martedì 26 gennaio 2021

Il Signore delle Mosche - William Golding

 Nei momenti di ottimismo ho avuto la sensazione che
l'istruzione e forse un miracolo o due
sarebbero bastati a eliminarne gli elementi più pericolosi.

Prendo fiato.
In questi giorni si torna a parlare della shoah, la tempesta devastante che si abbatté sul popolo ebraico nei terribili anni della Seconda Guerra Mondiale.
Vittime furono ebrei e anche omosessuali, politici, rom. 
Trascrivo dal sito blmagazine:

Oltre alla categorizzazione numerica, nei campi di concentramento, c’era anche una simbologia che veniva disegnata sulla casacca per distinguere ulteriormente i prigionieri. I famosi triangoli. Le colorazioni erano le seguenti: ROSSO (prigionieri politici, religiosi cristiani), VERDE (prigionieri criminali), NERO (gli asociali), BLU (emigranti), VIOLA (testimoni di Geova), ROSA (omosessuali, colore scelto per spregio nei confronti di chi era effeminato: alle lesbiche internate di cui si ha notizia fu imposto, invece, il triangolo nero delle persone “asociali”), MARRONE (Rom). Ma non erano gli unici simboli per identificare il gruppo di appartenenza dei prigionieri.

Un orrore senza fine.
Quando ci penso, mi vergogno a dirlo, mi sento male e cerco di allontanare quelle immagini dalla mia mente.
Ma la lettura di questo romanzo mi ha consegnato gli strumenti per descrivere quello che provo davanti a simili orrori.
Sono tante le cose che non capisco e che mi spaventano. Perché l'umanità si è sporcata le mani con simili orrori? Perché persone come avvocati, dottori, insegnanti hanno compiuto quelle azioni indicibili? Persone che erano colte, preparate! Nemmeno l'istruzione, la cultura ci possono salvare?
Pensavo al revisionismo storico. Alla scelta di cancellare-distruggere monumenti, pellicole. Suppongo che prossimamente si passerà a mettere all'Indice dei libri.
E tra i papabili c'è sicuramente Il Signore delle Mosche. Il cattivo ha i capelli rossi, si ridicolizza un bambino a causa del suo aspetto fisico e ci sono espressioni sessiste e razziste.
Eppure, in modo semplice e con poche parole, Golding ci spiega perché l'uomo si comporta in un certo modo: il male è dentro l'uomo, non viene dall'esterno.

Che idea, pensare che la Bestia fosse qualcosa che si potesse cacciare e uccidere! […] Lo sapevi, no?… Che io sono una parte di te? Vieni vicino, vicino, vicino! che io sono la ragione per cui non c’è niente da fare? Per cui le cose vanno come vanno?

Risposte, schiaffi in faccia. C'è molto da pensare.

Una curiosità: questo romanzo è stato per tanto tempo snobbato da critici e lettori. Ma la vita insegna: Speme ultima dea, fugge i sepolcri, quindi bisogna sempre crederci.
E così il primo romanzo scritto dal maestro Golding si aggiudica anche il premio Nobel per la letteratura nel 1983.
Con questa motivazione:

Per i suoi romanzi che, con la chiarezza della narrativa realistica e la diversità e l’universalità del mito, illuminano la condizione umana nel mondo di oggi.

Un racconto che mi ha tenuto col fiato sospeso. 
Il finale è commovente.
Mi sono sentita provata fisicamente ed emotivamente:

Ralph pianse per la fine dell'innocenza,
l'oscurità del cuore dell'uomo
e la caduta attraverso l'aria del vero, saggio amico chiamato Piggy.

La perla di questo romanzo è la Postfazione: È un compito ingrato raccontare favole di William Golding.
Pagine di un'intelligenza brillante e acuta, che fan venir voglia di aprire i libri e studiare.
La sua citazione:

Gli uomini producono il male come le api producono il miele.

Quando l'ho comprato non ero sicura che mi sarebbe piaciuto. Perché non sono una sostenitrice del romanzo distopico. Amo i mondi fantastici, dove tutti vivono felici e contenti.
Ma ammetto di essermi sbagliata. Una scrittura elegante e ricchissima di descrizioni. Si vive l'isola. E la si ama. Paradossalmente non fa paura. Non si sente nostalgia della vita di prima. Poi però...arriva la Bestia.
E l'uomo non resiste alla sua natura.

Ma allora cosa dobbiamo fare? Se la nostra natura è malvagia, siamo giustificati.
NO!
Dobbiamo e possiamo combattere la nostra natura: ricordando, studiando, scegliendo.
Non bisogna arrendersi. Ma migliorarsi.
Nell'uomo c'è il male, è vero. Ma c'è anche il Bene. 
È questa parte che dobbiamo far crescere, curare, alimentare, amare.

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