"Ogni cosa era diventata
una gradazione più scura,
una gradazione più fredda."
Manca davvero poco e possiamo salutare per sempre il Duemiladiciannove!
Tempi di bilance e di bilanci, inutile esimersi. Inutile fingere che ne siamo immuni. Sto guardando i cinque quadernetti che ho riempito in questi dodici mesi e non sono sicura di volerli rivivere attraverso le mie stesse parole.
Una considerazione me la posso anticipare: Murakami è l'autore che ho inseguito più di tutti gli altri.
Ha frammentato la mia lettura di classici dell'Ottocento e mi ha fatto compagnia come un amico lontano.
Sai, quelli con i quali non condividi il tuo quotidiano ma con i quali ti ritrovi ogni tanto a bere un caffè all'una di notte e che ti racconta l'ultimo anno della sua vita, sapendo che non lo giudicherai ma ascolterai con interesse. Semplicemente in silenzio, come sanno fare gli amici.
In particolare After Dark ha un motivo di sottofondo, che mi piace molto: la solidarietà tra esseri umani.
L'azione si svolge in una notte, e non è la prima volta che succede con i libri di Murakami, a Tokyo.
I protagonisti non hanno niente in comune tra di loro, eppure il destino farà in modo che le loro vite si incrocino. E ognuno non mancherà di aiutare il più bisognoso.
Ciò che amo dei romanzi di Murakami è l'atmosfera.
Sembra di vivere in una specie di vecchio locale jazz, quando non esisteva il divieto di fumo.
O in un "cafè" anni Venti. Lo senti il profumo?
C'è sempre un disco in sottofondo che caratterizza la scena. E quella musica arriva da qualche parte nel mio profondo.
Sei in un mondo reale, eppure ti chiedi se non sia un sogno.
Forse perché ho problemi di insonnia, i personaggi di Murakami mi sono molto cari.
O forse perché mi ricordano Persona, così particolari, unici, così semplicemente profondi come sono, in ogni dialogo.
"A volte ho l'impressione di fare una gara di corsa con la mia ombra.
Per quanto io corra veloce, non riesco a seminarla.
Perché dalla propria ombra non si può fuggire."
Una visione meno fiabesca di Peter Pan, ma la summa mi sembra la stessa.
Non possiamo impedire all'oscurità di avvolgerci; meno lottiamo contro questa realtà, prima impariamo ad accettarla e a gestirla.
L'ho capito molto tardi, ma ora che ho abbracciato la mia parte oscura sono completa.
E sono un individuo migliore.
Non tutti lo capiscono questo. Ma non m'importa.
Un'altra cosa che ho capito è che, in ogni caso, nessuno mi vuole. Quindi ho smesso di darmi agli altri.
Tutti sopravviviamo. Cerchiamo di rimanere a galla.
Non serve a niente mostrarci per ciò che siamo, se dall'altra parte c'è chi vuole un modello precostituito.
Vorrei fare come Eri. O forse sto già vivendo come lei. Solo che il mio è un sonno vigile. Nel senso che il corpo è sveglio. Ma l'anima è addormentata. O è la troppa consapevolezza che mi sta uccidendo.
Non lo so.
Ma sorvolando sulle mie considerazioni questo romanzo è veramente bello.
Per me regala una boccata d'aria all'umanità. Regala una speranza di solidarietà. E se l'uomo sa essere ancora solidale, allora non è ancora tutto perduto.
E la nostra data di scadenza si allontana un po' più in là.
Voglio salutarlo così questo anno.
una gradazione più scura,
una gradazione più fredda."
Manca davvero poco e possiamo salutare per sempre il Duemiladiciannove!
Tempi di bilance e di bilanci, inutile esimersi. Inutile fingere che ne siamo immuni. Sto guardando i cinque quadernetti che ho riempito in questi dodici mesi e non sono sicura di volerli rivivere attraverso le mie stesse parole.
Una considerazione me la posso anticipare: Murakami è l'autore che ho inseguito più di tutti gli altri.
Ha frammentato la mia lettura di classici dell'Ottocento e mi ha fatto compagnia come un amico lontano.
Sai, quelli con i quali non condividi il tuo quotidiano ma con i quali ti ritrovi ogni tanto a bere un caffè all'una di notte e che ti racconta l'ultimo anno della sua vita, sapendo che non lo giudicherai ma ascolterai con interesse. Semplicemente in silenzio, come sanno fare gli amici.
In particolare After Dark ha un motivo di sottofondo, che mi piace molto: la solidarietà tra esseri umani.
L'azione si svolge in una notte, e non è la prima volta che succede con i libri di Murakami, a Tokyo.
I protagonisti non hanno niente in comune tra di loro, eppure il destino farà in modo che le loro vite si incrocino. E ognuno non mancherà di aiutare il più bisognoso.
Ciò che amo dei romanzi di Murakami è l'atmosfera.
Sembra di vivere in una specie di vecchio locale jazz, quando non esisteva il divieto di fumo.
O in un "cafè" anni Venti. Lo senti il profumo?
C'è sempre un disco in sottofondo che caratterizza la scena. E quella musica arriva da qualche parte nel mio profondo.
Sei in un mondo reale, eppure ti chiedi se non sia un sogno.
Forse perché ho problemi di insonnia, i personaggi di Murakami mi sono molto cari.
O forse perché mi ricordano Persona, così particolari, unici, così semplicemente profondi come sono, in ogni dialogo.
"A volte ho l'impressione di fare una gara di corsa con la mia ombra.
Per quanto io corra veloce, non riesco a seminarla.
Perché dalla propria ombra non si può fuggire."
Una visione meno fiabesca di Peter Pan, ma la summa mi sembra la stessa.
Non possiamo impedire all'oscurità di avvolgerci; meno lottiamo contro questa realtà, prima impariamo ad accettarla e a gestirla.
L'ho capito molto tardi, ma ora che ho abbracciato la mia parte oscura sono completa.
E sono un individuo migliore.
Non tutti lo capiscono questo. Ma non m'importa.
Un'altra cosa che ho capito è che, in ogni caso, nessuno mi vuole. Quindi ho smesso di darmi agli altri.
Tutti sopravviviamo. Cerchiamo di rimanere a galla.
Non serve a niente mostrarci per ciò che siamo, se dall'altra parte c'è chi vuole un modello precostituito.
Vorrei fare come Eri. O forse sto già vivendo come lei. Solo che il mio è un sonno vigile. Nel senso che il corpo è sveglio. Ma l'anima è addormentata. O è la troppa consapevolezza che mi sta uccidendo.
Non lo so.
Ma sorvolando sulle mie considerazioni questo romanzo è veramente bello.
Per me regala una boccata d'aria all'umanità. Regala una speranza di solidarietà. E se l'uomo sa essere ancora solidale, allora non è ancora tutto perduto.
E la nostra data di scadenza si allontana un po' più in là.
Voglio salutarlo così questo anno.
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