domenica 30 luglio 2023

ore 11.01

Bentrovato amico Blog,
nei miei piani non c'era la volontà di restare lontani tutto questo tempo.
Ma questa estate è un po' anomala per me: non riesco a leggere e non riesco a scrivere.
Ho abbandonato entrambe le mie strategie di sopravvivenza.
Penso. Borbotto più che altro, tra me e me.

E la tua Estate, caro Blog, come procede?
Hai partecipato a qualche evento? Hai incontrato gente che ha occupato un posticino nel tuo cuore?
D'altronde di cosa siamo fatti se non di sentimenti ed emozioni? Di ricordi?

L'Estate è lunga. Come dice Persona, c'è ancora tutto agosto.
Ma mi sento già come gli alberi ad Ottobre: mogi mogi per il caldo che è ancora stabile sulla penisola, spelacchiato e desideroso di dormire per il letargo invernale.
Letargo invernale che non verrà e le motivazioni sono note.
Mi sento come sempre, in attesa di una promessa, della realizzazione di un sogno, della conquista di un traguardo che ... si allontana ogni volta che è ad un mm da me.
E tutto questo mi sta abbattendo:
Era stanca, di quella stanchezza che sa dare il vuoto. (La solitudine dei numeri primi)

Ma ho anche cose belle da raccontarti.
Ora devo interrompere.
Indosso la maschera della serenità ed esco.
A più tardi.


ore 21.56

Sempre nella vita, dovunque, fra gl'irti strati suoi piú bassi, ruvidi di miseria e bruttati di muffa, o tra le freddamente uniformi, noiosamente forbite classi superiori – dovunque, almeno una volta, interviene sul cammino dell'uomo un'apparizione, dissimile da tutto quello che gli è accaduto di veder finora; e, almeno una volta, desta in lui un sentimento, dissimile da tutti quelli ch'è destinato a provare nel corso della vita.

Caro Blog,
alla fine sono riuscita a leggerlo in treno.
Semplicemente un capolavoro che ti rapisce dalle prime pagine. Che dolore scoprire che è un libro incompleto.
Manca la terza e ultima parte.
Il progetto del suo autore infatti, prevedeva un'opera sulla Russia vista in tre distinti gradi morali, che dovevano costruire come nella Commedia dantesca, il riscatto morale della società russa; ma la partenza è dall'inferno, quindi dagli strati più bassi della società, qui descritti.
Non sapremo mai come sarebbe andata a finire.
Ma vale la pena leggere e conoscere l'eroe di questo, ironicamente definito dal suo stesso autore, poema.

Siamo nel 1820, nelle terre dell'Impero russo.
A movimentare la giornata del capoluogo del governatorato di N. arriva l'affabile Consigliere di Collegio Pavel Ivanovič Čičikov. Si direbbe un uomo dabbene. Colto, raffinato, da modi gentili.
In realtà è l'essere più subdolo che si possa avere la sfortuna di incontrare sul proprio cammino. Ha un solo obiettivo in testa: arricchirsi. E per farlo ha escogitato un piano geniale: acquistare le anime morte dei ricchi proprietari terrieri e diventare egli stesso potente.
Le anime morte infatti, sono i poveri servi della gleba a servizio di vari padroni, ormai morti. Ma ancora ufficialmente recensiti nelle liste del governo.
Il nostro eroe dovrebbe farci repulsione.
Egli è cinico e disinteressato alle vicende umane delle persone che incontra.
Ma con una bravura eccezionale, Gogol' ci dimostra che ad essere cinica e becera è l'intera società.
E con abile e raffinata ironia ci mostra l'Imperatore nudo.

Una lettura stupenda.
Sparse ci sono pagine di semplice poesia e di amore nei confronti della propria terra.
Momenti che non posso che custodire nel mio cuore.
Dopo Gogol' la letteratura russa non è più la stessa. 

Buonanotte caro Blog.

Oggi ho sentito Persona. Ma la pacchia temo sia finita.
Che bello però quando si fa sentire.
Sono troppo fragile amico mio.
Mi faccio paura da sola.




sabato 22 luglio 2023

venerdì 21 luglio 2023

Na nga def?

