martedì 30 novembre 2021

Cento poesie d'Amore a Ladyhawke - Michele Mari

 Tertium dabatur
e sarebbe stato vivere
sfiorandoci


Caro Bloggy,
oggi è uno di quei giorni che ricorderò come i più belli della mia vita.
Voglio rimanere così ancora un po', sospesa in questa sensazione di benessere e inspiegabile felicità.
Non avevo nessuna voglia di alzarmi stamattina. Mi sono svegliata presto, intorno alle sei, e non mi sono riaddormentata. Poi ho visto un'immagine bellissima in tv e mi è tornata la voglia di vivere. Una sensazione normale per gli altri, inaspettata per me.
Sono uscita per fare jogging e ho incontrato la vicina che mi ha detto beata te, l'anziana che lavori nel pomeriggio tesoro? e non mi sono sentita male. Non me ne importava niente (anche se lo sto scrivendo, credimi, mi sono detta che non mi importava niente dei giudizi altrui).
L'aria era gelida, bellissima. Ho sudato. Ho corso. Ho forzato tantissimo e pensavo di svenire. "Dai ci siamo, ora svieni, urti la testa e muori!". Invece non è successo niente di tutto questo. I pensieri si rincorrevano nella mia mente, feroci e voraci. Volevano farmi male e divorarmi dall'interno. E allora correvo e i miei polmoni reclamavano tutta l'attenzione del corpo.
Poi mi sono fermata: ma se nemmeno A. mi ha sopportato più...lui che era una persona dolcissima e buona, chi potrebbe mai farlo? 
Pensiero mi aveva afferrato!
Stavo per piangere. Uno scoppio per strada, violento e inconsolabile.
A ogni parola ho dato un peso
Che ora non so più sostenere
Ho resistito, non ho pianto; una volta al mare...la magia: un mare così agitato non lo vedo da tempo.
Perfino un pettirosso si è lasciato fotografare. Non so come dirti ma sono tornata a casa mutata...
Ero sudata come non mi accadeva da secoli; ho lavato le finestre e sistemato le tende pulite. Non mi fermavo, non mi fermavo.
Poi una doccia calda e vestiti puliti. Che faccio?
Bevuto un caffè, che mi ha rifocillato ed è successo che mi sono messa a fare l'albero. Lo so che per molti è presto. Ma oggi a -25 giorni ho costruito il mio albero di Natale.
Persona mi ha scritto una cosa. Sotto l'effetto della magia, gli ho detto cosa stavo combinando, anche se mi vergognavo un po'... L'albero di Natale a Novembre?!? Invece lui non ha mosso obiezioni, nemmeno una battuta. Si è semplicemente interessato a quello che facevo. Così gli ho mostrato le varie fasi del mio lavoro. Lo so che è folle, ma per me è come mostrarsi nudi. Non lo farei con nessuno al mondo.
Mostrare il proprio albero di Natale è, per me, solo per me, una cosa intima. Puoi farne vedere una parte. Non tutto.
Invece con lui è stato naturale. Sai che gli è piaciuto? Riesce sempre a stupirmi.
Effettivamente mi è venuto un capolavoro. Ogni anno è bello. Ogni anno è faticoso. Ogni anno è diverso.
Ma credimi questa volta è stupendo.
Ora sono stanchissima. Devo dormire.

Una lettura per addormentarsi con il sorriso è sicuramente la poesia.
In particolar modo questa raccolta di Mari l'ho trovata fresca e divertente.
Certo è un amore tormentato. Ma ho adorato i riferimenti letterari e cinematografici di alcune poesie. STUPENDO. Lo consiglio vivamente. Naturalmente non sono una che conosce la poesia e non so dare giudizi tecnici, sullo stile, la metrica. Ma esprimendomi solo per sensazioni, le mie sono tutte positive.
Solitamente la poesia d'amore fa pensare al tormento, alla donna angelo.
Invece qui, con un linguaggio moderno e sincero, si parla di romanticismo e realtà quotidiana come nessuno aveva mai fatto prima.
Un fiorire di immagini e di citazioni che ci fanno credere di conoscere ciò che stiamo leggendo, ciò che stiamo provando insieme con il poeta.

Ci si illude
che scriversi sia pur sempre
un modo di fare l'amore.

Oggi ho vissuto quello che ho sempre sognato.
Eri con me, vicino a me, ed è stato bellissimo, pulito, semplice.
Noi due senza maschere.

lunedì 29 novembre 2021

L'arte di ascoltare (e di tacere) - Plutarco

 [nulla] provoca uno stato di eccitamento, subbuglio e terrore tanto forte
quanto quello di cui l'anima è preda
quando dei rumori, dei colpi o dei suoni giungon al nostro orecchio.


Il 29 novembre è un giorno particolare. Ecco, io non credo negli oroscopi e compagnia suonante. Ma mi diverte sempre scoprire che molti scrittori hanno in comune la data del proprio compleanno.
E chissà, magari un'esistenza avrà in qualche modo influenzato quella di un altro. Magari uno è diventato scrittore leggendo le storie di un altro.
Fatto sta che oggi nascevano, naturalmente in epoche diverse, scrittori del calibro di Louisa May Alcott, C.S. Lewis e il nostrano Carlo Levi.
Inoltre morivano Luigi Capuana e Mark Strand.
In questo calderone di illustri scrittori, mi sembra di sentire le voci dei vari personaggi che hanno popolato i loro racconti. Ed è tutto mischiato. Non distinguo una storia dall'altra. Così Beth apre un armadio per riporre dei costumi che saranno usati nella rappresentazione teatrale scritta da Jo. Ma invece dei soliti ripiani si trova davanti un paesaggio innevato. Sotto ad un lampione vede Giulia, una delle tante streghe di Gagliano, che gli racconta una storia molto bella...


Sì lo so, è delirio puro.
A fare ordine nella mia mente, che detto tra di noi necessità di disciplina, chiamo Plutarco scrittore e filosofo greco.
Il libriccino che ho letto è stato estrapolato dai Moralia, opera di carattere etico, dove si evince l'influenza del pensiero di Platone. Scrisse questa parte per un suo Allievo che si apprestava a divenire un giovane adulto.
Un invito all'ascolto e all'educarsi all'ascolto, molto bello e sempre attuale.
Tutti dovremmo prestare attenzione, meditare sull'arte dell'ascolto.
Spesso parliamo senza confronto. Non ascoltiamo il nostro interlocutore; semplicemente ci soprapponiamo a lui o tentiamo di ridicolizzare le sue parole, un suo errore. Distogliendo dunque l'attenzione da ciò che dice, puntando al come lo dice.
Altre volte siamo schiavi del nostro interlocutore; nel senso che accettiamo passivamente ciò che dice, accecati da una fiducia spasmodica nei suoi confronti, nei suoi modi, nelle sue lusinghe.

