mercoledì 27 dicembre 2023

Un vaso d'alabastro illuminato dall'interno - diari George G. Byron

 Questo diario è un sollievo. Quando sono stanco - cosa che capita spesso -
eccolo saltar fuori, e tutto ci finisce dentro.
Ma rileggerlo sarebbe troppo - e Dio solo sa quante contraddizioni racchiuda.

Caro Blog,
non ho pubblicato nemmeno una foto natalizia. L'occasione me la fornisce Lord Byron, nostra vecchia amicizia.
Questo libro è stato molto illuminante. Per una volta un grande scrittore mi è apparso come una persona comune. Che scrive sul suo diario tutto quello che gli viene in mente: dall'incontro della sera prima, all'opinione su un'opera vista a teatro. Esattamente come accade per chiunque abbia un diario o un blog personale, anche Lord Byron si trova spesso a sfogare la sua frustrazione, i suoi timori, in generale il suo umore. Ritengo sia una caratteristica molto bella e umana, e ho constato che me lo ha reso ancora più simpatico. Lord Byron è ufficialmente un nostro amico. Lo abbiamo conosciuto in diversi momenti della vita e lo abbiamo potuto apprezzare anche in giorni "no". In quei momenti in cui anche un uomo, un ragazzo straordinario e di pregio come lui, doveva sentirsi solo e inadeguato:

Cosa diavolo ho che non va, io mi domando e dico!
Non riesco a fare niente e, per fortuna, non c'è niente da fare.

In questi momenti umani, di indicibile tristezza e irrinunciabile ironia, vedo il potere e il fascino del Byron "irresistibile". Naturalmente non mancano anche racconti più intimi della sua vita, diciamo "di conquista". Racconti sul quotidiano. Racconti sulla lavorazione di un progetto.
Il titolo è emblematico. Dovrebbe averlo detto Walter Scott quando si conobbero e Byron lo ripete anche in un verso del Don Juan.
La bellezza e la capacità di diffondere una luce soffusa, rendono questo materiale prezioso e molto usato nell'arte. E forse Scott vedeva in Byron una persona preziosa e pura, che illuminato dall'interno mostra anche le imperfezioni della sua matrice.
I diari di George Byron sono proprio la luce su ciò che aveva interiormente il poeta e scrittore inglese. E quella stessa luce lo attraversa, illuminando, a sua volta, il mondo.

Una lettura piacevole e personale. 
Non credo sia facilmente vendibile con gli amici, al bar, sorseggiando un caffè. Quindi rimane una conoscenza propria, di chi lo legge. Un vaso chiuso. Prezioso.
Per capirlo appieno dobbiamo partire da una considerazione importantissima: delle opere di Lord Byron non molto è arrivato a noi. Innanzitutto perché lo stesso autore non ne era mai soddisfatto e spesso bruciava ciò che scriveva. (In molti passaggi del suo diario si parla di qualcosa di scritto e gettato nel camino.) E poi perché alla sua morte, i suoi parenti bruciarono ciò che aveva scritto, temendone i contenuti. Pensavano che il Lord fosse omosessuale (in realtà fu onnisessuale), e che avesse scritto qualcosa di "scandaloso" che avrebbe potuto rovinare anche la loro reputazione.
Pochi carteggi sono tuttavia sopravvissuti. E possiamo ritenerci fortunati ad avere oggi questa edizione, proposta da Adelphi: il diario che Byron indirizzò alla sorellastra Augusta e che scrisse partendo dalla fine del 1813 fino a poche settimane prima di morire.
Non dimentichiamo che Byron è morto quando aveva solo trentasei anni, mentre inseguiva un ideale. Quello del popolo greco in particolare, gli è costato la vita.

Aiutandoci con l'Indice possiamo riconoscere in particolare quattro momenti:
- il diario londinese (novembre 1813, aprile 1984): leggiamo di un giovane scrittore e la sua vita tra circoli letterari, appuntamenti, incontri. Giovane, famoso e affascinante, non nasconde una certa arroganza e sicurezza in sé stesso;
- il diario alpino (18-28 settembre 1916): reduce della famosa disputa letteraria con i coniugi Shelley e Polidori a villa Diodati, si rifugia in una vacanza alpina nei pressi di Ginevra e ne scrive ogni dettaglio da raccontare alla sorellastra;
- il diario ravennate (gennaio-febbraio 1821): qui prende contatti con la carboneria romagnola;
- pensieri slegati: la parte per me più difficile da leggere;
- il diario di Cefalonia (giugno 1823, febbraio 1824): qui emerge l'amore di Byron per la libertà dei popoli. Non posso non ricollegarmi a quanto scrissi tempo fa: forse in quest'ultima campagna, Byron cercava anche altro.

 Ciò che rimane in me di questa lettura è quindi una sorta di scoperta straordinaria.
Che non potrò raccontare a nessuno.
Come quando vedi per strada un pettirosso: un incontro privilegiato, che non puoi raccontare, perché nessuno potrebbe capire ciò che hai provato.

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