 Caro Blog,
oggi ho letto i libri acquistati in spiaggia.
Mi sono sentita molto stupida dopo. Nel mondo ci sono tante bellissime culture. Ed è vero che noi occidentali siamo molto egocentrici! Ma non pensavo di poter essere anch'io così.
Mi spiego: pur rispettando il prossimo, non mi sono mai interessata a lui.
Non mi sono mai chiesta più di tanto come gli altri guardino il mondo.
Solo le lezioni di antropologia mi hanno dato qualcosa in più. Ripeto: non nel senso di schemi mentali ma di informazioni. L'aver viaggiato da bambina, mi ha probabilmente reso una persona aperta all'altro. L'altro l'ho visto sempre come un elemento della mia esistenza.
E non volendo l'ho privato di una propria autonomia. Un difetto che correggerò.

Oggi la connessione funziona a singhiozzo. Ho difficoltà a caricare la foto dei miei due libricini. Sono belli. (Ah! Ci sono riuscita!!!) Si aggiungono alla mia collezione milanese. Se potessi ne comprerei altri.
Questa volta ho imparato qualcosa sul Senegal. La mia mente ha viaggiato nel tempo fino al 1444. Ed è passata attraverso numerosi luoghi. Ha incontrato sofferenze e ingiustizie. Ma anche saggezza e qualche vecchia conoscenza.
Mi sarebbe piaciuto chiedere a quel ragazzo: "Come stai?" - "Na nga def?".
E ascoltare la sua storia, mentre diventava per sempre nella mia memoria il venditore di libri. Mi è mancato il coraggio. E credo di aver commesso anche qualche altro errore.
Sempre per colpa della mia timidezza, della mia ansia. Esteriormente non si vede il tumulto che parlare con qualcuno mi genera nel cuore. Eppure, alla fine, quando resto sola, mi sento in colpa. Perché avrei voluto dire di più, fare di più. 
Non ho nulla da dare agli altri. Solo il mio tempo. E ho paura che sia poco. Che nessuno lo voglia. Che tutti reputino la mia compagnia "tempo speso male".
Al mio amico venditore auguro ogni bene. Spero si senta accolto qui. Spero sia sereno. Spero sia amato. Glielo auguro con tutto il cuore.

Mi sento sempre così insoddisfatta di me stessa.
E anche oggi lo sono.
Cerco di creare ponti con chi con me si limita a disegnare moli mobili.
Che può togliere quando non ha voglia di perdere tempo con me.
Ciò mi ferisce. Mi fa soffrire.
Devo accettare che nessuno vorrebbe perdere il suo tempo con me.
Quando accadrà sarò libera.

p.s. Caro Blog, ti chiedo scusa per tutti gli errori e gli strafalcioni che scrivo. A volte recupero. Ma la maggior parte delle volte restano lì a imperitura memoria.
La perfezione non mi appartiene, e va bene così.

mercoledì 19 luglio 2023

 Caro Blog,

fa sempre più caldo, quindi bisogna sfoderare gentilezza.
Stamattina ho incontrato un ragazzo che vendeva libri sotto il sole. Ne ho presi due per alleggerirlo un po'. Avrei voluto fare di più. Ma mi vergognavo. In fondo resto una persona timida che non vuole dare nell'occhio.
Sarebbe stato bello se mi avessero imitato.
Da un lato mi rendo conto che ognuno dà un valore diverso al denaro e devo rispettarlo.
Da un'altra prospettiva però, mi sento di poter dire che i gesti semplici e veri verso il prossimo, non sono mai capiti.

Per strada ho trovato una monetina: un centesimo americano.
Mi sono sentita la persona più ricca del mondo.

Fare sentire agli altri che esistono è umano, è stupendo.

Buona fortuna a tutti.

domenica 16 luglio 2023

Il giovane Holden - Salinger

Quelli che mi lasciano proprio senza fiato
sono i libri che quando li hai finiti di leggere e tutto quel che segue
vorresti che l'autore fosse un tuo amico per la pelle
e poterlo chiamare al telefono tutte le volte che ti gira.


Il caldo continua a non dare tregua.
E la domenica con il caldo, le possibilità di fare qualcosa di buono sono ridotte automaticamente del 100%.
Oggi però mi ha scritto TuSaiChi e quindi mi ha iniettato un bel po' di vitamine e sali minerali; a tal punto da permettermi di affrontare e superare anche questa domenica.

