domenica 15 ottobre 2023

Cent'anni con Italo Calvino

 Se alzi un muro,
 pensa a ciò che resta fuori!
(Il barone rampante)


15 Ottobre 1923, nasceva a Santiago de Las Vegas, nell’isola di Cuba, Italo Calvino.
Uno degli scrittori più significativi e particolari del panorama letterario italiano.
Quello che c'è da sapere su di lui lo racconteranno meglio di me scrittori e blogger professionisti.
Ciò che scriverò io, è quel Calvino che esiste nel mio cuore.
L'ho eletto mio amico personale; autore che maggiormente mi supporta nei momenti di sconforto. Non è il solo, è in compagnia di autori stranieri e di autori che lui conobbe in vita e che gli furono realmente amici.
Mi hanno colpito il suo carattere schivo e timido della gioventù, il suo stile rivolto alla fantasia e alla fiaba come solo un eterno bambino è capace di fare, e quella sua necessità di viaggiare per il mondo, alla continua ricerca di un luogo che lo facesse sentire al sicuro.
Forse la Liguria è la terra che meglio ha rappresentato questa pace per la sua anima; ma non posso non immaginarlo camminare per i portici torinesi, magari seduto ad un caffè del centro, a parlar di libri e parole con gli amici Einaudi, Pavese, Ginzburg Natalia e Leone.
Il suo mondo, il suo pensiero vivono nei suoi libri.
Ed è difficile non tornare con la memoria a quelle splendide pagine che in diversa misura, mi hanno aiutato a immaginare un possibile mondo diverso.

Immagina cosa accadrebbe se una notte d'inverno, un viaggiatore camminasse lungo il sentiero dei nidi di ragno e giungesse nel paese delle città invisibili.
Forse incontrerebbe un cavaliere inesistente che potrebbe invitarlo a sostare presso il castello dei destini incrociati, per raccontare la sua storia ai presenti.
Qui conoscerebbe certamente il visconte dimezzato e il barone rampante.
Apprenderebbe di amori difficili e di fiabe per i più piccini
Dai racconti del signor Palomar e di Marcovaldo potrebbe ricavare lezioni americane e comprendere perché leggere i classici è meglio che non leggerli.
La sua vita non sarebbe più la stessa. Questi incontri sicuramente lo vedrebbero modificarsi. I personaggi stessi inizierebbero a modificarsi davanti ai suoi occhi.
Tornando a casa, ultimo viene il corvo a salutarlo, consapevole che nessuno gli sparerà questa volta.


Quando si entra in un libro, se ne esce cambiati. La memoria trattiene quello che le è possibile. Ma la maggior parte del lavoro lo fanno le emozioni e il cuore.
Da Calvino si apprende sempre una lezione sugli altri e su sé stessi.
Siamo spesso le vittime del noi-carnefice, soprattutto quando non ci capiamo fino in fondo e non ci fermiamo ad analizzarci.
Quando non comprendiamo la nostra natura mutevole, volatile per alcuni versi.
Siamo spesso in contatto con altri, eppure siamo così distanti da sentirci soli, soli con noi stessi.
E allora qual è il senso del vivere?
Ci tormentiamo alla ricerca di qualcosa che non riusciamo ad afferrare. O quando l'abbiamo presa ci pare di aver perso tempo.
E allora eccoci ancora a cercare di capire il mondo, a cercare di capire l'amore, i sentimenti, gli altri, "i noi".
Siamo creature fragili, possiamo ammalarci, morire, il destino stesso può piegarci ed esserci ostile.
Forse per questo motivo nel mondo di Calvino c'è tanto spazio all'immaginazione.
E i confini tra reale e favoloso sono spesso sfumati che è come se ci fossero entrambi.
Chissà forse era una lezione da apprendere: il mondo reale e il mondo dell'immaginazione sono entrambi essenziali per sopravvivere e per comprendere appieno la condizione umana. 

"E lei: – Tu non credi che l'amore sia dedizione assoluta, rinuncia di sé…
Era lì sul prato, bella come mai, e la freddezza che induriva appena i suoi lineamenti e l'altero portamento della persona sarebbe bastato un niente a scioglierli, e riaverla tra le braccia…
Poteva dire qualcosa, Cosimo, una qualsiasi cosa per venirle incontro,
poteva dirle: – Dimmi che cosa vuoi che faccia, sono pronto… – e sarebbe stata di nuovo la felicità per lui, la felicità insieme senza ombre.
Invece disse: – Non ci può essere amore se non si è se stessi con tutte le proprie forze.”

Calvino non è solo un autore di libri.
Calvino ha attraversato cent'anni di vita come il polline in primavera: viaggiando leggero e inseminando la vita stessa.
Ad alcuni provoca allergia, ad altri porta il profumo e la sorpresa della primavera.
Buon compleanno Italo,
ovunque tu sia, sento il ticchettio delle tue dita sulla macchina da scrivere accompagnarti.
Arriva fino al mio cuore quella musica.
E mi sento meno triste.
È meno buio.


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