Magari bisognerebbe tenere più in considerazione il durante.
(Massimo Troisi)
oggi voglio ricordare insieme con te due artisti scomparsi in questi giorni, di tanti anni fa, all'età di 41 anni.
Età che pensavo avrebbe segnato anche il mio passaggio nell'aldilà. (Questa affermazione mi permette di toccare il mio dolore e concretamente comprendere che sto male da anni ormai.)
Età che pensavo avrebbe segnato anche il mio passaggio nell'aldilà. (Questa affermazione mi permette di toccare il mio dolore e concretamente comprendere che sto male da anni ormai.)
Il primo artista è Massimo Troisi.
Nato a San Giorgio a Cremano nel 1953, morì a Roma, il 4 giugno del 1994 per complicanze occorse in seguito a febbre reumatica, di cui sempre soffrì e che aveva indebolito il cuore. Quel grande e generoso cuore.
Aveva 41 anni.
E come te lo descrivo uno come Troisi?
Se sbirciassimo il suo curriculum troveremmo sicuramente: attore, sceneggiatore e regista. Aggiungerei: poeta.
Troisi è stato un rivoluzionario interprete del piccolo mondo italiano.
Un brillante antieroe che insieme con il sorriso, riusciva a strappare alla gente riflessioni e amare considerazioni sulla vita, sull'amore, sulla realtà.
Troisi parlava attraverso le battute, certo, ma parlavano i suoi occhi, il viso, le mani.
Lo hanno soprannominato il "Pulcinella senza maschera", "il comico dei sentimenti".
Personalmente ho amato i suoi modi sempre pacati di dire verità forti e scomode.
Ricomincio da tre, Non ci resta che piangere, Il Postino: sono solo alcuni dei gioielli in cui possiamo godere dell'arte di questo geniale e straordinario italiano.
Ricomincio da tre, Non ci resta che piangere, Il Postino: sono solo alcuni dei gioielli in cui possiamo godere dell'arte di questo geniale e straordinario italiano.
Il secondo ci avrebbe lasciato ieri: Franz Kafka.
Lo scrittore boemo di lingua tedesca, nato a Praga, morì a Kierling il 3 giugno del 1924, per l'aggravarsi della tubercolosi che aveva profondamento condizionato la sua giovane vita.
Aveva 41 anni.
Di Kafka abbiamo parlato tante volte. Uno scrittore unico e favoloso che ha segnato e ispirato gli scrittori in ogni parte del mondo.
Inquieto eppure amabile, non era mai soddisfatto di sé. Ed è molto probabile che soffrisse anche di disturbi della personalità, disturbi alimentari, oltre che di una grave depressione.
Lo scrittore boemo di lingua tedesca, nato a Praga, morì a Kierling il 3 giugno del 1924, per l'aggravarsi della tubercolosi che aveva profondamento condizionato la sua giovane vita.
Aveva 41 anni.
Di Kafka abbiamo parlato tante volte. Uno scrittore unico e favoloso che ha segnato e ispirato gli scrittori in ogni parte del mondo.
Inquieto eppure amabile, non era mai soddisfatto di sé. Ed è molto probabile che soffrisse anche di disturbi della personalità, disturbi alimentari, oltre che di una grave depressione.
Troisiano è l'aggettivo coniato per indicare il particolare modo del primo di fare teatro-cinema. Un modo fresco, nuovo che rompe le regole del cinema conosciuto. Non è la telecamera che guida i passi degli attori; ma essi sono liberi di muoversi e segnare il proprio cammino davanti ad una telecamera che è fissa, è testimone sulla scena.
Kafkiano è l'aggettivo coniato per indicare il particolare modo del secondo di fare letteratura. Un modo cupo, claustrofobico, alienante, fantastico. Un modo di descrivere la realtà pregna di particolari, come nessuno prima aveva fatto. I suoi personaggi sono per lo più schiacciati dal potere che li circonda. Padrone dell'uso di allegorie, che non siamo stati capaci di decriptare, Kafka ha contribuito ad alimentare la mia teoria sulla vita: non è vero che alla fine le cose si accomodano.
Troisi e Kafka due uomini molto diversi, uniti da alcuni tratti importanti, divisi da circa trent'anni di storia.
Guardare le foto per comprendere.
Già a colori le foto del primo, ancora in un fosco bianco-nero le foto del secondo.
In ambo i casi lo sguardo è profondo e malinconico.
Entrambi hanno lasciato un'impronta indelebile sulla pellicola della vita.
Hanno condiviso uno strano numero, il 41.
Sono diventati immortali entrambi grazie a trasformazioni, mutamenti, metamorfosi che hanno saputo cogliere nel proprio spazio di mondo.
Guardare le foto per comprendere.
Già a colori le foto del primo, ancora in un fosco bianco-nero le foto del secondo.
In ambo i casi lo sguardo è profondo e malinconico.
Entrambi hanno lasciato un'impronta indelebile sulla pellicola della vita.
Hanno condiviso uno strano numero, il 41.
Sono diventati immortali entrambi grazie a trasformazioni, mutamenti, metamorfosi che hanno saputo cogliere nel proprio spazio di mondo.
Oggi voglio scrivere di altre cose, ma le cose non vogliono.
(Lettere a Milena, Franz Kafka)
p.s. In questi anni insieme sono certa che tu abbia imparato a conoscermi. E non ti sarà sfuggita la mia curiosità nei confronti dei numeri, oltre il significato matematico.
Così ho scoperto che il 41 è numero primo ed è molto potente.
Quando vedi spesso il 41 vuol dire che gli angeli ti stanno inviando un messaggio.
Credono in te.
Ecco cosa ho trovato, un breve riassunto:
"Il numero 41 si presenta alle persone con grande immaginazione e suggerisce che non dovrebbero lasciar andare i loro sogni.
È difficile essere diversi, ma è anche coraggioso, arricchente e stimolante.
A volte perderai la tua motivazione.
Sono necessari anche periodi di attesa per riprendersi e rimettersi in carreggiata."
Così ho scoperto che il 41 è numero primo ed è molto potente.
Quando vedi spesso il 41 vuol dire che gli angeli ti stanno inviando un messaggio.
Credono in te.
Ecco cosa ho trovato, un breve riassunto:
"Il numero 41 si presenta alle persone con grande immaginazione e suggerisce che non dovrebbero lasciar andare i loro sogni.
È difficile essere diversi, ma è anche coraggioso, arricchente e stimolante.
A volte perderai la tua motivazione.
Sono necessari anche periodi di attesa per riprendersi e rimettersi in carreggiata."
Cari Angeli,
la prossima volta provate con un messaggio su WhatsApp o un dm su Twitter, perché qui non crediamo più in niente.
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