domenica 31 dicembre 2023

San Silvestro

 Se ti fermi un momento a rifletterci questa frenesia da ultimo dell'anno è proprio assurda!
In Oceania è già iniziato l'anno nuovo e il pensiero che poche ore possano fare la differenza sulla mia sorte prossima, mi strappa un sorriso.
Eppure non resisto. Ci casco tutti gli anni. Stessa emozione. Stessa attesa.

Ho scritto le ultime pagine del vecchio diario, che mi sentivo Frodo mentre finisce il suo racconto del Signore degli Anelli; e questa volta ho già pronta l'agendina dell'anno nuovo.
Sono riuscita a creare un bel panzerotto ripieno anche questa volta.
Cosa accadrà l'anno prossimo? Quanti sogni, quante speranze.
Ma di loro ne parlerò tra qualche ora.
Oggi voglio salutarti 2023 e dirti grazie!
Perché di tutti i fratelli che ti hanno preceduto dal 2017 in poi, tu sei stato il meno severo e il più sereno.
È difficile da spiegare: nell'atto pratico la mia vita non è cambiata. Ma io ho iniziato ad apprezzarla. Ho iniziato ad amarla. E lo devo a te, 2023.
Sei stato un dono. Dall'inizio alla fine. Ogni singolo giorno, ogni singolo passo fatto, ogni "misurazione della pressione" sono stati dei regali preziosi.
La mia splendida famiglia è ancora tutta unita. Cugina ed io abbiamo cementificato la nostra amicizia. C'è un cucciolo nuovo nel gruppo. Persona non è più così distante come pensavo, ma direi che a modo suo (non certo mio) abbiamo stabilito una specie di rapporto. Ho vissuto dei giorni sereni. Ho letto dei buoni, anche se pochissimi, libri. Sono stata in dei posti di mare meravigliosi. Ho conosciuto un riccio e un pettirosso. Ho anche perso una persona importantissima, e questo fa molto male. Ma ho imparato a convivere con il mio dolore, senza lasciarmi da esso sopraffare.
Lunga è ancora la strada da percorrere per trovare un po' di felicità e soddisfazioni, ma mi sono sentita prendere per mano e ho sentito che qualcuno mi aiutava a muovere i primi passi.
Sono lieta per questo.
E oggi ti saluterò 2023 grata e serena.

In rete ho trovato alcuni piccoli gesti che si possono eseguire per lasciare andare il Vecchio anno.
E per sorridere un'ultima volta insieme, sono qui a condividerli.

Piccoli modi per attirare la fortuna e salutare la notte di S. Silvestro:

1. Indossare qualcosa di rosso e di nuovo
Il perché del rosso è da sempre simbolo di buona sorte. Già nelle usanze degli antichi romani era un colore associato al prestigio, al potere. Gli Imperatori non a caso, usavano il mantello rosso durante il Capodanno.
 Con il Medioevo le cose cambiano un po'. Il rosso diventa il colore per allontanare gli spiriti maligni e le streghe.
Oggi è un colore beneaugurale portatore di ricchezza, fortuna e salute.
E lo confesso: ho regalato a tutta la famiglia un capo di intimo rosso!
Non sono io: è la tradizione che lo impone!
Va regalato! E mai più indossato nelle future vigilie di Capodanno (in altri giorni si può).
Naturalmente va bene qualunque cosa, l'importante che sia da indossare.
Largo quindi a cravatte, fermacapelli, maglioncini, gonne, ecc. purché di colore ROSSO!

2. Mangiare cibi beneauguranti
E qui le tradizioni si sprecano. Che siate in tanti, o come me pochissimi, sulle tavole imbandite non possono mancare i cibi portafortuna!
Cotechino con lenticchie, uva, melagrane, frutta secca.
E che vi sia una pioggia di fortuna e ricchezza. Aggiungo salute e serenità per il mondo intero!
Mi raccomando il brindisi a mezzanotte con lo spumante, o con qualcosa che faccia il botto per scacciare paure e timori.
Vietati i crostacei: quelli hanno il brutto vizio di camminare all'indietro. Noi invece vogliamo andare avanti!

3. Botti e fuochi d’artificio
Qui lo dico e non lo nego: forse questa tradizione è oggi la più antipatica da ricordare. Non è ecologica e nemmeno animalista, ma dobbiamo riconoscere che ha ancora un certo fascino.
Luci e rumori aiutano a illuminare il nostro futuro sconfiggendo le tenebre e la negatività.
Però lasciamolo fare ai professionisti. Noi possiamo accendere per un momento, tutte le luci della casa.

