Per Ada, l'immaginazione è la chiave del lavoro dello scienziato.
Non esiste scoperta scientifica senza immaginazione,
dunque la facoltà di immaginare va analizzata con il più rigoroso metodo scientifico.
ti presento un nuovo amico, adottato la scorsa settimana e terminato oggi pomeriggio.
L'ho comprato attirata dalla copertina alla Matrix in versione omerica e dal titolo.
L'argomento in realtà non mi compete per nulla, ma sono stata attirata come sotto la malia del canto di una Sirena: "Forse, per essere delle buone scienziate femministe, dovremmo imparare a essere più comprensive con i nostri modelli. Dovremmo tirare fuori le nostre madri dal silenzio e ascoltare quel che hanno da dire senza fare domande e senza pretendere risposte."
Diciamo che da brava scienziata ho fatto la mia parte. Non sono certa di potermi definire femminista, ma questo libro mi ha fatto decisamente arrabbiare (e già sento ironici: "Sai che paura?")! Hai mai sentito parlare dell' Effetto Matilda? No? Ti illumino:
Con l'espressione Effetto Matilda si definisce la meticolosa opera di ottenebrazione o minimizzazione o negazione dei risultati conquistati in ambito scientifico dalle donne.
Tali risultati sono puntualmente attribuiti ai colleghi maschi, a volte mariti delle stesse scienziate. E questo accadeva-accade semplicemente perché donne.
La definizione deve il suo nome e i natali alla storica della scienza statunitense Margaret W. Rossiter che nel 1993 ha coniato la locuzione Effetto Matilda, corollario femminile dell'Effetto Matteo.
Se a Matilda vengono tolti onori e riconoscimenti in quanto donna, a Matteo vengono riconosciuti in quanto uomo.
E ti risparmio i luoghi comuni di cui è ancora pregna la nostra società: le studentesse sono portate per le materie umanistiche, gli studenti brillano maggiormente nelle discipline scientifiche.
Devo continuare? La donna non aspira a ruoli di comando; la donna è più portata per ambiti in cui può accudire il prossimo. L'uomo è dotato di intelligenza logica. Le donne sono più empatiche.
Mi fermo: devo vomitare!
Questo è l'effetto che mi provocano i luoghi comuni: la nausea!
Ma torniamo al nostro Amico in carta e inchiostro.
Non mi ha conquistato.
Loreta Minutilli è una giovanissima scrittrice e scienziata. Tra le sue opere c'è anche un libro su Elena di Sparta; e così ha risposto ad una domanda che mi ponevo tempo fa.
Ha unito in questa opera, quella che lei definisce i suoi interessi: il mondo della mitologia e il mondo delle scienze. La scienza scelta è l'Informatica, una scienza da sempre immaginata maschile, per programmatori asociali e solitari, magari musoni e impolverati. La mitologia è più complessa. Non sono capace di riassumere con una parola, ma accanto ad eroine omeriche incontriamo anche eroine reali, storiche, che la Storia però ha dimenticato.
Questa unione si snoda lungo sei racconti. E tra telai ed equazioni incontriamo Penelope, Pandora ma anche Ada Lovelace (che molti conosceranno per il più famoso padre Lord Byron), Grace Murray Hopper e tante matematiche e scienziate che hanno dato impulso alla nascita della programmazione informatica.
La scrittrice tenta di dare una spolverata al mondo Informatico, cercando di renderlo più accessibile anche ai non addetti ai lavori.
Sono sincera: l'dea è bellissima. Però il libro non mi ha convinto. Tanti errori di battitura, di cui l'autrice non è colpevole, mi hanno perfino irritato.
Naturalmente non si deve offendere nessuno per quello che scrivo. So di essere tra quelli che commette un'infinità di errori! Ma a volte può accadere che un libro non mi piaccia. Sono umanissima anch'io e molto ignorante.
Tuttavia sono contenta di aver letto il libro di una scrittrice giovane e che non conoscevo.
Questa lettura mi ha fatto pensare a quanti sacrifici nel corso del tempo ha dovuto fare ogni singola Donna.
Marie Curie, Rita Levi Montalcini, Mary Anning, Ippazia, Artemisia Gentileschi: la lista è infinita, indipendentemente dall'epoca e dal ruolo nella società, essere donne non è mai stato facile. Viene chiesto sempre il massimo, sempre l'eccellenza e spesso non basta.
Da queste donne avrei voluto apprendere il coraggio e la passione.
Due caratteristiche che a me mancano. Non sono una valida rappresentante del genere femminile.
L'unica cosa che posso fare è ricordare.
Grazie a tutte voi. E anche a Loreta Minutilli per avermi traghettato in questo viaggio immaginario, onirico.
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