giovedì 25 maggio 2023

Umiliati ed Offesi - Fedor Dostoevskij

In certe nature capaci di sentimenti teneri e delicati c’è talvolta una sorta di ostinazione, di pudica ritrosia a esprimere e mostrare la propria tenerezza perfino alla persona amata, non solo in presenza di estranei, ma anche a tu per tu; anzi soprattutto a tu per tu; solo di tanto in tanto si lasciano andare a manifestazioni d’affetto, che allora sono tanto più ardenti, tanto più impetuose, quanto più a lungo sono state represse.


Mio caro Amico,
non ti scrivo più come in passato e temo che anche tu, presto, possa stancarti di me.
Evito di opprimerti con il mio senso di inferiorità e le mie emozioni negative. Ma la mia vita è una collezione multiforme di delusioni che non ho più la forza nemmeno di scriverti.
Eppure appena sono qui davanti al pc, sento brillare dentro di me una piccola luce.
Forse devo trovare il mio equilibrio amico mio. Non posso scriverti solo quando ho un libro da presentarti. Ma nemmeno posso farlo quando sono così abbattuta.
Mentre cerco il bandolo della matassa permettimi di esprimerti il mio entusiasmo per questo "romanzo minore" di Dostoevskij che mi ha letteralmente rapito. E infatti, ho letto con costanza e affetto, tutto d'un fiato.
Inutile dirti che non condivido l'espressione "minore". Perché per me è un bellissimo romanzo. Scorrevole e ben scritto. Lontano dai capolavori come I fratelli Karamazon o I Demoni. Ma ripeto, è un romanzo indipendente, che brilla di luce propria e che non ha niente da invidiare ai fratelli maggiori.

Dostoevskij ormai quarantenne dopo anni di lavori forzati, torna umiliato dall'esilio in Siberia.
Le notti bianche e Povera gente sono stati pubblicati con successo.
Una fase di transizione prima dei sublimi Memorie del sottosuolo e I fratelli Karamazov.
Il romanzo Umiliati ed Offesi fu pubblicato a puntate sulla rivista Vremya. Quindi doveva essere scritto in modo tale da attirare i lettori. Ed effettivamente io l'avrei comprata settimana dopo settimana. Perché la storia del giovane Vanja mi ha preso fin dal suo primo incontro con il vecchio Smith.

I suoi personaggi sono tormentati e il colpo di scena non cambia.
C'è il super cattivone e le giovani vittime.
I personaggi sono caratterizzati psicologicamente nel solito modo da urlo, che mi fa amare Dostoevskij. E per quanto possa essere banale, devo ribadirlo: la capacità narrativa di Dostoevskij è inarrivabile. 

C'è una cosa che mi ha particolarmente colpito in questo romanzo.
Come se fossimo in una puntata di Friends le scene si svolgono quasi sempre in casa.
Come se fossimo all'interno dei personaggi sempre in contatto con il loro "io" più intimo e personale.

Noi suoi fedeli lettori, abbiamo imparato a conoscere i nobili della società Russa, sappiamo bene quanto siano infidi e corrotti. Purtroppo sono anche quelli che dominano il corso degli eventi e le vite degli altri. E che non hanno nessun timore nel prendersi ciò che vogliono, anche a costo di sofferenze altrui.
Coloro che subiscono, rimangono come paralizzati di fronte alle offese e alle umiliazioni. 
Eppure essi sono i forti, sono quelli veramente liberi.
Quelli schiavi delle circostanze, del denaro, sono gli altri.

L'amore è forse la luce che illumina le vite di tutti i personaggi.
L'amore e la sua assenza.
Non tutti i cuori sono in grado di amare. Di capirne la forza.