4. Uscire di casa con dei soldi in tasca il primo di gennaio
Così se abbiamo fallito le usanze della notte, possiamo ancora attirare buona sorte e denaro in abbondanza, il mattino del Primo dell'anno.
Attenzione, però, alla prima persona in cui ci imbattiamo dopo lo scoccare della mezzanotte! La buona fortuna sarà assicurata incontrando una persona anziana, simbolo di lunga vita e prosperità.
E se del sesso opposto al nostro, ancor meglio.

Naturalmente sono solo tradizioni. Simboli.
Non dobbiamo crederci fedelmente. Ma solo usarli per sorridere e prenderci un po' in giro.

Ancora grazie 2023, grazie a tutti quelli che ogni tanto sfiorano questo posto omerico.
A voi tutti auguro una serena e felice notte di San Silvestro.
I miei pensieri e il mio cuore vanno anche alle persone che non sono qui.
Ai malati in ospedale e a casa; alle popolazioni vittime della guerra; a tutti coloro che hanno subito violenze; ai disoccupati; agli orfani; a chi è solo al mondo; a chi ha perso l'amore della propria vita; a chi è stato tradito; a chi ha perso una persona cara; a chi è depresso; a chi è triste: la luce splenderà anche per noi tutti.
Che la Pace torni a regnare nei nostri cuori e sulla Terra.

Buon ultimo giorno del 2023

sabato 30 dicembre 2023

Pace

 Caro Blog,
a volte mi comporto proprio come una bambina. Sono veramente un'illusa, ma da un po' di tempo la prima azione che compio al risveglio, è quella di controllare le notizie.
Attendo con ansia l'arrivo della Pace. E ci credo. Ci spero.
Mi sono imposta come persona che ha una fede, anche se sgangherata e malmessa, di credere.
Ho l'obbligo morale di credere nei miracoli.
Ed è così che sto vivendo questi giorni di festa: con Gesù Bambino nel cuore, in attesa della pace in tutto il mondo.
Penso all'Ucraina, ad Israele e alla Palestina. 

Non ti annoierò con le mie teorie. Non mi piace trasformare un campo di guerra in un campo di calcio, come se potessi appartenere ad una tifoseria o ad un'altra.
Ho rubato ad una persona che conosco il libro di Marco Travaglio. Io, per me, non lo avrei mai comprato. Ma mi ha incuriosito e ho cercato di leggerlo, visto che non mi è costato nemmeno un centesimo.
Non mi è piaciuto come ha parlato del 7 ottobre 2023. 
Ma devo ammettere che è riuscito in poche pagine a riassumere quella che è una situazione storica e politica, complessa e logorante.
Non c'è una morale. Non punta il dito contro qualcuno. Devo ammettere che è stata una lettura, triste, sfiancante, ma doverosa.
Le persone, come sempre, i comuni cittadini continuano a pagare un prezzo altissimo, mentre alle loro spalle c'è chi fa discorsi, tesse trame e cura interessi (personali).
Lo stesso accade per il popolo ucraino. E forse anche il popolo russo non ne può più.

Chi ci salverà dalla miseria, dalla morte, dalla carestia? Dio mio, conosco il libero arbitrio, ma credo nei miracoli. E prego affinché tu riesca a sciogliere il cuore di ghiaccio dei potenti.
Mi aspetto di vedere finalmente gli uomini di tutto il mondo vivere in pace.
Magari ci saranno sempre persone più fortunate, più ricche e privilegiate.
Ma credo nel sogno di un mondo equo. E senza guerre.

Che la pace sia il regalo del nuovo anno.


mercoledì 27 dicembre 2023

Un vaso d'alabastro illuminato dall'interno - diari George G. Byron

 Questo diario è un sollievo. Quando sono stanco - cosa che capita spesso -
eccolo saltar fuori, e tutto ci finisce dentro.
Ma rileggerlo sarebbe troppo - e Dio solo sa quante contraddizioni racchiuda.

