domenica 2 novembre 2025

Novembre: Commemorazione dei Defunti.



Arriva Novembre.
Tutti concentrati sulla Vigilia e su Ognissanti e quasi non ci rendiamo conto che abbiamo girato un'altra pagina del calendaio.
Cambiano i colori dell’aria, il freddo comincia a bussare ai vetri e qualcuno già pensa al Natale.
Io no. Non ancora.

Ho ancora bisogno di fermarmi, di ascoltare, ricordare.
Il Giorno dei Morti lo chiede con gentilezza e silenzio.
Faccio un viaggio con il cuore fino in Messico, tra altari pieni di fiori arancioni e candele tremolanti.
Loro ricordano tutti. Anche chi non ha più nessuno che preghi per lui.
Anche gli animali e le anime in cammino…

A Dio piacendo, il prossimo anno voglio procedere anch'io come fanno dall'altra parte del mondo.
Giorno per giorno, si srotola un calendario speciale.
Voglio ricordare:

il 27 ottobre gli animali che non ci sono più.
Come?
Una ciotolina d’acqua fresca, qualche croccantino o briciola di pane, un filo d’erba, un giocattolino.
Per dire: le tue zampette, le tue piume, il tuo respiro leggero… non li ho dimenticati.

il 28 ottobre sarà il momento di ricordare chi è morto all’improvviso, per incidente o violenza
Una candela accesa vicino a una pietra, o un fiore rosso poggiato a terra.
Per dire: nessuno merita di scomparire nel frastuono. Ti vedo. Ti riconosco.

il 29 ottobre è la volta di chi è morto nell’acqua, o in situazioni tragiche e disperse.
Un bicchiere d’acqua limpida, magari con una goccia di sale.
Oppure una conchiglia.
Per dire: ti restituisco al mare, ma non al silenzio.

il 30 ottobre lo dedichiamo alle anime dimenticate, senza nome, senza preghiera.
Un pezzo di pane spezzato, un fiore di campo, qualcosa di semplice.
Per dire: ti accolgo alla mia tavola. Da me, non passerai invisibile.

E poi c'è il 31 ottobre, la Vigilia di Ognissanti. Il momento più alto nel ricordo. Va alle anime dei bambini non nati o volati via troppo presto.
Un fiocco, un fiore bianco, una caramella lasciata su un piattino.
Per dire: tu sei esistito. Sei amore, anche se per poco. E ti tengo nel palmo della mano.

Infine il 1 novembre è per i “piccoli angeli”, i bambini.
Un giocattolino, un disegno, un biscotto dolce.
Per dire: piccolo, puoi riposare. Io ti penso con tenerezza.

E come in un cerchio invisibile, la mente e il cuore si riconnette ad oggi: 2 novembre.
Il giorno dei defunti per tutti gli altri, gli adulti, gli antenati, chi amiamo e chi nessuno ricorda più.
Pane e sale, una candela, magari una tazza di caffè o il loro dolce preferito.
Per dire: vieni, siediti un momento. Sei ancora casa, qui dentro di me.

Alla fine, io mi fermo.
Accendo ancora una candela.
E sussurro una preghiera per tutti, anche per chi nessuno chiama più per nome.
Perché novembre è così: non ha fretta.
E ti insegna a ricordare con delicatezza.

venerdì 31 ottobre 2025

Halloween

 Le zucche sono ancora lì, mezze spente. Le luci pendono storte, qualche briciola sui piatti, i bicchieri abbandonati sui tavoli. La festa è finita da poco, e la casa ha quel respiro sospeso che arriva solo quando tutti hanno smesso di ridere.

Gli altri sono sul divano. Si parlano piano, si appoggiano uno all’altro, si godono la quiete. E io… io non sono lì con loro. Sto un passo indietro. Li guardo, come si guarda una cosa fragile e preziosa che non ti appartiene davvero.
E penso: era questo il mio sogno. Vederli insieme. Sentire la casa piena, senza freddo, senza vuoti.