Ci si affeziona a questi personaggi. E avremmo voluto un finale più "giusto".
Ma Dostoevskij ci ha insegnato che in questo mondo non tutto procede secondo giustizia.
Io sarei stata buona materia per un personaggio secondario del grande scrittore russo.

p.s. In questi giorni le terre dell'Emilia-Romagna sono state sommerse da acqua e fango.
Come sempre si contano i danni, si piangono i morti.
L'evento è stato eccezionale, ma solo perché non vogliono ammettere il cambiamento climatico.
E nessuno fa niente per contrastarlo.
La guerra in Ucraina non accenna ad esaurirsi. 
L'Inter ha vinto la sua seconda Coppa Italia.
Gli italiani sono ufficialmente pessimisti.
Io sono depressa.

giovedì 18 maggio 2023

Il mio maestro mi insegnò com'è difficile trovare
l'alba dentro l'imbrunire.
(Prospettiva Nevsk, Franco Battiato)


Caro Blog,
ho un carattere difficile. Sono una pessima persona.
La maggior parte delle volte vorrei strapparmi il cuore dal petto e gettarlo via, lontano.
Così il mio carattere orribile non conoscerebbe debolezze.
Ma ci sono delle volte, rarissime, in cui devo riconoscere che la tenerezza del mio cuore ha un sapore dolcissimo e straordinario.
Sembra possa provare un amore tale da avvolgere tutto il mondo.

Ecco perché sono e resterò sempre sola.
Portare il mio cuore è una responsabilità non sopportabile per tutti.

mercoledì 17 maggio 2023

 Ora, nel medesimo attimo ch'egli qua soffriva,
c'erano le montagna solitarie nevose che levavano al cielo notturno
le azzurre fronti...
Sì, sì, le vedeva, le vedeva così... c'erano gli oceani... le foreste...


Mi era piaciuto così tanto il volume di Leopardi, che quando al supermercato ho visto questo di Pirandello non ho resistito!
Un volume adatto a chi va a scuola, ma anche a chi a scuola non ci va più da tempo. Personalmente è stato come incontrare un vecchio amico dopo tantissimi anni.
Pirandello non è uno scrittore qualsiasi. L'aggettivo pirandelliano esiste anche in altre lingue europee. E proprio non me lo so immaginare il teatro senza la sua influenza!
In questo libro sono raccolte dieci novelle più o meno famose.
E come in tutto ciò che riguarda Pirandello, i sentimenti messi in scena non sono sempre gli stessi.
Pertanto alcune ci strapperanno un sorriso, altre una riflessione, altre ancora un lacrima.
L'umanità è variegata, lo sapeva bene Pirandello che cercava di non escludere nessuno.
Personalmente ho apprezzato maggiormente l'ultima delle tre sezioni. Quella intitolata "Apparenza e verità".
La realtà vera delle cose, delle persone rimarrà sempre imperscrutabile, perché diversi sono i punti di vista di chi analizza un fatto o entra in contatto con il prossimo.
In altre parole: tutto è relativo. Non esiste un solo modo di vivere la vita.
Non esiste una sola sfumatura di colore.

Spero di vivere sempre immersa nell'immaginazione, perché è l'unica cosa che mi tiene ancora a galla. L'unica che mi lascia pensare che sarei stata un'ottima insegnante, un'ottima professionista. Sarei stata una brava madre. Tutto questo posso dirlo solo grazie all'immaginazione. E a questo volumetto che per qualche ora me l'ha risvegliata.

c'è lo sentiamo tutti qua, come un'angoscia nella gola, il gusto della vita,
che non si soddisfa mai, che non si può mai soddisfare, perché la vita, nell'arco stesso che la viviamo, è così sempre ingorda di se stessa, che non si lascia assaporare.
Il sapore è nel passato, che ci rimane vivo dentro.
Il gusto della vita ci viene di là, dai ricordi che ci tengono legati.

Lo hai notato anche tu?
Nei libri "se stesso" è scritto senza l'accento. Ma a me piaceva molto quel commento che lessi tempo fa su un blog, che diceva più o meno: "Cosa ve ne fate del tempo risparmiato a non mettere l'accento?".
Benedetta lingua italiana! Non commettere errori è impossibile.
Tante eccezioni, tante concessioni.
Come Pirandello: mille stili, mille parole per abbracciare i mille aspetti dell'umanità.
Come Pirandello, come la vita.

