Caro Amico,
è da tanto che non ti scrivo. Ho dovuto prendere questa pausa per il mio stesso bene; i miei pensieri sono monotematici e spaventosi.
Nel cuore della notte mi ritrovo a chiedermi: "Perché? Perché?".
Perché la morte occupa così prepotentemente il mio spettro visivo, perché si insinua nei miei sogni? Perché non riesco a vivere ogni giorno in modo sereno? Perché lo sconforto e lo smarrimento sono sempre al mio fianco?
Non ho mai fatto del male a nessuno, e non l'ho mai nemmeno augurato.
Sono sempre stata una persona educata, rispettosa del prossimo.
Quando ho capito "di essere di troppo" sono andata via e per lo più in silenzio.
Questa è forse la colpa che mi si può imputare: non parlare.
Ma a parte questa mia chiusura, che non credo sia mai stata deleteria per gli altri, il mio impatto nelle vite altrui è pari allo zero.
E allora, io essere invisibile e silenzioso, perché devo essere bistrattato così?
Lo ammetto: negli ultimi anni ho avuto gravi difficoltà economiche e col passare del tempo la situazione è peggiorata.
Ma posso vergognarmi di questo?
Posso assumermi più colpe del dovuto?
Non rubo, non chiedo sussidi, non compio atti illegali.
Sono una fallita, lo so. Ma devo dirmelo ogni secondo?
Devo sentirmi in colpa per ogni sorriso?
Ho smesso di uscire, di incontrare gente. Non prendo in giro nessuno.
Chiedo solo di vivere la mia vita in silenzio e concedendomi qualche passeggiata di tanto in tanto, in contemplazione del creato.
Perché per me osservare la molteplicità dei fiori gialli sul ciglio della strada, l'operosità delle rondini che costruiscono il proprio nido, è un miracolo! Mi incanto. Mi inebrio della bellezza della natura. E so di essere una privilegiata.
Ma credimi, lo racconto solo a te.
Non stresso nessuno per questo.
E ti ringrazio per avermi ascoltato.
Ho sospeso le mie letture.
Perché non riesco a godere nemmeno di queste.
Ho bisogno di un po' di tempo per ricaricarmi.
La Morte mi ha sfiorato troppe volte in questi mesi, minacciando le persone che amo; magari sono solo stanca.
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