Caro Blog,
non ho pubblicato nemmeno una foto natalizia. L'occasione me la fornisce Lord Byron, nostra vecchia amicizia.
Questo libro è stato molto illuminante. Per una volta un grande scrittore mi è apparso come una persona comune. Che scrive sul suo diario tutto quello che gli viene in mente: dall'incontro della sera prima, all'opinione su un'opera vista a teatro. Esattamente come accade per chiunque abbia un diario o un blog personale, anche Lord Byron si trova spesso a sfogare la sua frustrazione, i suoi timori, in generale il suo umore. Ritengo sia una caratteristica molto bella e umana, e ho constato che me lo ha reso ancora più simpatico. Lord Byron è ufficialmente un nostro amico. Lo abbiamo conosciuto in diversi momenti della vita e lo abbiamo potuto apprezzare anche in giorni "no". In quei momenti in cui anche un uomo, un ragazzo straordinario e di pregio come lui, doveva sentirsi solo e inadeguato:

Cosa diavolo ho che non va, io mi domando e dico!
Non riesco a fare niente e, per fortuna, non c'è niente da fare.

In questi momenti umani, di indicibile tristezza e irrinunciabile ironia, vedo il potere e il fascino del Byron "irresistibile". Naturalmente non mancano anche racconti più intimi della sua vita, diciamo "di conquista". Racconti sul quotidiano. Racconti sulla lavorazione di un progetto.
Il titolo è emblematico. Dovrebbe averlo detto Walter Scott quando si conobbero e Byron lo ripete anche in un verso del Don Juan.
La bellezza e la capacità di diffondere una luce soffusa, rendono questo materiale prezioso e molto usato nell'arte. E forse Scott vedeva in Byron una persona preziosa e pura, che illuminato dall'interno mostra anche le imperfezioni della sua matrice.
I diari di George Byron sono proprio la luce su ciò che aveva interiormente il poeta e scrittore inglese. E quella stessa luce lo attraversa, illuminando, a sua volta, il mondo.

Una lettura piacevole e personale. 
Non credo sia facilmente vendibile con gli amici, al bar, sorseggiando un caffè. Quindi rimane una conoscenza propria, di chi lo legge. Un vaso chiuso. Prezioso.
Per capirlo appieno dobbiamo partire da una considerazione importantissima: delle opere di Lord Byron non molto è arrivato a noi. Innanzitutto perché lo stesso autore non ne era mai soddisfatto e spesso bruciava ciò che scriveva. (In molti passaggi del suo diario si parla di qualcosa di scritto e gettato nel camino.) E poi perché alla sua morte, i suoi parenti bruciarono ciò che aveva scritto, temendone i contenuti. Pensavano che il Lord fosse omosessuale (in realtà fu onnisessuale), e che avesse scritto qualcosa di "scandaloso" che avrebbe potuto rovinare anche la loro reputazione.
Pochi carteggi sono tuttavia sopravvissuti. E possiamo ritenerci fortunati ad avere oggi questa edizione, proposta da Adelphi: il diario che Byron indirizzò alla sorellastra Augusta e che scrisse partendo dalla fine del 1813 fino a poche settimane prima di morire.
Non dimentichiamo che Byron è morto quando aveva solo trentasei anni, mentre inseguiva un ideale. Quello del popolo greco in particolare, gli è costato la vita.

Aiutandoci con l'Indice possiamo riconoscere in particolare quattro momenti:
- il diario londinese (novembre 1813, aprile 1984): leggiamo di un giovane scrittore e la sua vita tra circoli letterari, appuntamenti, incontri. Giovane, famoso e affascinante, non nasconde una certa arroganza e sicurezza in sé stesso;
- il diario alpino (18-28 settembre 1916): reduce della famosa disputa letteraria con i coniugi Shelley e Polidori a villa Diodati, si rifugia in una vacanza alpina nei pressi di Ginevra e ne scrive ogni dettaglio da raccontare alla sorellastra;
- il diario ravennate (gennaio-febbraio 1821): qui prende contatti con la carboneria romagnola;
- pensieri slegati: la parte per me più difficile da leggere;
- il diario di Cefalonia (giugno 1823, febbraio 1824): qui emerge l'amore di Byron per la libertà dei popoli. Non posso non ricollegarmi a quanto scrissi tempo fa: forse in quest'ultima campagna, Byron cercava anche altro.