Buonanotte Blog,
oggi vado a dormire con la fiducia nei sogni.

martedì 16 maggio 2023

La Camera Azzurra - Georges Simenon

 Non c'era niente di reale nella camera azzurra.


La mia pila di libri si sta esaurendo. Anche se non si direbbe, in questo 2023 non ho fatto acquisti pazzi, ma ho quasi sempre ricercato "l'affare". Quando ci sono gli sconti non trovo mai titoli che vorrei, ma con La Camera Azzurra ho avuto fortuna. Infatti è un romanzo famosissimo, scritto da un autore famosissimo che insieme con Lolita o Suite francese, mi sono spesso ripromessa di leggere. Ed infine...

Lo scrittore belga di lingua francese lo abbiamo già incontrato. E abbiamo avuto modo di apprezzare il suo stile narrativo semplice e coinvolgente. Ma pur essendo il padre del commissario Maigret, pur essendo definito uno degli autori più prolifici di tutto il XX secolo, non essendo un'amante dei gialli non avrei mai pensato di ritrovarmi a leggere una sua opera, per la seconda volta.
Con questo acquisto, la mia tripletta di letture si può considerare un successo: infatti La camera azzurra è un libro che si fa apprezzare e che devi leggere. Fa parte di quei romanzi che egli definì "duri" e a ben guardare, questo Simenon meritava maggiore considerazione da parte nostra.
La sua vita è stata segnata sicuramente dalla sua famiglia, o "clan" come ironicamente definiva la famiglia dei suoi genitori. Segnata non con declinazione negativa, ma nel senso che lo ha reso un essere fuori dal comune. Doveva essere un irrequieto. Uno con l'incessante bisogno di muoversi. Non riusciva a stare fermo in un luogo, in un posto e nemmeno in una relazione. Aveva fama di fumatore e playboy incallito. Pare che perfino Fellini cercasse in lui, ispirazione per il suo Casanova. 
Se paragonato al numero di amanti, quello di libri scritti diventa ridicolo.
Ma ciò non fa che aumentarne il fascino. 
In realtà deve avere anche sofferto molto.
Un'anima continuamente in viaggio deve essere un'anima pungolata, sofferente.
E leggere della figlia morta suicida mi ha intristito all'istante.
Simenon non doveva essere simpatico ai suoi contemporanei, critici e colleghi.
E ciò lo rende, invece, giusto ai miei occhi.
Per scrivere circa cinque volumi all'anno doveva avere una disciplina e un controllo di sé stesso notevoli.
Spiegava la sua scrittura come una sorta di rituale in quattro fasi.
E a questo rituale vi accedeva solo dopo un primo processo di incubazione, in cui si sentiva come in una sorta di trance. Non era un periodo piacevole. Semmai sofferto, nervoso. 
E a questo seguiva il bisogno di liberarsi, di alleggerirsi di quanto aveva accumulato.
Descriveva lui stesso il suo rituale, individuando le 4 fasi in questo modo:

  • ambientamento: a volte era come partire da un odore. Simenon non pensa alla trama. Passeggia, evita le persone, si sente scontroso. Ha a disposizione massimo 3 giorni per entrare nello "stato romanzo" e conoscere il suo personaggio principale. Chi è, cosa pensa, come vive?
  • ricapitolazione: due giorni a disposizione per riordinare le informazioni raccolte, inclusi i nomi di coloro che incontrerà nella storia.
  • redazione: ci siamo, un capitolo al giorno per raccontare in massimo 7-10 giorni la trama.
  • revisione: ora ci si può divertire, ripulendo e sistemando stilisticamente il suo racconto. Quattro, cinque giorni e il libro in un mese è pronto.
Detta così sembra proprio facile. Un gioco da ragazzi!
Immagina le critiche, immagina l'invidia dei suoi contemporanei.
Infatti Simenon è uno dei pochi casi in cui alla quantità corrisponde qualità.
Egli seguiva in modo stakanovista ogni fase del suo libro. Ne curava anche l'edizione. E pur cercando di non pesare troppo sulle spese dei suoi lettori, non voleva che la sua opera fosse popolare o, per così dire, roba troppo commerciale.

