domenica 2 novembre 2025

Novembre: Commemorazione dei Defunti.



Arriva Novembre.
Tutti concentrati sulla Vigilia e su Ognissanti e quasi non ci rendiamo conto che abbiamo girato un'altra pagina del calendaio.
Cambiano i colori dell’aria, il freddo comincia a bussare ai vetri e qualcuno già pensa al Natale.
Io no. Non ancora.

Ho ancora bisogno di fermarmi, di ascoltare, ricordare.
Il Giorno dei Morti lo chiede con gentilezza e silenzio.
Faccio un viaggio con il cuore fino in Messico, tra altari pieni di fiori arancioni e candele tremolanti.
Loro ricordano tutti. Anche chi non ha più nessuno che preghi per lui.
Anche gli animali e le anime in cammino…

A Dio piacendo, il prossimo anno voglio procedere anch'io come fanno dall'altra parte del mondo.
Giorno per giorno, si srotola un calendario speciale.
Voglio ricordare:

il 27 ottobre gli animali che non ci sono più.
Come?
Una ciotolina d’acqua fresca, qualche croccantino o briciola di pane, un filo d’erba, un giocattolino.
Per dire: le tue zampette, le tue piume, il tuo respiro leggero… non li ho dimenticati.

il 28 ottobre sarà il momento di ricordare chi è morto all’improvviso, per incidente o violenza
Una candela accesa vicino a una pietra, o un fiore rosso poggiato a terra.
Per dire: nessuno merita di scomparire nel frastuono. Ti vedo. Ti riconosco.

il 29 ottobre è la volta di chi è morto nell’acqua, o in situazioni tragiche e disperse.
Un bicchiere d’acqua limpida, magari con una goccia di sale.
Oppure una conchiglia.
Per dire: ti restituisco al mare, ma non al silenzio.

il 30 ottobre lo dedichiamo alle anime dimenticate, senza nome, senza preghiera.
Un pezzo di pane spezzato, un fiore di campo, qualcosa di semplice.
Per dire: ti accolgo alla mia tavola. Da me, non passerai invisibile.

E poi c'è il 31 ottobre, la Vigilia di Ognissanti. Il momento più alto nel ricordo. Va alle anime dei bambini non nati o volati via troppo presto.
Un fiocco, un fiore bianco, una caramella lasciata su un piattino.
Per dire: tu sei esistito. Sei amore, anche se per poco. E ti tengo nel palmo della mano.

Infine il 1 novembre è per i “piccoli angeli”, i bambini.
Un giocattolino, un disegno, un biscotto dolce.
Per dire: piccolo, puoi riposare. Io ti penso con tenerezza.

E come in un cerchio invisibile, la mente e il cuore si riconnette ad oggi: 2 novembre.
Il giorno dei defunti per tutti gli altri, gli adulti, gli antenati, chi amiamo e chi nessuno ricorda più.
Pane e sale, una candela, magari una tazza di caffè o il loro dolce preferito.
Per dire: vieni, siediti un momento. Sei ancora casa, qui dentro di me.

Alla fine, io mi fermo.
Accendo ancora una candela.
E sussurro una preghiera per tutti, anche per chi nessuno chiama più per nome.
Perché novembre è così: non ha fretta.
E ti insegna a ricordare con delicatezza.

venerdì 31 ottobre 2025

Halloween

 Le zucche sono ancora lì, mezze spente. Le luci pendono storte, qualche briciola sui piatti, i bicchieri abbandonati sui tavoli. La festa è finita da poco, e la casa ha quel respiro sospeso che arriva solo quando tutti hanno smesso di ridere.

Gli altri sono sul divano. Si parlano piano, si appoggiano uno all’altro, si godono la quiete. E io… io non sono lì con loro. Sto un passo indietro. Li guardo, come si guarda una cosa fragile e preziosa che non ti appartiene davvero.
E penso: era questo il mio sogno. Vederli insieme. Sentire la casa piena, senza freddo, senza vuoti.

Solo che io non sono una spettatrice qualsiasi. Sono quella che ha preparato tutto.
Quella che ha mandato messaggi, convinto gli adulti, fatto spazio, scelto le candele, pensato ai bambini perché avessero qualcosa in cui credere.
Ho cucito i pezzi, senza farmi notare. E adesso che li vedo lì — uniti, sereni — capisco perché non sono partita.
Dovevo restare per portarli fino a questo punto.

Eppure, lo sento nella pelle: non appartengo pienamente alla scena. Sono quella che ha acceso la luce, ma ora resta nell’angolo. Non c’è amarezza, solo un dolore sottile, come quando sorridi e brucia un po’.

Le maschere sono state tolte, il trucco è sbavato, e nessuno recita. È tutto vero. Ed è proprio ora che il pensiero ritorna, più chiaro degli altri:
io sono rimasta qui per permettere a questo di accadere.
E forse per poterlo vedere almeno una volta.

Resto in silenzio.
Non chiedo di entrare.
Fa un po’ male restare nell’ombra mentre gli altri si appoggiano l’uno all’altro. Fa male sapere che nessuno lo vede, che nessuno sa quanto ci sia voluto per mettere insieme ogni pezzo. Ma il dolore è quieto, non chiede nulla.

E proprio quando penso di essere fuori da tutto, succede qualcosa di piccolo. Uno sguardo che mi cerca. Una mano che fa spazio accanto a sé. Un sorriso, senza parole, che dice: abbiamo visto che ci sei.
Non cambia il passato, non mi mette al centro. Basta a scaldare il freddo.

Resto dove sono, ma il peso è più leggero.
Perché forse non serve appartenere del tutto.
Forse basta sapere che, anche da lontano, qualcuno ha lasciato il posto accanto a sé libero. Per me.
E non poteva che essere il mio Piccolo Principe.

giovedì 30 ottobre 2025

Halloween - 1

 Mancano veramente una manciata di ore all'inizio della festa più divertente dell'anno.
Ho incontrato il più piccolo dei miei invitati e... aveva tra le mani un orribile ragno-scheletro che per lui era Whisky il Ragnetto.
Se ci penso rido ancora!
Ed io che ero preoccupata potesse spaventarsi... mi sa che domani sarà lui a terrorizzare me!

Questo è quello che ho capito in questi giorni, caro Blog, e desidero condividerlo con te:
- abbiamo paura di ciò che non conosciamo;
- la bellezza è una di quelle cose che non esiste, ma semplicemente varia al variare del cuore che la contempla;
- i nostri mostri sono interiori, non dobbiamo averne paura ma imparare a conoscerli e a gestirli.

Domani un pensiero speciale lo dedicherò a tutti coloro che non ci sono più.
Per loro lascerò anche un piatto speciale, perché dalla mia vita non sono mai andati via e voglio continuare ad alimentare il loro ricordo con gioia e amore.

Buonanotte e sogni magici...

mercoledì 29 ottobre 2025

Halloween - 2

Caro Blog,

il mio pc è fuori uso e non puoi immaginare le difficoltà che sto incontrando in questi giorni, anche solo per scrivere due righe e rispettare il nostro conto alla rovescia.
Mi dispiace, ma sono sempre in ritardo di 24 ore.

Stanotte non riuscivo ad addormentarmi e la mia mente ha iniziato a vagare nella terra dei sogni inespressi.
Una terra misteriosa, dove tutto è avvolto da una fitta nebbia.
È perfino difficile distinguere i colori.

Mi sono svegliata e ho affrontato la giornata con una forma di stanchezza che ancora non conoscevo.
Una stanchezza che non so motivare.
Una stanchezza che sembra arrivare proprio da quella terra dei sogni inespressi.
Come se il peso dei sogni non compiuti, non sognati, si fosse sommato.
Sogni provenienti anche da vite lontane, da me stesse di altre dimensioni.

Leggevo di “preoccupazioni per Halloween”: gente che si chiede se non sia pericoloso per i nostri bambini, per i nostri ragazzi, festeggiare con mostri e fantasmi la vigilia di Ognissanti.
Perdonami, ma questo mondo non lo capisco.
Si continua a giustificare la violenza delle guerre, delle bombe, dei massacri… ma ci si interroga sulla pericolosità dei mostri?

I mostri vivono tra noi, sono nelle stanze del potere, gestiscono le nostre esistenze, manipolano i nostri gusti, distruggono il nostro pianeta in nome del potere e del denaro!
Questi sono i mostri che mi fanno più paura.

Domani intaglierò la mia zucca con molta serenità.
Penserò alle persone che non ci sono più.
E, con tutta me stessa, mi lascerò andare a quella credenza secondo cui esiste un confine tra il mondo dei vivi e quello dei morti, e che nella notte tra il 31 ottobre e il 1° novembre quel confine diventa sottile e oltrepassabile.

martedì 28 ottobre 2025

Halloween - 3: il giorno delle orme invisibili

Ieri, in Messico, hanno acceso candele e lasciato piccole ciotole d’acqua per gli animali che non ci sono più. Si dice che, per una notte, le loro anime tornino a visitarci, leggere come polvere di stelle. Io non so se sia vero, ma mi piace pensare che ci sia un’ora segreta in cui i passi dimenticati tornano a farsi sentire, e che il mondo, per un attimo, si riempia di battiti e ronzii che solo il cuore può udire.

Oggi penso a loro: a tutti i compagni di pelo, piume o squame che ci hanno insegnato il linguaggio della presenza. Nessuno come loro sa restare accanto nel silenzio. Un animale non chiede, non pretende: esiste con te, respira con te, ti guarda con quella calma che ti costringe a fermarti. Ti salva senza parole.

Ci hanno fatto ridere, spesso. E piangere, quando è arrivato il momento di lasciarli andare. Ma in fondo non se ne vanno mai davvero: il loro odore resta sui vestiti, la loro abitudine nei gesti. Ti sembra di vederli ancora all’angolo del tappeto, o di sentire il piccolo tonfo delle zampe sulle scale.