Solo che io non sono una spettatrice qualsiasi. Sono quella che ha preparato tutto.
Quella che ha mandato messaggi, convinto gli adulti, fatto spazio, scelto le candele, pensato ai bambini perché avessero qualcosa in cui credere.
Ho cucito i pezzi, senza farmi notare. E adesso che li vedo lì — uniti, sereni — capisco perché non sono partita.
Dovevo restare per portarli fino a questo punto.

Eppure, lo sento nella pelle: non appartengo pienamente alla scena. Sono quella che ha acceso la luce, ma ora resta nell’angolo. Non c’è amarezza, solo un dolore sottile, come quando sorridi e brucia un po’.

Le maschere sono state tolte, il trucco è sbavato, e nessuno recita. È tutto vero. Ed è proprio ora che il pensiero ritorna, più chiaro degli altri:
io sono rimasta qui per permettere a questo di accadere.
E forse per poterlo vedere almeno una volta.

Resto in silenzio.
Non chiedo di entrare.
Fa un po’ male restare nell’ombra mentre gli altri si appoggiano l’uno all’altro. Fa male sapere che nessuno lo vede, che nessuno sa quanto ci sia voluto per mettere insieme ogni pezzo. Ma il dolore è quieto, non chiede nulla.

E proprio quando penso di essere fuori da tutto, succede qualcosa di piccolo. Uno sguardo che mi cerca. Una mano che fa spazio accanto a sé. Un sorriso, senza parole, che dice: abbiamo visto che ci sei.
Non cambia il passato, non mi mette al centro. Basta a scaldare il freddo.

Resto dove sono, ma il peso è più leggero.
Perché forse non serve appartenere del tutto.
Forse basta sapere che, anche da lontano, qualcuno ha lasciato il posto accanto a sé libero. Per me.
E non poteva che essere il mio Piccolo Principe.

giovedì 30 ottobre 2025

Halloween - 1

 Mancano veramente una manciata di ore all'inizio della festa più divertente dell'anno.
Ho incontrato il più piccolo dei miei invitati e... aveva tra le mani un orribile ragno-scheletro che per lui era Whisky il Ragnetto.
Se ci penso rido ancora!
Ed io che ero preoccupata potesse spaventarsi... mi sa che domani sarà lui a terrorizzare me!

Questo è quello che ho capito in questi giorni, caro Blog, e desidero condividerlo con te:
- abbiamo paura di ciò che non conosciamo;
- la bellezza è una di quelle cose che non esiste, ma semplicemente varia al variare del cuore che la contempla;
- i nostri mostri sono interiori, non dobbiamo averne paura ma imparare a conoscerli e a gestirli.

Domani un pensiero speciale lo dedicherò a tutti coloro che non ci sono più.
Per loro lascerò anche un piatto speciale, perché dalla mia vita non sono mai andati via e voglio continuare ad alimentare il loro ricordo con gioia e amore.

Buonanotte e sogni magici...

mercoledì 29 ottobre 2025

Halloween - 2

Caro Blog,

il mio pc è fuori uso e non puoi immaginare le difficoltà che sto incontrando in questi giorni, anche solo per scrivere due righe e rispettare il nostro conto alla rovescia.
Mi dispiace, ma sono sempre in ritardo di 24 ore.

Stanotte non riuscivo ad addormentarmi e la mia mente ha iniziato a vagare nella terra dei sogni inespressi.
Una terra misteriosa, dove tutto è avvolto da una fitta nebbia.
È perfino difficile distinguere i colori.

Mi sono svegliata e ho affrontato la giornata con una forma di stanchezza che ancora non conoscevo.
Una stanchezza che non so motivare.
Una stanchezza che sembra arrivare proprio da quella terra dei sogni inespressi.
Come se il peso dei sogni non compiuti, non sognati, si fosse sommato.
Sogni provenienti anche da vite lontane, da me stesse di altre dimensioni.