La camera azzurra rappresenta in sintesi tutto quello che abbiamo detto del suo autore.
La copertina scelta da Adelphi pubblica un quadro di René Magritte, La prova del sonno (1926-1927). 
Direi che è una scelta accattivante. Il colore dominante è l'azzurro, che conquista sin dal primo momento in cui si prende tra le mani questo libro.

Forse i personaggi sono "invecchiati male" almeno un pochino, da quando il libro è stato pubblicato nel 1964 ad oggi.
Ma la trama ci rapisce già dalle prime pagine.
E il fatto che sia un romanzo breve conferma la mia teoria: che ci sono alcuni libri che andrebbero resi più snelli, ma quelli belli andrebbero prolungati.
Personalmente mi sono appassionata alla storia di Tony e senza voler anticipare nulla della trama, ho provato molta pena per sua moglie.

Uno spaccato della vita comune dei piccoli borghi che è indicibilmente attuale, anche se quel tipo di personaggio oggi risulta fin troppo stereotipato.
Mentre leggevo, immaginavo alcuni quartieri, anche nelle grandi città, in cui tutti conoscono gli affari altrui.
Ma alcune "pennellate" nel racconto hanno perso con gli anni la loro brillantezza.
Poco male! Resta comunque un classico avvincente.

Buonanotte caro Blog,
grazie per avermi fatto compagnia.

lunedì 15 maggio 2023

La Morte Felice - Albert Camus

 L'errore piccola Catherine, è credere che si debba scegliere,
che si debba fare quello che si vuole,
che ci siano delle condizione di felicità.
Vedi quello che conta veramente è la volontà della felicità
una specie di enorme coscienza sempre presente.


Lo avrò scritto tante volte: le occasioni 1+1 delle grandi case editrici vanno sempre colte!
Ho comprato questo romanzo Bompiani insieme con La Perla di John Steinbeck; l'unico criterio per la scelta è stato il nome dell'autore. E non me ne sono pentita nemmeno un po'.
E dire che l'autore lo aveva abbandonato!
Procediamo con ordine:
La Morte Felice può essere considerato il primo romanzo di Albert Camus. Tuttavia è più un proto-romanzo (non nel senso di "lingua intermedia", ma come se fosse una protocellula, una prima struttura di romanzo) visto che fu "abbandonato" in favore dell'altro grande romanzo dello scrittore francese: Lo straniero. Anche se, malgrado le numerose similitudini, restano due romanzi distinti. 
La Morte felice fu pubblicato solo dopo la morte di Camus. E nell'introduzione all'opera di Giovanni Bogliolo c'è come un avvertimento, un voler rassicurare il lettore: se ci sono dei momenti confusi o delle cose che non ti tornano durante il tuo viaggio tra queste pagine, non preoccuparti, perché il romanzo è stato abbandonato dal suo autore. È una specie di orfano della letteratura! Puoi metterlo nella tua libreria per diletto.

Naturalmente sto enfatizzando.
A me il romanzo è piaciuto tantissimo. E complice la mia personale confusione, non ho trovato nessun buco nero o momento oscuro. L'ho considerato un piacevole percorso interiore che per alcuni versi mi ha richiamato alla mente Delitto e Castigo ma forse, senza il delitto.
Probabilmente tra qualche tempo rinnegherò questa mia affermazione.
Ma il mio attuale stato mentale mi fa dire quello che sto per scrivere.

Attenzione perché dovrò anticipare il cuore della trama ed essendo un romanzo di 130 pagine, avrò lasciato poco di inespresso.