Oggi ho pensato ad Argo.
Ricordi quell’attimo nell’Odissea in cui riconosce Odisseo, dopo vent’anni, e muore sereno, finalmente in pace? Ogni volta che lo leggo mi si stringe qualcosa dentro. Perché Argo non è solo un cane: è l’essenza della fedeltà, la memoria viva di ogni creatura che ha aspettato, amato e poi salutato.
Forse tutti gli Argo del mondo ci attendono ancora, da qualche parte, con lo stesso sguardo paziente.

Ma penso anche ai piccoli compagni, quelli minuscoli, quelli che stanno nel palmo di una mano.
Al mio cricetino, per esempio — così piccolo che bastava un granello di cibo per riempirgli il mondo. A volte mi sembra ancora di sentire il suo fruscio tra le pagine, o il suono lieve della ruota nella notte. Era una presenza minuscola, eppure così piena di vita, come se contenesse dentro di sé tutta la gioia del semplice esserci.
Con lui ho imparato che l’amore non ha misura: può stare in un abbraccio o in un respiro, in una zampetta che sfugge o in un silenzio che resta.

Penso che ogni casa conservi il suo piccolo altare invisibile.
Non fatto di fiori o fotografie, ma di ricordi che scaldano come un respiro. Una coperta ancora piegata, una ciotola riposta, un nome che torna ogni tanto tra i pensieri come una carezza dimenticata.
Forse è questo il modo più giusto per onorarli: non smettere di parlarne, non smettere di amarli.

E se anche loro, stanotte, tornano davvero — che trovino la porta socchiusa, una candela accesa, e un po’ di pace.
Che possano posarsi accanto a noi, senza paura, e sentire che sono ancora a casa.
Perché lo sono sempre stati.

lunedì 27 ottobre 2025

Halloween - 4

Sento qualcosa di diverso: che sia il respiro delle ombre?

Da qualche giorno il tempo è cambiato.
L’ora si è spostata indietro, e all’improvviso il giorno si accorcia come un respiro che si trattiene. Fuori è già buio quando apro la finestra, e la casa ha quella quiete sospesa che precede le storie.
Tu non ci sei, o forse sì — in quella zona di silenzio dove le parole non arrivano. Ti immagino seduto, ad ascoltare come me il nuovo ritmo delle ombre. È strano come una semplice ora possa spostare il mondo: le tazze fumano prima, le luci si accendono senza pensarci, il cuore rallenta.

C’è un momento in cui la luce si piega e la realtà sembra farsi sottile, come se tutto potesse passare dall’altra parte. Io resto ferma ad ascoltare il battito della casa: il frigo, un passo lontano, un pensiero che torna.
Forse è questo che intendevano i vecchi quando dicevano che l’autunno apre i cancelli invisibili.

Se dovessi consigliarti un libro per questa sera, sceglierei Dracula di Bram Stoker.
Fa buio prima, e il Conte può uscire in anticipo.
Noi invece restiamo qui, tra l’ombra e la tazza di tè, a leggere con la luce fioca e il cuore un po’ più attento al mistero.

domenica 26 ottobre 2025

Halloween -5

 



Halloween è una notte speciale.
Non solo zucche e risate, ma anche meraviglia.

Ho un piccolo tesoro da condividere: “Mostri” di David Hawcock.
I mostri qui non fanno paura.
Hanno occhi grandi, gesti buffi, e sembrano chiedere solo di essere amici.
Sfogliare il libro è come accarezzare un sogno.

Immagino i bambini fuori, con le manine fredde.
Sacchetti di dolcetti, risate che volano tra le foglie.
Alcuni corrono, altri saltellano.
Costumi buffi, maschere strane.
Ma tutti con lo sguardo pieno di curiosità.

E se qualcuno si fermasse a guardare le pagine del libro?
Vedrebbe che i mostri possono essere gentili.
Che anche ciò che sembra strano può diventare bello.

Ogni pagina è un piccolo invito a creare.
Pop-up che si sollevano tra le dita.
Tagliare, piegare, colorare.
Vedere i mostri prendere vita.
È un laboratorio segreto, tutto a portata di mano.
Ogni gesto è una piccola magia.

Quest’anno possiamo provare a vedere Halloween con occhi diversi.
Non solo ombre e spaventi.
Ma sorrisi, giochi, meraviglie nascoste.
Un libro, un pop-up, un momento condiviso.
È così che la notte diventa speciale.

Mentre le lanterne illuminano le strade e le foglie danzano al vento…
ricordiamoci di guardare con occhi teneri.
Di scoprire la bellezza nei piccoli mostri, nei gesti buffi, negli sguardi curiosi.
E se riusciamo a regalare un sorriso, anche silenzioso, anche piccolo…
allora Halloween sarà davvero dolce.



sabato 25 ottobre 2025

Halloween - 6: La magia che ci abita — Ritrovarsi incantati

 

Questi giorni sono fatti per restare un po’ in poltrona, con un libro in mano e una tazza fumante che ci aspetta, posata sul tavolino.
Non escludo la possibilità di una copertina sulle gambe.
Cosa leggere? Una domanda che apre infinite risposte.

Io, per esempio, amo girovagare in libreria finché un titolo mi sceglie. Ed eccomi qui, a sfogliare questo piccolo manuale che invita a giocare — o forse a riscoprirsi — un po’ incantati.

Essere incantati può voler dire tante cose.
Un tempo le persone si riunivano, si tramandavano saperi, conoscevano la luna, le erbe, la voce della terra.
Avevano fiducia nella propria arte, sapevano curare, proteggersi, custodire la vita.
E nel farlo, custodivano anche sé stesse e gli altri.

Oggi quelle conoscenze sembrano lontane, ma basta poco per riavvicinarsi: una candela accesa, una pagina scritta con calma, un pensiero gentile rivolto a sé o al mondo.
Questo libro che sto leggendo invita proprio a questo — a ricordare che la magia più autentica non è fuori, ma dentro di noi.

È l’energia che ci fa sentire vivi, liberi, capaci di trasformare.
Sta a noi imparare ad ascoltarla, a lasciarla scorrere, a volgerla in luce.

Mi piace pensare che la vita non sia solo materia.
È anche energia, intuizione, mistero.
E che, forse, tornare un po’ incantati significhi solo questo:
ricordare di credere, ancora una volta, nella nostra forza silenziosa.

E allora chiudo così, con un piccolo incantesimo gentile:

✶ Incantesimo di chiusura ✶
Sempre vicini, nel ricordo che illumina.
Per chi sa ancora credere nella propria luce.
La vera magia è ricordarsi di sé —
dalla terra alla luna, dal cuore alla cura.
Per chi ogni tanto si sente incantato,
senza bisogno di saperlo.

venerdì 24 ottobre 2025

Halloween Conto alla rovescia: - 7

 Caro Blog,

Ci siamo… il countdown è iniziato per la festa più spaventosa e luminosa dell’anno.
Le ragnatele si agitano appena al vento, le ossa e le lapidi scintillano sotto la luce tremolante delle candele, e gli ingredienti per le pozioni sono quasi tutti raccolti nei barattoli della mia dispensa incantata.

Girovagando tra gli scaffali della libreria, alla ricerca di piccole meraviglie e novità da far sorridere, i miei occhi hanno incontrato un mazzo di tarocchi a dir poco M E R A V I G L I O S O, firmato Disney: Tim Burton’s THE NIGHTMARE BEFORE CHRISTMAS.

Ovviamente, non ci ho pensato due volte: l’ho portato a casa, come un tesoro segreto.
Se tutto va come spero, vorrei trasformarmi in un’indovina per i miei giovani fantasmini, far loro scegliere una carta e raccontare qualche piccola storia tra brivido e risata.

Come ti confidai lo scorso anno, il mio intento non è mai suggestionare o spaventare le anime pure dei miei cuccioli.
Questo gioco è solo un invito alla fantasia, un piccolo esercizio di meraviglia: perché, se ci pensi, i tarocchi nascono proprio come gioco e stimolo per la mente, non per predire il destino.

Le carte non sono di lusso: semplici cartoncini, non plastificati, che dopo qualche mescolata si segneranno.
Ma i disegni… oh, i disegni! Ogni carta è un piccolo universo di Tim Burton tra ombre e luci, e tenerle tra le mani è come stringere un pezzetto di sogno.

Il cofanetto che le custodisce è adorabile.
All’interno, 78 carte splendidamente decorate da Murillo Cleto:

  • 21 Arcani Maggiori

  • 56 Arcani Minori, divisi in 4 semi, reinterpretati in chiave Nightmare Before Christmas con candele, doni, aghi e pozioni.

A completare il tutto, un libricino di Minerva Siegel, guida e piccoli giochi per far parlare la fantasia.

Se hai amato Jack quanto me, saprai perché non ho resistito.
Ogni arcano diventa un abitante di Halloween Town, e ogni carta è un piccolo incubo che sorride di sé stesso.

Se pensiamo all'origine dei tarocchi, possiamo apprezzarli come oggetti d'arte.

Probabilmente nacquero in Italia nella prima metà del XV secolo.
Non avevano nessuna matrice divinatoria, ma erano usati soltanto per giocare a carte, ad esempio a briscola.
Siamo negli anni dell'Umanesimo italiano, presso la corte degli Sforza, dei Visconti, le carte diventano vere e proprie opere d'arte in miniatura.
Qualcosa cambierà a partire dal XVIII secolo, soprattutto in Francia dove, personaggi come Court de Gébelin ed Etteilla caricarono di significato esoterico e divinatorio, queste simpatiche immagini, ricollegandole ai misteri dell'antico Egitto.

Il mio personale approccio alla lettura dei tarocchi è semplicemente di tipo goliardico.
Devo però ammettere che l'idea di lasciar parlare il mio subconsicio con l'aiuto delle carte, mi affascina.
Non aveva invece torto, il frate domenicano che si cagliava con il gioco d'azzardo e chi da esso traeva profitto.
Ancora oggi in Italia, è una piaga sociale purulenta e mortale.
Sono tante le persone che perdono sé stesse e i propri cari, per colpa del gioco.

No, questa volta non voglio pensare a nulla di triste.
Gioiamo della vita e con essa.
Ringraziamo la Fortuna che ci permette di vivere in paesi non devastati dalla guerra, con un tetto sopra la testa e un piatto caldo davanti.

