giovedì 12 dicembre 2019

Mio Fratello - Daniel Pennac

"C'è una cosa che la morte ha in comune con la vita:
devi farcela, costi quel che costi."


Lo so, è un orario insolito per un saluto ma in questo momento ho bisogno di condividere con te la mia felicità nel constatare quanto sia magnifica la tecnologia.
Ho fatto fare ottocento chilometri al mio computer, solo per poter scrivere questo post. Sto navigando sfruttando la connessione del telefonino e mi sento la nuova Eletta. Neo fatti da parte.
Sapevo per esperienza che il viaggio in treno sarebbe durato moltissimo.
Non sono un tipo socievole, mi vergogno della mia voce, della mia dizione, del mio aspetto.
Mi terrorizza pensare che qualcuno debba guardarmi per parlarmi.
E, inoltre, ho sempre paura di sbagliare una coniugazione o una concordatio.
In altre parole, consapevole di me stessa mi sono armata di libri e cuffiette, per evitare qualsiasi interazione umana. Ne ho letti tre, piccoli, veloci.
Il primo è stato scelto con il cuore. Ed è questo di Pennac.
E' un racconto che mi ha commosso. (Che figuraccia! Ero in treno e trattenevo le lacrime.)
Parla di uno dei suoi fratelli, il maggiore di cinque anni; quello che gli ha inculcato l'amore per la lettura, che non lo ha mai fatto sentire diverso, "scemo", solo perché a scuola non andava bene.
Parla di lui con nostalgia; si rende conto di quanto poco in realtà, lo conoscesse. Era una persona riservata, dolce, paziente. Non avrebbe mai appesantito la vita del fratellino, raccontandogli le sue pene.

"Non si lamentò mai di qualsivoglia deficit di amore coniugale - seppur, ai miei occhi, così flagrante negli ultimi anni della sua vita come se lo avessero abbandonato nudo nella neve."

Si può morire per amore? Credo di sì, soprattutto quando questo ci manca.
"Nudo nella neve", mio Dio quanta poesia, quanto dolore. L'amore ci mette a nudo, ma se non è ricambiato resta solo il freddo ed il silenzio.

Tanto per cambiare, ho avuto anche un pensiero per Persona; mi sono chiesta se avesse un modo suo, tutto suo di bere il caffè.
Pennac descrive i movimenti di Bernard e dice: "faceva esattamente quel gesto".
Quel movimento, quella musica con il cucchiaino e la tazzina.
Io non faccio nessuna musica.
Il caffè lo bevo amaro. Sono proprio una persona insignificante.

"I nostri ricordi sono sensazioni."
E' vero mio caro Amico francese,
ecco perché Persona è così presente nella mia grigia esistenza.
Oggi ci siamo scambiati due battute e si è sciolta un po' di quella neve che avvolge il mio povero cuore.

p.s. Ho finito Jane Eyre ieri notte.
Non volevo portarla in viaggio e non volevo lasciarla in sospeso per quattro giorni. Mentre il treno percorreva il suo lungo cammino, ho avuto modo di riflettere su questa storia. E non vedo l'ora di raccontarti le mie impressioni.




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