 Ciò che rimane in me di questa lettura è quindi una sorta di scoperta straordinaria.
Che non potrò raccontare a nessuno.
Come quando vedi per strada un pettirosso: un incontro privilegiato, che non puoi raccontare, perché nessuno potrebbe capire ciò che hai provato.

lunedì 25 dicembre 2023

Buon Natale

Caro George, ricorda che nessun uomo è un fallito se ha degli amici.
P.S. Grazie delle ali!
Con affetto, Clarence.
(La vita è meravigliosa)

Caro Blog,
BUON NATALE!
Ho trascorso una giornata serena e bella; non accadeva da tempo, ho perso memoria dell'ultima simile.
Sono stata con la famiglia.
I nipotini sono cresciuti e con me non trascorrono più il loro tempo come in passato.
Ma è normale. Mi sento comunque fortunata a vederli crescere.
Forse Clarence ha ragione, una persona con molti amici è una persona di valore.
Quindi il mio valore è piccolo, ma di qualità.
È un pensiero, tutto sommato, piacevole.
E sono certa di non essere la sola.
Anche tu conti come amico, e amici sono tutti coloro che si fermano qui, un momento, a riprendere il fiato dalla vita.
A tutto il mio mondo virtuale e immaginario, auguro un sereno Natale.
L'idea che un bambino sia nato per portare luce e speranza, mi riempie il cuore di gioia.
Lo ha fatto per ognuno di noi. E abbracciando i miei nipotini sento che lui si nasconde tra le pieghe dei nostri cuori, un po' sgualciti e un po' rammendati.
Un momento prezioso per non pensare ai propri problemi, ma per essere solidari con chi soffre, con chi è solo.
Per sperare nella pace ed in un futuro migliore.
Per me il Natale è proprio speranza; è la volontà di far brillare un po' di luce nel mio cuore spento e stanco.
Spero che sia stato un Natale sereno per tanti.
Un pensiero a chi soffre, a chi è in ospedale, a chi è sotto le macerie della guerra, a chi ha perso il lavoro, a chi ha lavorato, a chi è solo, a chi ha perso una persona cara, a chi è stato lasciato dall'amore.
A tutti vorrei dire: Gesù è con noi.
Anche con chi non crede. Non importa. Il Natale è amore. Quindi è di tutti.
Dobbiamo fare in modo che diventi anche per tutti.

Buon Natale

lunedì 18 dicembre 2023

Confusione di stelle - Alda Merini

 Caro, io e te siamo soli,
                        i nostri profili si stagliano contro il vento
da innumeri anni ormai,
                        ci teniamo per mano
          come andassimo al giudizio di Dio
             che tarda troppo a venire

Caro Blog,
voglio concludere questo scarno anno di letture con la poesia. Non è il mio preferito, ma questa raccolta di poesie dedicata ad Alda Merini è davvero molto interessante e se sei un appassionato della poetessa dei Navigli, non puoi farti scappare questi inediti.
La raccolta è stata curata da Riccardo Redivo e da Ornella Spagnulo che ci regalano una generosa introduzione all'opera, a mio avviso, nuova e fuori dagli schemi.
Grazie al loro intervento abbiamo tra le mani informazioni personali della poetessa che se possibile, la fanno amare ancor di più.
Le poesie sono il frutto di una lunga e precisa ricerca tra inediti e lettere scritte a diverse importanti persone della vita della Merini.
In maniera particolare ricordo Orneste Macrì, intellettuale amico della Merini, che conservava faldoni pieni zeppi di lettere, poesie, santini, fotografie e articoli di giornale indirizzatigli proprio da Alda Merini.
Sinceramente non sono poesie che mi sconvolgono, ma mi hanno consentito di conoscere un po' di più Alda Merini.
Forse quelle che preferisco sono quelle dedicate al secondo marito, il medico poeta Michele Pierri.
Ed è questa la storia che ti racconto brevemente.
Quando si sposarono lui aveva 85 anni, lei 53.
Agli occhi del mondo sembro un azzardo, una burla, un matrimonio farsa!
Ma come spesso accade, il mondo che giudica solo guardando l'esteriorità si sbagliava.
Quel matrimonio era fondato su un comune e sincero sentimento di stima e amore.
L'amore può essere declinato in modi infiniti, che non sta a me in questa situazione, specificare.
Ma la verità è che Alda e Michele avevano iniziato un lunghissimo e profondo colloquio telefonico, durato senza interruzioni, per quattro anni. 
Al centro di questo colloquio c'era la poesia, ma poi la solidarietà, l'amicizia, il sostegno, il rispetto.
A me non sembra difficile pensare che poi sia diventato amore.
Pochi sono gli anni insieme perché Michele era anziano e malato.
Ma sono stati anni felici.
In cui Alda riesce a risollevarsi dalla malattia, dalla povertà, dal dolore della vedovanza (il primo marito era morto dopo una lunga malattia).
Taranto, la città di Michele, aveva accolto Alda e fatto da sfondo a quell'amore sublime e assoluto. E in questi anni felici la poetessa compone le liriche che hanno poi conquistato definitivamente il suo pubblico.
Quando Michele muore, Alda torna ad essere sola e al buio.
La malattia mentale che sembrava averle concesso una tregua, si riaffaccia prepotentemente nella sua vita.