Io, per lo meno, mi sento così: grata e fortunata.
E questa Vigilia di Ognissanti, con il cuore leggero e un mazzo di tarocchi tra le mani, sarò pronta a ridere con i miei fantasmini, in un piccolo incubo che sa sorridere di sé stesso.

martedì 14 ottobre 2025

Halloween giorno 14 - Paul Auster 4 3 2 1

 la sua anima era vecchia e stanca, 
e le anime vecchie e stanche alle volte potevano essere amare,
anche rabbiose, soprattutto con le anime di quelli
che non provavano la sua stessa amarezza e la stessa rabbia.
(pag. 762)


Caro Blog,

tra qualche giorno mi dedicherò all’allestimento della “casa stregata”.
La mia idea di “pauroso” si sposa con quella di Winnie the Pooh e di Molang… giusto per darti due coordinate di ciò che avviene nel mio cervello.

Eppure il mio sonno è disturbato da incubi terribili.
Si alternano vampiri che vengono scarnificati dal potere dell’amore,
zombie che allontano con le preghiere e, ultimo,
il più terribile di tutti:
la morte delle persone a cui voglio bene.

Le loro anime erano salite su una barca, simile a quella degli elfi che lasciano per sempre la Terra di Mezzo, che galleggiava su un mare azzurro e limpido come ho visto solo in alcuni pomeriggi invernali.
Un gruppo di tritoni e sirene circondava la barca e mi impediva di salire.
Malgrado i miei pianti disperati e le mie suppliche, sarebbero andati via senza di me.
I miei cari erano sereni e mi dicevano che non dovevo piangere, che era per loro il momento di partire, perché erano stanchi.

Mi sono svegliata con la netta sensazione di essere sola al mondo e senza alcuno scopo per andare avanti.
Non sono mai stata tanto triste.

Allora ho pensato a un libro, quello che ho letto recentemente: 4 3 2 1, di Paul Auster.

In questo romanzo si sviluppa l’idea del “come sarebbe andata se…”.
Il protagonista vive quattro vite possibili ed è curioso notare come il nucleo centrale delle sue conoscenze resti costante, pur con alcune varianti.

Quello che ho apprezzato di questo romanzo sono l’impianto stilistico e il sottofondo storico.

Puoi decidere di leggere le vite in modo singolo, capitolo per capitolo,
oppure osservare come le quattro strade procedano simultaneamente l’una accanto all’altra: come si evolvono i vari rapporti, modificando i caratteri, le capacità di reagire agli eventi personali e storici dei diversi protagonisti.

Un libro veramente ben scritto. Bello in termini assoluti.
Ma che, personalmente, non ho apprezzato.
Nel senso che, in fin dei conti, la storia del protagonista era pur sempre incentrata sul mondo di un ragazzo che è rimasto lontano da me.
Con il quale non ho potuto mai immedesimarmi.
Umanamente parlando, potevo ascoltarlo, ma senza mai entrare veramente in contatto con lui.
Capivo e amavo il suo essere bambino,
ma crescendo non ho visto nulla che me lo ricordasse.

A mio avviso, anche la promessa che avevo intravisto nella quarta di copertina è stata tradita.
Quando ho letto: “le sue traiettorie [della vita] sono diverse ma tutte, misteriosamente, incrociano lei, Amy”, mi sono aspettata di vedere un amore particolare, che emergesse in ogni possibile esistenza.

Mi sbagliavo.

Amy è rimasta sempre sullo sfondo. Avrei voluto conoscere meglio, e più in profondità, le passioni che muovevano il suo cuore, le sue azioni.
Mi è sembrata solo una comparsa. Uno strumento più che una persona, un’ombra! di cui si è servito l’autore per dare un po’ di spessore al suo beniamino.

Discorso diverso per la figura della madre, probabilmente il personaggio che ho apprezzato maggiormente.
Una donna forte, con un pensiero autonomo e indipendente, capace di rialzarsi mille e più volte, di sostenere gli altri e sé stessa.
Non ha bisogno di parlare direttamente con il lettore, perché si esprime con le azioni e con la fotografia.

Voglio ricordare anche le figure della nonna e della zia, sempre materne, perché mentre scrivo mi rendo conto di quanto siano state importanti nelle vite di Archie.

Forse le figure femminili sono state la cornice che ha tenuto unite queste storie.
Senza di loro — la nonna, la madre, la zia, Amy — Archie non sarebbe mai esistito.

Gli appassionati d’arte sarebbero più bravi di me a spiegare quanto sia importante, per un quadro, la sua cornice.
Silenziosa, sempre ai margini, mai protagonista: è lei che protegge l’opera d’arte e le conferisce nobiltà e potenza.

Facci caso, la prossima volta che visiti un museo.

In conclusione, forse è questo che mi ha lasciato il romanzo: la consapevolezza che, pur cambiando le vite, gli incontri, i destini, esiste sempre qualcosa o qualcuno che ci tiene insieme.

Un filo invisibile che, anche quando sembra allentarsi, ci impedisce di disperderci completamente.

Mi piace pensare che le figure femminili del libro siano proprio quel filo: non protagoniste rumorose, ma presenze che tengono saldo il tessuto delle storie, come mani che rammendano uno strappo.

Come se l’immagine della donna al telaio fosse incisa nelle nostre anime — da Penelope, alla Bella Addormentata, fino alle Moire.

Che sia questo ciò che sto cercando anch’io, nei miei incubi e nei miei sogni?

La rassicurazione che qualcuno, da qualche parte, continui a rammendare la mia vita con la stessa tenerezza silenziosa.

Forse non inserirò 4 3 2 1 tra le mie letture preferite, ma mi ha ricordato che ogni vita, anche la più dolorosa o incompleta, è sempre parte di un disegno più grande — e che, come nella mia “casa stregata”, la paura non è mai fine a sé stessa.

Serve solo a mostrarci quanto desideriamo restare.

E quanto, nonostante tutto, continuiamo ad amare.

venerdì 3 ottobre 2025

Halloween: giorno 3

 Caro Blog,

con Piccolo Principe ogni giorno è Halloween. 
Non posso mentire: quest'aria fredda e pungente mi piace.
Le strade sono piene di pozzanghere e foglie colorate.
Un colore che con parole non si può definire.

Certo, alcune sono tutte rosse, altre gialle, altre ancora marroncine.
E poi ci sono quelle che sembrano multicolori!
Come se il Folletto delle Stagioni avesse finito la vernice verde o gialla.

Quando avevo cinque anni, una vecchia zia della mia mamma, mi regalò un sussidario della Quinta classe.
Sapevo già leggere da sola e ricordo che mi innamorai di quel libro.
Il suo protagonista era un Folletto che accompagnava i bambini alla scoperta delle stagioni, del loro mutare nel tempo.

Credo sia stato il primo momento importante della mia vita.
Quel momento in cui pensi che il mondo sia fatto anche di qualcosa che non è visibile.
Crescendo diventa sempre più difficile "vedere". E allora provo ad ascoltare, a sentire...

Vado a riscaldare l'acqua nella teiera... è il momento giusto per una tisana.

giovedì 2 ottobre 2025

SPIRITI, SANTI ED EROI - Storie popolari irlandesi

 Non credere all'esistenza degli spiriti
è la cosa più sciocca che un uomo,
una donna o un bambino possano mai fare.

Ciao Blog,
il progetto Halloween è già in cantiere. Come ben sai, mi sto arrovellando il cervello per rendere questo 31 ottobre ancora più magico del precedente (ammesso che il Signore ci permetta di viverlo).

Mentre fuori infuria una terribile tempesta, degna di un vecchio film dell'orrore, con Vento che ulula e Pioggia che batte sui vetri delle finestre, mi sono ricordata di un simpaticissimo libricino letto quasi un anno fa (ormai il 2025 sta volgendo a termine!).
E, considerato il periodo, ho pensato fosse il momento giusto per presentartelo.

Il titolo è molto esplicativo: Spiriti, santi ed eori - Storie popolari irlandesi, edito Feltrinelli.
Scritto da Antonio Bibbò e pubblicato nel 2022, si presenta come una raccolta di racconti e fiabe irlandesi. Sarà merito del suo autore, ricercartore all'Università di Trento e traduttore, nonché appassionato del mondo irlandese, ma bisogna sottolineare quanto siano ben scritte tutte le 191 pagine!

Rispetto ad altre raccolte simili, i racconti sono ben strutturati e ricordano lo stile a me più familiare di Andersen e compagni: con una trama chiara ed una conclusione che può piacere o meno - certo - ma che almeno c'è!
Invece, in passato, mi è capitato di leggere racconti che non avevano, come si suol dire, “né capo né coda”.

Inoltre, a conclusione del libro c'è un mini saggio sulle tradizioni e sulla lingua irlandese davvero molto interessante.
Infine, mi ha riempito di gioia trovare i numerosi riferimenti a James Joyce, lo scrittore irlandese per antonomasia, che sai bene adoro — e che quest’anno mi ha rapito con i suoi libri Finnegans (o Finnegan’s…).

L'Autunno è la stagione perfetta per leggere questo libro.
Con il freddo che bussa alle porte, è tempo di riprendere morbide e calde copertine.
Mentre ci accoccoliamo sulla nostra poltrona preferita e soffiamo sulla tazza di tè fumante, immagino uno spiritello curioso far capolino da dietro le nostre spalle.
Quale sorpresa per lui, soprire il nostro interesse rivolto alla sua storia!

Sono certa che, per gratitudine, ci donerà una ghianda e un po' di fortuna.
Pertanto, siate sempre gentili - soprtattutto quando nessuno vi guarda.
E questo vale sempre, sia che crediate, sia che non crediate agli spiriti.

mercoledì 1 ottobre 2025

Ottobre: Halloween arriviamo!