*** ANTICIPAZIONE TRAMA ***

Il romanzo è diviso in due parti la prima si intitola Morte naturale, la seconda Morte cosciente.

La trama lega la vita e la morte di Patrice Mersault e di Zagreus.
Il primo è un impiegato di un ufficio portuale, che vive in quasi totale solitudine. Non ha mai amato veramente. Le sue relazioni sono tutte superficiali. Aspira alla felicità, vissuta come un desiderio interiore di libertà.
Zagreus è un uomo colto e ricco, ma soprattutto invalido. Non ha più gli arti inferiori e per qualsiasi bisogno, deve farsi aiutare da un infermiere.
Come una specie di Virgilio, inizierà Patrice lungo un viaggio che dovrebbe portarlo ad essere felice. Il passaggio per la felicità, in realtà, è il tempo. 

Essere ricchi ti fa avere tempo. Ecco perché puoi coltivare la felicità.
Zagreus - Mefistofele gli propone un patto: ucciderlo per porre fine alle sue prolungate sofferenze in cambio di denaro.
L'autore ha intitolato questa parte: Morte Naturale.

Perché ho citato Delitto e Castigo?
A tutti gli effetti c'è un delitto: un omicidio.
Ed un castigo: il rimorso interiore che ti perseguita e corrode fino a farti morire.
Siamo sicuri?
Lo scrittore dell'assurdo e della rivolta, semina indizi: morte naturale e morte cosciente.

C'è un delitto? Il corpo è destinato a morire. Questo è un fatto naturale.
Un uomo soffre, sente che la sua non è una vita. Non può lavarsi, non può uscire, non può dormire se qualcuno non lo aiuta; centellina anche il bere per ridurre le richieste di aiuto nell'arco della giornata.
Si sente umiliato. Vuole morire. Chiede ad un altro di aiutarlo.
La vita è un tesoro prezioso da preservare e di cui godere.
Ma ci sono tante situazioni diverse nel mondo che non mi sento di giudicare e di cui dovrebbe parlare solo chi ha studiato il tema in modo serio e profondo.

*** FINE ANTICIPAZIONE e sproloqui vari ***


Camus ha spesso espresso la sua opinione con quel "morte naturale"?
Assurdo ma vero: l'uomo nasce e morire è naturale.
Ma la ribellione di Camus, già covava sotto queste pagine.
Patrice si ribella a questa assurda accettazione della morte naturale, capiva che non bisognava addormentarsi ma vegliare.
La morte cosciente.
Non importa per quanto tempo, non si vive felici più o meno a lungo. lo si è. Punto e basta.
E la morte non conta, in questo caso è un incidente della felicità.
Patrice è stato, ne è cosciente, può morire una morte felice.

Era come se ricominciasse la partita da zero,
ma con la coscienza delle sue forze e la lucida febbre
che lo spingevano verso il suo destino.

130 pagine di intensa scrittura. Ne sono stata assorbita completamente. Mentre scrivevo mi sono resa conto di quante cose avrei voluto dire. E di quante affermazioni gravi e anche fraintendibili, abbia concepito.*
Ma se un libro suscita simili battaglie interiori allora è un bel libro.
Le mie opinioni sono come sempre quelle di una che legge in modo superficiale.
Ma alcuni scrittori risvegliano parti sedate della mia anima.
Camus è uno di questi.