In un certo senso la vita di Alda Merini si divise tra un dentro e fuori il manicomio.
A differenza di chi ancora oggi cerca di nascondere, come fosse una colpa, un delitto, lei divenne orgogliosa paladina della malattia mentale e di chi, come lei stessa, patì le torture del manicomio.
Non mi sento di definire "cure", quelle che le furono somministrate negli anni sessanta.
In Italia dovemmo aspettare l'arrivo del dottor Basaglia negli anni 70 per vedere un cambio di registro.
Alda Merini la ricordo in modo offuscato, in un'intervista da Maurizio Costanzo.
Lei parlava della sua malattia con parole forti ma modi gentili.
Questa invece è un'immagine che mi è rimasta dentro.

Penso che la base della follia sia questa continua frustrazione dei rapporti.
Questo emarginare la persona ritenuta malata.
Il giudizio sulla persona malata di solito viene da persone che non sanno assolutamente che cosa sia.

Oggi non so dirti se le cose siano diverse.
Se siano cambiate realmente o solo esteriormente. Qualcosa si muove; c'è sempre chi lotta per la giustizia. Ed è forse questo che salva tutto.

Ogni giorno cerco il filo della ragione,
ma forse non esiste o mi ci sono aggrovigliata dentro.

domenica 17 dicembre 2023

Mr. Grinch

 Caro Blog,

mancano otto giorni al Natale.
Il centro commerciale, i negozi del centro sono presi d'assalto per i regali.
Che siano piccoli o di valore, c'è una frenesia in giro che fa quasi paura.
Osservavo gli scaffali dei negozi: sembra quasi che abbiano subito un saccheggio.
Le persone addette alle vendite hanno impresso sui loro volti, il segno di quanto debba essere stressante lavorare in questi giorni, a stretto contatto con tanta gente.
Ed io come sto? Ad oggi mi sento tranquilla. Non ho voglia di stressarmi per queste cose.
Ciò che riguarda l'esteriorità del Natale per me si traduce nell'accendere lucine di tutti i tipi.
In questo momento sto scrivendo con la luce spenta; mi aiuta quella del monitor.
Nel buio la giostrina natalizia proietta ombre colorate e danzanti.
In un altro angolo invece, sembra che abbia preso dimora un lembo del cielo stellato.
Guardo la piccola grotta ancora vuota e prego per la pace.
Ecco il mio Natale.
Luce, attesa e speranza.

Le cose vanno esattamente come devono andare. Non è vero che "volere è potere". Per chi è solo come me, non si muove mai nulla. Ma cerco di rimanere pacata. Ho un po' di calma nel cuore e la proteggo con determinazione.
Nel mio stato nulla attira la mia attenzione; quello che desidero non può essere impacchettato; il mio corpo si rifiuta di fare qualsiasi cosa.
Allora mi sono sistemata sul divano per guardare un film; ho scelto la compagnia del Grinch e ho contrastato le lacrime che tentavano di affacciarsi quando il cuore del Grinch "aumenta di tre taglie".
All'improvviso un messaggio inaspettato di Persona.
Sapessi quanto mi fa piacere. Mi riscalda dentro. Altro che tre taglie! Il mio cuore si espande a circondare il mondo!
Sono solo battute di pochi messaggi.
Poi vola via.
Questa volta in quei pochi messaggi ci ha messo un po' di sé. Oh, beh, almeno così ho letto io! Ma con lui non posso andare oltre la superficie.
Sarò stata influenzata da Mr. Grinch?
Pensavo:
- se ad una persona le dici sempre che è brutta e cattiva, quella lo diventerà quasi sicuramente;
- un solo atto d'amore può essere più violento di una intera vita di odio;
- ci si può sentire molto soli a volte, nei giorni di feste;
- se sei una persona sensibile, vedi solo le mancanze, le persone che non ci sono più, le persone che si sono allontanate;
- gli auguri di sconosciuti sono tutti uguali, aridi e chiaramente non sinceri;
- sembra che nessuno parli con il cuore;
- tutti vogliono divertirsi per forza e sembrare "natalizi".
Ciò è a trattati ingiusto e oggettivamente irritante.