 Caro Blog,

lo so, non passiamo più tanto tempo insieme. Questo accade da quando sono approdata ad una verità insindacabile, riguardo me stessa.
L'introspezione e lo scrivere troppo alimentano Malinconia in modo sbagliato.
Sai perfettamente che lei abita nel mio cuore in modo stanziale. 
Non è più un ospite di passaggio.
Non fraintendermi, non sono dispiaciuta per la sua presenza.
Fa parte di me e l'ho accettata con serenità. Ma non è giusto che si faccia fuori tutta la dispensa di energia e amore e pensieri.
Così scrivo meno. Però continuo a leggere. Prima o poi ti parlerò dei miei pochi libri, accumulati in questi mesi.
Oggi è iniziato Ottobre. E mi sento bene. L'aria è fresca. La luce meno intensa. I contorni delle nuvole sono netti e il cielo è azzurro.
Mare è molto agitato, perché sente anche lui il cambiamneto nell'aria, nel vento.

Non dimentico le tensioni nel mondo, ma per una volta le metto da parte.
Mi concentro sul mio respiro, lento e regolare.
I battiti del mio cuore scandiscono come una ninna nanna il tempo che mi scorre intorno.
È Ottobre. Piccolo Principe ha iniziato a mandarmi i suoi disegni con tema Halloween.
Non posso deluderlo.
Anch'io metterò una decorazione al giorno, per fargli piacere.
Piccolo Principe è Amore.
Il senso della mia esistenza.
Quello che mi rende serena, lieta di vivere.

Il mondo sta viaggiando a 300 km/h contro un muro in cemento armato.
Ma io ho Piccolo Principe...
ho Amore...
respiro lentamente...
ascolto i battiti del mio cuore.


lunedì 22 settembre 2025

La Dea dentro di te - Diana Migliano

La Dea giunge a noi attraverso il tempo come una lontana luce lunare
e si specchia nel mare del mondo, frammentandosi in molti più riflessi
nel linguaggio, nei gesti e nell'arte di quanti se ne possano immaginare.


Caro Blog,

queste sono solo le mie impressioni da lettrice: non voglio giudicare l’autrice, ma condividere il mio viaggio tra aspettative, delusioni e qualche sorriso ironico.

Ho comprato questo libro perché, leggendo Le cose che ci salvano, mi ero immaginata che parlasse delle dee presenti dentro di noi, con nome e cognome. E invece… beh, invece mi sono trovata davanti a una guida new-age più astratta che narrativa, e sono uscita dalla lettura un po’ malconcia.

Questo 2025 lo ricorderò come l’anno delle occasioni letterarie perdute.
Ho comprato ogni singolo libro con entusiasmo infinito; eppure, devo ammetterlo, la lettura non mi ha gratificato come speravo.
Il fallimento accompagna tanto le mie letture quanto la mia vita sentimentale. Forse è la prova migliore del mio amore per i libri: non li abbandono mai. Vado fino in fondo, pur sapendo quale sarà l’inevitabile epilogo.
Lo stesso succede con le amicizie: mi butto, ci metto il cuore, e finisco per farmi male — pur sapendo che, in qualche modo, finirò per essere delusa. Non incolpo gli altri: forse il problema è che li immagino diversi da come sono. I libri non hanno colpa se non corrispondono alle mie aspettative; e le persone, allo stesso modo, non sono colpevoli se non corrispondono all’idea che mi sono fatta di loro.

La Dea dentro di te - come definirlo? è una specie di guida new-age.
Ho delle difficoltà a incasellare il nuovo lavoro di Diana Migliano, uscito nel 2025 per De Vecchi.
Il titolo, La dea dentro di te. Ascolta le tue emozioni e libera il tuo potere femminile, fa pensare subito a un manuale di crescita personale, ma dentro ci troviamo qualcosa che sconfina in più territori.
Non è un romanzo, non è un classico saggio accademico, e non è neppure un vero e proprio manuale operativo.
Ma allora cos'è? Proviamo a dire che è un ibrido:
da un lato, una guida new-age che invita a “scoprire la dea interiore” per ritrovare equilibrio e armonia;
dall’altro, un saggio spirituale divulgativo che propone riflessioni su amore, potere, condizionamenti sociali e ricerca di sé;
in filigrana, anche un manuale motivazionale che suggerisce un approccio pratico — fare ordine nelle emozioni, riconoscere la propria responsabilità, dirigere le relazioni in modo più consapevole.

In definitiva, La Dea dentro di te si colloca nel vasto scaffale dei testi di crescita personale a ispirazione spirituale, con una forte enfasi sul femminile come archetipo e come risorsa.
(E io, lo confesso, la immagino seduta su qualche libro, quella splendida Dea: ciondola le gambine e mette quel broncio appena speranzoso mentre guarda la gente in libreria, chiedendosi se qualcuno la porterà a casa.)

Ecco perché: sono uscita da questa lettura malconcia.
Non so se dentro di me ci sia davvero una dea — per ora mi accontento della lettera minuscola — e di certo la “tipa” presente si è divincolata non poco mentre cercavo di finire questo benedetto libro.
Mi sono trovata davanti a frasi che suonano giudicanti nei confronti di donne che si sentono perse, disorientate o non perfettamente allineate con l’ideale proposto: sembra quasi un «amiche delle donne… ma solo se fate come dico io».
Ecco il punto in cui io, lettrice, alzo gli occhi e mi chiedo “ma per favore”.

Eppure qualcosa rimane.
Ho sottolineato passaggi utili — “questa mi serve” — ma, due pagine dopo, ho considerato seriamente di testare le capacità di volo della mia piccola dea dalla finestra...
(Caro Blog, perdona la mia ironia acidella, talvolta incontrollabile.)

Insomma: è un testo new-age a metà tra manuale motivazionale e diario spirituale, che regala spunti se lo si legge con leggerezza… e con un evidenziatore sempre a portata di mano.

Il libro tratta un argomento ricco e variegato come il femminile e il suo aspetto più profondo. Ma se il lettore fosse un uomo, non dovrebbe sentirsi escluso. Personalmente gli consiglierei di mettersi alla prova, come un novello Indiana Jones che scopre di avere una Dea dentro di sé: alla scoperta della Dea perduta… e forse un po’ della propria pazienza.

domenica 7 settembre 2025

Eclissi totale della Luna di Settembre



Un’eclissi totale di luna non è mai soltanto un fenomeno astronomico. È un invito segreto che il cielo ci manda per ricordarci quanto siamo capaci di stupore, quanto possiamo sentirci parte di un sogno più grande. Quando la Terra si interpone tra Sole e Luna, qualcosa accade anche dentro di noi: il bianco familiare della Luna si tinge di rosso, si fa ombra, si fa mistero. E sembra quasi che, per un istante, il mondo intero si trasferisca lassù, a vivere insieme quel silenzio sospeso.

Mi piace pensare che durante l’eclissi diventiamo tutti un po’ come l’ombra di Peter Pan. Leggeri, dimentichi della gravità, capaci di muoverci insieme sulla superficie lunare, come una piccola tribù di sogni. Non importa dove siamo: affacciati a un balcone, distesi sull’erba o nascosti dietro una finestra. In quell’ora siamo tutti lì, a cavalcare lo stesso disco rosso che brilla timido nel cielo, come un cuore che pulsa tra le stelle.

E allora ci accorgiamo che non servono navicelle o astronavi per toccare la Luna. Basta lasciarsi portare dall’immaginazione, dall’incanto che ci attraversa quando la luce cambia e l’ombra della Terra diventa un velo che ci avvolge tutti. È come se, almeno per un po’, sparisse la distanza fra noi e l’universo, fra i nostri sogni quotidiani e l’infinito.

Quando l’eclissi finisce e la Luna torna al suo splendore argentato, resta dentro di noi una traccia: la sensazione di aver viaggiato insieme, di aver camminato mano nella mano come ombre danzanti sul cielo. Ed è un ricordo che ci accompagna, come una promessa: il cosmo non smetterà mai di sorprenderci, se avremo ancora occhi per guardarlo e cuore per crederci.

domenica 31 agosto 2025

Pavese è morto

È il 27 agosto del 1950.
L'Italia si sveglia apprendendo una terribile notizia: Pavese è morto.

Nella stanza n. 346 dell'Hotel Roma, a Torino, viene rinvenuto il corpo senza vita del geniale scrittore Cesare Pavese.
Sul comodino, accanto al letto dove giace nel suo ultimo sonno, una copia di un suo romanzo Dialoghi con Leucò, raccoglie le ultime parole:

Perdono tutti e a tutti chiedo perdono. Va bene? Non fate troppi pettegolezzi.

Sono passati settantacinque anni da quel giorno. Non l'avevo dimenticato. E mai come in questa strana estate 2025, ho pensato a Cesare Pavese.
L'anno scorso ho avuto una brutta discussione con Persona a causa di una cosa che dissi a proposito di questo tragico evento. Una discussione che portò ad una rottura drastica, dalla quale sembrava non ci sarebbe stato ritorno.
Eppure, in quell'occasione, ho fatto una cosa che non faccio quasi mai davvero: ho aperto il mio cuore. Ho lasciato che le parole fluissero direttamente da lì, senza pensare alle conseguenze. Sono stata fortunata. E ho cambiato quello che pareva un finale già scritto e archiviato.

Cesare Pavese non ha avuto la mia stessa fortuna.
Di lui sono stati scritti cieli di parole (permettimi di cambiare metafora: i "fiumi" si sono inariditi.)
Ad esempio, si è detto che fosse un uomo depresso, troppo romantico per il mondo, incline quindi al delirio. Sempre alla ricerca di un amore ideale, irraggiungibile, così da sublimare la sua sofferenza e realizzare la propria ricerca di solitudine e autoflagellazione.
Nelle sue opere il turbamento ha spesso una sola conclusione; come se i suoi protagonisti non avessero altra scelta oltre al suicidio.
Un tipo difficile, questo Pavese. Dotato di fine intelletto e ironia pungente. Non era semplice gestire la sua amicizia, la sua presenza.

...
Mah! Sono un po' dubbiosa. 
Quando conosciamo una persona, sappiamo bene che c'è sempre una "zona d'ombra" inaccessibile e a noi reclusa.
Come dunque possiamo pensare di aver capito chi fosse davvero un genio come Cesare Pavese?

