Caro Bloggy,
ci sono giorni in cui non hai voglia di parlare o raccontare qualcosa.
Non hai voglia nemmeno di pensare a qualcosa.
E allora passivamente, sfogli le pagine di un diario passato sperando di trovare un momento in cui sei stato felice, o per lo meno soddisfatto di te stesso.
Lo scorso anno preparai l'albero di Natale con un notevole anticipo.
Amo quella atmosfera. Anche se poi, mi trasformo in una specie di Grinch i giorni 24-25-26 dicembre. Troppe cose da fare che non mi soddisfano. E poi mi sento sempre ospite a casa mia! E mi innervosisco. Così finisce che faccio tantissimi lavori per non stare seduta a tavola e bofonchio tra me e me, come il migliore delle creature pelose verdi (il Grinch, appunto!).
ci sono giorni in cui non hai voglia di parlare o raccontare qualcosa.
Non hai voglia nemmeno di pensare a qualcosa.
E allora passivamente, sfogli le pagine di un diario passato sperando di trovare un momento in cui sei stato felice, o per lo meno soddisfatto di te stesso.
Lo scorso anno preparai l'albero di Natale con un notevole anticipo.
Amo quella atmosfera. Anche se poi, mi trasformo in una specie di Grinch i giorni 24-25-26 dicembre. Troppe cose da fare che non mi soddisfano. E poi mi sento sempre ospite a casa mia! E mi innervosisco. Così finisce che faccio tantissimi lavori per non stare seduta a tavola e bofonchio tra me e me, come il migliore delle creature pelose verdi (il Grinch, appunto!).
Quest'anno? Ero partita benissimo. Avevo comprato lucine nuove e anche un albero più piccolo da fare in camera mia.
Ma all'atto pratico non so se riuscirò a fare qualcosa.
Non fraintendermi: Lui sta meglio (anche se oggi è stata una giornata difficile), la famiglia è più tranquilla, ma io ho paura che un mio gesto infantile possa rovinare la sua salute.
Lo so, sembro pazza. Forse lo sono. Ma credimi, è come se il Destino fosse in ascolto, pronto a cogliere un mio istante di distrazione per attaccarmi.
Ma all'atto pratico non so se riuscirò a fare qualcosa.
Non fraintendermi: Lui sta meglio (anche se oggi è stata una giornata difficile), la famiglia è più tranquilla, ma io ho paura che un mio gesto infantile possa rovinare la sua salute.
Lo so, sembro pazza. Forse lo sono. Ma credimi, è come se il Destino fosse in ascolto, pronto a cogliere un mio istante di distrazione per attaccarmi.
Non è tempo di bilanci, ma non è stato un anno semplice o anonimo.
È stato un anno di problemi seri. Che ha spento ogni mia luce interiore.
È stato un anno di problemi seri. Che ha spento ogni mia luce interiore.
Eppure... niente... silenzio. Se mi ascolto non sento urlare, o piangere.
Sento una generalizzata apatia che mi circonda e che coinvolge ogni ambito della mia esistenza.
Come se l'aver ripetuto numerose volte di fare silenzio,
di non reagire a certe situazioni, ché tanto la gente non cambia, non capisce e non si preoccupa di ciò che provo,
Sento una generalizzata apatia che mi circonda e che coinvolge ogni ambito della mia esistenza.
Come se l'aver ripetuto numerose volte di fare silenzio,
di non reagire a certe situazioni, ché tanto la gente non cambia, non capisce e non si preoccupa di ciò che provo,
avesse creato una bolla intorno al mio cuore ed ora non provo niente.
Sono impermeabile.
Spero duri. Perché dopo tanto dolore, non provare niente è riposante.
Sono impermeabile.
Spero duri. Perché dopo tanto dolore, non provare niente è riposante.
Piove e fa freddo.
Sono al sicuro a casa, una tazza fumante di tè tra le mani (fiscale di un Bloggy! L'ho poggiata per scrivere, naturalmente!). Tutte le persone a me care sono più o meno nella mia stessa situazione.
Il pensiero ovviamente vola in Ucraina, vola sotto i portici delle grandi città, vola negli angoli un po' più riparati della mia città e mi chiedo: "Quando è nata questa ingiustizia? Quando si è deciso che nel mondo qualcuno avrebbe avuto tutto e tanti niente?".
Pensieri, parole.
Nulla di concreto.
Ingiustizia.
Solida.
Sono al sicuro a casa, una tazza fumante di tè tra le mani (fiscale di un Bloggy! L'ho poggiata per scrivere, naturalmente!). Tutte le persone a me care sono più o meno nella mia stessa situazione.
Il pensiero ovviamente vola in Ucraina, vola sotto i portici delle grandi città, vola negli angoli un po' più riparati della mia città e mi chiedo: "Quando è nata questa ingiustizia? Quando si è deciso che nel mondo qualcuno avrebbe avuto tutto e tanti niente?".
Pensieri, parole.
Nulla di concreto.
Ingiustizia.
Solida.
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