Tutto ciò è sbagliato.
L'ascolto deve essere educato, attento, paziente.
E anche le risposte devono esserlo.
Perché spesso è preferibile tacere e non dire qualcosa, che dirla a prescindere, e poi pentirsene. Le parole infatti, non tornano indietro.
Ecco perché dice Plutarco:

non c'è parola detta che abbia giovato quanto le molte taciute

Caro Bloggy,
avrei voluto leggerlo prima.
Oggi mi sono resa conto di aver completamente frainteso una frase che mi era stata detta.
Tutto si può girare a proprio favore o a proprio svantaggio.
Mi sono lasciata ferire.
Ma nessuno voleva ferirmi.
E che pazienza mi hanno dimostrato, cercando di parlare con me.
La verità è che a volte l'amore ci acceca.
E solo una grande persona può avere la profondità opportuna per accogliere la nostra fragilità.
Buonanotte amico mio,
ti ringrazio per essermi sempre vicino.
Spero sempre di svegliarmi in un mondo migliore, diverso.
Ma ogni volta sono sempre la stessa, anzi più invecchiata e peggiorata.
Il mio problema è l'insicurezza e quindi, la pesantezza.
Non mi libererò mai di nessun peso.
Sarò sempre infelice.
Rari i momenti di serenità.
Mi vergogno tanto di me stessa. Credimi Bloggy, ogni giorno è una faticaccia.


Non siamo nemmeno sicuri
se la vita che viviamo qui
ci appartiene.

(MARK STRAND)

Se non è mia, mi scuso e la riconsegno immediatamente.

sabato 27 novembre 2021

L' Attesa

In spagnolo aspettare si dice “esperar”
perché in fondo aspettare è anche sperare.
(Anonimo)

Caro Bloggy,
più in basso di così non posso andare.
Ho deciso di smetterla di pensare a lui come fosse una persona reale.
Guardavo i miei libri.
Questi sono gli ultimi comprati.
Penso che non li leggerò mai perché sono sempre stanca e priva di entusiasmo. Ma da alcune settimane la cosa non mi turba più. Tutto è iniziato quando su Instagram ho letto del concetto di anti-biblioteca. Un'idea che nasce da una riflessione di Nassim Taleb, ispirato a sua volta dalla biblioteca di Umberto Eco.
Nel suo Il Cigno Nero, Taleb scrive (la citazione non è fedele):

Lo scrittore Umberto Eco ha una vasta biblioteca personale (con più di trentamila libri) e divide i visitatori in due categorie: quelli che reagiscono con un "Quanti di questi libri hai letto? ".
E gli altri - una piccolissima minoranza - che sanno che una biblioteca privata non è un'appendice per stimolare l'ego, ma uno strumento di ricerca.
I libri letti hanno molto meno valore dei libri non letti.
La nostra biblioteca dovrebbe contenere tanto di "ciò che non sappiamo" quanto i nostri mezzi finanziari, il mutuo e il mercato immobiliare ci permetterebbero di collocare. Accumuleremo più conoscenza e più libri man mano che invecchieremo.
Infatti, più sappiamo, più lunghe sono le file di libri non letti.*
Chiameremo questa serie di libri non letti anti-biblioteca.


Un concetto molto vero, profondo, condivisibile. Non riusciremo mai a leggere tutti i libri che meritano di essere letti. Ma dovremmo tenere sempre viva la nostra curiosità. *I libri non letti aumentano con la nostra cultura. Perché è un po' come con le scatole cinesi. Appena inizi una nuova avventura, uno studio, ecco che compare un nome che non conosci, una parola di cui ti interessa l'etimologia. E apri, apri infiniti collegamenti che ti portano inevitabilmente verso un nuovo libro, link, sito (per i più moderni).
Ovunque si posi il nostro sguardo, ecco nuove parentesi da studiare, da esplorare, spalancare.
Nessun argomento può ritenersi esaurito.
E la nostra anti-biblioteca dovrebbe ricordarci questo: le infinite cose che ancora non conosciamo e che potremmo un giorno decidere di osservare da vicino.

ore 02.17
Un Giorno In Pretura è finito. Credo che avremo le repliche prima di essere abbandonati al nulla della pausa invernale.
Significa che io e Persona non avremo più niente da dirci.
E sono molto afflitta per questo. Ma contemporaneamente voglio vederci un segno del destino.
Siamo solo due utenti come altri milioni nel mondo. Non siamo niente.
E se proietto questo pensiero su quello che cullavo qualche ora fa, allora scopro che non è importante ciò che già è stato fatto, letto, visto, conosciuto.
Ma devo pensare a ciò che sarà, a ciò che ancora posso conoscere, vedere, leggere.
Mi è capitato spesso di pensare ad alcuni libri, mentre faticosamente leggevo un romanzo.
Magari Persona è stato importante per conoscere Sonia, Amica e anche se non lo sento da anni Il Mago.
Forse è stato importante per aiutarmi a conoscere il mio cuore.
Ho sempre pensato di essere una persona fredda e orgogliosa.
Ma con lui ho messo l'orgoglio da parte.
Infinite volte.
E infinite volte ho sentito il mio cuore riscaldarsi per lui.
Ma ora direi che è il momento di tornare nel mio antro oscuro.

Sono stanca.

venerdì 26 novembre 2021

Niente - Janne Teller

 Non c'è niente che abbia senso,
è tanto tempo che lo so.
Perciò non vale la pena far niente, lo vedo solo adesso.

