lunedì 18 dicembre 2023

Confusione di stelle - Alda Merini

 Caro, io e te siamo soli,
                        i nostri profili si stagliano contro il vento
da innumeri anni ormai,
                        ci teniamo per mano
          come andassimo al giudizio di Dio
             che tarda troppo a venire

Caro Blog,
voglio concludere questo scarno anno di letture con la poesia. Non è il mio preferito, ma questa raccolta di poesie dedicata ad Alda Merini è davvero molto interessante e se sei un appassionato della poetessa dei Navigli, non puoi farti scappare questi inediti.
La raccolta è stata curata da Riccardo Redivo e da Ornella Spagnulo che ci regalano una generosa introduzione all'opera, a mio avviso, nuova e fuori dagli schemi.
Grazie al loro intervento abbiamo tra le mani informazioni personali della poetessa che se possibile, la fanno amare ancor di più.
Le poesie sono il frutto di una lunga e precisa ricerca tra inediti e lettere scritte a diverse importanti persone della vita della Merini.
In maniera particolare ricordo Orneste Macrì, intellettuale amico della Merini, che conservava faldoni pieni zeppi di lettere, poesie, santini, fotografie e articoli di giornale indirizzatigli proprio da Alda Merini.
Sinceramente non sono poesie che mi sconvolgono, ma mi hanno consentito di conoscere un po' di più Alda Merini.
Forse quelle che preferisco sono quelle dedicate al secondo marito, il medico poeta Michele Pierri.
Ed è questa la storia che ti racconto brevemente.
Quando si sposarono lui aveva 85 anni, lei 53.
Agli occhi del mondo sembro un azzardo, una burla, un matrimonio farsa!
Ma come spesso accade, il mondo che giudica solo guardando l'esteriorità si sbagliava.
Quel matrimonio era fondato su un comune e sincero sentimento di stima e amore.
L'amore può essere declinato in modi infiniti, che non sta a me in questa situazione, specificare.
Ma la verità è che Alda e Michele avevano iniziato un lunghissimo e profondo colloquio telefonico, durato senza interruzioni, per quattro anni. 
Al centro di questo colloquio c'era la poesia, ma poi la solidarietà, l'amicizia, il sostegno, il rispetto.
A me non sembra difficile pensare che poi sia diventato amore.
Pochi sono gli anni insieme perché Michele era anziano e malato.
Ma sono stati anni felici.
In cui Alda riesce a risollevarsi dalla malattia, dalla povertà, dal dolore della vedovanza (il primo marito era morto dopo una lunga malattia).
Taranto, la città di Michele, aveva accolto Alda e fatto da sfondo a quell'amore sublime e assoluto. E in questi anni felici la poetessa compone le liriche che hanno poi conquistato definitivamente il suo pubblico.
Quando Michele muore, Alda torna ad essere sola e al buio.
La malattia mentale che sembrava averle concesso una tregua, si riaffaccia prepotentemente nella sua vita.

In un certo senso la vita di Alda Merini si divise tra un dentro e fuori il manicomio.
A differenza di chi ancora oggi cerca di nascondere, come fosse una colpa, un delitto, lei divenne orgogliosa paladina della malattia mentale e di chi, come lei stessa, patì le torture del manicomio.
Non mi sento di definire "cure", quelle che le furono somministrate negli anni sessanta.
In Italia dovemmo aspettare l'arrivo del dottor Basaglia negli anni 70 per vedere un cambio di registro.
Alda Merini la ricordo in modo offuscato, in un'intervista da Maurizio Costanzo.
Lei parlava della sua malattia con parole forti ma modi gentili.
Questa invece è un'immagine che mi è rimasta dentro.

Penso che la base della follia sia questa continua frustrazione dei rapporti.
Questo emarginare la persona ritenuta malata.
Il giudizio sulla persona malata di solito viene da persone che non sanno assolutamente che cosa sia.

Oggi non so dirti se le cose siano diverse.
Se siano cambiate realmente o solo esteriormente. Qualcosa si muove; c'è sempre chi lotta per la giustizia. Ed è forse questo che salva tutto.

Ogni giorno cerco il filo della ragione,
ma forse non esiste o mi ci sono aggrovigliata dentro.

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