venerdì 24 novembre 2023

Ciao Freddie

 Caro Blog,
è da un po' che non ti scrivo. Sto cercando di non vomitare ogni mia emozione in questo posto e di lasciare che le emozioni si plachino da sé.
Un po' funziona. Nel senso che non lasciando ovunque tracce del mio rimescolamento emotivo mi sento più normale ed è come se rimuginassi con meno forza su ciò che mi accade.
Oggi è un giorno speciale: si commemora la scomparsa di Freddie Mercury.
Mi sembra giusto interrompere il silenzio e salutarlo con questa canzone: In My Defence.

Non una delle mie preferite, ma non importa.
Oggi mi interessa solo soffermarmi su quella domanda che Freddie cantava al mondo: "How can I try to right the wrong?".
Non sono la persona più titolata per parlarne, ma voglio per una volta dire anch'io la mia su quello che sta accadendo in questi giorni nel mio paese.
Per l'ennesima volta è stata uccisa una ragazza, una donna. Il suo assassino, il suo ex fidanzato. Si erano lasciati da tempo ma lei, preoccupata per il suo stato emotivo, non voleva abbandonarlo del tutto e acconsentiva a frequentarlo.
Sabato 11 Novembre per Giulia, questo il suo nome, una cena al centro commerciale è stata l'ultima cena della sua vita.
Io ero a casa, in pigiama e cercavo di rimanere sveglia per seguire Un Giorno In Pretura (che da quando ho cancellato i profili sui social, seguo con estrema difficoltà). Era stata una bella giornata; ero uscita con il mio papà, ci eravamo presi un caffè insieme in un posticino nuovo, aperto da poco in città e per pranzo avevamo preparato "le frittelle" (cibo semplice che per tradizione si prepara a San Martino, dalle mie parti).
Io ero in pigiama, al sicuro nella mia casa. Giulia combatteva per la sua vita.
Tutto ciò è estremamente ingiusto.
Ora Giulia potrebbe diventare il simbolo di una bella alleanza tra la sfera maschile e femminile, per collaborare a migliorarci.
Invece hanno preferito trasformarla in una guerra: maschi contro donne.
Come se ne esce? Non lo so. Credo sia molto difficile. Parlarne certo, aiuta.
Ma è veramente sconfortante constatare che ancora oggi se una donna viene stuprata "se l'è cercata", perché la gonna era corta, il drink alcolico e la notte tarda.
Lo stipendio è inferiore se sei una donna? L'uomo porta i soldi a casa. 
Ti toccano il sedere per strada? È goliardia.
Ti fischiano e gridano frasi orrende? È solo un apprezzamento.
Lavori e hai bisogno di un aiuto in casa? Hai voluto la parità, ora son fatti tuoi.
Ti fissano in tram? È galanteria.
Il professore invece di farti domande d'esame, ti invita ad un colloquio privato a casa sua, è normale perché le femmine non sono portate per le materie scientifiche.
Per non parlare di come guidiamo, dei commenti sul fisico e delle mestruazioni.

Come vedi l'elenco è lungo. Ed io sono incapace di continuare.
Quello che so però, è che l'esempio della famiglia è importantissimo.
Se i padri e le madri trattano i figli e le figlie allo stesso modo, e insegnano loro il rispetto personale e verso il prossimo, allora metà del percorso lo abbiamo fatto.
Se moglie e marito si rispettano in modo reciproco, il bambino e la bambina respireranno una normalità sana.
Se a scuola non si parlasse più di "essere portati per" quella materia o quell'altra, eviteremmo di inculcare nei e nelle discendenti ridicoli stereotipi di genere.
Bisogna insegnare a gestire le proprie emozioni e a parlarne.
Bisogna imparare a riconoscerle.
Bisogna imparare ad accettare i "no". E a capire che non si possono avere solo "sì" come risposte.

Basta con gente volgare e violenta in TV.
Basta con la musica troglodita nelle orecchie.
Le donne non sono oggetti.
Basta con la depersonalizzazione delle donne.

Cambierà mai, in meglio, questa società? Per le minoranze, per i deboli, per gli indifesi?
Sono stanca di stare dal lato di quelli che devono vivere sempre con la paura.

Oh, what on earth
Oh, what on earth
How do I try
Do we live or die?
Oh, help me, God
Please, help me

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