Devo imparare a leggere la quarta di copertina prima di comprare un libro.
Purtroppo quando entro in libreria, non chiedermi perché, ho sempre poco tempo per me stessa. E così compro qualsiasi cosa come una bulimica.
Ma devo essere sincera, il libro non mi è piaciuto. La trama è troppo cruenta. C'è troppa violenza.
In un certo senso mi ha richiamato alla mente la stessa angoscia de Il signore delle Mosche. E visto il mio umore instabile, non è stata una sensazione piacevole.
Molti amano informarsi prima di comprare un libro.
A me invece piace andare ad istinto. Se a volte resto delusa direi che è normale. Giusto. La mia vita è una continua raccolta di delusioni; perché dovrei pensare che nel campo delle scelte libresche dovrebbe andare diversamente?
Ma torniamo a Niente.
La scrittura è molto fresca, piacevole. Chi racconta la storia è Agnes, una ragazzina di quattordici anni circa. Ed io avevo erroneamente pensato di trovarmi davanti una storia fantastica come quella del Barone Rampante e contemporanea, come ne La solitudine dei numeri primi.
Purtroppo la realtà è stata un'altra. Alla maggior parte delle persone infastidisce il diverso e chi ha il coraggio di gridare la propria verità.
Come per Bartleby lo scrivano anche Anthon e la sua visione sul nulla, sul decidere di non fare niente, infastidisce chi ha un percorso da seguire.
I ragazzi non sono capaci di portare avanti la propria idea di mondo, rispettando la visione di chi non la pensa come loro.
I risvolti sono tragici. E non me li aspettavo. Ero alla ricerca del significato; giravo le pagine, inseguivo i ragazzi alla ricerca del significato. E speravo si fermassero davanti a delle proposte assurde, oscene, immorali, per il mio sentire. Invece...sono andati sempre più in basso. Perdendosi in un vortice di miseria e violenza.
Sono stata adolescente e sono stata un'asociale e ora lo vedo chiaramente, orgogliosamente.
Mai sopportato il gruppo. L'essere tutti uguali.
A volte ho sofferto il sentirmi diversa.
Ancora oggi vorrei cambiarmi per piacere a Persona. Anche se so che è una cosa impossibile.
Ma nel mio profondo sono stata sempre fedele a me stessa.

quante personalità diverse possono esserci in una sola persona.

Ecco perché ci nascondiamo. Passiamo la maggior parte della vita a nasconderci. Ed è raro incontrare qualcuno disposto a conoscerci nella nostra totalità.

Caro Bloggy,
una cosa che invece mi sento di suggerire è la miniserie di Zerocalcare: Strappare lungo i bordi. (Non so perché mi viene sempre di dire Zerocalorie! Che scema.)
Me l'aveva consigliata Persona. Poi anche Cuginetta l'ha vista. A loro era piaciuta e ora so il perché.
Ho rivisto me stessa in ogni puntata. Non è ovviamente per questo che consiglio la serie.
La consiglio in primis perché. malgrado la sterile polemica sul dialetto romanesco, io l'ho seguita perfettamente senza intoppi. Poi perché parla di una generazione tormentata dal precariato, dal senso di colpa e che ancora si interroga sul senso della vita.
Infine la consiglio perché mi ha fatto ridere e commuovere allo stesso tempo.

Quando si è piccoli ci si immagina adulti già a trent'anni. I miei genitori erano già genitori a quell'età.
Si pensa che la vita sarà semplice. Che si debba solo seguire il tratteggio del nostro percorso segnato.
Invece...
Invece ti ritrovi che sono passati dieci anni e tu non hai fatto niente.
Ti trovi a fare un bel guaio, vivere, senza avere la patente per farlo!
I bordi non erano nitidi per niente.
Ma non è che siamo sbagliati noi?
No, siamo solo frastagliati.
A volte ci appesantiamo la vita con responsabilità che non ci competono.
Ma la verità è che siamo solo fili d'erba, che non cambiano nulla e la cui esistenza l'universo ignora.
Ma non voglio dire che di noi non importa niente a nessuno, ma voglio dire che ognuno è responsabile delle proprie azioni.

Io, come direbbe Armadillo, sono una cintura nera di come si evita la vita.
Scrivo e non comunico.
Vorrei avvicinarmi a Persona ma ho paura di toccarlo.
Percepisco il suo fastidio quando ci sono io.
E ciò mi distrugge.
Non riesco a trovare il mio posto nel mondo e forse ho paura di chiedermi quale sia questo posto che vorrei occupare.

Una cosa è certa: anche se mi rifiuto di strappare i bordi, il mio foglietto si sta sgualcendo.
E se lo brucio, il suo calore non mi basta.
Quindi o resto ferma e non mi interrogo su nulla, così magari nessuno mi infastidisce.
O faccio come Alice.

Buonanotte Bloggy.


S come stanchezza.


p.s. Per questo Niente ho pensato ad altri quattro libri. Non male direi...
Una nuova categoria. Non "un libro che parla di libri". Ma "un libro che ricorda libri". 

giovedì 25 novembre 2021

Un Mese al Natale

 Ore 09.23
Sono in attesa che inizi l'ennesimo, inutile webinar organizzato dal mio ordine professionale. Siamo già in ritardo, come in una qualsiasi sessione d'esame. E non posso fare a meno di chiedermi come riesca 'sta gente ad essere presa in considerazione.
Sono già afflitta e desolata, e sono in piedi da sole tre ore.
Chissà quali altre mirabolanti sorprese di m***a avrà in serbo per me la vita?
Sì, hai capito perfettamente caro Bloggy, oggi post-sperimentale.
Aspettati deliri di ogni genere.

ore 15.26
Era un incontro molto interessante... Poi le slide sono diventate illeggibili. E ho perso il filo del discorso.
Un vero peccato.
Forse risolvono.

Mi manca il mio lavoro.
E dopo quello che mi hanno detto i miei, mi sento una truffatrice. Non mi merito la famiglia che ho. Sono pessima. L'unica cosa che posso fare è fingere di stare bene. Glielo devo. Comportarmi come si conviene e sorridere, sorridere sempre. Anche se so di non meritarli e questo dolore mi opprime. 

ore 15.48
Ho bevuto troppi caffè, ma devo ammettere che un altro ci starebbe bene. Sono in piedi dalle sei. Mi sono svegliata per prendere le solite pillole, e non ho ripreso sonno, niente! Fuggito via. Ero nel letto e mi ero quasi convinta che potessi vedere sorgere il sole. Non escludo di fare una stupidaggine un giorno o l'altro. Nel frattempo le notizie dal mondo sul Covid sono nuovamente preoccupanti. Non mi spaventano le chiusure, ma i morti. Spero di non rivivere mai più il periodo di Marzo 2020. 

