"Nella tua mano sto per affidare il mio vento."
Stamattina potrebbe essere la giornata mondiale del Malox.
Un po' per tutto quello che si mangia, un po' per tutto ciò che si ingoia.
Personalmente ho mangiato in modo normale. Nella mia famiglia non si esagera. Ovviamente se non si controllano le porzioni è la fine! Ma se uno vuole, rimane perfino sobrio.
Purtroppo il Malox mi sarebbe servito per smaltire il secondo concetto.
A fine trittico (Vigilia-Natale-santo Stefano), mi sono ritrovata a riflettere su tante cose accadute. Più passa il tempo, più mi rendo conto che non serve essere buoni o meno.
La gente ti sopporta e ti vuole bene solo perché gli servi. Altrimenti ti ignora e calpesta.
Devo fare una confessione, ora che tutto è finito.
Per la prima volta in vita mia, mi sono offesa per quello che mi è stato regalato.
Regalato? Ma un bigliettino scritto a mano sarebbe stata una gioia vera.
Il problema infatti, non è nell'oggetto in sé. Ma quella palese noncuranza, quel "una cosa valeva l'altra", "la prima cosa di prezzo contenuto che ho trovato" dell'acquisto fatto. Questo fa male!
Tirando le somme, credo che la vita cambi tutto e tutti.
Inutile che mi ostini ad ascoltare il mio fascicolo dei racconti di Natale 1984.
Il mondo, il mio mondo è cambiato.
Non mi darò mai a nessuno, perché nessuno mi vuole realmente.
L'unica mia fortuna sono i miei genitori. E pensare di averli delusi, sapere che si preoccupano per me, mi ferisce davvero tanto. Spero solo che questo non li amareggi troppo, e che Dio li preservi nella loro umanità e dolcezza.
Stamattina ho scelto questo racconto per tanti motivi: si parla di una Famiglia appena formatasi.
Miriàm e Iosèf parlano del loro bimbo nato da poco e si interrogano sul suo destino, come tutti i genitori amorevoli del mondo.
"In ogni nuova creatura si cercano somiglianze per vedere in lei un precedente conosciuto.
Invece è meravigliosamente nuova e sconosciuta.
Ogni nuova creatura ha la faccia delle nuvole."
Questo è quello che auguro ad ogni essere vivente: di non assomigliare a nessuno.
Di essere tabula rasa di se stesso, e di formarsi per quello che vuole essere.
Siamo tutti fuori serie, nessuna imitazione di altri.
Erri De Luca ha un modo molto pulito di scrivere.
Frasi brevi, parole semplici ma cariche di significato.
In questa favola dal profumo natalizio ci ho ritrovato tutto quello che per me rappresenta il Natale: speranza e preoccupazione.
La speranza è del e per il mondo.
La preoccupazione è di due genitori che avevano un figlio diverso dalla massa.
"Una volta lo seguii per vederlo all'opera tra le persone.
Me ne stavo in disparte, qualcuno mi riconobbe e lo avvisò che c'ero.
Mi fece da lontano un sorriso e un cenno, la folla intorno a lui si mise da parte per farmi passare, ma lui non volle e se la tenne stretta intorno.
Disse loro che in quel momento la sua famiglia erano loro, le persone che gli stavano accanto."
Questi Genitori sono stati magnifici.
I primi a capire che un figlio non è di loro proprietà. I primi a comprendere che non si possono forgiare creature a propria immagine e somiglianza. Che i figli sono creature indipendenti. Che non si possono trattenere, ma vegliare da lontano.
Non abbandonerei mai la mia Famiglia.
La amo più di me stessa.
Ma una cosa devo capirla: devo compiere il mio cammino da sola.
Da lontano ci sarà sempre un Faro a indicarmi il ritorno.
Buon Venerdì Lector.
Stamattina il postino mi ha semplicemente detto "...E tanti auguri!".
Un gesto spontaneo, gentile che mi ha restituito il buon umore.
Oggi uscirò e sarò gentile.
Facciamolo entrambi!
