lunedì 31 gennaio 2022

Teatro - Anton Cechov

 Io la capisco, povera ragazza...
In questa noia disperante, quando invece di uomini vagano solo macchie grigie,
senti solo discorsi volgari,
non sanno altro che mangiare, bere e dormire,
ogni tanto capita lui, diverso dagli altri,
bello, interessante, affascinate, come quando in mezzo alle tenebre sorge la luna chiara...

E alla fine è arrivato l'inevitabile: Anton Čechov, il cantore del crepuscolo, è entrato nella mia vita.
Mi sento molto affine ai suoi personaggi.
Dallo sventurato Konstantin, alla triste Sonja, al frustrato Vojnickij, passando per la disillusa Varja, eccomi come in uno specchio a contemplare il mio triste destino.
Innamorata non corrisposta, brutta ma gentile, consumata da un pensiero ossessivo perché priva di altre occupazioni, vedo la mia vita scivolarmi via. Mi vedo invecchiata, piena di ferite che ormai non hanno più tempo di rimarginarsi. Cosa mi resta da fare se non seguire l'esempio di Konstantin? Sarebbe dignitoso. Invece no, mi arrendo al tormento rassegnato di Sonja.

Io forse, sono infelice non meno di te, ma vedi, non mi dispero. Sopporto, e sopporterò finché la mia vita non finirà per conto suo...

Non credo di esserne capace, ma sono ancora qui. Ho visto trascorrere un infinito gennaio. La Pandemia è finalmente, dicono, agli sgoccioli. E si può iniziare a fare programmi. Per quanto mi riguarda significa semplicemente indossare una nuova maschera. Nessuno deve sospettare, nessuno deve vedere oltre.

L'incontro con Anton Čechov è il modo migliore per concludere questo primo mese dell'anno. 
Lo scrittore dell'essenziale, mi ha portato sulla scena del suo teatro e mi ha reso partecipe della sofferenza dell'umanità, di una sofferenza senza tempo, quella dell'anima.
Lo so, sembra una cosa da ricchi oziosi e viziati.
Ma è l'anima che ci eleva ad essere superiori alle bestie.
Non si può vivere solo cercando cibo e un tetto per ripararci.
E so che se questi mancano, anche il modo di osservare la vita cambia.
Ma il contatto diretto coi personaggi, senza le descrizioni che tanto amo, mi ha provocato una sorta di blackout interiore.
Un cortocircuito.
L'esistenza è elevarsi. Io invece sto annaspando nel fango.
Per questo di fronte al mare, i miei occhi bruciano a causa delle lacrime che spontanee sgorgano dal cuore.

L'amore senza speranza esiste solo nei romanzi! Sciocchezze. Solo, bisogna usare la frusta con se stessi! Non stare sempre ad aspettare...sì aspettare il bel tempo sul mare! 
Quando un amore si annida nel cuore bisogna snidarlo. Via! Con la frusta!

Maša, oh Maša, vorrei avere la tua forza.
Invece come la povera Sonja, preferisco non sapere e continuare a sperare.
Anche se detto tra noi, la parte della speranza l'ho superata da tempo. Ho preso proprio un bel palo.
Non riesco a liberarmi del desiderio di trascorrere un po' di tempo con lui.
Di essere qualcosa per lui. Anche solo un piccolo momento di spensieratezza, di leggerezza.
E invece...NO! Sono solo un fastidio.
Dai che prima o poi la smetto.
Ma dico io, caro Bloggy pensaci tu!
Diventiamo importanti insieme, tu ti trasformi in un lavoro per me ed io invece di perdere tempo mi concentro seriamente e non rompo più le scatole al prossimo!
Pensaci ok? Potresti fare con me, quel che le api fanno coi fiori, Fiorello con Amadeus, Amadeus Wolfgang Mozart con la musica...

Buonanotte

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