Crescendo ci ritroviamo ad "odiare tutto e tutti più del solito" nel periodo natalizio.
Forse per quello che ho scritto? Perché tutti pensano a fare un regalo, ma senza pensare al regalo. Comprano, spendono soldi, ma non c'è quasi mai un intento gentile a muovere il dono. L'attenzione è focalizzata sul punto sbagliato: "smaltire la lista".
Il dono di Natale dovrebbe essere intenzionato ed attento alla persona destinataria del pacchetto.
Tempo fa fui anch'io tra quelle persone che ebbero un dono di circostanza. E ci rimasi molto male. Non avevo torto, ma oggi mi comporterei diversamente.
 
Questo Natale è un dono. Cercherò di non essere troppo "me".
Solitamente sono una brutta Grinch. Oggi voglio essere il Grinch finale, che affetta il tacchino, scherza con tutti e canta intorno all'albero di Natale.
Vorrei anche essere una piccola Cindy Lou con chi ne ha bisogno. 
Ma ho smesso di farmi illusioni. Nella realtà nessuno vuole essere disturbato.
Posso solo modificare me stessa. Ed è quello che farò.

Caro PA,
avrei voluto chiederti il perché di quella frase.
Cerco di capire se è solo un modo di dire. Ma tu non sei tipo da usare le parole con leggerezza. E a volte ho paura che tu sia più solo di quello che lasci intendere.
E quando dico "solo" non intendo dire che tu non esca, non conosca gente. Anzi! C'è perfino troppa gente che ti circonda. Ma persone?
Ci sono giorni come questo in cui mi chiedo se anche tu non senta quella solitudine che tormenta il mio cuore.
Se così fosse, mi piacerebbe dirti che ti ascolto, che ci sono. Lo so, non sono in grado di capirti, ma ti ascolterei lo stesso.
Alla fine ti offrirei qualcosa da bere o da mangiare e ti costringerei a girovagare per vedere le luci natalizie.

Nella realtà ascolto il tuo silenzio. E rimango al mio posto.
È quello che vuoi. È quello che posso fare.
La giostrina ha terminato il suo giro.
Spengo le stelle.

Buonanotte Mr. Grinch.

giovedì 14 dicembre 2023

Dolore e Ragione - Iosif Brodskij

 Ormai il verbo è soltanto suono:
denota una reazione in cui la componente animale
prevale nettamente su quella razionale.


Caro Blog,
tempo fa e ora che scrivo mi sembra trascorso un secolo, ma in realtà sono passate solo alcune settimane, ho finito la lettura di questo libro di cui, lo confesso immediatamente, ho mancato il suo cuore.
Posso raccontarti la sua struttura, la sua esteriorità. Descriverti il colore dei suoi capelli. Ma come nelle descrizioni importanti di un amico, non posso raccontarti la sua anima, il suono della sua risata, né le pieghe intorno agli occhi mentre sorride.
E questo perché non lo conosco abbastanza; me ne dolgo, ma è un dato di fatto: non lo conosco affatto.
Quindi il mio viaggio inizia con la consapevolezza che sarà un racconto mutilato.
Potrei consigliarti una ricerca su altri blog; ma credo che non troveresti la chiave giusta per accedere al tesoro nascosto in questo libro.
Il consiglio vero è, invece, di recarti in libreria, acquistarne una copia e cercarti un posticino tranquillo per fare la sua conoscenza -mi raccomando!- senza essere disturbati. Lentamente si schiuderà davanti a te una caverna di tesori degna di Alì Babà!