Oggi veniva pubblicato il romanzo di Salinger: "Il giovane Holden". Romanzo che in un modo o nell'altro abbiamo tutti letto durante gli anni della scuola. Ricordo che la mia professoressa di italiano lo inserì tra i romanzi da leggere durante l'estate.
Sarò onesta: io del giovane Holden ho cancellato ogni traccia. Al contrario del giovane Werther, non è rimasto in me nemmeno la citazione bellissima delle anatre, che ha cercato di suggerirmi Alexa proprio questa mattina.

Chi sa dove andavano le anitre quando il laghetto era tutto gelato e col ghiaccio sopra.
Chi sa se qualcuno andava a prenderle con un camion per portarle allo zoo o vattelappesca dove. O se volavano via. 

E allora ho fatto la cosa che ultimamente mi riesce meglio: una bella ricerca online. E ho trovato il pdf del romanzo di Salinger. Così da potermelo rileggere. (Naturalmente ti posto il link sempre augurandomi di non violare alcuna legge sul copyright.)
Sembrerà strano da dire ma è stata una piacevolissima rilettura.
Naturalmente sono molto lontana per età da Holden; che come minimo mi definirebbe una matusalemme. Ma è un personaggio che, non lo avrei mai detto, mi ha fatto molta tenerezza. E che in un certo senso comprendo. Le persone vere, le persone sensibili, si accorgono degli schemi del mondo e stanno male. Non possono accettare le impalcature che costruiamo intorno alle nostre esistenze. Non posso arrendersi all'idea che gente senziente e intelligente possa piegarsi a dei meccanismi imposti da una società ipocrita e velata.
Se fossimo tutti come Holden non ci sarebbero tanti cretini "di successo". E il mondo sarebbe un posto più equilibrato.

Con il titolo originale The Catcher in the Rye, quel lontano 16 luglio 1951, il mondo avrebbe conosciuto il capolavoro letterario dello scrittore statunitense J. D. Salinger.
Milioni di ragazzi lo avrebbero scelto o lo avrebbero avuto in regalo; ma la cosa più importante, avrebbero sentito la propria voce prendere vita tra le pagine di un libro.
Il nostro protagonista Holden Caulfield, è un sedicenne come tanti nel mondo.
A cavallo tra il mondo dei piccoli e quello dei grandi, deve scegliere definitivamente da quale parte stare.
Ma se fosse una scelta facile, nessuno considererebbe "difficile" l'età adolescenziale.
Il suo racconto è pieno di ricordi che personalmente mi stringono il cuore.
Quel modo di narrare a capofitto e senza fiato fa veramente pensare ad un sedicenne particolare. Diverso dagli altri coetanei.
Un sedicenne che non sa rispondere come gli altri, alla famosa domanda: "Cosa vuoi fare della tua vita?".
Perché non sa mentire. Lui, che si definisce un bugiardo impenitente, non sa mentire.
Non sa fingere rispondendo con frasi fatte e precostituite dalla società. Non ne è capace.
L'unica cosa che attiva la sua immaginazione è una poesia attribuita a Robert Burns: Comin' Through the Rye.
Holden e la sorellina Phoebe stanno parlando in modo serio del futuro. E Holden, storpiando la poesia, le confessa che vorrebbe fare come il protagonista: colui che salva i bambini, afferrandoli un attimo prima che cadano nel burrone, mentre giocano in un campo di segale.
In italiano e in altre lingue è stato difficile tradurre il titolo in modo letterale. Alla fine, la prima edizione in italiano uscì nel 1952 con il titolo Vita da uomo, poi cambiato in Il giovane Holden nelle successive riedizioni.
Un libro che ha anche diviso. Per qualcuno Holden è insopportabile.
Per me è un ragazzo da ascoltare. Da non lasciare da solo ad affrontare la vita.
Ci sono dei momenti di profonda bellezza. Quando parla dei fratelli, Phoebe, Allie e D.B. esce fuori il vero Holden: mi sembra di vedere i suoi occhi brillare d'amore e stima. Lui che sembra apatico e indifferente a tutto, davanti al ricordo dei suoi cari subisce quasi una trasfigurazione!