Leggevo di “preoccupazioni per Halloween”: gente che si chiede se non sia pericoloso per i nostri bambini, per i nostri ragazzi, festeggiare con mostri e fantasmi la vigilia di Ognissanti.
Perdonami, ma questo mondo non lo capisco.
Si continua a giustificare la violenza delle guerre, delle bombe, dei massacri… ma ci si interroga sulla pericolosità dei mostri?

I mostri vivono tra noi, sono nelle stanze del potere, gestiscono le nostre esistenze, manipolano i nostri gusti, distruggono il nostro pianeta in nome del potere e del denaro!
Questi sono i mostri che mi fanno più paura.

Domani intaglierò la mia zucca con molta serenità.
Penserò alle persone che non ci sono più.
E, con tutta me stessa, mi lascerò andare a quella credenza secondo cui esiste un confine tra il mondo dei vivi e quello dei morti, e che nella notte tra il 31 ottobre e il 1° novembre quel confine diventa sottile e oltrepassabile.

martedì 28 ottobre 2025

Halloween - 3: il giorno delle orme invisibili

Ieri, in Messico, hanno acceso candele e lasciato piccole ciotole d’acqua per gli animali che non ci sono più. Si dice che, per una notte, le loro anime tornino a visitarci, leggere come polvere di stelle. Io non so se sia vero, ma mi piace pensare che ci sia un’ora segreta in cui i passi dimenticati tornano a farsi sentire, e che il mondo, per un attimo, si riempia di battiti e ronzii che solo il cuore può udire.

Oggi penso a loro: a tutti i compagni di pelo, piume o squame che ci hanno insegnato il linguaggio della presenza. Nessuno come loro sa restare accanto nel silenzio. Un animale non chiede, non pretende: esiste con te, respira con te, ti guarda con quella calma che ti costringe a fermarti. Ti salva senza parole.

Ci hanno fatto ridere, spesso. E piangere, quando è arrivato il momento di lasciarli andare. Ma in fondo non se ne vanno mai davvero: il loro odore resta sui vestiti, la loro abitudine nei gesti. Ti sembra di vederli ancora all’angolo del tappeto, o di sentire il piccolo tonfo delle zampe sulle scale.

Oggi ho pensato ad Argo.
Ricordi quell’attimo nell’Odissea in cui riconosce Odisseo, dopo vent’anni, e muore sereno, finalmente in pace? Ogni volta che lo leggo mi si stringe qualcosa dentro. Perché Argo non è solo un cane: è l’essenza della fedeltà, la memoria viva di ogni creatura che ha aspettato, amato e poi salutato.
Forse tutti gli Argo del mondo ci attendono ancora, da qualche parte, con lo stesso sguardo paziente.

Ma penso anche ai piccoli compagni, quelli minuscoli, quelli che stanno nel palmo di una mano.
Al mio cricetino, per esempio — così piccolo che bastava un granello di cibo per riempirgli il mondo. A volte mi sembra ancora di sentire il suo fruscio tra le pagine, o il suono lieve della ruota nella notte. Era una presenza minuscola, eppure così piena di vita, come se contenesse dentro di sé tutta la gioia del semplice esserci.
Con lui ho imparato che l’amore non ha misura: può stare in un abbraccio o in un respiro, in una zampetta che sfugge o in un silenzio che resta.

Penso che ogni casa conservi il suo piccolo altare invisibile.
Non fatto di fiori o fotografie, ma di ricordi che scaldano come un respiro. Una coperta ancora piegata, una ciotola riposta, un nome che torna ogni tanto tra i pensieri come una carezza dimenticata.
Forse è questo il modo più giusto per onorarli: non smettere di parlarne, non smettere di amarli.

E se anche loro, stanotte, tornano davvero — che trovino la porta socchiusa, una candela accesa, e un po’ di pace.
Che possano posarsi accanto a noi, senza paura, e sentire che sono ancora a casa.
Perché lo sono sempre stati.