"Gli altri" mi diceva un vagabondo "trovano piacere nell'avanzare; io nell'indietreggiare".
Beato vagabondo!
Io non indietreggio nemmeno, sto...
Sì, sì, tutto bene anch'io, grazie.
Saluti a casa. Ciao ciao.
...
Fossi una persona normale dovrei essere capace di sostenere queste conversazioni. Invece no.
Ti dirò la verità.
Non ci sentiamo da dieci giorni e sono stati giorni difficili.
Lo scenario mondiale non migliora.
Siamo sull'orlo della catastrofe.
Con quel filo di fede che mi è rimasta, non ti nascondo che mi sono unita alla preghiera per la Pace del Papa.
E in cuor mio penso che solo un miracolo può aiutarci.
E spero disperatamente che quel miracolo esista, avvenga. Perché ci sono troppi bambini nel mondo che meritano di vivere sereni e felici.
Lo scenario privato non migliora.
Semmai peggiora anche lui. PA è scomparso. Mercoledì sera l'ho trascorso al pronto soccorso (e vabbè non succedeva da un po'). La chiamata che aspettavo non è arrivata. Ho saputo che le condizioni di salute di una persona che conosco non migliorano. Piove.
A questo punto penso di dovermi rassegnare definitivamente. Ma non ti ammorbo oltre.
Stasera lascio parlare Cioran.
Filoso e saggista rumeno, nazionalizzato francese; è considerato da molti, uno dei migliori scrittori, prosatori in lingua francese.
Se si dice Cioran, si dice nichilista. Ed io amo questa parola!
La Tentazione di Esistere è un'opera difficile da riassumere. Contiene una serie di riflessioni filosofiche che toccano temi come l'esistenza, il senso della vita e il nichilismo.
E fin dalla lettura delle prime pagine emerge la prospettiva spesso pessimistica e provocatoria sulla condizione umana, del suo autore.
Come scrive Pietro Citati: "Quando abbiamo finito di leggere L.T.D.E., ci rendiamo conto che non potremo mai raccontare i fitti, intensissimi, brillantissimi pensieri con i quali E. M. Cioran ci ha incatenato per qualche giorno."
Le riflessioni di Cioran provengono da un profondo senso di scetticismo nei confronti delle convinzioni tradizionali sulla vita e sull'esistenza umana, che vedeva come una sorta di condanna, con l'inevitabilità della sofferenza e della morte.
Mentre leggi un libro simile, ti impressionano la lucidità del suo autore, la chiaroveggenza delle sue parole.
E soprattutto, ti meravigli nello scoprire che la pensi come lui; e ciò che dice non ti ferisce.
Annuisci, consapevole di quanto sia falso tutto ciò che ci circonda.
Non si salva niente e nessuno. Né ideali né pensieri.
È come se liberi da ogni preconcetto, concetto o ideale, ci si renda conto che "non ne vale la pena". Perché siamo tutti già cadaveri; cambia lo stadio di putrefazione e quindi la puzza che ci portiamo dietro.
Non si distrugge, ci si distrugge.
Una volta compresa la vacuità di ogni senso; una volta compreso che la nostra esistenza è legata alla durata delle nostre finzioni, scopriamo che esistere è un atto di fede. Una specie di ribellione davanti alla realtà!
Eccola la tentazione: Esistere è una inclinazione che non dispero di far mia.
Anche se il Nulla era senz'altro più confortevole.
Non ci riesce nemmeno di dissolverci! Dissolversi nell'Essere? Una faticaccia!
Eccola la tentazione: Esistere è una inclinazione che non dispero di far mia.
Anche se il Nulla era senz'altro più confortevole.
Non ci riesce nemmeno di dissolverci! Dissolversi nell'Essere? Una faticaccia!
Un autore coraggioso. Che non ha paura della libertà che il pensare da soli porta.
Siamo di quelli che stanno lontano dagli altri per non corromperli con la nostra cruda rivelazione.
Vivere è un tapparsi il naso per non sentire l'odore di putrefazione che aleggia ovunque.
Pensare significa smettere di venerare, significa levarsi contro il mistero e proclamarne il fallimento.
Ma non sono capace di scivolare totalmente nel grande Nulla, e allora ogni tanto mi inebetisco con l'illusione del divino. Ho bisogno di credere che Qualcuno ascolti le nostre preghiere.
Ho bisogno di sperare che sia possibile vivere in pace.
Ho bisogno di sperare che sia possibile vivere in pace.
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