"Sogno.
A volte mi sembra che sia l'unica cosa giusta da fare.
Sognare, vivere nel mondo dei sogni, come aveva scritto Sumire.
Ma non dura molto.
Prima o poi il risveglio mi afferra."
Ogni volta che finisco un suo romanzo chiudo il libro, lo stringo forte al petto e inspiro profondamente ad occhi chiusi.
Non sono mai convinta di aver compreso fino in fondo ciò che ho letto.
Ho bisogno di tempo per riorganizzare i pensieri.
Sono sicura però di una cosa, la sua scrittura mi trasporta in un'altra dimensione.
Murakami racconta del suo Giappone ed io lo ascolto come se stesse parlando di una terra che conosco.
I suoi protagonisti parlano di sé e mi sembra di essere in loro compagnia, seduta davanti ad una tazza di fumante caffè, ad ascoltarli.
Tempo fa mi dissi: "Che male c'è a vivere in un sogno?".
Il risveglio mio cara me, mio caro amico che racconti questa storia!
Prima o poi, con esso, ci facciamo tutti i conti.
Io li sto facendo ora. E ho capito di aver sbagliato tutto. L'unica cosa che resta è un dolore profondo, che scava l'anima. Ci sono gallerie ovunque. Sono porosa. Prima o poi crolleranno le pareti e di me non resterà niente.
"Un silenzio che non offre promesse continua a riempire lo spazio all'infinito."
Sai, in un istante di puro delirio (ora me ne ravvedo), avevo pensato di rivelare i miei sentimenti, mettermi a nudo.
Per fortuna il neurone si è destato, giusto il tempo di farmi notare che io non sono niente per lui. E che mi sarei solo messa in ridicolo.
Sumire ha avuto un bel coraggio e ha potuto contare sull'affetto di Myū.
Magra consolazione, lo so.
Ma poi ha "affondato il coltello nel collo di un cane", e credo sia andata avanti.
Io ne uscirei umiliata. E nella migliore delle ipotesi lui non mi parlerebbe più.
Persona è molto sensibile e intelligente, ma proprio non immagina cosa siano per me, giorni interi senza poter scambiare nemmeno una parola.
"Detto in sintesi, Sumire era un'inguaribile romantica, testarda e cinica, completamente inesperta della vita e del mondo. Una volta che cominciava a parlare, poteva andare avanti anche all'infinito, ma quando l'interlocutore non le andava a genio (...), non apriva bocca."
Per alcuni aspetti ci assomigliamo.
Anch'io quando apro bocca comunico sempre l'impressione di voler litigare.
Poi magari non è vero.
Vivo sempre divisa. Spezzata in più punti. E ho sempre la sensazione di non essere me.
Da cosa dipenda non lo so, o forse lo intuisco ma non ho voglia di scriverlo in questo momento.
"Un amore senza ritorno."
Mi sento così. Ho iniziato un viaggio di sola andata.
Ho provato a scendere da questo treno, ma l'ho ripreso che era in corsa.
Mi sono fatta male scendendo, mi sto facendo malissimo ora che ci sono risalita.
La verità è che non ci si deve interessare alle persone.
Bisogna essere cinici, distaccati. Nessuno è importante.
Non sentire niente. Un sogno!
"Per me il mondo che trovavo nei libri era molto più vivo di quello che vedevo intorno a me."
E' superfluo che scriva altro.
Non è una lettura tipicamente natalizia, ma Murakami è da mettere sotto l'albero.
Rendi il mondo un posto migliore: regala libri.
A volte mi sembra che sia l'unica cosa giusta da fare.
Sognare, vivere nel mondo dei sogni, come aveva scritto Sumire.
Ma non dura molto.
Prima o poi il risveglio mi afferra."
Ogni volta che finisco un suo romanzo chiudo il libro, lo stringo forte al petto e inspiro profondamente ad occhi chiusi.
Non sono mai convinta di aver compreso fino in fondo ciò che ho letto.
Ho bisogno di tempo per riorganizzare i pensieri.
Sono sicura però di una cosa, la sua scrittura mi trasporta in un'altra dimensione.
Murakami racconta del suo Giappone ed io lo ascolto come se stesse parlando di una terra che conosco.
I suoi protagonisti parlano di sé e mi sembra di essere in loro compagnia, seduta davanti ad una tazza di fumante caffè, ad ascoltarli.
Tempo fa mi dissi: "Che male c'è a vivere in un sogno?".
Il risveglio mio cara me, mio caro amico che racconti questa storia!
Prima o poi, con esso, ci facciamo tutti i conti.
Io li sto facendo ora. E ho capito di aver sbagliato tutto. L'unica cosa che resta è un dolore profondo, che scava l'anima. Ci sono gallerie ovunque. Sono porosa. Prima o poi crolleranno le pareti e di me non resterà niente.
"Un silenzio che non offre promesse continua a riempire lo spazio all'infinito."
Sai, in un istante di puro delirio (ora me ne ravvedo), avevo pensato di rivelare i miei sentimenti, mettermi a nudo.
Per fortuna il neurone si è destato, giusto il tempo di farmi notare che io non sono niente per lui. E che mi sarei solo messa in ridicolo.
Sumire ha avuto un bel coraggio e ha potuto contare sull'affetto di Myū.
Magra consolazione, lo so.
Ma poi ha "affondato il coltello nel collo di un cane", e credo sia andata avanti.
Io ne uscirei umiliata. E nella migliore delle ipotesi lui non mi parlerebbe più.
Persona è molto sensibile e intelligente, ma proprio non immagina cosa siano per me, giorni interi senza poter scambiare nemmeno una parola.
"Detto in sintesi, Sumire era un'inguaribile romantica, testarda e cinica, completamente inesperta della vita e del mondo. Una volta che cominciava a parlare, poteva andare avanti anche all'infinito, ma quando l'interlocutore non le andava a genio (...), non apriva bocca."
Per alcuni aspetti ci assomigliamo.
Anch'io quando apro bocca comunico sempre l'impressione di voler litigare.
Poi magari non è vero.
Vivo sempre divisa. Spezzata in più punti. E ho sempre la sensazione di non essere me.
Da cosa dipenda non lo so, o forse lo intuisco ma non ho voglia di scriverlo in questo momento.
"Un amore senza ritorno."
Mi sento così. Ho iniziato un viaggio di sola andata.
Ho provato a scendere da questo treno, ma l'ho ripreso che era in corsa.
Mi sono fatta male scendendo, mi sto facendo malissimo ora che ci sono risalita.
La verità è che non ci si deve interessare alle persone.
Bisogna essere cinici, distaccati. Nessuno è importante.
Non sentire niente. Un sogno!
"Per me il mondo che trovavo nei libri era molto più vivo di quello che vedevo intorno a me."
E' superfluo che scriva altro.
Non è una lettura tipicamente natalizia, ma Murakami è da mettere sotto l'albero.
Rendi il mondo un posto migliore: regala libri.
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