Dal canto mio, visto che ci sei, ti darò qualche approssimata informazione.
Innanzitutto il suo autore, Iosif Brodskij è una di quelle persone che non si incontra tutti i giorni. Per amore di definizione possiamo dire che è stato ufficialmente poeta, saggista e drammaturgo.
Russo per nascita, naturalizzato statunitense è considerato uno dei maggiori poeti russi del XX secolo.
Vinse il Premio Nobel per la letteratura nel 1987 e fu nominato poeta laureato qualche anno dopo.
Studente di medicina per qualche anno, fu poi tornitore, fuochista, guardiano di un faro e partecipò anche a spedizioni geologiche in Sacha-Jacuzia ed in Siberia.
A me è venuto il fiatone scrivendo!
Nel mentre è impegnato a vivere mille vite, legge di tutto e scrive, scrive tanto.
Presto verrà raggiunto dalla censura sovietica che lentamente diventerà carcere ed esilio dalla madre patria.
Soffrirà di cuore e almeno una volta avrà tentato il suicidio. Quando morirà nel gennaio del 1996 a soli cinquantasei anni, viene da pensare che avrà avvertito nel suo corpo e nell'anima una stanchezza da Matusalemme!!!

Il libro di cui parliamo oggi è l'ultimo da lui scritto e fu pubblicato nel 1995, poche settimane prima della sua scomparsa. Da molti è quindi considerato una sorta di opera testamentaria.
È divisa in sei capitoli che raccolgono riflessioni e dialoghi dell'autore con chiunque sia disposto ad ascoltarlo.
Le prima parole scritte sono un omaggio al suo Paese, alla sua Russia, anche se in realtà non la nomina mai. Sembra che siano gli anni del dopoguerra. E in modo clandestino, entrano nel territorio comunista oggetti e libri della cultura occidentale, americana per lo più.
In questa atmosfera, anche una scatoletta in latta può diventare un oggetto di culto per un bambino.
Scrive Roberto Calasso: "Una prosa dove a ogni passo, a ogni frase, il pensiero può trasportare il lettore molto lontano, come su un tappeto volante."
Ed è proprio così.
Siamo con il nostro libro in mano a immaginare le scene di vecchi film in bianco e nero, a ricostruire i dialoghi di quei personaggi dagli sguardi languidi e profondi, quando ci ritroviamo catapultati su un palcoscenico, disturbato dalla nostra presenza, ché in situazioni normali è vuoto, e che se avesse coscienza giudicherebbe una scocciatura la nostra presenza.
E da qui prende il via un'immodesta proposta.
Brodskij novello poeta laureato, parla della sua materia preferita: la poesia.
Siamo nel 1991, in occasione della sua designazione a poeta laureato dalla Library of Congresso di Washington.
Vale la pena di leggerlo tutto.

La poesia dovrebbe essere disponibile in una quantità di gran lunga superiore a quella attuale. Dovrebbe essere onnipresente come la natura che ci circonda e da cui la poesia deriva molte delle sue similitudini...

Suggerisce di produrre libri di poesia come fossero auto, che però ci trasportano in luoghi più distanti; immagina libri di poesia in farmacia, per abbassare la spesa degli psicofarmaci.

Ci spiega che la forma lirica è la forma di linguaggio per antonomasia. Se rinunciamo ad essa, allora rinunciamo all'evoluzione.
Ci condanniamo a gradi inferiori di articolazione, al grado del politicante, del commerciante o del ciarlatano.
Essa è l'unica assicurazione contro la volgarità del cuore umano.

Leggere poesia è una forma assai economica di accelerazione mentale. Entro uno spazio ridottissimo una buona poesia abbraccia un immenso territorio mentale, e spesso, verso l’epilogo, offre al lettore un’epifania o una rivelazione.

In chiusura ci regala una perla meravigliosa: I libri trovano i loro lettori. Ecco, nel mio caso effettivamente mi ha trovato che girovagavo in libreria alla ricerca di un'edizione non troppo costosa degli Adelphi. E quel dolore in copertina, mi ha chiamato più della ragione.

Scendiamo dal palcoscenico. Troviamo Iosif seduto alla scrivania, mentre scrive tutto assorto in sé stesso, una lettera. Sbirciamo oltre la sua spalla e leggiamo: Mio caro Orazio...
Siamo nuovamente in viaggio: lontano nello spazio e nel tempo. 
Ma non è ancora finita.
Abbiamo ancora tempo per meravigliarci.
Gli ultimi tre capitoli, così da me impropriamente chiamati, ci portano a conoscere tre maestri del panorama poetico-letterario: Robert Frost, Thomas Hardy e Rainer Maria Rilke.

Poeta del mondo rurale, Frost, poeta premodernista Hardy, con entrambi Brodskij ci dimostra l'importanza del linguaggio poetico.
Il saggio dedicato a Frost dà il nome al nostro libro, e analizzando la sua poesia ci mostra come dolore e ragione possano entrambi essere cibo per il linguaggio e quindi linfa vitale della poesia.
Con Hardy la musica è diversa. Chiamarlo poeta può essere deviante. Lui non è il fragile, tubercolotico che scrive nel freddo di una soffitta. Ma un uomo ben lucido, sempre più scontroso che riesce a dirvi qualcosa della vostra vita a prescindere dal luogo e dal tempo in cui visse la sua.