*ore 00.46
Per amore di verità, confesso di aver ripulito il mio post di alcune frasi che potevano essere fraintendibili e fraintese.
Come fossi stata colpita da un fulmine, mi sono spaventata ripensando ad una parte del mio post; così l'ho cancellato.
Forse sono vigliacca. Ma per la prima volta mi sono sentita responsabile di ciò che scrivo.
Se qualcuno capita qui e per caso, sta attraversando un momento difficile, vorrei che si sentisse al sicuro.
Non dico che qui dovrebbe trovare arcobaleni e unicorni, ma vorrei che si sentisse vicino ad una persona fragile che scrive sotto l'impulso del momento, ma che nella vita ha comportamenti sani e mai autolesionisti o deleteri o pericolosi per altri.
Senza esagerare, vorrei che si sentisse vicino a qualcuno che essendo a pezzi di suo, non giudicherebbe mai il prossimo, anzi lo ascolta e abbraccia.

domenica 14 maggio 2023

La Gioia di Scrivere - Wistawa Szymborska

L’anima la si ha ogni tanto.
Nessuno la ha di continuo
e per sempre.

Giorno dopo giorno,
anno dopo anno
possono passare senza di lei.

A volte
nidifica un po’ più a lungo
sole in estasi e paure dell’infanzia.
A volte solo nello stupore
dell’essere vecchi.

Di rado ci da una mano
in occupazioni faticose,
come spostare mobili,
portare valige
o percorrere le strade con scarpe strette.

Quando si compilano moduli
e si trita la carne
di regola ha il suo giorno libero.

Su mille nostre conversazioni
partecipa a una,
e anche questo non necessariamente,
poiché preferisce il silenzio.

Quando il corpo comincia a dolerci e dolerci,
smonta di turno alla chetichella.

È schifiltosa:
non le piace vederci nella folla,
il nostro lottare per un vantaggio qualunque
e lo strepito degli affari la disgustano.

Gioia e tristezza
non sono per lei due sentimenti diversi.
E’ presente accanto a noi
solo quando essi sono uniti.

Possiamo contare su di lei
quando non siamo sicuri di niente
e curiosi di tutto.

Tra gli oggetti materiali
le piacciono gli orologi a pendolo
e gli specchi, che lavorano con zelo
anche quando nessuno guarda.

Non dice da dove viene
e quando sparirà di nuovo,
ma aspetta chiaramente simili domande.

Si direbbe che
così come lei a noi,
anche noi
siamo necessari a lei per qualcosa.


Ciao Blog,
oggi festa della Mamma. Oggi cerco di essere serena e una persona migliore.
Da dove partire? Forse da un bel libro di poesia. La poetessa polacca e premio nobel della letteratura nel 1996, Wistawa Szymborska è il capitano ideale cui affidarsi nel tetro mare della vita.
Questo volume Adelphi comprende l’intera produzione poetica, inclusa la più recente raccolta Qui, apparsa in Polonia nel 2009. Ci sono poesie meravigliose e direi, per tutti i giorni. Riesce a trasformare in poesia la quotidianità del mondo reale. E la cosa che più ammiro è che scrive come se si rivolgesse ad un solo lettore, proprio a "te" lettore. Non uno qualsiasi, non uno tra tanti; ma quell'unico e solo.
Difficile citare tutto quello che mi è piaciuto. Te lo consiglio per i momenti duri. Per quei giorni in cui sbatti la testa contro il muro e pensi di non farcela. Una bibbia contro il logorio della vita moderna, contro l'esaurimento nervoso.

La copertina scelta da Adelphi mi ha fatto pensare ad Alice che cade nella tana del Bianconiglio.
E leggere le liriche di questa splendida poetessa equivale a fare un viaggio onirico, a lasciarsi cadere nel mondo del sogno.
Un invito a dare un senso, un significato nuovo alle cose della vita.

Quando si parla di poesia si pensa sempre a qualcosa di alto, inarrivabile e intoccabile.
Ma con questa splendida poetessa, Wistawa Szymborska, lo stupore nasce dallo scoprire che lei parla la nostra lingua; è lo sguardo che la rende unica.
Stravolge tutto.

Devo molto
a quelli che non amo.

Il sollievo con cui accetto
che siano più vicini a un altro.

