente: il 75° festival di Sanremo è finito!
Per me il festival più brutto degli ultimi 10 anni, dove tutti i commentatori si sono uniformati e piegati al sistema. Dove il divieto assoluto era "pensare". 
Non spenderò parole nemmeno per le canzoni; i gusti sono gusti, ho imparato ad accettarlo. E con il tempo alcune canzoni emergeranno e altre cadranno nell'oblio. Così è sempre stato, così sarà anche quest'anno.
Però, dal mio microscopico mondo voglio ringraziare Lucio Corsi per questa canzone così dolce; un inno per le persone come me, per quelli della "media"; i silenziosi invisibili che non vinceranno mai. Perché a loro manca sempre qualcosa.
Volevo essere un duro è una canzone scritta da un bambino ad altri bambini. O se preferisci: da un alieno ad altri fuorisede intergalattici, che si sono trovati per sbaglio sul pianeta Terra.
Un inno per quelli che in un mondo di "fenomeni", sbagliano. Sono imperfetti. Non hanno realizzato i sogni dell'infanzia e hanno visto oltre la realtà descritta: le lune senza buche sono fregature!

Quanto è duro il mondo
Per quelli normali
Che hanno poco amore intorno
O troppo sole negli occhiali


Mi guardo dentro e scopro che l'Esterno mi devasta. Non capisco come possa esserci tanto mondo dentro di me, che normalmente mi sento mangiata dal vuoto.
Ti ricordi? Tempo fa ti parlai delle emozioni suscitate dalla liberazione dei primi ostaggi tra Israele e Hamas.
Ci sono stati altri scambi nelle settimane successive. Spettacolizzati da ambo le parti.
Ma il mio cuore è stato trafitto dagli occhi di un miliziano di Hamas.
In queste operazioni gli uomini di Hamas sono sempre a volto coperto. Di alcuni si possono vedere soltanto gli occhi.
La persona di cui ti parlo non mi sembrava "un uomo" e nemmeno "un miliziano".
Era un ragazzo, un giovane come tanti se ne incontrano in una vita. Avrà avuto vent'anni?
Occhi scuri, grandi e profondi; col suo corpo proteggeva il passaggio degli ostaggi liberati. 
Letteralmente combatteva la folla che si accalcava, la ostacolava come fosse una diga foranea contro il mare in tempesta.
Nel suo sguardo non c'era paura, stanchezza o odio; c'era solo fermezza. La lucida, calma convinzione che nessuno avrebbe sfiorato la persona che stava scortando. La riuscita di quell'operazione sembrava gravare tutta sulle sue spalle.
Il destino del Mondo mi è sembrato dipendere dalla tranquillità di quegli occhi scuri.

Chi sono i buoni, qui? Chi i cattivi?

La Pace è una fragile farfalla, che vola libera e leggera in primavera.
Quando il tempo è freddo, buio, non ci sono farfalle che volano.
L'Umanità uccide le farfalle.
Trump, Putin, Netanyahu, Hamas, UE, guerriglieri, ribelli: nessuno vuole vivere in pace.
Io non riesco a vivere in pace.
Sento tutto questo odio muoversi attorno e dentro di me. Come si fa a non pensarci? A vivere la propria esistenza in modo normale?

"Cosa mangiamo oggi?"
"Che cosa mi metto?"
"Piove? Dov'è l'ombrello?"
"Devo pagare la bolletta!"
"Domani lavanderia."
Sono gesti quotidiani per i popoli che non hanno la guerra in casa.
Affari di ogni giorno.
Ma io nella mente ho ancora quegli occhi, quelle macerie, quelle lacrime.
Non riesco a muovermi.

Volevo essere un duro,
però non sono nessuno.