sabato 24 maggio 2025

Il Gatto che insegnava lo Zen - James Norbury

 Proprio come il cartello:
se passi tutto il tempo a studiarlo
non arriverai mai dove desideravi.


Caro Blog,
in questo sabato qualunque, affondando sempre tra i vari problemi personali e mondiali, mi sono decisa a presentarti questo nuovo amico.
In realtà non è completamente "nuovo". Abbiamo avuto modo di conoscere, in passato, un suo cugino: Grande Panda e Piccolo Drago.
E ancora una volta con Il gatto che insegnava lo Zen, Norbury riesce a catapultarci in un mondo poetico e lontano dallo stress e dal fermento delle nostre città.
Ho apprezzato come sempre lo stile e i disegni che accompagnano ogni passo del nostro amico Gatto. Che, in realtà, non è l'unico protagonista. Perché è come sempre una storia corale, fatta di incontri che in un certo senso ricevono e a loro volta regalano qualcosa a Gatto.
Credo sia proprio questo il senso stesso della nostra esistenza: mettersi in viaggio per donarsi e ricevere altri.

Ultimamente non faccio che accumulare oggetti inutili, uguali a tanti altri.
Che ho scelto sempre con attenzione. Eppure so, oggi avverto, una certa inutilità di fondo.
Uno spreco continuo di energie e risorse.
Il mio impegno sarà accumulare meno oggetti e ricercare più contatti umani, animali, naturali.
Sul primo so di avere buona possibilità; il secondo intento è difficile da realizzare, per una come me. Ma ci proverò.

Tu come stai? Come stai attraversando questo anno?

venerdì 16 maggio 2025

Il mito di Sisifo - Albert Camus

 Questo mondo assurdo e senza Dio si popola di uomini
che pensano chiaramente 
e non sperano più.


Caro Blog,
oggi voglio parlare con te di un libro molto particolare che ho letto recentemente. Scritto da un giovanissimo Alber Camus e pubblicato per la prima volta nel 1942, attraverso il titolo evocativo del mito di Sisifo, affronta un tema unico e originale: l'assurdo.
Per capirci qualcosa mi sono studiata la prefazione di Corrado Rosso, altrimenti avrei vagato con sguardo vacuo, tra le parole e le pagine di questo saggio.
Non ho riconosciuto lo stile che tanto mi era piaciuto di Camus. Probabilmente la colpa è mia.
Ma se riesci a dedicargli ore e concentrazione opportune, quello che ottieni è un assurdo senso di felicità...
Alla fine della lettura cerchi di immaginare Sisifo libero e contemporaneamente felice di trasportare all'infinito, il suo macigno lungo il pendio della montagna. Come ci riesce? Liberandosi dell'idea che sia stato Ade a dargli quella punizione. Liberandosi, cioè, di dio.
La vita non ha senso. È assurda di suo. Non serve inventarsi un "trascendente", un "metafisico".
La vita è così, punto e basta! (Mi vengono in mente le parole di Tomas Navarro.)
Una volta arrivati a questa consapevolezza, di assurdo non resta poi molto.
La differenza sta tutta nell'accettare questa verità: vivere non ha un significato preciso, è assurdo, irrazionale e fuori dal nostro controllo.
Lo accetti e vivi, più o meno sereno, felice, ma libero.
Non lo accetti? Ti allontani dalla vita.
Ma, ASPETTA, non stiamo parlando di una via di fuga, tutt'altro!
Camus, attraverso il teatro e la letteratura, ci parla di questa ricerca di senso che non può essere risolta con una scelta finale; anzi, sarebbe un gesto inutile. Lo ripeto: È UN GESTO INUTILE.
La sopportazione della propria presenza nel mondo è la via.
La ribellione nei confronti dell'assurdità dell'esistenza, quindi contro il "destino", è l'eroina che restituisce alla vita il suo valore effettivo.

Per arrivare alla felicità di un Sisifo consapevole che prende su di sé, in totale autonomia, il peso della propria vita, passiamo attraverso personaggi del teatro e della letteratura di insindacabile bellezza: Kirillov di Dostoevskij, il signor K di Kafka, per citarne alcuni.
La grande letteratura è la vera filosofia.

Camus giunge alla conclusione che: Non c’è amore del vivere senza disperazione di vivere.

Gli uomini inventano Dio perché non riescono a reggere il masso, ne sono schiacciati. Questo è assurdo.
Sisifo si ribella: accetta il masso e lo trascina all'infinito, accetta il non-senso della vita e non cerca il suicidio, è libero ed è felice.
Ha vinto!


Camus aveva trent'anni quando ha scritto questo saggio.
L'esistenzialismo era un argomento caro al Novecento e suppongo che fosse quasi un passaggio dovuto, per uno scrittore come Camus.
Davanti a queste opere mi vien sempre voglia di tornare a scuola e studiare con passione e dedizione la Filosofia.
Non si può fare. E soprattutto, devo accettarlo, non posso sapere tutto. Posso leggere dei saggi scientifici con una certa scioltezza. Posso leggere qualcosa di letteratura. Ma non posso sapere tutto di ogni argomento.
Forse è questo il macigno che devo imparare a sollevare e accettare che franerà rovinosamente, una volta in cima.

martedì 6 maggio 2025

Le Cose che ci Salvano - Lorenza Gentile

 Le persone sono semi.


