mercoledì 26 gennaio 2022

Se i Gatti Scomparissero dal Mondo - Kawamura Genki

 Sono fatto di tutti gli innumerevoli, piccoli rimpianti
che hai seminato nel corso della vita. Rappresento il dubbio di come saresti diventato se a ogni bivio avessi deciso di imboccare e percorrere l'altra strada.
Ecco che cos'è il Diavolo.


Caro Bloggy,
dopo ventisei giorni posso dirti di aver fallito i miei buoni propositi del 2022. Non riesco a trovare una cosa bella da ricordare, da raccontare per ogni giorno vissuto.
Mi sento sola e inutile. Riesco a spegnermi soltanto quando leggo. Ma nel momento stesso in cui chiudo il libro, le brutte sensazioni riprendono il sopravvento. L'unica persona che mi è rimasta vicino è Cugina. Per il resto mi vergogno con tutto e con tutti.
Non sono riuscita nemmeno a scrivere l'elenco dei libri da leggere! Immagina che disastro!
Però penso che mi dedicherò ai romanzi lunghi. E per finire il mese in bellezza, mi dedicherò a romanzi brevi.

Dopo L'Idiota, mi sono tuffata in questo dolcissimo racconto di Kawamura Genki. Sembra di entrare in una fiaba surreale alla Ranocchio salva Tokyo. O di galleggiare in un sogno come ne La legge del sognatore. E poi ci sono gli animali, e il pensiero vola alla Gabbianella e al Gatto. Ho un debole per i gatti, so di non essere l'unica. Ma penso che in un certo senso tra me e loro ci sia un rapporto di reciproco rispetto.
Mi sto scoprendo innamorata dello stile pulito degli scrittori giapponesi. Da bambina sono cresciuta con i cartoni animati giapponesi, magari c'è stata una sorta di imprinting. Fatto sta che questo è un romanzo di 159 pagine che non lasci nemmeno un secondo per guardare l'orologio. E che credo rimanga addosso per tutta la vita.

Come cambierebbe il mondo? E come cambierebbe la mia vita?
Se io scomparissi dal mondo, intendo.

Almeno una volta ce lo siamo chiesti tutti!
Vedi Bloggy, io non avrei mai potuto scrivere questa bellissima favola.
A volte cerco di immaginare in che modo la mia vita attuale e passata, possa aver avuto qualche legame con vite altrui. Ma per quanto mi sforzi, non riesco a ricordare niente di così estremo da provocare un La vita è meravigliosa.
Se mi dicessero che sono prossima alla morte, penso che avrei terrore della morte, questo sì, almeno all'inizio, ma nulla più.
Mi rassegnerei serenamente al mio destino. La vivrei (buffo dire "vivrei la mia morte") come un momento di liberazione. Chi rimane piangerebbe un pochino e basta. Non ho salvato nessuno, non ho aiutato nessuno. E la mia assenza non farebbe rumore e non lascerebbe vuoti. Quindi... - Hakuna Matata - potrebbe essere la mia risposta.

Suppongo che diverse sarebbero le reazioni degli altri.
Ad esempio, in un primo momento, il nostro protagonista è sconcertato, quando scopre che la morte è vicina.
E il suo sconcerto è destinato ad aumentare, perché si ritroverà a parlare con Cavolo, il suo gatto e...il Diavolo.
Non con quello con le corna e il forcone, per carità!
Il Diavolo, quello con l'aspetto del nostro postino, ma con un carattere completamente diverso.

Sapere che la vita è agli sgoccioli, porta inevitabilmente a riflettere.
Riflettere su come gli altri ci hanno vissuto. Come ci hanno visto. Cosa abbiamo lasciato nei loro cuori, nelle vite di chi rimane.
E poi al contrario, cosa è rimasto nel nostro cuore, degli altri? Cosa ci portiamo?
Avevamo intenso nel modo giusto il mondo che ci circonda?
Cosa è stato veramente utile? Chi ha realmente vissuto con noi.
Si fanno bilanci, si tracciano linee.

A pensarci bene, ogni cosa si trovava in sottile equilibrio tra l'utile e il superfluo.

Ma forse è tardi per questo. Nella tomba non ci possiamo portare niente. Cala il sipario e si spengono le luci. Goodbye baby!
Un'altra lezione da ricordare: Per ottenere qualcosa, bisogna sacrificarne un'altra.
Onestamente credo di essermi persa. Nella vita ho sacrificato il divertimento, gli anni migliori, le uscite per ottenere dei risultati. Ho sacrificato i miei sogni per amore di altri. E non ne sono pentita.
Ma oggi? Mi ritrovo a volere delle cose che non posso ottenere, conquistare. Non dipende da me. Sono impotente. Ecco perché sono triste. Non serve fare sacrifici, è tutto inutile.
Non riesco nemmeno a ipotizzare una lista delle dieci cose da fare prima di morire.
Unica certezza: se il Diavolo fosse venuto da me, non avremmo scritto nemmeno una pagina di questo libro. Ma non posso dirti perché. Non voglio anticiparti nient'altro della trama.

Ultimo pensiero lo dedico come sempre a Persona, mio unico e infinito amore:

Parlavi sempre di tutto, di musica, di romanzi...ogni volta che parlavi, avevo l'impressione che il mondo cambiasse, adoravo, davvero, quando mi parlavi così. Anche se di persona non dicevi mezza parola.


Kawamura Genki è uno scrittore giapponese, nato nel 1979. Ha un viso simpatico. Sembra un ragazzino e nelle foto in cui accenna un sorriso, strappa un sorriso anche a chi lo guarda.
Un appassionato di film. È sceneggiatore e regista. Sembra una persona timida e schiva.
Sospetto che il suo libro abbia qualcosa di autobiografico.
Le persone sono tutte uniche e speciali.
Ma ho sentito una particolare affinità con questo ragazzo del '79.

Dopo la scorpacciata delle tante parole di Dostoevskij, lo stile pulito e veloce di Kawamura Genki mi è sembrato un sorso di acqua fresca.
Poche parole molto profonde.
In modo diverso, con lingue diverse, scrittori di epoche e terre distanti si sono interrogati sul significato della vita.
Credo sia questo che distingue un buon libro da altro: la capacità di far nascere delle domande e delle emozioni, in chi legge.

Ciao Bloggy,

buonanotte.





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