Rimaniamo sui fatti: ha ingoiato dei sonniferi, tanti sonniferi, e non si è più risvegliato.
Chi fossero i demoni che gli facevano compagnia, non possiamo saperlo.
Penso che essere felice, per lui, dovesse essere molto difficile.
Penso che fosse una persona timida e riservata.
Penso che avesse un gran desiderio di amare e di essere amato, anche se non sapesse bene come.
Penso che avrà per sempre quasi 42 anni.


Caro Cesare,
affrontare Agosto sta diventando un'impresa dispendiosa in termini di energia mentale.
In passato ho indegnamente guardato con avidità al tuo ultimo gesto.
Ma in quest'ultimo anno, in cui ho sommariamente rosicchiato ancora 4 alla Vita, sono cambiata profondamente.

Ho sempre paura, sono sempre brutalmente malinconica, ma voglio vivere.
Ho fame di vita... tanta fame!
È come se avessi fame anche per te.

Nel mio cuore sono raddoppiate le nostalgie, le paure, ma anche i desideri, i palpiti, l'amore.
Non posso prometterti che farò cose grandi.
Ma ti prometto che vivrai ancora per tanto tempo - a Dio piacendo.

Dove si poseranno i miei occhi, ci sarai anche tu.
E le mie esperienze saranno le tue.
Ovviamente non posso assicurarti che la mia felicità sarà anche la tua - gusti diversi.
Ma porterò dentro di me lo spirito delle tue parole.

E se anche l'Amore mi spaventa, mi tormenta, mi ferisce, farò in modo che accarezzi anche te, conforti anche il tuo spirito.

Dove sei ora, non posso raggiungerti. Non è ancora il mio tempo.
E non ho fretta di raggiungerti.
Ma se un posto esiste per il grande "Dopo", spero di incontrati, per poterti raccontare tutto l'amore che ho dato anche senza riceverne.
Perché nel mio caso, questo basta.

Non tutti i giorni, certo! Ci sono nuvole anche nel mio cielo.
Ma quando la notte è senza luna...dovresti vedere che firmamento riluce nel mio spirito!

domenica 17 agosto 2025

Considerazioni

L’estate sta finendo…
anche se la stagione ha ancora più di un mese da vivere…

Per me è stato un laboratorio…
un luogo dove imparare facendo — learn by doing
per scoprire davvero le mie emozioni…
i pensieri più nascosti…

Ferragosto è stato l’esame generale…
Ho deciso di non mandare messaggi
di non fare telefonate…

E cosa ho scoperto?
Che, nella maggior parte dei casi non occupo la mente di nessuno…
A eccezione della mia famiglia…
e del Piccolo Principe…
Con lui ho scambiato video pensieri piccoli frammenti della giornata
pur essendo in città diverse…

A me stessa dico:
non significa che le persone siano giuste o sbagliate…
significa solo che ognuno ha il suo modo di trattare gli altri…
di trattarti…

Non ti piace?
Non ti fa stare bene?
Allora erano “persone ponte”…
entrate nella tua vita per aiutarti a crescere…
ma non destinate a restare…

Ora…
cerca di darti il rispetto e l’amore che desideri…
di cui hai bisogno…
Non aspettare più…

Viaggia…
divertiti…
vai al cinema…
pranza o cena fuori…
anche da sola…
Essere sola non è un limite…

Supera la paura…
Il mondo…
nel bene e nel male…
non sa che esisti…
e non osserva le tue azioni…

Non sono sicura di riuscire a seguire questa Voce interiore…
Ma so che
se ci riuscissi…
potrebbero perfino spuntarmi le ali…

Buona domenica, caro Blog…
porto sicuro per la mia stanchissima anima…
rifugio per i miei naufraghi pensieri.

giovedì 14 agosto 2025

Vigilia di Ferragosto



Spero che, in questi giorni, le persone siano in vacanza…
che stiano vivendo momenti sereni, stretti ai loro cari.
E chi invece è rimasto in città, ha un piccolo, dolce compito da assolvere,
in questa notte magica:
accompagnare Maria nel suo viaggio verso il cielo.


Nella mia città d’origine,
la notte del 14 agosto, si accendevano i lumini sui balconi.
Piccole luci, fiammelle tremolanti,
che — per tradizione — illuminavano il percorso della Madonna Assunta in cielo.
Un gesto antico, radicato nella memoria,
nato dalla storia e dalla fede.

"Accendevano"... Ma oggi?
Oggi, nelle nostre città, questi riti si sono quasi persi.
Chi crede viene deriso — basta guardare i social.
Eppure questa è una tradizione così semplice, così genuina,
così bella…che ogni anno mi rapisce il cuore.
Quando, nel buio,
vedo apparire sui balconi uno… due… tre lumini,
ora lì, su quel palazzo,
ora là, al primo piano…
è come se il Bene stesse vincendo la sua silenziosa, solitaria lotta contro il Male.
Come se la luce di quella piccola fiamma potesse ancora sconfiggere
le tenebre del nostro secolo.

La Vita vince.
La Morte non avrà mai l’ultima parola.

È un segno di pace.
Un soffio di speranza.
Il cuore si acquieta.

Vedo la Madre tornare ad abbracciare il Figlio.
E, con Lei,
vedo l’Umanità tornare bambina,
pura, ingenua…
correre verso una Vita nuova,
senza dolore,
senza paura.

p.s. L'immagine è stata modificata con l'uso di ChatGPT e devo dire che mi piace molto.

giovedì 7 agosto 2025

Le delizie della signorina Ashikawa - Takase Junko

 Ashikawa guardò Nitani decisa.
Nitani pensò che il suo viso felice fosse inesorabilmente grazioso.


Caro Blog,
dopo averti raccontato del romanzo di Sanaka Hiiragi, è il momento di presentare un nuovo amico proveniente dal paese del Sol Levante.
La storia dei nuovi protagonisti si svolge nell'area metropolitana di Tokyo.
È una storia particolare, che ci accompagna a spasso nella società moderna, nutrendoci continuamente con manicaretti e cibi pronti.
Non ho mai letto così tanto di cibo come tra queste pagine!
E la cosa mi ha divertito e incantato.

Con la scrittura di Takase Junko torniamo a uno stile che mi affascina e disorienta: quello della letteratura giapponese contemporanea.
Non ci sono eroine né antagonisti. 
Siamo spettatori silenziosi di uno squarcio di vita quotidiana, familiare a tanti posti di lavoro.
I protagonisti di questo breve romanzo sono persone comuni, che potremmo incontrare o aver incontrato nella vita di tutti i giorni.
Non aspettarti quindi che accada qualcosa di sconvolgente, di eclatante.
E quando chiuderai il libro, forse ti accorgerai di sapere poco o niente dei suoi personaggi.
Non proverai grandi sentimenti.
Non potrai dire: "mi piaceva lei" oppure "preferivo lui".
E credo sia proprio questo che mi piace della scrittura giapponese.
A volte è bello attraversare "un vuoto".
Un vuoto inquieto, in cui possono rimbombare le nostre fantasie, le nostre emozioni, le nostre domande.

E credo sia questo il focus di un libro breve e ben scritto, come questo.
Ti ritrovi a fare delle considerazioni che altrimenti non faresti.
Ad esempio:
La nostra esistenza deve essere sempre votata ad una causa?
Non possiamo svolgere i nostri compiti in modo onesto, senza bisogno di strafare?

Ashikawa, il personaggio che dà il titolo al romanzo, ci accompagna dolcemente in queste riflessioni.
È una ragazza dalla fragilità emotiva visibile e dalla forza nascosta.
Sul posto di lavoro, una collega la definisce "smidollata"; un altro è combattuto tra il provare antipatia e un sentimento di protezione.
Ai miei occhi, Ashikawa è solo qualcuno che ha capito - e ha coraggiosamente scelto - che il suo tempo è prezioso e deve essere lei a decidere come usarlo.
Il lavoro è importante, certo, ma non deve prosciugare tutte le sue energie, non deve sottrarle i suoi spazi e le sue passioni.

E come usa il suo tempo Ashikawa?
Cucinando.
Prendendosi cura degli altri attraverso il cibo.

Forse sì, c'è una certa ipocrisia nel dire "è tutto buono - sei stata bravissima" quando assaggiamo qualcosa preparato da altri, solo per gentilezza.
Ma se riusciamo a vedere oltre il giusto:
se cogliamo il tempo che qualcuno ha dedicato a scegliere, acquistare, preparare, impiattare,
allora, forse, non c'è ipocrisia, ma gratitudine.
E se una parola gentile rende felice l'altro, anche il gesto più piccolo diventa nutrimento.
E il cerchio di amore si chiude.
E siamo pronti così ad iniziarne un altro.

Un libro delizioso, che ti consiglio di leggere a piccoli morsi.
Con calma e il cuore aperto.

domenica 3 agosto 2025

Il magico studio fotografico di Hirasaka - Sanaka Hiiragi

 Anche quando mi sembra di essere schiacciata dalla tristezza e dall'ansia.
Grida!
Me l'ha insegnato quel signore.
La speranza.
Rialzati ancora, e ancora.
Fai sentire la tua voce quando il mondo ti sembra ingiusto.
grida, Mitsuru-
chan, grida...
[pag. 153 - Feltrinelli, 2025]


Ciao Agosto, ben arrivato.
Per me significa che l'estate è finita.
Iniziano i cattivi pensieri e le solite preoccupazioni.
Aggiungiamo i cambiamenti naturali di un corpo che non ha più vent'anni, e il quadro definitivo è sotto i miei stanchi occhi.
La novità è che non voglio abbandonarmi a queste considerazioni che mi intristiscono.

E allora, a chi ha voglia di rimanere in mia compagnia, vorrei far conoscere questo libro.

Premessa: non conoscevo la sua autrice. L'avevo acquistato insieme con un altro, approfittando all'offerta Feltrinelli "prendi due libri alla modica cifra di circa 11 euro" (è aumentata anche l'offerta).
L'ho portato con me al mare, anche se avevo tutte le intenzioni di non leggere.
Esatto! Al mare volevo parlare con Mare; ascoltare la sua profondità; perdermi in fantasticherie romantiche e cavalleresche.
Ma quando sei sotto l'ombrellone e non riesci a tenere gli occhi chiusi nemmeno tre secondi, hai bisogno di un amico che stia con te a godere del tempo insieme.
I miei migliori amici sono i libri...e così...