Grazie per esserci.
Stamattina potrebbe essere la giornata mondiale del Malox.
Un po' per tutto quello che si mangia, un po' per tutto ciò che si ingoia.
Personalmente ho mangiato in modo normale. Nella mia famiglia non si esagera. Ovviamente se non si controllano le porzioni è la fine! Ma se uno vuole, rimane perfino sobrio.
Purtroppo il Malox mi sarebbe servito per smaltire il secondo concetto.
A fine trittico (Vigilia-Natale-santo Stefano), mi sono ritrovata a riflettere su tante cose accadute. Più passa il tempo, più mi rendo conto che non serve essere buoni o meno.
La gente ti sopporta e ti vuole bene solo perché gli servi. Altrimenti ti ignora e calpesta.
Devo fare una confessione, ora che tutto è finito.
Per la prima volta in vita mia, mi sono offesa per quello che mi è stato regalato.
Regalato? Ma un bigliettino scritto a mano sarebbe stata una gioia vera.
Il problema infatti, non è nell'oggetto in sé. Ma quella palese noncuranza, quel "una cosa valeva l'altra", "la prima cosa di prezzo contenuto che ho trovato" dell'acquisto fatto. Questo fa male!
Tirando le somme, credo che la vita cambi tutto e tutti.
Inutile che mi ostini ad ascoltare il mio fascicolo dei racconti di Natale 1984.
Il mondo, il mio mondo è cambiato.
Non mi darò mai a nessuno, perché nessuno mi vuole realmente.
L'unica mia fortuna sono i miei genitori. E pensare di averli delusi, sapere che si preoccupano per me, mi ferisce davvero tanto. Spero solo che questo non li amareggi troppo, e che Dio li preservi nella loro umanità e dolcezza.
Stamattina ho scelto questo racconto per tanti motivi: si parla di una Famiglia appena formatasi.
Miriàm e Iosèf parlano del loro bimbo nato da poco e si interrogano sul suo destino, come tutti i genitori amorevoli del mondo.
"In ogni nuova creatura si cercano somiglianze per vedere in lei un precedente conosciuto.
Invece è meravigliosamente nuova e sconosciuta.
Ogni nuova creatura ha la faccia delle nuvole."
Questo è quello che auguro ad ogni essere vivente: di non assomigliare a nessuno.
Di essere tabula rasa di se stesso, e di formarsi per quello che vuole essere.
Siamo tutti fuori serie, nessuna imitazione di altri.
Erri De Luca ha un modo molto pulito di scrivere.
Frasi brevi, parole semplici ma cariche di significato.
In questa favola dal profumo natalizio ci ho ritrovato tutto quello che per me rappresenta il Natale: speranza e preoccupazione.
La speranza è del e per il mondo.
La preoccupazione è di due genitori che avevano un figlio diverso dalla massa.
"Una volta lo seguii per vederlo all'opera tra le persone.
Me ne stavo in disparte, qualcuno mi riconobbe e lo avvisò che c'ero.
Mi fece da lontano un sorriso e un cenno, la folla intorno a lui si mise da parte per farmi passare, ma lui non volle e se la tenne stretta intorno.
Disse loro che in quel momento la sua famiglia erano loro, le persone che gli stavano accanto."
Questi Genitori sono stati magnifici.
I primi a capire che un figlio non è di loro proprietà. I primi a comprendere che non si possono forgiare creature a propria immagine e somiglianza. Che i figli sono creature indipendenti. Che non si possono trattenere, ma vegliare da lontano.
Non abbandonerei mai la mia Famiglia.
La amo più di me stessa.
Ma una cosa devo capirla: devo compiere il mio cammino da sola.
Da lontano ci sarà sempre un Faro a indicarmi il ritorno.
Buon Venerdì Lector.
Stamattina il postino mi ha semplicemente detto "...E tanti auguri!".
Un gesto spontaneo, gentile che mi ha restituito il buon umore.
Oggi uscirò e sarò gentile.
Facciamolo entrambi!
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