Il finale del libro è amaro, almeno per me.
Ma lascia alla sensibilità del lettore sperare per il bene o per il male.
Personalmente spero che Holden ce l'abbia fatta.
Magari con le ossa un po' rotte, alla fine spero sia riuscito a trovare il taglio della sua mente e a fare cose belle. 
Magari è riuscito a contattare e ritrovare Jane Gallagher.
Mi piace sperare.

Comincerai ad avvicinarti sempre di più, ammesso che tu lo voglia e che tu sappia cercare e attendere, al genere di conoscenze che finirà per occupare un posto molto, molto importante nel tuo cuore. Tra le altre cose, scoprirai di non essere stato il primo a sentirsi confuso, e spaventato, e perfino disgustato dai comportamenti umani. Non sei affatto solo, in tutto questo, e scoprirlo sarà emozionante e stimolante. Tanti altri uomini hanno provato lo stesso turbamento morale e spirituale che provi tu ora. Fortunatamente, alcuni di loro hanno messo questi turbamenti per iscritto. Tu imparerai da loro, se vorrai. Così come un giorno, se avrai qualcosa da offrire, qualcun altro imparerà da te. È un magnifico accordo reciproco. E non è istruzione. È storia. È poesia.

In onore del suo scrittore ho scelto di pubblicare anche la copertina Einaudi che rispecchia le sue volontà: una copertina bianca, senza immagini, senza quarta di copertina. Soltanto il titolo e il nome del suo autore. Tanto basta per consacrare un mito.

Caldo caldo caldo

 Caro Blog,
non so cosa sia successo in questi giorni.
L'unica cosa che mi viene in mente è: caldo!
Ma che temperature sono mai queste? E a quanto pare è solo l'inizio.
Cerbero è stato solo l'apripista. 
La settimana prossima tocca a Carόn Demonio.
Questo significa che avremo punte di umidità insopportabili su tutta la penisola, anche di notte.

Non posso fare a meno di pensare a chi è malato. Agli anziani soli. Ai poveri.
Categorie di persone dimenticate dalla società, scomparse anche dal linguaggio comune. Ma che esistono, ci sono, sono reali. E non posso immaginare il loro disagio.

Tu cerca di tenere al fresco i tuoi circuiti.

giovedì 13 luglio 2023

Londra, 13 Luglio 1985

Non ci fai caso.
Il tempo passa, la polvere si accumula sui giorni, sui ricordi.
Le fotografie sbiadiscono. I nomi scompaiono.
Ma una cosa resterà per sempre nella memoria di tutti, appassionati e no.
Siamo a Londra, è il 1985.
In TV trasmettono il concerto evento Live Aid.
Per 16 ore ininterrotte grandi nomi della musica mondiale si alternano sul palco montato al Wembley Stadium di Londra e al JFK Stadium di Filadelfia; lo scopo è raccogliere denaro per combattere la fame in Etiopia.
Si esibiscono mostri sacri del rock: Bob Dylan, Led Zeppelin, U2, Madonna, David Bowie, Elton John.
Ma chi se li ricorda? Nessuno. La gente si sta annoiando.
La svolta: sono le ore 18.41, circa due miliardi e mezzo di telespettatori sono collegati da casa, 90.000 assiepati da ore nello Stadium.
Sul palco in jeans attillati e canottiera bianca arriva Freddie Mercury: B O A T O!
Si siede al suo piano, sono tutti pronti.
Partono le note di Bohemian Rhapsody: 20 minuti di musica consecutiva.
Il pubblico è in visibilio.
Signore e signori ecco a voi la storia del concerto Rock: https://www.youtube.com/watch?v=bToG3hKX5nM


mercoledì 12 luglio 2023

Ciao Milan Kundera

Forse non siamo capaci di amare proprio perché desideriamo essereamati, vale a dire vogliamo qualcosa dall'altro invece di avvicinarci a lui senza pretese e volere solo la sua semplice presenza.