ore 17.03
Sto pensando di scrivere in modo retroattivo.
Ho letto alcuni libri che non ho avuto modo di raccontare. E non voglio farli slittare a dicembre. Perché, se le cose vanno come mi auguro, a dicembre dovrò parlare dei dieci libri del dodicesimo mese. E potrebbe essere la prima volta in vita mia che riesco a portare a termine un progetto.
Quindi non escludo che potrebbero comparire post datati 19 Novembre e simili.
Ma è tutto in costruzione.

ore 17.14
Abbiamo finito. Ritiro il commento iniziale: l'argomento del webinar è stato interessante. Però l'intervento del primo relatore è stato troppo lungo e complesso. Poteva essere più chiaro. Ma non è un lavoro facile. Lo so bene anch'io. Persona mi ha abituato ad un linguaggio chiaro e lineare. Lo adoro.
Ma nessuno è come lui.
Sai Bloggy, queste giornate mi deprimono perché oggettivamente mi rendo conto che ero capace di fare il mio lavoro. E l'ho sempre fatto bene. E anche gli studi li ho condotti bene. Perché allora mi vedo sempre come un'incapace? Perché ho sempre paura?
Non sono un alieno quando si parla di quelle cose. Anzi! Mi sento la migliore. Che scema vero? Una vera idiota.
Dai basta, ti faccio vedere una cosa bella. Stamattina, ore 7.46. Dimmi, non era meraviglioso? Non ho usato filtri. Era così lui. Bellissimo come sempre.
Il mare: sempre uguale, sempre diverso. Vorrei diventare una cosa sola con lui.
Ero nata per proteggerlo o studiarlo. Ma non ho creduto in me stessa. E naturalmente nessun altro l'ha fatto. Morirò schiacciata dalla mia tristezza. Dalle mie maschere. Non saprò mai chi ero realmente e cosa ero destinata, anzi più semplicemente, cosa ero capace di fare. Sono la vera carnefice di me stessa. La mia aguzzina. La mia assassina. Il corpo resiste. Ma lo spirito lo ha abbandonato da tempo.


mercoledì 24 novembre 2021

Il tempo di tornare a casa - Matteo Bussola

 Non è forse un'ambizione quella di vivere tranquillo,
[...]
avere un labrador di nome Freddie in onore del suo cantante preferito?

Caro Bloggy,
perdonami continuo a trascurarti.
Ma anche se sono stanchissima volevo scriverti. Quella che si sta concludendo è stata una giornata epica.
Cercherò di raccontartela con ordine.
Stamattina mi sono svegliata con un solo obiettivo: tartassare Persona di messaggi. Causa scatenante: una cosa che mi aveva scritto lui.
E così ho fatto, per un po'. Ed era bellissimo.
Sono andata in libreria. Quella enorme, in una città diversa dalla mia. Ho fatto incetta di libri. E a proposito, sto rispettando la tabella di marcia (a meno che non abbia sbagliato a contare!). Mi sono fatta consigliare dei libri di poesia dal librario, che è stato gentilissimo. E ho portato Persona con me, e non ho avuto paura. Per una volta.
Poi la crisi. Sono stanca di me stessa.
Allora nel pomeriggio ho letto; ho letto tutto d'un fiato questo splendido libro dello scrittore con il cappellino giallissimo e lo zainetto di un adolescente: Matteo Bussola.
C'è un filo rosso che lega le storie raccontate e un filo rosso, in un certo senso, lega tutte le nostre vite. Il punto è questo: in che modo ognuno di noi influenza l'esistenza di chi incrociamo per caso, per un secondo, per tutta la vita?
In questo delicato romanzo, Bussola cerca di dare una risposta. Bussola: nomen omen! Cerca di indicarci la rotta da seguire.
Le vicende narrate si svolgono tutte il 23 novembre. Direi "ieri". E quando ho letto del cane di nome Freddie, oddio! Ho avuto un tuffo al cuore. Il destino esiste.
Ed eccomi qui a scriverti.
Esattamente trent'anni fa moriva Freddie Mercury. Non ne parlo spesso, ma ho già avuto modo di raccontarti quanto abbia amato innanzitutto l'uomo e poi il performer. E oggi per me è stata una giornata particolarmente triste. Come se, fermandomi, crollassi.
Il mio caro Cavaliere Oscuro è l'unico che abbia pensato a me. E mi ha profondamente commosso la sua dolcezza.

Freddie è morto a quarantacinque anni. Aveva pochi anni più di me, oggi.
Ha vissuto cercando di nascondersi, o proteggersi. E nessuno può immaginare quanto abbia sofferto. 
Se ci penso ancora, sto male un'altra volta.

Oggi Persona mi ha mostrato la sua inesauribile bontà d'animo.
Ed io mi sento spezzata.
Avrei tanto voluto dirgli delle cose.
Ma so che non è giusto.
Mi sono limitata a chiedergli scusa. Perché io lo so quando sbaglio. E mi è dispiaciuto tanto.

Forse è come dice Philip Roth (ho letto ultimamente un altro suo romanzo, te ne parlerò): 

L’unica ossessione che vogliono tutti: l’amore. Cosa crede, la gente, che basti innamorarsi per sentirsi completi?
La platonica unione delle anime?
Io la penso diversamente.
Io credo che tu sia completo prima di cominciare.
E l’amore ti spezza.
Tu sei intero, e poi ti apri in due.

Ecco perché non posso amare nessun altro. Solo Persona mi fa sentire così.
Ho sempre paura di perderlo.
Antonio e Giulietta è per pochi. L'incontro con gli altri, con l'Amore, ci trasforma. Non si torna indietro. Come la Moka che non puoi pulire. E che trasforma ogni caffè in un buon caffè, perché ogni nuovo aroma si arricchisce dei precedenti. Ecco che noi siamo strati su strati di emozioni provate, vissute, sognate grazie agli altri. E non è possibile tornare indietro e farci tornare ciò che eravamo all'inizio.

Penso che Persona mi renda così: un caffè ogni volta migliore del precedente.
Non si mette indietro l'orologio, lo so. Ma com'è bello a volte, crogiolarsi nel ricordo.
Mi riconosco sempre nelle storie dei potenziali suicidi. Non credo sia una cosa positiva.
Appena Persona mi molla, io affogo.
Però c'è una novità: sono stanca della vita che sto conducendo.
Non va bene.

