sabato 7 dicembre 2019

D'un tratto nel folto del bosco - Amos Oz

"Forse perché la derisione è una forma di difesa per chi la usa,
contro il pericolo della solitudine?
Perché si deride in compagnia,
mentre chi suscita il riso resta immancabilmente da solo?"


Mammamia, quanti errori faccio mentre scrivo! Che vergogna! Quando me ne accorgo corro a correggere. Ma in cuor mio non faccio che rimproverarmi: "Ma come hai potuto sbagliare così?".
Decisamente io e le mie me stesse non abbiamo un buon rapporto. Ma di tanto in tanto, ci riappacifichiamo con un racconto.
Oggi voglio parlare di questo libriccino, piccino piccino, pieno di poesia.
La prosa l'hanno inventata per le persone sterili e ignoranti come me, e Amos Oz ha un modo dolce e semplice di scrivere, che arriva a toccare perfino una così.
Non sono stata lettrice.
Avevo la sensazione che ci fosse qualcuno a raccontare pagina per pagina, questa storia particolare di diversi che cercano un riscatto; di segreti ignoranti e di adulti che pensano di essere i custodi della verità.

"Quel che legava Maya e Mati non era amore, era piuttosto un segreto..."

I migliori sono i bambini. Il loro è un mondo puro, che purtroppo gli adulti contaminano. Cerco di crescere, senza diventare adulto. E ultimamente più che "barocca", mi sento una ragazza "brocca", femminile di "brocco". In altre parole: mi sento veramente stupida. Forse dovrei arrendermi. Dovrei vestirmi in modo "più consono alla mia età", anche se non so bene quale sia. Qualunque cosa, pur di non sentirmi ancora fuori posto.
Stasera c'è la prima della Scala. È Sant'Ambrogio e ho mille ricordi che mi punzecchiano da ogni parte. Per oggi mi fermo con le riflessioni. Ma cerco di fare ordine.
Oz, non perdertelo.

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