All'età di 94 anni ci ha lasciato Milan Kundera.
Il mio caro vecchio amico ha deciso di andar via da questa terra e passare oltre.
Ho sempre pensato che avrebbe scritto ancora.
E proprio ieri guardavo la copertina dell'ultimo libro che ho letto.
Mi sento a lutto. Ho perso un altro amico e il mondo è più in ombra.
Ormai lo si chiamava scrittore francese, ma non posso non pensarlo ceco.
Scrivere in quella sua lingua meravigliosa, che tuttavia aveva abbandonato. E che tanto lo aveva ferito. Non posso immaginare come sia vivere da profugo in un altro paese. 
Penso che nel proprio cuore ci si senta sempre divisi.
Penso sia un dolore perenne.
Penso che nel mondo stiano sparendo le cose belle che ci aiutano a vivere.
Coltivo lentezza, ricerco leggerezza in tuo onore caro Milan.
Cadendo, fallendo continuamente.

Ti ringrazio per tutto quello che ci hai donato.
Buon viaggio.

martedì 11 luglio 2023

 Ma com'è possibile che il tempo voli così?
Sono già passati due anni da quando ho detto a Palo ciò che provo per lui e non è cambiato niente.
Ma come si fa a smettere di amare qualcuno?

sabato 8 luglio 2023

Sonata a Kreutzer - Lev Tolstoj

Avevo l’impressione che la sua solitudine gli pesasse e
di tanto in tanto avrei voluto parlare con lui
ma ogni volta, quando i nostri sguardi si incrociavano,
il che succedeva spesso perché sedevamo di sbieco uno di fronte all’altro,
lui si voltava dall’altra parte e
si immergeva nella lettura di un libro o guardava attraverso il finestrino.


Finito il libro, ho acceso il pc e cercato immediatamente la sonata n. 9 Kreutzer di Beethoven, per provare a comprendere i sentimenti dei tre principali attori in scena di questo dramma scritto e composto in due atti da Lev Tolstoj: Pozdnyšev, sua moglie, il violinista Truchaevskij.

Due atti, perché la mia sensazione è che questo libro si possa dividere in due grandi momenti.

Siamo su un treno che viaggia verso una destinazione sconosciuta, all'inizio della primavera.
In uno scompartimento ci sono una non più giovane donna con un suo compagno avvocato, il nostro narratore e infine un signore, che si teneva in disparte, non molto alto, dai movimenti bruschi, non ancora vecchio ma con i capelli
ricci diventati bianchi anzitempo, i cui occhi, incredibilmente brillanti, passavano rapidamente da un oggetto all’altro.

Questo signore ha un tratto caratteristico: emette un suono che inizialmente, in questo primo atto, sembra una risata repressa.
Ed è lui che accentra l'attenzione su di sé esprimendo in modo veemente, quasi aggressivo, delle teorie sul matrimonio, sulla insensatezza dell'atto. Sui costumi corrotti della sua epoca. Di quanto sia disgustoso l'uso di condannare delle giovani donne al matrimonio, rendendole delle merci, delle prostitute accettate dalla società.
Esse infatti si vendono al miglior partito, con l'approvazione di mammina, che le prepara sin dalla nascita a questo compito.
E che dire degli uomini? Depravati considerati "normali" dalla società, che con il beneplacito dalla scienza medica, commettono le peggiori oscenità, prima e dopo il matrimonio stesso.
Tutti sono colpevoli, tutti sono ipocriti. L'amore poetico non esiste! È solo la meschina maschera sotto la quale si nasconde la animalesca indole umana, l'essere bestia, porco!, degli umani.

Inutile dirti che tutti gli astanti sono sconvolti dalle teorie di questo signore. E alla prima occasione c'è chi cambia posto, chi scende alla propria stazione, cosicché rimangono il nostro narratore senza nome e Pozdnyšev soli.

A questo punto entriamo nel secondo atto.
Pozdnyšev racconta la sua storia con un tono più calmo, che a tratti diventa doloroso.
Quello strano verso che ricordava una risata, è ora trasformato in un singhiozzo represso.
Pozdnyšev ha ucciso sua moglie per gelosia; e racconta ogni momento che lo ha portato a compiere l'insano gesto.
La prego di perdonarmi - è l'ultima frase che pronuncia. 