Caro Freddie,
sei diventato una leggenda. Ma quello che nessuno ti aveva detto è che una come me avrebbe sofferto della tua morte. 
Il 24 Novembre fa sempre male. Ero una bambina nel 1991. Ma mi ricordo di aver iniziato a vestire di nero per te. Era un lutto esteriore. Col tempo è diventato interiore.
Spero tu stia bene,

I still love you.

giovedì 18 novembre 2021

È impossibile descrivere una cosa esattamente com'era,
perché ciò che dici non può essere mai esatto,
devi sempre trascurare qualcosa, ci sono troppe facce,
lati fattori che si intersecano, sfumature;
ci sono troppi gesti, con questo o quel significato,
troppe forme che non si possono mai descrivere completamente, troppi sapori,
nell'aria e sulla lingua, troppe mezze tinte, troppe.

Margaret Eleanor Atwood oggi compie 82 anni. Chi è questa incredibile donna? Tante donne.
Aveva 16 anni quando capì che avrebbe scritto da professionista. Ed oggi di lei diciamo che è una poetessa,  romanziere, critica letteraria , saggista, insegnante , attivista ambientale e inventrice. (Fonte wikipedia)
La sua voce mi arriva oggi che è un giorno dedicato a sensibilizzare le persone al problema, ormai dilagante, della violenza subita dalle donne.
La cronaca fa paura. Gli episodi di violenza sono sempre più frequenti e numerosi.
Ed io penso di essere fortunata a vivere in un posto tranquillo come la mia città.
Ma per quanto sarà ancora possibile definirla così?
Spero che le cose migliorino.
Nel frattempo cerco di non pesare. Perché altrimenti scopro di avere paura. Una paura blu. Che possa finire questa bellissima storia che sto vivendo.

Non racconti una storia solo a te stesso. C'è sempre qualcun altro. Anche quando non c'è nessuno.

In questo momento nel mio armadio dorme un bellissimo e gigantesco orso di peluche. Non ha ancora un nome.
Credo sia Paul.
Come il fidanzato di Rensie la Strega.
Margaret sostiene che tra i suoi antenati vi sia una strega sfuggita ad un linciaggio nei terribili anni del XVI secolo americano.
Una volta ho fatto un sogno terribile.
Un sogno come di una vita passata. Che ora non voglio ricordare.
Devo prima riappacificarmi con Immy. Credo sia geloso di Paul.
Buonanotte Bloggy.

mercoledì 17 novembre 2021

Il GGG - Roald Dahl

 L'Ora delle Ombre, qualcuno le aveva confidato un giorno,
è quel particolare momento a metà della notte quando piccoli e grandi sono profondamente addormentati; è allora che tutti gli esseri oscuri escono all'aperto e tengono il mondo in loro possesso.

Caro Bloggy,
è un po' tardi per scrivere ma sono qui dopo aver seguito la puntata di Chi L'ha Visto, perché ho proprio bisogno di parlare con qualcuno.
E tu sei l'unico disposto ad ascoltarmi. (Non mi sembra il caso di precisare che non hai scelta.)
Parto dal libro.
Lo so di essere una che non piace a nessuno.
Lo so di non poter conversare con qualcuno.
Lo so che tutti scappano via da me.
Ma inizio a pensare che nel mio mondo immaginario, possa effettivamente sopravvivere.
Ho comprato questo libro mesi fa. E non era previsto che lo leggessi oggi. Ma sono così triste, che ho pensato mi avrebbe aiutato una storia per bambini. Naturalmente l'ho letta tutta d'un fiato. Una storia bellissima, scritta in un modo sublime. Un'ironia sottile che mi ha fatto ridere parecchio. E ho amato tantissimo le illustrazioni di Quentin Blake. 
Be', in realtà, c'è poco da stupirsi.
Roald Dahl è il padre de La Fabbrica di Cioccolato e di Matilda.
Mai mi sarei aspettata di divertirmi così. Come glielo spieghi al mondo esterno che alla tua età ti sei divertita a leggere un libro per bambini!
Non lo spieghi! Semplicemente capisci che non è il tuo mondo. Che sei fuori posto.
E ti arrendi con tutti e con tutto.

La storia è dolcissima.
Protagonista è la piccola Sofia, sette anni, orfana, timida, insonne.
Nell'Ora delle Ombre scopre il Grande Gigante Gentile, intento a regalare sogni ai bimbi addormentati.
La storia, scopriamo alla fine, l'ha scritta proprio il nostro GGG.
E indovina? Sofia, nella realtà è Olivia.
La sua bambina, che avrà per sempre sette anni, a causa del morbillo.

Olivia morì il 17 Novembre del 1962.
Quante possibilità c'erano che esattamente 59 anni dopo, io fossi qui a leggere e raccontare delle sue avventure col Gigante Gentile?
Non è anche questa una specie di magia?
O più semplicemente sono scema?
Fatto sta che sto immaginando una stanza con cento bolle di sapone che galleggiano liberamente, mentre seduta intorno ad un delizioso tavolino del XVI secolo veneziano, sorseggio del tè con la mia Mamma, la Regina, Sofia, Principe e Piccolino.
In un angolo Persona suona il pianoforte a corde mentre GGG suona la sua tromba, regalando sogni meravigliosi a tutti.
Mister Tibbs (ancora maggiordomi efficientissimi e imperturbabili) porta un vassoio stracolmo di dolcetti e prelibatezze. E nonna cuce sotto la finestra.
Nel prato le farfalle scherzano con i fiori. I fili d'erba chiedono ai grilli di essere più gentili. E ogni albero canta una canzone al vento.
E Papà dov'è? Ah eccolo. Vicino a Nonna. Sta giocando con lei e si diverte a farle perdere il segno del cucito.

Bisogna vivere nel presente, proiettati nel futuro, vigili, scattanti, efficaci.
Non so fare nulla di tutto ciò. Non so stare di qua.
Stanotte voglio fare un bel sogno. Spero che arrivi in mio soccorso GGG e mi porti un bel lampo di genio, anzi un lampone.

"Il vento del Nord è vivo" disse il GGG, "si muove, ti accarezza le gote e le mani, eppure nessuno lo nutre".
Sofia rimase in silenzio; quello straordinario gigante le confondeva le idee.
Sembrava iniziarla a misteri che andavano oltre la sua capacità di comprensione.
"Un sogno non ha bisogno di niente, se è un buon sogno aspetterà pazientemente che lo si liberi perché possa fare il suo lavoro."


 



martedì 16 novembre 2021

Quel che resta del giorno - Kazuo Ishiguro

 Ogni qualvolta pensavo di andare via non potevo fare a meno di vedere me stessa che usciva da quella casa senza trovare nessuno che mi conoscesse o a cui importasse di me.
Ecco a che cosa si riducono tutti i miei principȋ.
Mi vergogno di me stessa.
Ma non sono stata capace di andarmene.

