lunedì 12 giugno 2023

Sandro Penna

 Il mare è tutto azzurro.
Il mare è tutto calmo.
Nel cuore è quasi un urlo
di gioia. E tutto è calmo.


Caro Blog,
sto leggendo con molta lentezza un libro particolare di cui ti parlerò. In teoria è un bene che io legga lentamente.
La lettura senza correre faceva parte delle intenzioni di questo 2023. Ma poi è saltato tutto.
E come una zattera persa nell'oceano, cerco solo di rimanere a galla.
Stamattina mi ero ripromessa che ti avrei scritto. I giorni passano ed io non me ne rendo nemmeno conto. Sono così persa, che mi alzo da letto pensando a quando ci tornerò. Solo questo.
Solita stanchezza. Solita pesantezza. Solito senso di vuoto.
"Di che parlare?" - mi chiedevo.
Scorrendo le pagine di una rubrica, ho notato il suo nome: Sandro Penna. E subito sono tornata tra i banchi di scuola del primo anno di Liceo. La Prof. di Italiano era la temutissima A.V.
Una che faceva tremare tutti in classe. Che non aveva preferiti. Che ci guardava come fossimo tanti avanzi di galera senza futuro e connessioni neuronali. (E in alcuni casi, lo ammetto, non aveva torto.)
Lei adorava Sandro Penna, di cui ci obbligava a leggere le schede tecniche, i riquadri critici del libro di letteratura. Ed io me lo ricordo ancora, vagamente, come un sogno. 
L'ho incontrato in questa antologia comprata qualche anno fa, quando avevo voglia di scoprire e capire un po' di più di poesia. E incoraggiata dall'incontro, ho anche acquistato un libro su Amazon. 

(Apro una parentesi su questo punto.
Amo le librerie, lo sai. Ma quando ne oltrepasso la soglia, accade una cosa orrenda: non ricordo più di quale autore ero alla ricerca, quale titolo volevo acquistare.
Così mi capita di comprare a caso. E spesso male, devo riconoscerlo!
Su Amazon invece, faccio una ricerca mirata, spietata, asettica. E il libro mi arriva in due giorni; faccio anche una bella passeggiata per andare a ritirarlo dall'Amazon Hub scelto volutamente distante. Ciò non mi impedisce di gironzolare nelle librerie. Ma di ridurre gli acquisti insensati, sì.)

In attesa della raccolta di poesie, ho letto alcuni pdf.
Sandro Penna nacque il 12 giugno del 1906 a Perugia e trascorse quasi tutta la sua vita a Roma.
A causa di problemi di salute riuscì a diplomarsi con molte difficoltà e a lavorare poco e in modo saltuario. Visse quasi in totale povertà. Ma penso che fosse anche perché non ebbe mai bisogno di beni materiali; era un uomo atipico! Aveva bisogno di amore.
Come ebbe a dichiarare lui stesso, la sua poetica era tutta incentrata sull'amore.
Iniziò a scrivere versi all'età di vent'anni e all'inizio fu supportato da Saba e Montale. Non proprio "due scappati di casa".
Per vivere vendeva anche quadri, oggetti vari, generi alimentari. Ha lavorato in una libreria, come correttore di bozze. Insomma: non stava mai fermo. Si dice che nella sua stanza a Roma, immaginata come un luogo epico e mistico, ci si potesse trovare spazzatura e quadri di valore, senza distinzione.
Elsa Morante, Natalia Ginzburg, Moravia, Garboli, Pecora, Bellezza: sono solo alcuni dei suoi amici. E tra questi non posso non ricordare Pier Paolo Pasolini, che molto ammirò e stimò la poesia di Penna.
Se proprio dobbiamo dargli un'etichetta, egli è definito un poeta della linea antinovecentistica. Proprio per rimarcare la sua distanza dai poeti ermetici del Novecento.
O come diceva Pasolini, faceva parte della linea sabatiana. Per affiancarlo a Saba e a Montale, anche se pur essendo vicino ai Crepuscolari, ne era distante per lo stile.
Oh insomma! Penna non si definisce! Penna fu semplicemente Sandro Penna.
Solitario e anticonformista.
Amava la notte e per dormire prendeva un sacco di sonniferi.
La scuola italiana lo ha messo da parte per altri suoi illustri colleghi.
Ma la mia Prof. ha seminato tanto e bene. 
Il modo di scrivere di Penna colpisce per la sua brevità e semplicità.
Che naturalmente di semplice non ha niente.
Perché cogliere la bellezza nelle cose piccole e comuni è, secondo me, un'arte complicata e difficile.
Che riesce solo a chi ha un animo diverso e unico.
Sono folgorazioni, più che poesie.

Felice chi è diverso
Essendo egli diverso.
Ma guai a chi è diverso
Essendo egli comune.

Penna non ha mai fatto mistero della sua omosessualità e in un periodo storico difficile e contradditorio come il Secolo Breve, alta si innalza la sua sensibilità e forza. Incurante della falsa e ipocrita moralità del tempo, pur riservato e schivo, non si nasconde e dichiara sempre e liberamente l'amore.
In ogni forma. E guai a chi finge di essere altro da sé stesso.
Tutti hanno il diritto di amare ed essere amati.

Se le prime liriche furono caratterizzate da una strana gioia di vivere, le successive divennero più cupe e tristi.
Sapeva parlare degli attimi quotidiani, di incontri, di oggetti.
Ha vissuto gli anni del fascismo, la Seconda Guerra, la Prima Repubblica e la sua distruzione. Ma la sua poetica non ne viene nemmeno sfiorata.
Il suo mondo è impermeabile alla realtà della vita; è un mondo fatto di pace, di piccole cose, di mare, di vento tra i capelli, di treni e di fanciulli.
Il suo stile si definisce monotematico (omoerotico) e monolinguistico.

Scelgo come preferita questa poesia:

La vita... è ricordarsi di un risveglio
triste in un treno all'alba: aver veduto
fuori la luce incerta: aver sentito
nel corpo rotto la malinconia
vergine e aspra dell’aria pungente.
Ma ricordarsi la liberazione
improvvisa è più dolce: a me vicino
un marinaio giovane: l’azzurro
e il bianco della sua divisa, e fuori
un mare tutto fresco di colore.

Un uomo atipico, che amava la solitudine. Spesso andava in giro di notte, in auto, con il suo cane Jack, prendeva sonniferi per dormire, non era interessato al successo, ha fatto tanti piccoli lavori per vivere.
La notte avrà, ora, un significato diverso per me. Sarà popolata dalla sua silenziosa presenza. E per alcuni versi...mi sembra di essergli affine. Come se avessi ritrovato un pezzo della me di un'altra vita.

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