Pagina 11:
Le lancette e il pendolo del vecchio orologio a colonna erano ferme. Hirasaka tese l'orecchio. Lo studio fotografico era così silenzioso che gli sembrò di sentire un ronzio.

Lentamente, molto lentamente, ho iniziato questo romanzo di un centinaio di pagine.
L'ho sorseggiato.
Fino a quando non mi sono più mossa dal lettino, pur di finirlo.
Mi sono commossa fino alle lacrime.

La letteratura giapponese mi aveva abituato a romanzi curiosi, con finali per me "insoliti".
Romanzi in cui si racconta una storia, senza morale, senza aspettative.
Storie che a volte possono somigliare a un giorno qualunque in cui vai a fare la spesa e... non succede proprio niente da raccontare.

Ma questa volta...
Questa volta nel romanzo c'è tutto: un tema importante, personaggi indimenticabili, colpi di scena e finale commovente.
Impossibile non anticipare qualcosa, quindi:


*** ATTENZIONE: POSSIBILE, INEVITABILE ANTICIPAZIONE ***

La storia che ci troviamo a leggere sembra essere una semplice narrazione lineare, che presenta la vita di tre personaggi indipendenti, senza legami tra loro, fatta eccezione per il signor Hirasaka.
In realtà, scopriremo alla fine, è una storia con andamento circolare, che torna esattamente al punto di partenza.
Consegnandoci la storia di quattro personaggi, e non tre.

*** FINE ANTICIPAZIONE ***


Torniamo alla storia.
Il signor Hirasaka ha uno studio fotografico magico e unico.
Qui accoglie, uno per volta, un'ex insegnante di 92 anni di nome Hatsue, un membro della yakuza, Waniguchi, e una ragazzina.
A ognuno di loro consegna delle scatole piene di fotografie: una per ogni giorno vissuto.
Il compito è selezionarne una per ogni anno di vita. Così da poter comporre il film, la lanterna girevole, della propria esistenza.
In alcune situazioni, una sola volta, è concesso di tornare indietro nel tempo e scattare di nuovo la foto preferita.
Si può cioè tornare a "vedere" quel momento per scattare l'ultima foto ricordo.
Non si può interagire con quel passato.
Non si può modificare nulla.

Una storia bellissima. Un'atmosfera incantata e avvolgente.
Un modo di vedere, o immaginare, la Morte che quasi non fa paura.
La scrittura di Sanaka Hiiragi è delicata, e riesce a farti vivere tutto ciò che i personaggi affrontano.
Senti il vento sul tuo volto, i profumi inebrianti di quei momenti passati.
Un libro che mi è piaciuto molto.
Che mi fa pensare a quanto sia importante ogni singolo giorno della nostra vita.
Anche quelli che sembrano inutili o infiniti. Anche quelli hanno una fotografia ricordo.
Bisogna imparare a cogliere la bellezza dell'attimo.
Perché ogni vita non è mai sprecata.

Alla fine a me sembra di comprendere che sia l'Amore il vero motore di ogni cosa.
L'Amore ci unisce alle persone, ad un libro, a un paesaggio.
Il tempo trascorso con amore non è mai perso.
Non possiamo ricordare ogni giorno della nostra vita.
Ma immaginare che qualcuno se ne stia occupando per noi... è una sensazione che mi fa stare bene.
Che mi fa sentire avvolta dalla luce.

Ora lo so: proviene dallo studio fotografico del signor Hirasaka, che dona un'ultima luce ai ricordi, prima di permetterci di "passare oltre".
Il film della mia vita mi spaventa molto meno, ora.
Non so dire quale macchina fotografica sceglierei ma, ripeto: leggere questo libro è stato bellissimo, confortante, poetico. 
 
Per quelle giornate "no", in cui sembra che sia tutto inutile e che la vita non abbia senso...
non ci rendiamo conto di quanto le nostre vite possano influire sul destino delle vite altrui.
Non pensiamo mai a quanto possa essere importante un gesto coraggioso, gentile, educato.
Consapevolmente e no, dovremmo sforzarci di essere migliori nei confronti del mondo.
Non parlo di "prestazioni", di "mangiar sano", o "sorridere".
Penso ad atteggiamenti più semplici: parcheggiare in modo corretto, rispettare i divieti, ringraziare il/la barista che ci ha servito, cedere il posto ad un bambino sui mezzi pubblici.
Piccoli atti di vera libertà sociale.

Invece siamo più imbarazzati quando riceviamo/facciamo un complimento, che di fronte ad un'offesa.
Perché?

lunedì 28 luglio 2025

Insonnia

Ecco!
Arriva la notte e vorrei raccontarti di tutto.
Ma… non si fa. Lo so.
Cancello.
Sogni d’oro PA.



Caro Blog,
se potessi parlargli sarei veramente imbarazzante.
Ho il cuore che trabocca d’amore! Devo donare il mio amore, altrimenti affogo! 
C’è un pensiero che mi tortura: perché Lui?
Può essere che la mia mente abbia scelto lui, proprio perché è impossibile?
Così da non dover rischiare di avere una relazione con una persona?
Una specie di meccanismo di difesa, per risparmiarmi l’ennesima delusione di una relazione che finisce?
Perché purtroppo, le mie relazioni sono sempre finite male.

Colpa mia spesso, che ho sempre avuto paura di lasciarmi andare al 100%.
Mancava sempre qualcosa, quel qualcosa che ti fa abbandonare all’altro.
Temo sia la punizione per una mente razionale, arida più che altro. Che non sa vivere le passioni. 


Anche fisicamente.
Odio il mio corpo.
L’ho sempre odiato.
Per me è un ostacolo.
Un impedimento per essere sereni, felici.

Perdonami.

Avevo bisogno di placare il cuore. Di sfogarmi. E ti scrivo cose in balia dei tumulti.
Purtroppo ricado sempre nell’errore di pensare a “come sarebbe stato se”.
Non devo pensarci.
Non devo farmi male.
Il passato non lo posso cambiare più.
A me è andata così.
Amen.

A volte sono serena.
Ma alcune notti è difficile essere forte.
Mi vien voglia di fare i capricci che non ho mai fatto nemmeno da bambina.
Tipo chiudere le mani a pugno, battere i piedi e strillare “lo voglio lo voglio lo voglio”.
Ma è tardi anche per i capricci.
La vita non ha previsto per me un compagno, una famiglia, dei figli, un lavoro.
Soltanto una stupida laurea.
Presa male, tardi e con tantissimi sacrifici.

Sono una delusione su tutta la linea.

A PA avrei voluto raccontare che stanotte siamo in tre: io e i nipotini.
Non dormivamo insieme, solo noi, da una vita.
Volevo dirgli che sono tanto orgogliosa di quei due.
Che sono ormai cresciuti, due veri giovani uomini, puri e bellissimi.
Che il mondo ha una speranza di migliorare grazie a loro.
E che sono una zia fortunata.
E che piacerebbe anche a lui passare del tempo con loro.
Gli avrei voluto dire che mi manca.
Che vorrei abbracciarlo e addormentarmi con lui.
E magari preparargli il caffè, domani mattina, coi capelli tutti spettinati e gli occhi ancora socchiusi.

Ma… non si può.

Averlo potuto almeno scrivere mi fa stare meglio.
Grazie di esserci.

Speriamo che i bimbi si addormentino.

sabato 26 luglio 2025

FONDAZIONE III - Isaac Asimov

 Era ancora a bocca aperta, perfettamente lucido e smarrito,
stupefatto.
[pag.772]


Caro Blog,
ho finalmente il tempo per concludere questo lungo viaggio attraverso le pagine del ciclo della Fondazione di Isaac Asimov.

Da tempo abbiamo abbandonato i corridori di Trantor, ma non possiamo ancora fermarci.
Ora dobbiamo prepararci per il salto iperspaziale e...già fatto: siamo sulla Stella Lontana.
L'elevato livello tecnologico di questa astronave ci consente di fare viaggi lunghi, precisi e senza grossi squilibri per il nostro organismo. Infatti monta motori gravitici!

Siamo nel Volume III edito da Mondadori nella collana Oscar Fantascienza, e la sensazione è quella di aver già percorso secoli di storia, ma Asimov non ha ancora finito di sorprenderci.
Siamo ai due capitoli conclusivi del ciclo della Fondazione di Isaac Asimov:
L’Orlo della Fondazione
- Fondazione e Terra.

Quello che ci appare subito chiaro è che la Seconda Fondazione ancora esiste.
Dunque la psicostoria è monitorata, è ancora valida. Dovrebbe essere un pensiero confortante. Ancora qualche secolo di lotte dagli esiti controllabili e l'Umanità può ritenersi salva!
Ma come recita un vecchio adagio: "non è oro tutto ciò che luccica".
Infatti, entrando a contatto con la Seconda Fondazione, ascoltandone i pensieri, vediamo le sue emozioni e... scopriamo che è simile agli abitanti della Prima!
Potere, arroganza, controllo: sono le stesse cose che agitano il suo cuore.
E non è tutto! Come in una specie di gioco sinistro del Destino, iniziamo a comprendere che esiste un potente avversario più forte mentalmente della stessa Seconda Fondazione.
Viene da chiedersi: chi controlla chi?

L'ultimo e definitivo capitolo del ciclo è Fondazione e Terra.
Ho letto queste pagine con estrema lentezza perché non volevo finissero, non volevo vedere la fine del viaggio.
Abbiamo incontrato nuovi personaggi e conosciuto nuovi mondi.
Golan Trevize, lo storico Janov Pelorat e la gaiana Bliss (- per essere brevi -),  sono diventati nostri amici.
Per la prima volta ci sono presentati dei personaggi con particolarità uniche, con difetti e pregi che ci fanno apprezzare la loro compagnia e altre volte, ci fanno desiderare di essere soli.
Se avessero potuto, loro stessi probabilmente non si sarebbero scelti.
Ma è proprio questo ciò che rende vere le amicizie: la sopportazione, non la negazione, dei difetti altrui!