Caro Bloggy,
come stai? Non mi ero resa conto che fossero trascorsi così tanti giorni senza scambiare nemmeno una battuta.
Sai, sono riuscita a finire un libro. Ho impiegato un tempo infinito. Continue interruzioni. E poca passione. UN DISASTRO. Il solito: io.
Ma prima di parlarti del libro, voglio aggiornarti sulla mia situazione. Il dolore al ginocchio si è ripresentato. Nel momento in cui sforzo un po', lui si lamenta. Ma alla passeggiata del mattino non riesco a rinunciare. Mi fa bene. Mi stanco fisicamente e quindi dormo. Poi mi piace osservare la flora e la fauna che incontro lungo il cammino, soprattutto gatto Pallino.
Ah, continuo a mandare video a Persona. Che indifferente subisce la mia presenza. E in questo momento, mentre ti scrivo non posso nasconderti che sono un po' stanca di me stessa.
Parlo da sola anche quando parlo con lui. Che interviene alla fine della giornata e sparisce. Oggi ho fatto un esperimento per capire fino a che punto sono stupida. Gli ho mandato messaggi così, come mi veniva in mente qualcosa. Anche la fine del libro che ho letto.
Lui niente. E credimi, andava bene. Certo, spero sempre di non essere invadente. Poi mi ha mandato una cosa, ovviamente avulsa da tutte le cose insensate che gli avevo scritto. Ed è scomparso.

Lasciando il vuoto.

Dai possiamo dirlo: incontrare me è una sventura. Ma chi sano di mente vorrebbe instaurare un qualsiasi rapporto con me? Ecco perché tutti i colloqui vanno male. Non ho amici. E nessuno mi sopporta più di un anno.

Andrea...
Ti ho mai parlato di Andrea? Non credo. Andrea è un ragazzo che aveva un profilo su Twitter. Era sempre molto triste. Però aveva il coraggio di scrivere sempre come si sentiva. Nessuno più vero di lui. Noi siamo tutti impegnati a nasconderci dietro quella o quell'altra maschera. O a fare la battuta acchiappa like. Siamo proprio vuoti.
Ma non Andrea. Lui era diverso. E non è sopravvissuto. Nel senso che ha cancellato il suo profilo.
Mi sento malissimo mentre lo scrivo.
Avrei tanto voluto essergli amica. Invece mi vergogno di ammettere i miei difetti pubblicamente. Mi vergogno di essere la fallita che sono.
E non ho potuto dirgli: resta. Spero stia bene.

Caro Bloggy,
non è cambiato nulla. Sono sempre a terra.

E in questo mio splendido stato emotivo ho portato a termine la lettura di cui sopra.
Come ho detto a Persona: con Kazuo Ishiguro è un amore che non decolla.
Stesse sensazioni provate con Il gigante sepolto

: mi piace ma mi lascia l'amaro in bocca.
La sua scrittura è diligente, professionale, seria, ma non mi prende.
Chiedo venia. Lo so che sono io il problema, ma devo essere sincera. Non mi ha appassionato e peggio, mi ha prosciugato energeticamente.

Il romanzo fu pubblicato nel 1989 ed ebbe anche dei riconoscimenti importanti. Inoltre fu tratto un bel film con nel ruolo dei protagonisti, Anthony Hopkins ed Emma Thompson.

**TRAMA - SPOILER (ma non importanti)**

Il signor Stevens è il maggiordomo di Darlington Hall. Sia negli anni Trenta, quando la magione era di proprietà dell'aristocratico inglese Lord Darlington, sia negli anni Cinquanta quando il proprietario è il giovane uomo d'affari americano Mr. Farraday.
Proprio seguendo il consiglio del suo eccentrico e aperto padrone americano, Stevens intraprende un viaggio in auto, una splendida Ford, lungo le campagne inglesi. E nel contempo, si avvia a incontrare la sua vecchia collaboratrice, la governante Miss Kenton.

Siamo seduti sul sedile anteriore della Ford proprio accanto a Stevens e viviamo le sue stesse emozioni nell'affrontare una curva, ammirare un paesaggio, conoscere la genuina gentilezza della persona comune.
Ma non solo.
Il viaggio che facciamo insieme con Stevens è anche tra i suoi ricordi.
Ricordi di un tempo ormai andato, che non tornerà mai più.
Ed è con un certo rammarico che Stevens si rende conto di aver riposto la sua cieca fiducia nelle regole e in un padrone che forse, aveva rivestito di una superiorità morale non meritata.
Stevens ha vissuto una non vita. Chiuso nella dimora Darlington, ha vissuto un'esistenza ovattata, come su un set cinematografico, sempre intento a interpretare egregiamente il suo ruolo. E nessuno può muovergli una qualche critica in questo.
Ma a quale prezzo? Ora è solo. Ha controllato le sue passioni per l'intera esistenza.
Gli eventi esterni, come le Grandi Guerre lo hanno solo sfiorato; come se non avesse mai capito realmente cosa stava accadendo.
E così sembra che Stevens, sul far della sera, si desti a guardare cosa gli è rimasto del giorno che si va concludendo.

*FINE SPOILER TRAMA*

Il migliore dei maggiordomi resta Alfred Thaddeus Crane Pennyworth.
Non una volta manca di rispetto ai suoi signori; non una volta si è sottratto ai suoi compiti. Ma non ha mai evitato di esprimere opinioni anche scomode.
Alfred ha passione.
Una passione che magari non tutti comprendono. Ma è un personaggio che si può solo amare.
Stevens è più difficile. Sembra inscalfibile. Mai un cedimento. Una dimostrazione di umano affetto, anche in privato, senza che nessuno lo vedesse.
Difficile come personaggio, me ne rendo conto.
Anche perché  io sono una dei tanti Stevens su questa terra.
Sempre ligia al dovere. Sempre a mettere gli obblighi, le necessità degli altri davanti a tutto.
Anch'io come Stevens ho difficoltà nel comprendere ed elaborare battute simpatiche, che non sono mai certa che gli altri vogliano.
Sempre lì a chiedermi quale sia il mio posto. Sempre con la paura di sconfinare.
E poi quando ti volti a guardare indietro, scopri che non ne è valsa la pena.
I figli crescono e tu sei un peso.
I nonni sono un problema da sistemare durante le feste.
Agli occhi degli amici "sei tu che non l'hai mai detto".
E il fidanzato? "Morto un Papa..."
Questo il senso della vita.
Mai guardare indietro, vivere l'oggi dando il proprio meglio, guardando sempre al futuro.
Nel momento in cui non hai progetti, non hai aspettative, MUORI.
Io sono morta così.
Andrea stava morendo per la solitudine.

