martedì 10 ottobre 2023

Felici i felici - Yasmina Reza

 È vero che dico spesso me ne vado, riconosco che è vero,
ma non vedo come potrei non dirlo, dato che è l'unica cosa che ho voglia di fare,
dato che non vedo altra via di uscita se non la diserzione immediata,
ma riconosco anche che lo comunico sotto forma, sì, sotto forma di ultimatum.

Caro Blog,
questo Ottobre è l'immagine luminosa di un Autunno che non ce l'ha fatta.
Ma ciò nonostante,
malgrado le terribili conseguenze,
in barba alla gravità di ciò che questo comporta [mi riferisco alla grave crisi climatica in atto], la gente è felice. Felice di poter andare al mare, di godersi il fine settimana nelle città d'arte, nei borghi, al lago...

Scriveva Borges, nel suo Frammenti di un Vangelo apocrifo: «Felici gli amati e gli amanti e coloro che possono fare a meno dell'amore. Felici i felici.»

Il romanzo della scrittrice francese Yasmina Reza, ci pone di fronte una considerazione particolare: essere felici è un talento, e se non lo si possiede allora conviene ridurre al minimo le pretese di felicità, per non farsi troppo male.

Ci ho pensato un po' su. Avevo comprato il  libro proprio perché attratta dal curioso titolo.
Cos'è la felicità? UN'emozione effimera che si sazia con il raggiungimento di bisogni.
Non sono pratica di felicità, ma se mi soffermo a considerare la scacchiera mondiale, essere felici mi sembra un atto di ribellione. O ignoranza. 
Ho la sensazione che l'essere felice, oggigiorno sia avulso dalla realtà. Abbandonarsi ai propri bisogni e alle proprie conquiste, sentirsene felici, è un atto egoistico.
Puoi sentirti soddisfatto di aver fatto il tuo dovere; di aver raggiunto un traguardo.
Ma essere felice, mentre il mondo cade a pezzi, è impossibile.
Sembra quasi che se non piove un razzo in testa, non siamo capaci di apprezzare ciò che abbiamo. Diamo tutto per scontato. Tutto ci è dovuto.
Essere felici è stupido.
Più che ricercare la felicità, ha senso coltivare la gioia; credo appartenga a pochi eletti che riescono ad avvertire una connessione tra la propria anima e l'anima del creato.
Che riescono a godere della bellezza della natura, di un incontro, del riflesso delle nuvole. Che comprendono la fortuna di vivere, oggi, in un paese democratico. Che valorizzano l'amore. La fratellanza.
Escludo da questa considerazione bambini e anziani.
Ai giovani e agli adulti conferisco il titolo di paladini; devono costruire e difendere un'anima capace di vedere il prossimo e di sentirsi affine.

Scusami Blog, sono fuori fase. Ho ancora negli occhi le scene della strage di Israele. La morte sembra non essere "la cosa peggiore" che possa accadere.
Il corpo martoriato della ragazza tedesca, Shani Louk 22 anni, lo sguardo terrorizzata della ragazza israeliana Noa Argamani 25 anni, sono oggi scolpiti nel mio cuore, insieme con Hevrin Khalaf, Ilaria Alpi e tantissime altre persone, bambini, uomini, donne senza nome, senza volto, ma non per questo meno importanti. 
L'uomo può costruire cattedrali e andare nello spazio, ma non sa vivere in pace. L'uomo odia, l'uomo distrugge; l'uomo è violento. Non dobbiamo dimenticarlo mai.
I 78 anni di pace tra gli stati membri dell'Unione Europea sono un'anomalia nel sistema umano. Non dobbiamo dimenticarlo. Non dobbiamo illuderci.

Le cose sono fatte per svanire.
Me ne andrò senza storia.
Non troveranno né bara né ossa.
Tutto continuerà come sempre.
Tutto se ne andrà allegramente nella corrente.

Il romanzo di Yasmina Reza è un autentico gioiello di stile e bravura.
Attraverso il racconto in prima persona dei 18 protagonisti la storia prende corpo e si snoda per appunto, in diciotto capitoli.
Il punto di vista di un protagonista incrocia e si lega con quello di un altro personaggio.
Vita e vissuto di ogni protagonista contribuiscono a tessere e comprendere la vita e il vissuto dell'altro, in un gioco di specchi e porte, dove le persone vedono sé stesse e gli altri, incontrano e sfiorano gli altri.

Mi viene in mente un labirinto!
Ma è forse suggestione; laddove c'è, anche solo per un breve riferimento, Borges mi vien facile immaginare specchi e labirinti.

Non si parla abbastanza dell'influenza che hanno i luoghi sui sentimenti.
Certe nostalgie tornano a galla senza preavviso.
Gli individui cambiano natura, come nelle favole.

Una prosa che diventa riflessione e poesia, in questo intricato intreccio di personaggi che vivono e rappresentano un mondo a me sconosciuto.
Un mondo dove "tradire" è la norma, il cinismo regna sovrano e si vive sempre indossando una maschera falsa e meschina, mi sembra un mondo impossibile da concepire.
Ma forse, è solo l'ennesima ragione che mi spinge a dire che ho vissuto un'esistenza, un'infanzia privilegiata.
Buffo, nel libro si ipotizza anche che questo non sia un bene.
Più alte sono le aspettative e intense le illusioni, più dolorosa è la caduta e la disillusione.
Non me la sento di smentire...

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