venerdì 22 settembre 2023

La felicità non è una questione di avvenimenti;
essa dipende dalle onde della mente.
(Alice Christiana Gertrude Meynell)


Alice Meynell è ricordata come poetessa inglese; nacque nella seconda metà dell'Ottocento. Visse in alcuni paesi d'Europa, inclusa l'Italia.
Oggi parlo di lei perché mi ha colpito la causa della sua morte a 75 anni: sicuramente era malata, e tra le malattie "sotto accusa" si menziona la depressione.
Da ragazza doveva essere bella e sognante.
La immagino inseguire nuvole, osservare i raggi del sole che giocano con le nuvole stesse e formano numerosi riflessi.
La immagino in famiglia, mentre osserva il fascino della madre far leva anche sullo spirito di Charles Dickens.
Morì nell'Ottobre del 1922. Non ha mai conosciuto gli orrori della Seconda Guerra.
Ma ha avuto altre guerre da combattere; scelse di fare la sua parte in quella del suffragio universale; ha scritto numerosi articoli sulla parità di genere e i diritti delle donne. Una poetessa, una donna forte e contemporaneamente fragile.
Forse la sensibilità è un peso che a lungo andare, piega e infine spezza, chi lo porta.

Tra le altre, mi piace questa sua poesia, che trascrivo qui, per non perderla.
Una poesia nella quale mi tuffo, con tutta la malinconia che il mio cuore prova in questi giorni.

Si intitola: Rinuncia

Non devo pensarti; così, stanca, dura,
scanso l’amore che alligna in ogni gioia –
l’amore per te – ascesi nel cielo azzurro,
nota futile nella più cara canzone.
Oltre i pensieri che addolciscono
il corpo, mi abbaglia l’oscuro nitore di te;
che mai ti veda è necessità, per questo
tutto il giorno mi fermo dinnanzi.
Ma quando il sonno sigilla il giorno,
la notte blocca questa veglia patetica
e ogni legame che credo necessario si scioglie,
la volontà va deposta come una vestaglia:
sulla soglia del sogno, scoscendo nel sonno,
corro, corro, riassunta nel tuo cuore.

Quello che mi dico ogni santo giorno: non devo pensare a PA, non devo scrivergli.
E allora vado avanti per i fatti miei, triste, vuota e sola. E penso di farcela.
Ma quando tu torni o arriva la notte, mi scopro stanca e abbattuta.
Non posso permettermi di dirti come mi sento.
Non posso farlo più con nessuno.
Se tornerai a scrivermi, indosserò una maschera.
Sarò sciocca e divertente. Due minuti di distrazione.
Confido nei sogni.
Lì dove vado, lascio massa e volume del mio corpo, e riprendo spessore e valore della mia anima.
Il cuore fa da bussola e indica la strada per raggiungerti almeno nel regno di Morfeo.



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