giovedì 7 gennaio 2021

Le persone sensibili hanno una marcia in più - Rolf Sellin

 Si può gestir la propria energia in modo diverso
e trasformare l'ipersensibilità in un vantaggio.


Ho fatto il test. Potrei essere ipersensibile.
Il 20% della popolazione è ipersensibile. Quindi ci sono, ma si nascondono. Chi è l'ipersensibile? Una persona che capisce immediatamente l'atmosfera che la circonda, lo stato d'animo dell'altro. Che prova un certo fastidio in presenza di rumori o suoni forti e ripetuti nel tempo. Che osserva ogni cambio di espressione sul volto di una persona. 
Questo in generale.
In senso negativo è una persona che si sente a disagio in situazioni nuove, in un ambiente che non conosce. Che quando si trova tra persone incontrate da poco immagina sempre di aver dato una brutta impressione.
Che ripete in modo ossessivo nella propria mente delle frasi dette o subite. Cerca significati nascosti tra le parole. Rivive scene della sua vita e si interroga su come sarebbe andata se avesse detto o fatto qualcosa di diverso.
In senso positivo è una persona iperdotata, che proprio perché capisce gli altri può aiutarli. Può godere di più di caratteristiche del mondo che la maggior parte delle persone nemmeno nota.
Il libro cerca di diffondere una connotazione positiva ad una caratteristica che se mal gestita, rende difficile la vita di chi la possiede. Non ci sono studi al riguardo. E dire che una persona è ipersensibile non significa necessariamente dire che una persona è più intelligente, o peggiore di altri. Semplicemente è una caratteristica. Un ipersensibile è...un ipersensibile.
Personalmente non sono sicura, malgrado l'autorevolissimo test, di essere in quel 20% della popolazione.
Sono una rimuginatrice seriale, odio le novità, i posti nuovi mi mettono a disagio, devo fare tutto con un certo preavviso, non sopporto le fonti di luce troppo intense, i rumori mi fanno impazzire, soprattutto quelli di sottofondo, per strada cammino velocemente per non dare a nessuno il tempo di osservarmi. Sto bene solo quando sono da sola e in posti che conosco da tempo. Ma non credo di rientrare nella categoria.

Onestamente non sono riuscita a finire il libro. Che invece cerca di dare una strada da seguire per trasformare in virtù un qualcosa che può aumentare l'ansia di chi la possiede.
Mi sembra un po' un andrà tutto bene in chiave psicologica.
E quindi non sono riuscita a finirlo.
Ma io dico: c'è forse qualcuno a cui piace stare male?
Ovviamente sì, ma sono pochissimi.
In generale, però, se uno è depresso, o ansioso, o sta male, non lo fa per divertimento!
Sono stanca di tutti questi sorrisi bellissimi, di queste persone stupende che fingono di avere difetti e che dicono: "Bisogna amarsi, bisogna crederci, bisogna bisogna bisogna..."
Ma piantatela!
Ci sono persone a cui tutto va male! Perché mentire con questo falso sogno del bisogna crederci sempre, non si sa mai, la fortuna te la devi chiamare.
Siamo stanche, sconfitte, demotivate.
Sono imperfetta, orrenda e faccio schifo.
E non ci credo più. Evito il mondo, perché il mondo evita me.
PAce.


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