Un romanzo breve scritto nel 1880, dopo la cosiddetta "conversione ai Vangeli" dello scrittore.
Una crisi spirituale profonda lo travolse e ne uscì, abbracciando un cristianesimo portato all'estremo. Quasi fanatico.
Per i contenuti trattati e il tono usato, il libro fu censurato.
E solo grazie alla stima che lo zar Alessandro III nutriva nei suoi confronti, il romanzo fu finalmente pubblicato nel 1889.
Insieme con il racconto è annessa una postilla in cui l'autore spiega la propria repulsione nei confronti dei costumi della società dell' epoca.
Cinque sono i punti fondamentali.
Per Tolstoj, l'uomo che non può accettare di essere un animale ma deve aspirare alla santità, all'esempio di Cristo, deve imparare a domare i propri istinti e di conseguenza abbracciare e condividere il valore morale dell’astinenza,
Ciò che colpisce è la fredda convinzione che un uomo e una donna non possano amarsi in modo tenero, passionale. Ma l'atto sessuale, inteso come qualcosa che corrompe lo spirito, non ha nulla di romantico e devozionale.

Per leggere questo romanzo non possiamo che considerare il periodo storico e la realtà storica nel quale è stato concepito.
Altrimenti si rischia di mandare tutto "a Kreutzer" senza finire la lettura.
Eppure ci sono alcuni spunti molto moderni, molto attuali.
Colpisce la descrizione di un rapporto uomo-donna che si è realizzato perché lo status sociale lo impone, ma poi deraglia dai binari convenzionali e si accende di pulsioni distruttive, ossessioni morbose.
Questo testo potrebbe essere il racconto di uno dei tanti tragici eventi che costellano la nostra cronaca nera. Uno dei troppi femminicidi.
Inoltre è una lettura da non trascurare se si vuole avere un panorama più ampio dello stile e del pensiero di Tolstoj che in questo scritto, sembra molto dostoevskiano, tutto concentrato com'è sul tentativo di comprendere la mente dell'assassino.

L'amore è il grande assente di questo racconto. Non è bastato nemmeno quello per i figli.
Ho provato sincero fastidio nei confronti di Vasja Pozdnyšev.
Così preso da sé stesso da preoccuparsi della sua immagine anche durante un omicidio:
"Volevo correre dietro a lui ma mi ricordai che sarebbe stato ridicolo correre dietro all’amante della moglie con i calzettoni..."

Eppure alla fine, un moto di pietà l'ho avvertito.
Ma non so dirti se per colpa della mia stupida fragile sensibilità, o se per la magistrale abilità di Tolstoj.




giovedì 6 luglio 2023

Non voglio un amore a metà, lacerato, spaccato in due.
Mi merito qualcosa di intero, intenso e indistruttibile.
(Frida Kahlo)

116 anni fa nasceva Frida Kahlo la pittrice sudamericana più popolare al mondo.
Oggi una vera icona di stile nel mondo della moda e non solo.
Quando ho letto la sua storia non ho potuto trattenere le lacrime.
Una donna forte, dall'animo adamantino.
Sfortunata, sfortunatissima, come tutte le donne che amano tanto, troppo, intensamente.
Il suo lavoro fu molto apprezzato da Breton e dai surrealisti.
Ma lei ne prese sempre le distanze.
Diceva infatti: "Hanno pensato che fossi una surrealista, ma non lo ero. Non ho mai dipinto sogni. Ho dipinto la mia realtà."
Parte della sua produzione è legata al tempo del gravissimo incidente, che le costò quasi la vita. Fu per molto tempo allettata e con l'aiuto di uno specchio dipinse spesso autoritratti o il suo corpo martoriato; ma non mancò anche di dipingere aspetti folclorici della propria terra, che trasformò letteralmente in simboli, e di inserire motivi fantastici e curiosi.

Ero solita pensare di essere la persona più strana del mondo ma poi ho pensato, ci sono così tante persone nel mondo, ci dev’essere qualcuna proprio come me, che si sente bizzarra e difettosa nello stesso modo in cui mi sento io. Vorrei immaginarla, e immaginare che lei debba essere là fuori e che anche lei stia pensando a me. Beh, spero che, se tu sei lì fuori e dovessi leggere ciò, tu sappia che sì, è vero, sono qui e sono strana proprio come te.

