venerdì 26 novembre 2021

Niente - Janne Teller

 Non c'è niente che abbia senso,
è tanto tempo che lo so.
Perciò non vale la pena far niente, lo vedo solo adesso.

Devo imparare a leggere la quarta di copertina prima di comprare un libro.
Purtroppo quando entro in libreria, non chiedermi perché, ho sempre poco tempo per me stessa. E così compro qualsiasi cosa come una bulimica.
Ma devo essere sincera, il libro non mi è piaciuto. La trama è troppo cruenta. C'è troppa violenza.
In un certo senso mi ha richiamato alla mente la stessa angoscia de Il signore delle Mosche. E visto il mio umore instabile, non è stata una sensazione piacevole.
Molti amano informarsi prima di comprare un libro.
A me invece piace andare ad istinto. Se a volte resto delusa direi che è normale. Giusto. La mia vita è una continua raccolta di delusioni; perché dovrei pensare che nel campo delle scelte libresche dovrebbe andare diversamente?
Ma torniamo a Niente.
La scrittura è molto fresca, piacevole. Chi racconta la storia è Agnes, una ragazzina di quattordici anni circa. Ed io avevo erroneamente pensato di trovarmi davanti una storia fantastica come quella del Barone Rampante e contemporanea, come ne La solitudine dei numeri primi.
Purtroppo la realtà è stata un'altra. Alla maggior parte delle persone infastidisce il diverso e chi ha il coraggio di gridare la propria verità.
Come per Bartleby lo scrivano anche Anthon e la sua visione sul nulla, sul decidere di non fare niente, infastidisce chi ha un percorso da seguire.
I ragazzi non sono capaci di portare avanti la propria idea di mondo, rispettando la visione di chi non la pensa come loro.
I risvolti sono tragici. E non me li aspettavo. Ero alla ricerca del significato; giravo le pagine, inseguivo i ragazzi alla ricerca del significato. E speravo si fermassero davanti a delle proposte assurde, oscene, immorali, per il mio sentire. Invece...sono andati sempre più in basso. Perdendosi in un vortice di miseria e violenza.
Sono stata adolescente e sono stata un'asociale e ora lo vedo chiaramente, orgogliosamente.
Mai sopportato il gruppo. L'essere tutti uguali.
A volte ho sofferto il sentirmi diversa.
Ancora oggi vorrei cambiarmi per piacere a Persona. Anche se so che è una cosa impossibile.
Ma nel mio profondo sono stata sempre fedele a me stessa.

quante personalità diverse possono esserci in una sola persona.

Ecco perché ci nascondiamo. Passiamo la maggior parte della vita a nasconderci. Ed è raro incontrare qualcuno disposto a conoscerci nella nostra totalità.

Caro Bloggy,
una cosa che invece mi sento di suggerire è la miniserie di Zerocalcare: Strappare lungo i bordi. (Non so perché mi viene sempre di dire Zerocalorie! Che scema.)
Me l'aveva consigliata Persona. Poi anche Cuginetta l'ha vista. A loro era piaciuta e ora so il perché.
Ho rivisto me stessa in ogni puntata. Non è ovviamente per questo che consiglio la serie.
La consiglio in primis perché. malgrado la sterile polemica sul dialetto romanesco, io l'ho seguita perfettamente senza intoppi. Poi perché parla di una generazione tormentata dal precariato, dal senso di colpa e che ancora si interroga sul senso della vita.
Infine la consiglio perché mi ha fatto ridere e commuovere allo stesso tempo.

Quando si è piccoli ci si immagina adulti già a trent'anni. I miei genitori erano già genitori a quell'età.
Si pensa che la vita sarà semplice. Che si debba solo seguire il tratteggio del nostro percorso segnato.
Invece...
Invece ti ritrovi che sono passati dieci anni e tu non hai fatto niente.
Ti trovi a fare un bel guaio, vivere, senza avere la patente per farlo!
I bordi non erano nitidi per niente.
Ma non è che siamo sbagliati noi?
No, siamo solo frastagliati.
A volte ci appesantiamo la vita con responsabilità che non ci competono.
Ma la verità è che siamo solo fili d'erba, che non cambiano nulla e la cui esistenza l'universo ignora.
Ma non voglio dire che di noi non importa niente a nessuno, ma voglio dire che ognuno è responsabile delle proprie azioni.

Io, come direbbe Armadillo, sono una cintura nera di come si evita la vita.
Scrivo e non comunico.
Vorrei avvicinarmi a Persona ma ho paura di toccarlo.
Percepisco il suo fastidio quando ci sono io.
E ciò mi distrugge.
Non riesco a trovare il mio posto nel mondo e forse ho paura di chiedermi quale sia questo posto che vorrei occupare.

Una cosa è certa: anche se mi rifiuto di strappare i bordi, il mio foglietto si sta sgualcendo.
E se lo brucio, il suo calore non mi basta.
Quindi o resto ferma e non mi interrogo su nulla, così magari nessuno mi infastidisce.
O faccio come Alice.

Buonanotte Bloggy.


S come stanchezza.


p.s. Per questo Niente ho pensato ad altri quattro libri. Non male direi...
Una nuova categoria. Non "un libro che parla di libri". Ma "un libro che ricorda libri". 

Nessun commento:

Posta un commento