Questi giorni sono fatti per restare un po’ in poltrona, con un libro in mano e una tazza fumante che ci aspetta, posata sul tavolino.
Non escludo la possibilità di una copertina sulle gambe.
Cosa leggere? Una domanda che apre infinite risposte.
Io, per esempio, amo girovagare in libreria finché un titolo mi sceglie. Ed eccomi qui, a sfogliare questo piccolo manuale che invita a giocare — o forse a riscoprirsi — un po’ incantati.
Essere incantati può voler dire tante cose.
Un tempo le persone si riunivano, si tramandavano saperi, conoscevano la luna, le erbe, la voce della terra.
Avevano fiducia nella propria arte, sapevano curare, proteggersi, custodire la vita.
E nel farlo, custodivano anche sé stesse e gli altri.
Oggi quelle conoscenze sembrano lontane, ma basta poco per riavvicinarsi: una candela accesa, una pagina scritta con calma, un pensiero gentile rivolto a sé o al mondo.
Questo libro che sto leggendo invita proprio a questo — a ricordare che la magia più autentica non è fuori, ma dentro di noi.
È l’energia che ci fa sentire vivi, liberi, capaci di trasformare.
Sta a noi imparare ad ascoltarla, a lasciarla scorrere, a volgerla in luce.
Mi piace pensare che la vita non sia solo materia.
È anche energia, intuizione, mistero.
E che, forse, tornare un po’ incantati significhi solo questo:
ricordare di credere, ancora una volta, nella nostra forza silenziosa.
E allora chiudo così, con un piccolo incantesimo gentile:
✶ Incantesimo di chiusura ✶
Sempre vicini, nel ricordo che illumina.
Per chi sa ancora credere nella propria luce.
La vera magia è ricordarsi di sé —
dalla terra alla luna, dal cuore alla cura.
Per chi ogni tanto si sente incantato,
senza bisogno di saperlo.
