lunedì 5 giugno 2023

Il libro del riso e dell'oblio - Milan Kundera

L’assassinio di Allende ha rapidamente cancellato il ricordo dell’invasione russa in Boemia, il sanguinoso massacro nel Bangladesh ha fatto dimenticare Allende, la guerra nel deserto del Sinai ha soffocato il pianto del Bangladesh, il massacro in Cambogia ha fatto dimenticare il Sinai, e così via e così via, fino al più completo oblio di tutto da parte di tutti.


 Per spiegare questo romanzo userò le parole del suo stesso autore, consapevole del fatto che non si troveranno due lettori con la stessa opinione: "un romanzo in forma di variazioni calamitato da un tema: la lotta dell'uomo contro il potere e la lotta della memoria contro l'oblio".
Il libro può essere visto come una serie di episodi che sviluppano lo stesso tema all'infinito, come fanno gli scienziati che guardano al microscopio un fiore noto; che cercano di entrare in ogni dettaglio del fiore, aprendo di volta in volta una finestra su un nuovo universo. O può essere visto come una raccolta di racconti autonomi.
Qualunque sia la nostra opinione sarà sbagliata, o giusta. Il grado di convinzione, suppongo, deriverà da quanto ci si senta pessimisti quel giorno.
Solo un pessimista, infatti, può pensare di avere ragione. E di essere arrivato ad una soluzione.
Nel frattempo posso assicurare che la compagnia del maestro Kundera non delude; resta una delle mie preferite e questo libro è l'ennesima piacevole chiacchierata insieme.
Scorrendo l'indice ci si troverà davanti l'immancabile divisione in 7 parti del libro, in perfetto stile Kundera. (La numerologia ci accompagna anche oggi...):

Le lettere perdute
La mamma
Gli angeli
Le lettere perdute
Lítost
Gli angeli
Il confine

Sembra quasi un gioco esoterico, un codice massonico, un quadrato del Sator: ma da Kundera non mi aspetto niente di meno. Pubblicato nel 1978 questo romanzo fa da apripista al capolavoro dello scrittore boemo L'insostenibile leggerezza dell'essere, ed è proprio per questo scritto che ha subìto la perdita della cittadinanza cecoslovacca ed è stato costretto ad emigrare in Francia, dove tuttora vive.

Ma cosa vuol dire romanzo in forma di variazioni?
Le situazioni e i personaggi narrati in ciascuna delle sette parti, variano, sono diversi.
Sono autonome, se prese singolarmente.
Ma possiamo vederli come gli anelli di un'unica collana.
Sembra quasi di fare un viaggio a tappe obbligate. Ogni tappa cerca di spiegare la precedente, in una speciale ricerca che apre una serie infinita di riferimenti e di derivazione, che è impossibile pensare di essere arrivati alla fine.
Le sue variazioni sono un nuovo invito al viaggio.

Ciò che mi ha colpito è, dando uno sguardo al titolo, l'intento di tutti i personaggi di combattere l'oblio, la cancellazione di ciò che è avvenuto.
E di resistere al riso, che non è una creazione angelica ma diabolica.
Il riso è un simbolo potente, quanto l'oblio. 
Dipende da chi lo usa.
Il riso genera le fate, nell'interpretazione di Barrie, è la debolezza, la corruzione, l’ insipidità […] della carne per il vecchio bibliotecario cieco Jorge de Burgos, di Eco.
Solo per citare due riferimenti.
L'oblio è il campo di battaglia su cui rivoluzioni intere hanno cercato di far valere le proprie verità.
E nelle vite di tutti i giorni, è quel potere che può aiutarci ad andare avanti nelle situazioni dolorose. Che ci fa alleggerire i nostri cuori. 

Un libro che obbliga a pensare, a riflettere, tanti sono gli spunti che offre!

Io ho apprezzato il contributo personale che l'autore ha inserito e condiviso con noi lettori.
Parte sesta: gli angeli: e parla della malattia del proprio padre.

Pensavamo all'infinito delle stelle,
e non ci curavamo dell'infinito che nostro padre portava dentro di sé.

Un pensiero che mi sconvolge, soprattutto quando sono di malumore e penso che nessuno mi capisca.
Questo mio tacito bisogno di sapere, di conoscere i pensieri di chi amo, non è mera curiosità.
Direi che è un'esigenza. La paura di perdere, di dimenticare una parte dell'infinito mondo che chi amo nasconde in sé.
Perché ho sempre paura di cadere, come oggi, oltre il confine.
Di ritrovarmi in quella landa in cui nulla ha più importanza, più senso.
Cercare di conoscere un pezzo di infinito è l'àncora per la mia povera anima.

Hai mai visto un albero di ulivo mosso dal vento?
Le sue foglie diventano ora verdi ora argentate a seconda della direzione decisa da Eolo.
Io sono come quelle foglie: voglio vivere, ma basta un niente, un insignificante cambiamento e mi ritrovo al di là del confine. 

Un libro speciale.
Grazie Kundera.

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