lunedì 23 dicembre 2019

Jane Eyre - Charlotte Brontë

"Lei ha freddo, è malata, è sciocca."
"Glielo proverò in poche parole.
Ha freddo perché è sola; nessun contatto sviluppa il fuoco che è in lei.
E' malata, perché il migliore di tutti i sentimenti, il più nobile, e il più dolce che sia concesso agli uomini, resta lontano da lei. 
E' sciocca perché ne soffre, ma non gli fa cenno di avvicinarsi, né muove un passo per andargli incontro."

Appunto mentale: spendere un po' di più per acquistare edizioni con una bella copertina.
Certo, quando si trovano tre libri a dieci euro non si può fare a meno di acquistarli. Però i Minimammut della Newton realizzano delle copertine veramente improponibili.
E più passa il tempo, più mi rendo conto di quanto sia importante la qualità a fronte della quantità.
Un principio applicabile ad ogni campo di vita: cibo, vestiti, tempo, frequentazioni.
Il mio umore natalizio continua, anche perché oggi è l'Antivigilia, che non è una giornata nemica della Vigilia ma  l'anticipa (ci sono giorni in cui sono veramente molto simpatica).
Ho scelto di raccontare le mie impressioni su Jane Eyre perché una storia d'amore si può collocare serenamente in questo periodo dell'anno.
Ti avviso: se non hai letto il romanzo o non hai visto il film, potrei rovinarti il gusto della lettura o della visione pertanto non continuare a leggere.

Come ho avuto modo di anticipare, non è stata una lettura facile per me. Molto probabilmente perché avevo visto il film e per le prime ottanta pagine ho avuto difficoltà ad ascoltare la storia di Jane, raccontata dalla sua stessa voce.
Non mi fraintendere, non mi permetterei mai di criticare un romanzo. Però devo confessare di aver preferito la scrittura della sorella minore, Emily. Il tormento, la passione dei suoi personaggi mi ha rapita con maggiore trasporto.

Divagazione, ennesima: tre sorelle, tutte scrittrici, tutte costrette a pubblicare con degli pseudonimi perché donne dell'Ottocento.
Mi manca Anne. Potrebbe essere la mia lettura della settimana! Ma non è meraviglioso?

Tornando al discorso iniziale, al di là della mia preferenza, Jane Eyre è un romanzo con un amore per nulla sdolcinato, a tratti ostacolato dalle convenzioni sociali, dalle leggi, dalla gente. Ma per il quale il Destino aveva già scritto un finale sofferto ma guaritore.
Ed io impazzisco per il lieto fine. Lo pretendo! La vita reale fa già abbastanza schifo così. Non privateci del sogno.
(Le divagazioni stanno prendendo il sopravvento!)

Jane non è una protagonista comune. Non è la bella, indifesa principessa da salvare. È una giovane molto moderna, che ambisce alla libertà, all'indipendenza. Che guarda in faccia la realtà. Non si perde dietro fronzoli e sogni ad occhi aperti. È onesta, pura, unica.
Una cosa in comune mi sento di averla con Jane: l'amare.

"Avevo imparato ad amare il signor Rochester. Non potevo ora non amarlo più soltanto perché egli aveva smesso di fare attenzione a me, e perché, mentre passavo delle ore in sua presenza, non volgeva neppure una volta gli occhi nella mia direzione."

"Non c'era nulla in tutto questo che valesse a raffreddare il mio amore, ma invece molto per farmi invadere dalla disperazione; molto per suscitare in me la gelosia."

Le scene più intense e belle sono, a mio parere, quella del primo incontro e il momento della dichiarazione d'amore di Rochester.
Rochester, Edward, è un personaggio che mi è piaciuto molto fin dalle prime parole.
Inutile dirti che mi ricorda Persona.
Quando entra lui, il romanzo si tinge di forza e passione. C'è un fuoco diverso da quello di Heathcliff.
Non è distruttivo o violento. È trattenuto. Ma quando esplode riscalda.

La contrapposizione dei due personaggi mi piace molto. Jane disadorna e nuova al mondo, Edward tormentato e con un vissuto importante. L'uno ha bisogno dell'altra. L'uno completa l'esistenza dell'altra.

"In tutte le donne c'è la pazzia di covare un amore segreto che, se non corrisposto e ignorato, distrugge la vita che lo alimenta, se scoperto e corrisposto, conduce come un ignis fatuus in paludi selvagge senza salvezza."

Faccio un appello al mondo: ma che importa se non m'ami? Lasciati amare.
Il mio amore basterà a nutrire entrambi. Ma quando mi ignori, mi tieni a distanza, tu mi uccidi.

Buona Antivigilia caro Lector.



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