mercoledì 5 luglio 2023

Il Fascismo degli antifascisti - Pier Paolo Pasolini

Il nuovo fascismo - che è tutt'altra cosa - non distingue più:
non è umanisticamente retorico, è americanamente pragmatico.
Il suo fine è la riorganizzazione e omologazione brutalmente totalitaria del mondo.


Mi scoccia ammetterlo ma Pasolini è entrato solo ora a far parte della mia vita in modo diretto.
Lo conoscevo soltanto in modo indiretto. Per quello che gli altri hanno raccontato di lui. Attraverso le interviste che a volte vengono trasmesse in televisione. Attraverso vecchi filmati.
Oggi ho finalmente, anche se malamente, colmato questa lacuna. La casa editrice Garzanti mi ha permesso con questo libricino di conoscerlo, di sentire la sua voce. Voce che si è diffusa attraverso gli editoriali che venivano pubblicati su alcuni giornali italiani.
Pier Paolo Pasolini è stato scrittore, giornalista ma soprattutto mi piace ricordarlo come uno dei più grandi pensatori del XX secolo.
Ho proprio voglia di conoscerlo. Ma mi manca la volontà di leggere. Non sto bene caro Blog, forse è il caldo. Ma non riesco a concentrarmi. Non è proprio periodo. Però dobbiamo conoscere meglio Pasolini. Prendiamo questo impegno. Detto tra di noi mi ha colpito la sua lucidità di pensiero e constatare che le sue parole siano ancora oggi tristemente attuali.
Il fascismo è ancora in auge, e le persone continuano a sottovalutare il problema. Coloro che vi si oppongono lo fanno quasi come "stile di vita". Ma non con la determinazione che la situazione merita. Perché il fascismo c'è, ma non è quello delle camicie nere. Si è ripulito. Oserei dire è più subdolo, più furbo.

Ecco perché buona parte dell'antifascismo di oggi, o almeno di quello che viene chiamato antifascismo, o è ingenuo e stupido o è pretestuoso e in malafede: perché dà battaglia o finge di dar battaglia ad un fenomeno morto e sepolto, archeologico appunto, che non può più far paura a nessuno. E, insomma, un antifascismo di tutto comodo e di tutto riposo.

Non dovremmo mai abbassare la guardia, non dovremmo mai pensare che "oggi non può succedere".
A volte ho paura. A volte penso che questi tempi siano bui e non passeranno mai.
Ma altre volte mi chiedo: cosa mai posso fare? Vigilare.
Pasolini dedicò tutta la sua opera alla riflessione sul fascismo e sulla sua evoluzione.  
Qui ritroviamo i suoi pensieri tra il settembre 1962 e il febbraio 1975.
Colpisce la sua lucidità.
Pasolini infatti confida di fare attenzione a quel fascismo che ha indossato i panni "come normalità, come codificazione del fondo brutalmente egoista di una società".
Si scaglia contro la società dei consumi, responsabile dell'omologazione culturale del paese: un potere senza volto, senza saluto romano, ma capace di governare le vite e le coscienze collettive più di qualsiasi uomo col fez.
Potente come pensiero.
Attuale.
Da approfondire.

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