E alla fine di questo lungo viaggio arriviamo a Novant'anni dopo, quando nel 1904 Rainer Maria Rilke scrive Orfeo. Euridice. Ermes 
proprio così, senza il punto fermo dopo il nome del dio.
Immaginando ascoltare Brodskij che svela a piccoli passi questa poesia stupenda, mi sono venute le lacrime agli occhi.
Lo fa senza tecnicismi, senza usare paroloni. Lo fa rendendola accessibile a chiunque!
Brodskij stesso mi sembra diverso in queste ultime pagine.
Probabilmente dipende dal fatto che ora abbiamo davanti a noi il mito con tutto il peso del suo essere eterno, e perché sappiamo bene che qualsiasi sfida agli dèi conduce ad un’inevitabile sconfitta. Eppure siamo incollati a queste pagine, ad ascoltare ancora una volta la storia di Orfeo, del suo amore e della sua sconfitta.

Un libro che parla di libri; a me è piaciuto molto.


p.s. Ho fatto una piccola ricerca. Se te lo stessi chiedendo: dicesi poeta laureato il poeta ufficialmente premiato da un sovrano o da un governo con l'alloro poetico e pertanto investito del compito di comporre opere per eventi ufficiali o celebrative di personaggi legati al governo stesso.

In una fredda mattina di Dicembre

 Caro Blog, 

mancano diciotto giorni alla fine del 2023.
Siamo alle solite, inevitabilmente si formano dei pensieri nella mente.
In realtà è già da un po' che sento i bilanci bussare alla porta della mia coscienza.
Non ho molta voglia di aprire loro, ma so che farlo mi aiuterà a crescere quantomeno in consapevolezza.
Ed eccomi qui a dire che mi sento "cresciuta" emotivamente.
Non perseguito più Persona (lo facevo solo mentalmente, con discorsi immaginari: ho smesso), non gli imputo la responsabilità delle mie pene d'amore e cosa più importante, scrivo meno e quindi rimugino meno sui miei fallimenti.
Anche con gli altri ho un atteggiamento diverso; non mi aspetto più nulla da nessuno. Quindi le loro piccole bugie, le parole sgarbate o la totale mancanza di riconoscimento nei miei confronti, non mi ferisce più.
Ciò che ancora non riesco a sistemare è la stabilità economica.
Ma continuo a nutrire la Dama Speranza e a credere nel Cavalier Destino.
Perché quello che mi è accaduto in questo anno mi ha dimostrato che dobbiamo vivere e impegnarci, ma il risultato finale non dipende da noi.
Che l'impegno serve a non scoraggiarsi e a non perdere la lucidità occorrente per affrontare la Vita.
Ma le cose accadono perché devono accadere.
Negli ultimi anni l'avevo proprio persa Lucidità! Smarrita! Forse era finita sulla Luna; tutto mi sembrava buio e inutile.
Ma in questi mesi ho imparato! Ora so rialzarmi; non mi lamento, vado avanti.
Le Sirene del malcontento, del "ma perché a me?", "perché non muoio?" non hanno più la forte presa di un tempo. Come una novella Ulisse, ancora sento le loro voci, ma la mia forza interiore sta riemergendo come un'onda alta e voluminosa. E lentamente la malia sta svanendo.
Penso che riprenderò a scrivere con più frequenza. Indipendentemente dai libri letti.
La lettura è stata blanda. Concluderò il 2023 con il numero più basso di amici frequentati.
Ma va bene così. Anche questo ha contribuito alla mia crescita interiore.
Il progetto per il prossimo anno si presenta impegnativo.
Ma io devo affrontarlo con serenità e senza paura.
Paura...già lei. Terribile parola!
È stata compagna silenziosa, che mi ha seguito ovunque negli ultimi cinque anni. Mi ha legata, bloccata, incarcerata. Ma io bendata, non capivo chi fosse il mio carceriere!
Ora è giunto il momento di spezzare questa catena, liberarmi da questa prigione.

Buon Dicembre caro Blog.
Buona preparazione al Natale caro Amico silenzioso e sempre accogliente.