lunedì 25 gennaio 2021

Omero, Iliade - Alessandro Baricco

Oggi la pace è poco più che una convenienza politica:
non è certo un sistema di pensiero e un modo di sentire veramente diffusi.


In questo periodo in cui abbiamo messo al bando anche i sogni, viaggiare con i libri è l'unica alternativa che ci resta. E allora perché limitarsi ai viaggi nello spazio, perché non viaggiare anche nel tempo, nelle epoche?
Baricco, di cui oggi ricorre il genetliaco, ci consegna un biglietto di viaggio di incredibile bellezza.
L'Iliade così non ce l'avevano mai narrata. Anche perché non era certo interesse dell'autore riscrivere l'opera magna di Omero.

La tristezza è il nostro destino. Ma è per questo che le nostre vite saranno cantate per sempre, da tutti gli uomini che verranno.

E Baricco è uno di quegli uomini che sanno cantare.
Conosciamo tutti la storia dell’assedio alla città di Troia.
Conosciamo l'amore proprio tra la bella Elena e Paride figlio di Priamo, re di Troia. Conosciamo tutti la splendida armata greca che ai piedi delle mura della città, aspetta di riportare la bellissima Elena a casa, dal suo legittimo sposo Menelao re di Sparta. Per lei si scatena la lunga e sanguinosa guerra: dieci anni, di cui l’Iliade racconta solo l’ultimo anno.
Conosciamo tutti il valoroso e sfortunato principe Ettore. L'acheo Achille. 

Nella sua trascrizione per il teatro Baricco attraverso la guerra di Troia, parla di tutte le guerre. Ecco perché il suo cantare è diverso e merita di essere letto.

Si considera la guerra un male da evitare, certo, ma si è ben lontani da considerarla un male assoluto: alla prima occasione, foderata di begli ideali, scendere in battaglia ridiventa velocemente un'opzione realizzabile.
La si sceglie, a volte, perfino con una certa fierezza.
Una reale, profetica e coraggiosa ambizione alla pace io la vedo soltanto nel lavoro paziente e nascosto di milioni di artigiani che ogni giorno lavorano per suscitare un'altra bellezza e il chiarore di luci limpide che non uccidono.



In questi tempi bui, non riesco a vedere nessuna luce nella mia vita.
La crisi di governo del mio Paese mi ha profondamente colpita.
Pensare che la gente, oggi, voterebbe un governo xenofobo, razzista, omofobo, ladro, volgare e ignorante, in altre parole un governo di destra, mi inorridisce e mi intristisce.
Inoltre mi rendo conto anch'io, da sola, di non essere nella posizione di criticare nessuno, e questo mi ferisce e mi fa rabbia.
Solo l'amore ci rende migliori, solo l'amore ci può salvare.
Con l'amore ho perso anche la voglia e il desiderio di migliorarmi, di andare avanti.
Ecco che sono triste.
La tristezza mi appesantisce.
Affondo.



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