Golan, Janov, Bliss ci spingono a viaggiare alla ricerca della verità più semplice e più immensa: da dove veniamo?

La psicostoria ci ha aiutato a capire dove andiamo, a pianificare il nostro futuro. Con tutte le implicazioni del caso.
Ma non è sufficiente.
La domanda delle domande, quella che porta da sempre, e direi per sempre, l'Umanità a studiare, a viaggiare, a superare i propri confini, i limiti fisici e metafisici, sarà sempre: chi siamo?

Senza radici, non si spicca il volo.
Se non conosci il punto di partenza, non puoi lasciarti andare a una nuova meta.
La tua mente sarà sempre ancorata, ostacolata dal passato, dalla necessità inespressa di sciogliere quel nodo che caratterizza l'intera esistenza: chi sono?


Il viaggio di Golan Trevize e Janov Pelorat — a cui si aggiunge la compagna Bliss — assume sfumature sempre più interiori.
Non stiamo più solo attraversando pianeti e costellazioni, ma stiamo cercando l’origine: la Terra, da cui la Vita è partita.

Il concetto di "viaggio" mi riporta alla mente personaggi della letteratura come Ulisse, Don Chisciotte e il viaggiatore per antonomasia Dante!
Attraversano mondi perduti, luoghi che sembrano dimenticati perfino dalle stelle: Comporellon, Aurora, Solaria...
si svela davanti ai nostri occhi, la storia dell'Umanità.
Ci sono pianeti dove gli umani sono scomparsi, altri dove si sono chiusi in sé stessi.
Eppure, l’eco della Terra continua a chiamarli.

Trevize, ha un compito importante da assolvere.
Gli hanno chiesto di scegliere il futuro per l'Umanità.
Ha scelto Gaia: una coscienza collettiva, un super-organismo in cui ogni singolo essere vivente condivide pensieri ed emozioni. Rinunciando al pensiero e alla libertà personale. Rinunciando all'unicità, irrepetibilità, identità di ogni singolo individuo-creatura.

Sente il bisogno di sapere perché ha scelto così. Deve scendere nel suo Inferno personale per capire cosa lo ha portato in quella direzione.
Deve scoprire dove tutto è cominciato.

Dopo aver attraversato il tempo e le galassie, il nostro viaggio, come un immenso cerchio, si conclude laddove tutto è iniziato; davanti al mistero più grande, quello che fonde il passato e il futuro, l’umano e l’inumano, il pensiero e la volontà.

Daneel Olivaw, il robot eterno, è l’anello di congiunzione.
È lui che ha tessuto i fili, plasmato psicostorie, vegliato sui sogni e sugli errori dell’Umanità.
Ora, anche lui... è umanamente stanco.
Ha bisogno di qualcosa – o di qualcuno – per continuare.
E quel qualcuno non può più essere solo macchina, né solo uomo.
Deve essere qualcosa di nuovo. Di diverso.

Fallom, una bambina – o forse no – nata su Solaria, cresciuta in una cultura diversa e distorta, priva di affetti, ma dotata di una sensibilità straordinaria.
Non possiamo inserirla in una definizione nota. Questa sua eccezione la rende simbolo di speranza per Daneel.
Dunque: non un robot, non un essere umano come lo conosciamo. Ma qualcosa di altro.
Un ponte. Una nuova possibilità.
Forse anche un nuovo inizio.

Così si chiude il ciclo della Fondazione.
Non sono sicura che Trevize abbia trovato le risposte che desiderava.
E vale per tutti noi.
Il nostro viaggio all'Inferno non ha una via d'uscita, perché non riconosciamo il Paradiso nemmeno quando lo viviamo!
Dobbiamo imparare a guardarci dentro la nostra personale galassia!
Perché la vera domanda non è "dove andiamo?"
ma chi vogliamo diventare.

domenica 13 luglio 2025

FONDAZIONE II - Isaac Asimov

... in questi tempi di decadenza sembra assurdo occuparsi degli studi.
[
Barr, pag. 163 ]

 
Caro Blog,

mi sento un po' triste in queste giornate calde e senza pioggia. Dormo male. E l'emicrania non mi lascia in pace. Non riesco a concludere, ma nemmeno iniziare, qualcosa!
Mentre ti scrivo si è alzato un vento forte, con raffiche che sfiorano il 40 km/h.
Vento e Mare sembrano essere molto contrariati; capto stralci di quello che sembra un dialogo lungo e intenso.
Mare è stanco; ha pianto così tanto che è molto più salato del solito.
Vento vorrebbe scuoterlo, animarlo dal fondo della sua anima, per far riemergere quelle profondità, quella bellezza che caratterizza il suo amico preferito: Mare.
Forse sono un po' tristi anche loro due? Cielo guarda entrambi dall'alto, ma resta muto.

Sento essere arrivato il momento di continuare a parlare di Asimov e del suo capolavoro.
Con Fondazione I abbiamo conosciuto le origini della leggenda, dunque è il momento di entrare nel cuore vivo del mito.
Apriamo insieme Fondazione II.
In questo volume sono contenuti tre romanzi:
- Fondazione
- Fondazione e Impero
- Seconda Fondazione.
Questi rappresentano la celebre trilogia classica, scritta da un giovanissimo Isaac Asimov tra il 1942 e il 1953.
Il mondo era oppresso, schiacciato dalla Seconda Grande Guerra. E alla fine del conflitto ha dovuto fare i conti con i suoi orrori: i campi di concentramento, lo sterminio degli ebrei, la fame, la distruzione, gli orfani, le violenze.

Chissà, forse non è un caso che un'idea tanto rivoluzionaria sia nata in un simile contesto: usare la scienza per prevedere, e forse guidare, il corso della Storia.

Purtroppo Hari Seldon non c'è più.
Resta la sua idea, il suo Piano.
Non è più un sogno, è reale. Il probabile è diventato possibile.
Il Piano Seldon sta sbocciando, cresce, vacilla.
Le conseguenze si diffondono come le onde di un sasso lanciato in uno stagno, per tutto l'Universo, lambendo anche la vita di popoli che non conoscono il Piano Seldon.

Mi è piaciuto tanto il primo romanzo di questo Volume: Fondazione.
Tempo scrive numerose pagine, le generazioni degli umani si alternano e non abbiamo la possibilità di affezionarci ad alcun personaggio.
Ma una cosa è chiara: la conoscenza serve a sopravvivere. 
Le guerre si combattono con le idee, non con le armi.
La Fondazione è allo stato embrionale e deve affrontare la prima grande crisi Seldon.
I protagonisti si muovono in un mondo in declino, cercando soluzioni che richiedono logica, astuzia, e a volte… un pizzico di speranza nella scienza e nel futuro.

Poi il tono cambia.

Approdiamo a  Fondazione e Impero, dove Asimov introduce una nuova sfida: l’imprevisto.

La psicostoria, con tutta la sua eleganza matematica, aveva previsto il comportamento delle masse, ma non quello dei singoli.
E se un singolo diventasse troppo potente?
Paradosso: il Mulo, il nemico, colui che rischia di far saltare il banco è il personaggio che mi ha preso il cuore per l'ultima volta.
Ho vissuto una mia personalissima crisi Seldon perché ho pensato che la psicostoria forse, non è così infallibile. E ho accolto l'idea che il futuro non potesse essere controllato così razionalmente; che la Vita non può essere inanellata in aride e bellissime equazioni matematiche.
Ho avuto ragione?

La risposta forse è nascosta nell'ultimo romanzo: Seconda Fondazione.
(Anticipazione: no!)

Ma poi questa Seconda Fondazione esiste veramente?
Possiamo immaginarla nascosta da qualche parte nella galassia? 
Ma è amica o nemica, ammesso che queste parole abbiano ancora un significato?

E mentre i nostri nuovi compagni di viaggio sono presi da questo dilemma e dedicano le loro vite alla ricerca e svelamento della Seconda Fondazione, noi vediamo chiaro come si stia combattendo una vera guerra evolutiva:
da un lato la Fondazione ufficiale che è tecnologica, razionale, concreta dall'altra la Seconda Fondazione mentale, psicologica, invisibile.

Non possiamo fare a meno di chiederci: l'Umanità è un gregge da guidare senza che ne sia consapevole? Il cosiddetto "bene superiore" deve prevalere sul singolo "libero arbitrio"? 

Come vedi caro Blog, questa seconda tappa del nostro viaggio nel mondo di Asimov, mi ha portato ad un viaggio interiore molto profondo.
Ha riportato in superficie domande antiche, sepolte da apatia e quotidianità.
Quanto è importante l'unicità, la libertà di ogni singolo individuo!
Quanto poco importante è diventata, la vita di ogni singolo individuo!
Il mio Paese, in passato, ha rinunciato alla libertà, alla singolarità, pensando che un governo autoritario potesse far rispettare le leggi, e "il bene comune".
La realtà è stata un'altra.
Forse Asimov ci ha voluto ricordare di non rinunciare mai alla nostra Libertà personale, qualunque sia il motivo: sicurezza, povertà, ecc.

Asimov ha creato un universo, galassie intere e non abbiamo alcuna difficoltà ad immaginare questo futuro fantascientifico.
Eppure il suo lavoro più grande lo compie nel lettore: ci chiede attenzione, ci chiede riflessione.
Non si accontenta dell’intrattenimento.
Il suo è un esercizio intellettuale, anche etico.

Se lo stile dei primi racconti è più diretto, agile, quasi ingenuo a tratti.
I romanzi successivi diventano più profondi, più ambigui.

E ogni storia è come una lente che ci mostra una civiltà in evoluzione...o forse in involuzione, dove le soluzioni non sono mai semplici e il futuro è sempre qualcosa da costruire, passo dopo passo.

Riassumere in una sola frase l’emozioni provate leggendo questo volume, è difficile.
Pagina dopo pagina, ho sentito affiorare la fragilità dei grandi progetti e la potenza silenziosa della conoscenza. 
Ma anche la caducità dei sogni.