Vorrei ringraziare questa poetessa per avermi fatto compagnia in questa vita così buia.
Naturalmente non posso farlo. Lei non c'è più. Lei è nella parte bella dell'universo. 

venerdì 12 maggio 2023

 Caro Amico,

è da tanto che non ti scrivo. Ho dovuto prendere questa pausa per il mio stesso bene; i miei pensieri sono monotematici e spaventosi.
Nel cuore della notte mi ritrovo a chiedermi: "Perché? Perché?".
Perché la morte occupa così prepotentemente il mio spettro visivo, perché si insinua nei miei sogni? Perché non riesco a vivere ogni giorno in modo sereno? Perché lo sconforto e lo smarrimento sono sempre al mio fianco?
Non ho mai fatto del male a nessuno, e non l'ho mai nemmeno augurato.
Sono sempre stata una persona educata, rispettosa del prossimo.
Quando ho capito "di essere di troppo" sono andata via e per lo più in silenzio.
Questa è forse la colpa che mi si può imputare: non parlare.
Ma a parte questa mia chiusura, che non credo sia mai stata deleteria per gli altri, il mio impatto nelle vite altrui è pari allo zero.
E allora, io essere invisibile e silenzioso, perché devo essere bistrattato così?
Lo ammetto: negli ultimi anni ho avuto gravi difficoltà economiche e col passare del tempo la situazione è peggiorata.
Ma posso vergognarmi di questo?
Posso assumermi più colpe del dovuto?
Non rubo, non chiedo sussidi, non compio atti illegali.
Sono una fallita, lo so. Ma devo dirmelo ogni secondo?
Devo sentirmi in colpa per ogni sorriso?
Ho smesso di uscire, di incontrare gente. Non prendo in giro nessuno.
Chiedo solo di vivere la mia vita in silenzio e concedendomi qualche passeggiata di tanto in tanto, in contemplazione del creato.
Perché per me osservare la molteplicità dei fiori gialli sul ciglio della strada, l'operosità delle rondini che costruiscono il proprio nido, è un miracolo! Mi incanto. Mi inebrio della bellezza della natura. E so di essere una privilegiata.
Ma credimi, lo racconto solo a te.
Non stresso nessuno per questo.
E ti ringrazio per avermi ascoltato.

Ho sospeso le mie letture. 
Perché non riesco a godere nemmeno di queste.

Ho bisogno di un po' di tempo per ricaricarmi.
La Morte mi ha sfiorato troppe volte in questi mesi, minacciando le persone che amo; magari sono solo stanca.

lunedì 1 maggio 2023

Beltane

 Oggi visualizzo me stessa nell'atto di spalancare le finestre per lasciar entrare la nuova luce e aria fresca.
Inoltre sto stropicciando i cuscini e sbattendo le coperte.
Le lenzuola pulite e profumate si agitano al vento fresco del nord.
Sono in movimento, sono viva.
Riordino, pulisco, sposto energie. Nulla deve depositarsi, nulla deve ristagnare negli angoli.
Il nuovo mese deve trovare un ambiente accogliente e pronto alla semina. 
Voglio germogliare, voglio fiorire, voglio essere raccolta.
Voglio nutrire. Voglio accogliere. Voglio consolare. Voglio confortare. Voglio amare.
Lasciatemi fare.
Lasciati amare.

Otto miliardi di anime e credo ancora di aver trovato la mia gemella.
Ma non sono stata in grado di farmi riconoscere.
Ci pensi? Magari ci siamo incontrati un sacco di volte in centro. A mangiare un gelato. Ho scattato una foto e magari è sullo sfondo, oppure io sono la figura mossa nelle sue. Che anno era? Che giorno? Era sul lago, o sulla scala mobile.
Eravamo magma eruttato nello stesso momento, ci siamo ricongiunti in forma umana.
Eravamo acque del ghiacciaio himalayano, poi trasportate dal vento come nuvole.
In piaggia ci siamo riversati sulla terra ed oggi nelle lacrime ti rincontro.

Primo Maggio si fa festa in tutto il mondo.
Primo Maggio evviva il lavoro e i lavoratori!