venerdì 21 luglio 2023

Na nga def?

 Caro Blog,
oggi ho letto i libri acquistati in spiaggia.
Mi sono sentita molto stupida dopo. Nel mondo ci sono tante bellissime culture. Ed è vero che noi occidentali siamo molto egocentrici! Ma non pensavo di poter essere anch'io così.
Mi spiego: pur rispettando il prossimo, non mi sono mai interessata a lui.
Non mi sono mai chiesta più di tanto come gli altri guardino il mondo.
Solo le lezioni di antropologia mi hanno dato qualcosa in più. Ripeto: non nel senso di schemi mentali ma di informazioni. L'aver viaggiato da bambina, mi ha probabilmente reso una persona aperta all'altro. L'altro l'ho visto sempre come un elemento della mia esistenza.
E non volendo l'ho privato di una propria autonomia. Un difetto che correggerò.

Oggi la connessione funziona a singhiozzo. Ho difficoltà a caricare la foto dei miei due libricini. Sono belli. (Ah! Ci sono riuscita!!!) Si aggiungono alla mia collezione milanese. Se potessi ne comprerei altri.
Questa volta ho imparato qualcosa sul Senegal. La mia mente ha viaggiato nel tempo fino al 1444. Ed è passata attraverso numerosi luoghi. Ha incontrato sofferenze e ingiustizie. Ma anche saggezza e qualche vecchia conoscenza.
Mi sarebbe piaciuto chiedere a quel ragazzo: "Come stai?" - "Na nga def?".
E ascoltare la sua storia, mentre diventava per sempre nella mia memoria il venditore di libri. Mi è mancato il coraggio. E credo di aver commesso anche qualche altro errore.
Sempre per colpa della mia timidezza, della mia ansia. Esteriormente non si vede il tumulto che parlare con qualcuno mi genera nel cuore. Eppure, alla fine, quando resto sola, mi sento in colpa. Perché avrei voluto dire di più, fare di più. 
Non ho nulla da dare agli altri. Solo il mio tempo. E ho paura che sia poco. Che nessuno lo voglia. Che tutti reputino la mia compagnia "tempo speso male".
Al mio amico venditore auguro ogni bene. Spero si senta accolto qui. Spero sia sereno. Spero sia amato. Glielo auguro con tutto il cuore.

Mi sento sempre così insoddisfatta di me stessa.
E anche oggi lo sono.
Cerco di creare ponti con chi con me si limita a disegnare moli mobili.
Che può togliere quando non ha voglia di perdere tempo con me.
Ciò mi ferisce. Mi fa soffrire.
Devo accettare che nessuno vorrebbe perdere il suo tempo con me.
Quando accadrà sarò libera.

p.s. Caro Blog, ti chiedo scusa per tutti gli errori e gli strafalcioni che scrivo. A volte recupero. Ma la maggior parte delle volte restano lì a imperitura memoria.
La perfezione non mi appartiene, e va bene così.

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