I tempi che viviamo sono difficili, bui e disonesti.
I nostri governanti sembrano ignoranti e arraffoni. Potremmo definirli "uomini d'affari", ma privi di empatia e sprezzanti della vita dei propri popoli e di quelli del mondo intero.

La Psicostoria in questo contesto aiuterebbe? Non credo. A nessuno interessa evitare guerre e carestie. E nelle mani sbagliate, l'Umanità verrebbe danneggiata dal suo utilizzo. 
Un potere così grande non ha mani adatte che possano accoglierlo.
Forse non sarebbe male una Seconda Fondazione che operi per il bene dell'Umanità e dell'Ambiente e di tutti gli esseri viventi; ma non segreta.
La protezione e la cura del Pianeta non deve essere fatta da una società segreta, ma da ognuno di noi.


Mi fermo qui.
L'ora è tarda...forse Gandalf il Grigio sta galoppando verso Isengard in cerca di un consiglio di Saruman, grazie ad un bambino che guarda ancora con occhi sognanti la TV.
Fuori il vento continua a soffiare.
Mare tace.
Cielo osserva.
Ma dentro di me, le domande restano accese.

E questa lettura è talmente avvincente… che emoziona anche solo narrarla.

lunedì 7 luglio 2025

 Mio caro Blog,

anche questa Estate promette di essere più calda della scorsa.
I record temo, verranno bruciati anche per questo 2025.
Ma fa troppo caldo per lamentarsi e per adirarsi con chi può e non fa niente.
Così, in questo pomeriggio afoso, affronto il caldo a colpi di bottiglietta d'acqua e vitamine di tutti i tipi, e con una non trascurabile dose di calma interiore.

Non so dirti se effettivamente sia cambiato qualcosa intorno a me o dentro di me, ma ho imparato a "lasciare andare".
Le cose, le persone, i sentimenti, le idee, i sogni che non sono per me, sono liberi di andare.
Non trattengo più niente o nessuno.
Ho imparato ad accettare l'idea di essere sola.
Se gli altri mi propongono qualcosa, allora posso fare qualcosa.
Se a proporre sono io, ecco che mi ritrovo sistematicamente da sola.
Un tempo questo mi faceva rinunciare, intimorire, intristire.
Ora invece mi armo di coraggio e cerco di fare anche quelle cose che, a quanto pare, piacciono solo a me.

C'è ancora un ultimo "step" che mi manca: viaggiare da sola.
Quando riuscirò a farlo, potrò dichiarare la mia totale indipendenza emotiva.
Forse ci vorranno ancora anni per raggiungere questo traguardo, ma intanto c'è la consapevolezza.

Consapevolezza, intesa come quel "conoscere con" che ti permette di essere presente, osservare senza giudizio e lasciare andare.
Come ci insegna Rumi, “Non cercare la consapevolezza fuori di te; la verità è dentro di te, come un diamante nascosto nella tua anima.”
E Borges ci ricorda, con la sua saggezza, che per raggiungere nuovi porti a volte bisogna perdere di vista la costa.

Lasciar andare le vecchie certezze per aprirsi a ciò che verrà, al cambiamento e, soprattutto, a noi stessi.

Il Vento sembra favorevole...

martedì 24 giugno 2025

FONDAZIONE I - Isaac ASIMOV

Le emozioni, caro Seldon, influenzano moltissimo il comportamento umano,
ben più di quanto si immagini.
Non ha idea di quanto si possa ottenere con un piccolissimo tocco
e di quanto io sia riluttante a intervenire.
(Demerzel, pag. 376) 

Caro Blog,
ieri abbiamo iniziato insieme uno splendido viaggio nell'universo asimoviano.

Oggi vorrei continuare l'esplorazione del Ciclo della Fondazione, raccontandolo come un itinerario di tre tappe, scandite dai tre volumi editi Mondadori che mi hanno accompagnato in questi ultimi mesi.

I libri seguono l'ordine cronologico interno alla storia, cioè la linea temporale naturale degli eventi narrati.

Allacciamo le cinture e prepariamoci al salto iperspaziale!

Per il nostro viaggio ci serve un itinerario mentale da seguire: partenza - viaggio - arrivo.


PARTENZA:

Stiamo esplorando il volume Fondazione I (ed. Mondadori), che contiene due romanzi del ciclo classico della Fondazione e sono considerati prequel del Ciclo stesso.
Sono stati scritti a quasi quarant'anni di distanza dal primo racconto e Asimov li ha concepiti come inizio logico e narrativo della saga.

Quando scrivevo i primi racconti della Fondazione,
non avevo idea che un giorno li avrei legati all’universo dei Robot.
Ora sento che tutto è connesso, e questo mi dà pace.
(I. Asimov)


Il volume include:

1. Preludio alla Fondazione (Prelude to Foundation, 1988)
2. Fondazione Anno Zero (Forward the Foundation, 1993, postumo).

Il mio libro preferito è Preludio alla Fondazione.
Il motivo è semplice: è qui che incontriamo uno dei protagonisti centrali della saga Hari Seldon e assistiamo alla nascita della psicostoria.


VIAGGIO:

Siamo su Trantor, il pianeta-capitale dell'Impero Galattico, circa trent'anni prima degli eventi della Fondazione classica.
Hari, un giovane matematico, partecipa a un convegno di scienze dove ha appena presentato una teoria astratta: prevedere il futuro attraverso la matematica.
Da questo istante, la sua vita cambia per sempre.
Il governo e le varie fazioni politiche iniziano a corteggiarlo, spiarlo o minacciarlo, cercando di sfruttare la psicostoria per i propri fini.
Hari si ritrova coinvolto in un’odissea tra i vari settori di Trantor, ognuno con una cultura diversa, mentre cerca di capire come rendere reale la sua teoria.

Ma la psicostoria non esiste ancora: è un’ipotesi.
È impossibile - in un primo momento.
Diventerà poi probabile in teoria.
E infine pagina dopo pagina, attraverso un avvincente viaggio personale e intellettuale, Hari arriverà a svilupparla.

E come ci siamo raccontati proprio ieri, per crescere, per migliorare saranno importanti gli incontri, le amicizie create con altri personaggi.

Ne citerò solo tre, evitando di farti troppe anticipazioni:

• l'enigmatico giornalista Chetter Hummin, dalle risorse inesauribili e misteriose, sarà una specie di mentore per Seldon; un personaggio da attenzionare!

• la dottoressa Dors Venabili, abile storica che affiancherà Hari durante tutta la sua vita; la loro collaborazione si evolverà in un rapporto solido e profondo e il suo nome sarà per tutta la vita legato a quello di Hari Saldon; non ti nascondo che è diventato in assoluto, uno dei miei personaggi femminili preferiti, non solo della saga!

• il brillante matematico Yugo Amaryl, scoperto da Hari nei bassifondi; diventerà prezioso amico e instancabile collaboratore.

(Per Eto Demerzel ci vorrebbe un post a parte. Ma mi fermo a tre, come promesso.)


Il secondo libro contenuto in Fondazione I è: Fondazione Anno Zero.
Fu pubblicato postumo nel 1993.
Lo stile è più introspettivo, più complesso.

Seguiamo Hari Seldon negli ultimi anni della sua vita, quando ormai Primo Ministro dell’Impero, sta cercando di trasformare in realtà la sua teoria sulla psicostoria.
Conosciamo nuovi personaggi ovviamente, tra i quali non possiamo non citare Wanda Seldon, nipote prediletta del nostro Professore.
Mostrerà abilità particolari che porteranno Hari a prendere delle decisioni importanti e fondamentali per la storia dell'Umanità. 
Bisogna accelerare e consolidare la psicostoria, il tempo sta per finire.
Non si può lasciarla nelle mani del potere imperiale e bisogna proteggere il progetto da nemici politici, spie e guerre civili. 
Si gettano le basi per preparare la Prima Fondazione e non solo. Proprio grazie alla presenza di Wanda, Hari capisce che è necessario un secondo progetto segreto: la Seconda Fondazione.

Questo romanzo, abbiamo detto, è diverso dagli altri.
Permeato da melanconia e lucidità è l’addio di Asimov alla saga.
Si avverte un tono più intimo e riflessivo, rispetto all’ottimismo lucido dei primi racconti.
Siamo in compagnia di un Seldon sempre più anziano e stanco; ormai pronto anche lui a lasciarci.
Invecchia, si affatica, ma non ha smesso mai di lottare per il futuro dell’umanità.

E Asimov, insieme con lui, ci regala pagine di grande bellezza.


ARRIVO:

Durante la lettura non puoi non riflettere sul mondo che ci circonda e su quanto siano veritiere e simili alla nostra realtà, le parole scritte da Asimov quasi 40 anni fa, per un mondo del futuro.

Le persone potevano sopravvivere psicologicamente solo ignorandosi a vicenda.
Gli occhi non si posavano mai su qualcosa.
Le menti si chiudevano, c'era un'intimità artificiale,
ognuno era avvolto da una cortina di nebbia alzata volutamente.
(pagg. 282-283)

E allora ti rendi conto di quanto sia preziosa la conoscenza, la ricerca, lo studio.
Ma anche di quante implicazioni, responsabilità ci siano dietro una scoperta, un'invenzione.
Come si gestisce una scoperta capace di cambiare la storia?
Quali sono "le mani" a cui affidarla? E da quali difenderla?
Può una teoria predittiva giustificare manipolazioni o sacrifici?
La vita di un singolo vale di più, o meno rispetto a una collettività?

Insomma, è una lettura che va oltre la semplice idea che si può avere della fantascienza.
Anzi direi: non è solo fantascienza!


Molti lettori iniziano dalla trilogia classica (Fondazione – Fondazione e Impero – Seconda Fondazione).
Ma credo che le scelte editoriali odierne abbiano un ordine cronologico e coerente, che ci permette di apprezzare meglio la connessione con il mondo dei Robot.

Sapere che i prequel sono scritti per ultimi è importante: Asimov riscrive il passato del suo universo con la consapevolezza del futuro.
Ed è un atto da vero maestro.