Pure, non riuscivo a sottrarmi alla sensazione che ciò che realmente vedevo fosse una stanchezza nei confronti della vita; quella scintilla che un tempo aveva fatto di lei una persona così vivace e a volte persino mutevole, adesso sembrava sparita.
E a dire il vero, di tanto in tanto, quando non parlava, quando il suo viso era rilassato, mi sembrò di cogliere nella sua espressione qualcosa che assomigliava alla tristezza.


Morirò per il desiderio di un amore che non avrò mai vissuto, perché sono inutile e perché non ho progetti.
Sono un buco nero rivoltato su se stesso.

martedì 9 novembre 2021

Dino Campana

 Al giardino spettrale al lauro muto
de le verdi ghirlande
a la terra autunnale
un ultimo saluto!


Dino Campana fu sfortunato poeta del XX Secolo.
Morì quarantasettenne in un ospedale psichiatrico, dove venne definitivamente ricoverato per una grave forma di schizofrenia.
Da ieri mi frullano in testa domande sulla malattia mentale.
Chi sono i pazzi?
Quelli che etichettiamo affetti da quella o quell'altra malattia?
O quelli che ogni giorno ripetono le stesse azioni, convinti di essere artefici del proprio destino?
Tanto per cambiare anche oggi P. ha assestato un bel colpo alla mia anima.
Sempre preciso, chirurgico e in profondità.
Grande!
Ah, non sono pazza. E a quanto pare nemmeno affetta da disturbi psichici.
Grazie P. Molto gentile.

Sono sempre più convinta che Pavese avesse ragione.

lunedì 8 novembre 2021

L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello - Oliver Sacks

La povera Christina è «svuotata» ora, nel 1985,
né più né meno di quanto lo fosse otto anni fa e così rimarrà per il resto della sua vita.
La sua esperienza non ha precedenti.
Christina è, per quanto ne so, la prima del suo genere,
il primo essere umano «disincarnato.»


Era il 1985 quando il dottore Oliver Sacks si dedica alla stesura del memoriale dei casi clinici seguiti durante la sua lunga carriera.
Quando ho comprato questo libro mi aspettavo un romanzo leggero.
Mi sono ritrovata immersa in una narrazione profonda e delicata.
I protagonisti sono tanti. Tanti mondi diversi, definiti "non normali", lottano ogni giorno per conquistarsi un posticino.
Penso sempre a quanto sia fortunata.
Non avere "disturbi", tic, che possano allontanare gli altri. Quanto sia fortunata ad essere come gli altri.
Eppure anch'io, come per gli autistici, penso di essere un'isola distante dalla terraferma. Sola.

Ciò che mi ha colpito di questo libro è stata l'umanità del dottore.
Un luminare, un neurologo ispirato e preparato, che nei suoi pazienti ha riconosciuto la persona, l'anima e non solo la malattia.
Auguro a tutti di incontrare medici così.

Non mi dispiacerebbe essere ricoverata in una clinica come quelle del dottor Sacks.
Dimenticare tutto. Soprattutto dimenticarmi di me stessa.
Di come sia umiliante essere me.
Sono proprio stanca.



domenica 7 novembre 2021

sabato 6 novembre 2021

Il linguaggio dell'amore è un linguaggio segreto
e la sua espressione più alta è un abbraccio silenzioso.
(Robert Musil)

Caro Bloggy,
in questi giorni non riesco a raccontare nulla.
Sono arrivata al punto che mi sento così vuota da non avere più nulla da dirti.
Sono una barca alla deriva. 

Sai qual è la novità?
Forse ho imparato ad amare.
Lo ammiro da lontano come si fa con un cielo stellato.
Non vuole, allora non lo includo nel mio quotidiano.
La mia vita fa schifo. La tengo per me.
Lui ama scherzare, non esiste niente di serio. Tutto finto.
Va bene. 
Mi fa male, va bene.
Lui è importante, la sua felicità. 
Il resto per me non conta. 


giovedì 4 novembre 2021

Incomprensioni

Conosce l’amore solo chi ama senza speranza.
(Friedrich Schiller)

Presente!

Il mare stamattina.
Il mare...
Dio quanto era bello!
Avevo solo un desiderio: gettarmi tra le sue braccia e sparire tra i flutti.

mercoledì 3 novembre 2021

L'Ultimo Ospite - Paola Barbato

Era innamorata di lui sempre come il primo istante e questa era la sola cosa che la accomunasse a tante altre donne.
Lui lo sapeva, era troppo intelligente per non saperlo, ma aveva sempre finto che non fosse così.
Si era comportato da buon amico cercando di non ferirla troppo,
si era preso cura di lei, aveva fatto cadere le accuse e l'aveva salvata da molte cose, tra cui se stessa.


Caro Bloggy,
sono stata brava. L'ho finito in due giorni. E devo dire che mi ha tenuto a galla. Un vero salvagente.
Non è un libro che ho comprato ed è uno di quelli che non avrei mai comprato.
Infatti è un thriller ed è stato pubblicato a giugno 2021. Quindi "fresco fresco" di stampa.
Paola Barbato è una giovane scrittrice italiana, ed è una dei componenti dello staff di sceneggiatori di Dylan Dog, fumetto che ho tanto amato quando ero ragazza e leggevo fumetti.
Questo suo romanzo però non è un horror, ma ricrea atmosfere un po' macabre. Dimostrandoci che con pochi e giusti ingredienti, si può fare qualsiasi cosa.
"La follia è come la gravità: basta una piccola spinta."

Una vecchia e trascurata casa in campagna, una donna anziana morta, nipoti alla ricerca di eredità, delitti irrisolti, vento e maltempo. Tutto questo diventa concime per una mente intelligente ma paranoica, tendente al creare universi e storie sempre senza lieto fine.

