mercoledì 11 dicembre 2019

Shakespeare non l'ha mai fatto - Charles Bukowski

"...
la fortuna di conoscervi è come un sole che risplende sempre...
Il che era ed è vero."


Ciao, sei ancora lì?
E' bello vederti.
Oggi è una giornata cupa; sembra che debba nevicare da un momento all'altro.
Stranamente non ci sono ripercussioni sul mio umore. Sono molto serena. Ho ripreso Jane Eyre, forse l'avevo già scritto. Per alcuni versi mi sembra di leggere quello che dichiaro - (a chi? A me stessa!) - da mesi su Persona. Non l'ho ancora finito, ma immagino che la sua storia avrà un esito differente dalla mia, e ne sono felice.
Stavo ripensando a tutte le porte chiuse che non ho più guardato.
Forse ho sparpagliato la mia esistenza di errori. Forse non si deve essere sempre così drastici nelle decisioni.
Vedi, anche Bukowski era tra i miei "insopportabili".
Twitter era così pieno delle sue citazioni che alla fine mi era diventato antipatico. Poi però, in uno dei tanti girovagare senza meta in libreria mi imbatto in questo titolo.
"Otto euro...ma sì dai, proviamo, è stato scritto nel 1979!". *

Lo devo ammettere: sono stata una vera imbecille a non farlo prima.
Bukowski, che lo si ami o lo si odi, è originale. Non ce n'è un altro come lui!
E questo diario di viaggio l'ho trovato molto reale, molto coinvolgente. Non ci sono regole da rispettare. "Dimentica" perfino di appuntarsi i nomi dei luoghi e le date degli eventi, e odia viaggiare.
Chiaramente la formula "diario" aiuta a sentirsi vicini a chi scrive.
Le sue riflessioni ci accompagnano nell'intimità del suo pensiero.
Il Buk alterato dall'alcol è sempre presente, ma quando sbirci il mondo che lo circonda, un po' lo capisci. Intellettuali e ammiratori, i primi espertoni non si sa di cosa e con la puzza sotto il naso, i secondi ciecamente adulanti, non devono essere una compagnia facile da digerire.
E mi sembra di sentire il "tac tac" della sua vecchia macchina da scrivere, mentre su di essa riversa i suoi pensieri, le sue emozioni senza freni, senza impedimenti.

"La morte causava problemi solo a chi veniva lasciato qui, e aveva qualche tipo di rapporto con il deceduto, e i problemi aumentavano in proporzione alla ricchezza che il morto si lasciava alle spalle."

E dopo altre righe:

"Non voglio dire che cominciavo ad annoiarmi a starmene lì in piedi dentro alla cattedrale, ma le mie riflessioni erano terminate ed ero in preda al dopo-sbronza e al sonno (come sempre)."

Trovo questo tipo di contrasto affascinante.
Vero.
Non posso credere che la gente sia afflitta o concentrata su pensieri profondi ventiquattro ore al giorno.
Credo di più in questo sdoppiamento dell'essere, proprio di chi può raggiungere vette elevate e camminare sul fondo degli abissi.

* Mi rendo conto di scegliere i libri sulla base di meditazioni e ragionamenti arzigogolati.
Ma sono veramente da ricovero!!!

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