Sono tante le citazioni che vorrei riportare di questa pittrice-poetessa, perché l'ho sentita a me molto vicina. Come anime affini. Lei era intensa, immensa. Penso che il suo fascino riempisse una cattedrale.
Eppure la reputo a me vicina. Forse per quella profondità particolare che aveva di amare.
Amare in modo anche lesivo per sé stessa. 
Diego Rivera forse l'ha amata a suo modo. Non sta a me giudicare. Mi piace però constatare che i loro nomi siano ancora oggi indissolubilmente legati l'uno all'altra.

mercoledì 5 luglio 2023

Il Fascismo degli antifascisti - Pier Paolo Pasolini

Il nuovo fascismo - che è tutt'altra cosa - non distingue più:
non è umanisticamente retorico, è americanamente pragmatico.
Il suo fine è la riorganizzazione e omologazione brutalmente totalitaria del mondo.


Mi scoccia ammetterlo ma Pasolini è entrato solo ora a far parte della mia vita in modo diretto.
Lo conoscevo soltanto in modo indiretto. Per quello che gli altri hanno raccontato di lui. Attraverso le interviste che a volte vengono trasmesse in televisione. Attraverso vecchi filmati.
Oggi ho finalmente, anche se malamente, colmato questa lacuna. La casa editrice Garzanti mi ha permesso con questo libricino di conoscerlo, di sentire la sua voce. Voce che si è diffusa attraverso gli editoriali che venivano pubblicati su alcuni giornali italiani.
Pier Paolo Pasolini è stato scrittore, giornalista ma soprattutto mi piace ricordarlo come uno dei più grandi pensatori del XX secolo.
Ho proprio voglia di conoscerlo. Ma mi manca la volontà di leggere. Non sto bene caro Blog, forse è il caldo. Ma non riesco a concentrarmi. Non è proprio periodo. Però dobbiamo conoscere meglio Pasolini. Prendiamo questo impegno. Detto tra di noi mi ha colpito la sua lucidità di pensiero e constatare che le sue parole siano ancora oggi tristemente attuali.
Il fascismo è ancora in auge, e le persone continuano a sottovalutare il problema. Coloro che vi si oppongono lo fanno quasi come "stile di vita". Ma non con la determinazione che la situazione merita. Perché il fascismo c'è, ma non è quello delle camicie nere. Si è ripulito. Oserei dire è più subdolo, più furbo.

Ecco perché buona parte dell'antifascismo di oggi, o almeno di quello che viene chiamato antifascismo, o è ingenuo e stupido o è pretestuoso e in malafede: perché dà battaglia o finge di dar battaglia ad un fenomeno morto e sepolto, archeologico appunto, che non può più far paura a nessuno. E, insomma, un antifascismo di tutto comodo e di tutto riposo.

Non dovremmo mai abbassare la guardia, non dovremmo mai pensare che "oggi non può succedere".
A volte ho paura. A volte penso che questi tempi siano bui e non passeranno mai.
Ma altre volte mi chiedo: cosa mai posso fare? Vigilare.
Pasolini dedicò tutta la sua opera alla riflessione sul fascismo e sulla sua evoluzione.  
Qui ritroviamo i suoi pensieri tra il settembre 1962 e il febbraio 1975.
Colpisce la sua lucidità.
Pasolini infatti confida di fare attenzione a quel fascismo che ha indossato i panni "come normalità, come codificazione del fondo brutalmente egoista di una società".
Si scaglia contro la società dei consumi, responsabile dell'omologazione culturale del paese: un potere senza volto, senza saluto romano, ma capace di governare le vite e le coscienze collettive più di qualsiasi uomo col fez.
Potente come pensiero.
Attuale.
Da approfondire.

martedì 4 luglio 2023

Memorie da una casa di Morti - Fedor Dostoevskij

 Può darsi che mi sbagli,
ma ho l'impressione che un individuo si possa conoscere dal modo in cui ride:
se, incontrando per la prima volta un perfetto sconosciuto,
vi piace la sua risata, state sicuri che si tratta di una brava persona.


Dopo averlo anticipato tante volte, e dopo aver buttato fuori un po' di amarezza, sono finalmente qui a raccontare di questo nuovo e difficile amico.
Sto parlando del romanzo semi-autobiografico che Dostoevskij scrisse a proposito della sua esperienza in carcere. Tra il 1850 e il 1854 Dostoevskij, rinchiuso nella fortezza di Omsk, Siberia, scontò una pena di quattro, per ragioni politiche. Un abominio della cosiddetta società civile. Da quella esperienza lui ne ha tratto forza e motivo di riflessione sull'animo umano.