Ho finito il libro di cui ti ho parlato. E confermo la sensazione iniziale: un libro veramente bello. Scopro, perché lo avevo rimosso, che non è la prima volta che incontriamo Lorenza Gentile; e anche qui confermo la sensazione della prima ora: è una scrittrice veramente brava. E lo dice una che non ama gli scrittori contemporanei.

La storia è molto particolare.
Gea non è un personaggio in cui ci si possa facilmente identificare. Ma insieme con la Nonna, è il mio personaggio preferito.
Ci sono molte anime che si muovono insieme con lei e accanto a lei. Ma è lei quella che mi ha conquistato più di tutti.
Non voglio raccontarti la sua storia perché vorrei che la ascoltassi dalla sua voce.
Infatti il libro è scritto in prima persona, non si rivolge ad un ipotetico lettore. Ma mi piace il suo modo di ricordare il passato e il suo modo di coinvolgere nel suo presente.
Mi piace la sua gentilezza e la sua onestà; mi piace la sua semplicità e la sua attenzione agli altri. Mi piace tutto quello che fa, che pensa, che è!
Gea è una ragazza che ha avuto una vita molto dura, quando era una bambina.
E le cose non si sono semplificate quando ha cercato di cambiare.
Ha tentato di essere invisibile, pensava di essere invisibile! Ma era impossibile non vedere, non essere abbagliati da una luce così forte.
Sono felice per il suo lieto fine. Perché io immagino che tutto sia andato a buon fine.

Vorrei avere avuto la stessa determinazione di Gea, nel momento critico della mia vita.
Invece i biglietti che ho lasciato sotto le porte, sono stati ignorati, calpestati, cestinati.
Forse ho bussato alle porte sbagliate.
Forse, anzi no, sicuramente ho lasciato che la vita mi scivolasse via dalle dita, senza rendermi conto, senza accettare che stavo sbagliando.
Oggi non ho niente.
Non ho nessun progetto da realizzare, nessun sogno da cullare, nessun amore da tormentare...
(Scherzo! Sono sicura che tu capisca cosa intendo.)

Leggere questo libro mi ha fatto pensare tanto a come mi sarebbe piaciuto essere.
Mi sarebbe piaciuto essere il riferimento degli altri, nei loro momenti bui o luminosi.
Mi sarebbe piaciuto avere un luogo per accogliere chiunque, con una tazza di tè ed un pezzo di torta fatto in casa.
Mi sarebbe piaciuto essere capace di aggiustare le cose e con esse, magari, le persone.

Se salvi una cosa, questa, un giorno, può salvare te.

Mi sarebbe piaciuto ma non ho mai avuto fede in niente, tantomeno in me stessa e nelle mie capacità (per quanto poche fossero).

Le persone sono semi.
Ognuna ha dentro di sé tutto ciò di cui avrà bisogno al momento opportuno,
il suo vero destino ha già sedimentato nell'intimo.
Non importa quanto tempo ci vuole: il momento della crescita, alla fine, arriva.

Non credo valga per me.
Sono decisamente in ritardo su tutto. 
Ma la citazione è bellissima.
Ascoltami: leggi questo libro.

Diario in bilico

 Caro Blog,

sono giorni in cui vorrei scappare lontano e iniziare la mia vita da un'altra parte, dove nessuno mi conosce. Né conosce la mia famiglia.
Vorrei essere capace di confortare gli altri senza lasciare traccia.
Vorrei essere una persona che fa del bene.
Una specie di personaggio da libro, di cui però non ci si dovrebbe ricordare. Ci si dovrebbe ricordare soltanto delle sue azioni, o delle sue parole.

<< Contemplando il suo giardino fiorito, Clemente fu pervaso da un profondo senso di gratitudine. Se aveva avuto il coraggio di cambiare la sua vita, lo doveva certamente a un incontro casuale, fortuito, avvenuto alcuni anni prima. Non ricordava bene dove fosse accaduto, e il tempo aveva offuscato anche il volto di quella persona, ma la sua gentilezza aveva piantato un seme prezioso nel suo cuore… >>


Caro Blog,
è da tanto che non ti scrivo. Ma sto continuando a vivere. Lo sto facendo con un grande impegno e volontà. Come se ogni movimento, ogni respiro fosse disperatamente voluto.
Sto leggendo. Sto scarabocchiando la mia agendina.
Ma non riesco a parlare. Non riesco a comunicare. Per questo motivo sento il diario di bordo in bilico. Sento noi in bilico.
Spero di riuscire a ritrovare l'entusiasmo per la condivisione.
Sto per finire (-purtroppo-) un libro che mi ha preso molto.
Magari è la volta buona che ti racconto qualcosa.
Tu come stai? Come procede la tua esistenza?
Sei aria che viaggia leggera o sei energia che pulsa sotto la crosta?
Parlami. Dimmi di te...se vuoi, ti ascolto.