Confesso di aver letto il romanzo solo per quella parte che ho riportato.
C'è una protagonista femminile bruttina, innamorata del suo capo, il quale si prende cura di lei in modo molto gentile.
Così tenero che non si può fare a meno di pensare che siano una coppia.
Lui forse non l'ha mai guardata come si dovrebbe guardare una donna (-non chiedermi quale sarebbe questo modo perché non lo conosco!-) ma una cosa è certa: sarebbe pronto a morire per lei, e viceversa.
Una lettura piacevole.
Scritto bene. Ed è molto coinvolgente.

Avevo programmato di leggere 90 pagine al giorno. L'ho finito in due pomeriggi, ma perché non ho voluto esagerare: 410 pagine e non sentirle.

Ho corso. (E il dolore al ginocchio peggiora.)

Ho fatto addormentare Piccolo Principe con una delle mie strampalate Ninne Nanne. (E penso che solo lui mi chiama con una nota di amore.)

Oggi qualcosa di buono l'ho fatto.

Ma... sono nervosa e triste.
Mi vergogno Bloggy.
Mi vergogno di esistere.
Sono peggio di Lucrezia. Lei è intelligente. Lei ha Flavio vicino a sé.
Io sono una fallita, bruttissima, pazza, psicopatica, paranoica.
Hai ragione, se non racconto...
Ma è difficile per me farlo. Molte cose le sai già. Sono paranoica e ripetitiva.
D'accordo ci provo...dall'inizio.
P. è una persona reale, esiste. Ha una voce, un corpo. Non è frutto della mia mente.
Tuttavia non esiste, non è reale. Perché vive lontanissimo da me, non gli importa di me.
Posso raccontare qualunque cosa. Non mi crederebbe. O non gli importerebbe. Lo so, ma non gli ho mai mentito, e non gli mentirei mai.
Tuttavia ci sono dei momenti in cui mi illudo che non sia così.
(Mentre ti scrivo mi sento morire...)
Momenti in cui mi sembra di avere un contatto.
E dovresti vedermi. Sorrido. Sono tranquilla. Cammino ad un metro da terra.
Poi succede qualcosa. In breve: non succede niente.
Quel contatto non esiste. Era solo un cortocircuito della mia testa.
L'ho sentito solo io. L'ho avvertito solo io.
E cado. Precipito nella fredda e buia realtà.
Non c'è nessun contatto.
Lui è una persona inarrivabile. Lui è Flavio Aragona.
Io non sono Letizia Migliavacca. Non sono Zora. Non sono nemmeno la signora Ferri.
Sono solo una ignota idiota. 
E tale rimarrò per sempre.
Inutile illudersi.
Inutile vivere in un mondo di sogni.

Svegliati Lu.
Basta.

martedì 2 novembre 2021

Caro Bloggy,
oggi mentre facevo la mia camminata ho provato un istante di rabbia.
Ho iniziato a correre (io che non ho fiato) e ho sperato di sparire.
Purtroppo non ancora qua, però la giornata è volata.
Sto leggendo. Domani finisco il libro e ti racconto tutto.

Persona è la cosa più bella che mi sia capitata nella vita.
Ma non è reale.
Lo devo accettare.
Non è facile per niente.
Mi devo solo arrendere.
Sono felice che sia tornato a casa.
Mi sono sentita come la Bestia quando vede che Bella è tornata al castello.
Mi è mancata la sua voce. Tantissimo.
Ma non glielo posso dire.
Non gli posso dire niente.
Se per me lui è un sogno.
Per lui devo essere un incubo, un fantasma.

Come affronterò la giornata domani non lo so.
Mi fa male il ginocchio. Però non mi arrendo: devo uscire per la marcia.
Questa è la sola cosa importante.

Buonanotte

lunedì 1 novembre 2021

Riorganizziamo

 Oggi pomeriggio, intorno alle 17.23, ho scritto un post tristissimo e veritiero.
Come sono io. Ma ho deciso di non pubblicarlo. Rimarrà nelle bozze, almeno per ora.

Due giorni consecutivi a contatto con la Famiglia rappresentano un impegno troppo grande per me. Che non sono capace di sostenere.
E anche apparso un po' Persona ed è stato l'unico momento della giornata, in cui ho sentito tremare la mia fiamma interiore.
Mi sto spegnendo.
Tutto qui.
C'è questa debole e caparbia fiamma che perdura. Ma...ancora per poco.
Ci provo sai? Ho iniziato anche a correre. Ma non mi basta.
Oggi, per l'ennesima volta, ho desiderato la mia morte.
Sono un essere inutile. Andrea, un ragazzo che seguo su Twitter, ha ragione di essere depresso. Gliene accade sempre una. Ed è molto solo.
Teoricamente io non ho scuse.
La colpa è solo mia se sto così male.

Ho fatto un conto: se leggo 90 pagine al giorno per 30 giorni, riesco a completare le lista dei dieci libri per Novembre.
Semmai, e sottolineo semmai, dovessi riuscire a raggiungere l'obiettivo dei 120 libri, l'anno prossimo ne leggerò uno al mese. Resisto solo per questo scopo. Capisci da questo quanto io valga poco.

Buonanotte caro Bloggy,
e scusami se ti scrivo queste cose. Ma mi sei rimasto solo tu.
Io non ho nessuno.
Amica è scomparsa. Anche lei ha vissuto male la mia presenza a Settembre. Qualcosa da quel momento si è inclinato. Ma va bene così. Tutto finisce. Lo sappiamo bene. E ciò non scalfisce minimamente ciò che ho sempre pensato di lei. Resta una persona bellissima. E se l'anima esiste, un pezzettino della mia le apparterà sempre.
Lo stesso vale per Cuginetta. Le voglio bene. Lei mi vuole bene. Ma lei non può capire cosa provo. E poi lei un pochino mente. Lo scrivo sorridendo. Perché è giusto così. Non si può sempre dire tutto. E ciò comporta che si raccontino anche delle bugie o mezze verità per nascondere il disegno principale.
Accetto anche questo.
La mia Famiglia è meravigliosa. Ma come farglielo capire che per me non c'è niente qui? Che non c'è nulla che mi riscaldi il cuore. Nulla che per me abbia senso?
Non si può spiegare.
A P. poi non ne parliamo? A lui non interessa conoscermi.
Quindi...

Scrivo a te.
Nella speranza di non farti del male. Perché lo so di essere pesante sai? Ma sei l'unico disposto a "dividere l'onere" come disse Sam a Frodo.
Grazie per il tuo ascolto mio caro Bloggy.
Mi aiuti molto. Ti abbraccio con il mio spirito, perché fisicamente non riesco a immaginare come si faccia... 
A domani.