Caro Blog,
non è stato facile finire questo libro. A differenza dei romanzi a cui mi ha abituato il meraviglioso scrittore russo, in questo non c'è una vera e propria trama da tessere. Ma è più una carrellata di volti e nomi che hanno caratterizzato l'esperienza nel carcere, del protagonista che narra la sua storia. Uno scavare nei loro cuori. Uno scendere nelle profondità dell'animo dei reclusi.
Dirà Dostoevskij: "Di sicuro per me non è stato tempo perduto. Se anche non ho conosciuto la Russia, certo il popolo russo l'ho conosciuto bene, come pochi credo lo conoscano."
Tuttavia sono riuscita a finirlo. Lentamente.
Perché ci sono dei momenti di commozione che brillano di luce propria, che ti tengono legato al libro. Mi riferisco a quando descrive la preparazione dello spettacolo teatrale; dell'incontro con alcuni animali; la messa di Pasqua.
Molti dei protagonisti delle sue opere future devono il proprio spessore psicologico, agli uomini incontrati nella colonia penale.
In un certo senso è come avere tra le mani il libretto di istruzione dei futuri personaggi di Dostoevskij.

Il romanzo è scritto sotto forma di diario.
Diario che l'autore, nella prefazione, attribuisce a un recluso immaginario che avrebbe ucciso la moglie in un impeto di rabbia. 
Quello che colpisce è che il nostro protagonista non diventerà mai "uno di loro", uno dei carcerati.
Non per snobismo. Ma perché non tutti gli uomini sono corrotti nell'animo. Le loro azioni possono esserlo, ma il loro cuore può sopravvivere.
Ed è questo uno degli aspetti che mi ha colpito di questo libro.
Chi scrive il diario non è giudicante. Osserva. Cerca di capire.
Credo sia un momento prezioso, che dovrebbe ispirare anche il nostro agire, il nostro metterci accanto all'altro.

Tra le pareti buie e scrostate della colonia brilla sempre una luce.
Quella dell'amore cristiano, l'unica che può salvare l'uomo e sollevarlo anche nei momenti più bui.
Anche uomini di quella risma sanno cosa sia un gesto di pietà, di solidarietà.

Un libro particolare che mi ha avvicinato ancora di più a comprendere questo grande e inarrivabile scrittore.
L'unico che cerca di andare oltre il mero significato dei fatti, per comprendere l'uomo che è oltre l'abito, il ruolo sociale.
L'unico interessato a scavare in profondità, a guardare in ogni anfratto alla ricerca dell'umano nell'uomo. Anche nel più spietato assassino.
Uno scrittore speleologo, minatore, avventuriero, cercatore di tesori: l'animo umano.

 Sì, va bene l'indipendenza; va bene anche saper stare da soli ma quando ho paura e sto male vorrei una frase d'amore e un abbraccio.
Invece non ho mai niente.
E mi sento proprio da buttare via.


sabato 1 luglio 2023

Luglio, col bene che ti voglio

 ...vedrai non finirà

1968, Riccardo del Turco canta questo successo sullo splendido mese estivo per antonomasia.

Luglio m’ha fatto una promessa
l’amore porterà.
Anche tu, in riva al mare tempo fa,
amore, amore
mi dicevi: “Luglio ci porterà fortuna”
poi non ti ho vista più;
vieni, da me c’è tanto sole,
ma ho tanto freddo al cuore
se tu non sei con me.

Mi sento proprio come il protagonista della canzone. 
Siamo entrati nel settimo mese dell'anno. Siamo al giro di boa del 2023.
Non faccio commenti per non mettermi a piangere.

I Romani lo consacrarono al dio Giova, padre di tutti gli dei, vista la sua bellezza e ricchezza in termini di fiori e frutti. 
Anche alzando gli occhi verso il cielo si possono ammirare campi di stelle e una luminosa Via Lattea.
La luna piena è detta "delle erbe" ed è la luna adatta per ricaricare le nostre energie dopo aver camminato per oltre mezzo anno.

Benvenuto Luglio.
Spero tu possa portarmi qualche bel messaggio di amore.